Geopolitica
Aumentano le tensioni tra le forze statunitensi e russe in Siria
Non c’è solo l’Ucraina: la Siria è un altro luogo in cui le forze statunitensi e russe potrebbero entrare in conflitto, in particolare poiché le forze statunitensi operano in violazione della sovranità della Siria e del diritto internazionale.
L’ultimo sviluppo riguarda le continue molestie ai droni statunitensi che operano nello spazio aereo siriano da parte di aerei da combattimento russi.
Il comando centrale delle forze aeree statunitensi (AFCENT) ha emesso ieri un comunicato stampa in cui si lamentava del «cattivo comportamento» russo nei confronti dei droni Reaper americani.
Another day, another American MQ-9 drone being tooled by Russian jets over Syria
This time they dropped flares on it pic.twitter.com/3hILmbf7bg
— What the media hides. (@narrative_hole) July 6, 2023
#WATCH: The US Air Force released a video to evidence Russia's "unprofessional behaviour" over Syrian airspace. The video shows a Russian Su-35's interaction with an American MQ-9 drone. #Russia #US #Syria #Su35 #MQ9 #Drone #FighterJet pic.twitter.com/ipv0ahvbs8
— Statecraft (@statecraftdaily) July 6, 2023
«Mentre tre droni MQ-9 statunitensi stavano conducendo una missione contro obiettivi dell’ISIS, tre aerei da combattimento russi hanno iniziato a molestare i droni. Contro le norme e i protocolli stabiliti, i jet russi hanno lanciato più razzi paracadute davanti ai droni, costringendo i nostri aerei a condurre manovre evasive», ha dichiarato il comandante dell’AFCENT, il tenente generale Alex Grynkewich.
«Inoltre, un pilota russo ha posizionato il proprio aereo davanti a un MQ-9 e ha attivato il postbruciatore, riducendo così la capacità dell’operatore di operare in sicurezza con l’aereo».
“ US ???????? MQ-9 Reaper drone spotted by Russian ???????? Air Force during military maneuvers with Assad Forces over the skies of Syria” pic.twitter.com/ECokv1wGYi
— Nagi N. Najjar (@NagiNajjar) July 5, 2023
Russian jet dropping flares in vicinity of a US drone in Syria. pic.twitter.com/Sr53fajBqx
— Spriter Team (@SpriterTeam) July 6, 2023
«Questi eventi rappresentano un altro esempio di azioni non professionali e non sicure da parte delle forze aeree russe che operano in Siria, che minacciano la sicurezza delle forze statunitensi e russe», ha concluso Grynkewich. «Esortiamo le forze russe in Siria a cessare questo comportamento sconsiderato e ad aderire agli standard di comportamento previsti da un’aviazione professionale in modo da poter riprendere la nostra attenzione sulla sconfitta duratura dell’ISIS».
Oleg Gurinov, vice capo della riconciliazione russa Center on Syria, ha detto ieri che i droni sono stati visti sorvolare un’area delle esercitazioni russo-siriane cinque volte nell’ultimo giorno, in violazione delle regole di sicurezza del volo, ha riferito TASS.
Secondo Gurinov, la parte russa ha espresso ancora una volta preoccupazione per le sistematiche violazioni dei protocolli di deconflittualità legate ai voli dei droni della coalizione.
Russian SU-35 pilot having fun with US Reaper drone over Syria. The pilot should have whazzed fuel on it, same technique used to drop the Reaper that invaded Russia's ADIZ, though perhaps the pilot didn't have the fuel to spare. Ingesting a large quantity of fuel should cause the… pic.twitter.com/EW7KrB7iev
— Chebureki Man (@CheburekiMan) July 6, 2023
«Durante la giornata sono state segnalate dodici violazioni, di cui cinque su un’area chiusa ai voli a causa delle esercitazioni congiunte russo-siriane nel nord della Siria. Ricordiamo che la parte russa non ha alcuna responsabilità per la sicurezza del volo di veicoli aerei senza pilota (UAV), che non sono stati concordati con la parte russa», ha affermato.
La base americana in Siria, totalmente illegale, è stata visitata di recente dal generale Mark Milley. Trump ne aveva chiesto la chiusura, ma il Pentagono non ascoltò il presidente; sono falliti anche i tentativi fatti al Congresso, come quello del rappresentante repubblicano della Florida Matt Gatez, per togliere i soldati americani dalla Siria, dove sono attaccati da missili.
Secondo i servizi russi e lo stesso presidente siriano Assad, nelle loro basi siriane gli USA vi arrestano dei terroristi.
Come riportato da Renovatio 21, un drone USA poche settimane fa è stato fatto precipitare nel Mar Nero da un caccia russo che ha «orinato» carburante sullo UAV americano.
Geopolitica
Trump annuncia attacchi terrestri in Venezuela «presto»
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che gli USA potrebbero avviare «molto presto» operazioni terrestri contro presunte reti di narcotraffico collegate al Venezuela, dopo aver quasi completamente interrotto i flussi di stupefacenti via mare. Caracas ha respinto con forza ogni accusa di legami con i cartelli della droga.
Parlando venerdì con i giornalisti alla Casa Bianca, Trump ha annunciato che il traffico di droga marittimo legato al Venezuela è calato del 92%, sostenendo che le forze americane stanno «eliminando la droga a livelli mai visti prima». «Abbiamo bloccato il 96% degli stupefacenti che arrivavano via mare», ha precisato, per poi aggiungere: «Presto le operazioni inizieranno anche sulla terraferma».
Il presidente statunitense non ha tuttavia fornito indicazioni su eventuali obiettivi o sull’estensione di tali azioni.
Da settembre le forze USA hanno intensificato sensibilmente la presenza militare nei Caraibi e nel Pacifico orientale, conducendo oltre 20 interventi contro imbarcazioni sospette di traffico di droga e causando la morte di decine di persone. Trump ha affermato che queste operazioni hanno salvato decine di migliaia di vite americane, impedendo l’ingresso di narcotici nel Paese.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha sempre rigettato le accuse di Trump su presunti rapporti tra Caracas e i narcocartelli, sostenendo che Washington utilizzi la campagna antidroga come pretesto per destabilizzare e rovesciare il suo governo.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro, che avrebbe offerto ampie concessioni economiche agli USA per restare al potere, sarebbe stato oggetto di un tentativo di rapimento tramite il suo pilota personale.
Il Venezuela ha stigmatizzato il rinforzo militare come violazione della sovranità e tentativo di golpe. Il governo venezuelano starebbe cercando appoggio da Russia, Cina e Iran. Mosca ha di recente riaffermato la sua alleanza con Caracas, esprimendo pieno sostegno alla leadership del Paese nella difesa della propria integrità. Mosca ha accusato il mese scorso Washington di preparare il golpe in Venezuela.
Questa settimana le autorità statunitensi hanno sequestrato anche la petroliera Skipper al largo delle coste venezuelane, una nave cargo che secondo gli USA trasportava petrolio dal Venezuela e dall’Iran. Le autorità di Caracas hanno condannato l’operazione definendola «furto manifesto» e «pirateria navale criminale».
Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo, la Russia – da tempo alleata stretta del Venezuela – ha rinnovato pubblicamente il suo sostegno a Maduro. Secondo il Cremlino, il presidente Vladimir Putin «ha espresso solidarietà al popolo venezuelano e ha ribadito il proprio appoggio alla ferma determinazione del governo Maduro nel difendere la sovranità nazionale e gli interessi del Paese dalle ingerenze esterne». I due leader hanno inoltre confermato l’impegno a dare piena attuazione al trattato di partenariato strategico siglato a maggio.
Trump nelle scorse settimane ha ammesso di aver autorizzato le operazioni CIA in Venezuela. Di piani CIA per uccidere il presidente venezuelano il ministro degli Interni del Paese aveva parlato lo scorso anno.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro aveva denunciato l’anno scorso la presenza di mercenari americani e ucraini in Venezuela. «Gli UA finanziano Sodoma e Gomorra» aveva detto.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
La Slovacchia «non sosterrà nulla» che contribuisca a prolungare il conflitto in Ucraina
Today I held an almost hour-long phone conversation with the President of the European Council, A. Costa. I fully respect him, but while he spoke about money for the war in Ukraine, I kept repeating the senseless daily killing of hundreds to thousands of Russians and Ukrainians.… pic.twitter.com/0f9JiitWjG
— Robert Fico 🇸🇰 (@RobertFicoSVK) December 12, 2025
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Geopolitica
Orban come John Snow
Il principale negoziatore russo Kirill Dmitriev ha paragonato il primo ministro ungherese Vittorio Orban al personaggio di Jon Snow della serie Il Trono di Spade, raffigurandolo come l’unico baluardo a difesa del diritto europeo mentre l’UE procede al congelamento a tempo indeterminato degli asset sovrani russi.
In un post su X pubblicato venerdì, Dmitriev ha lodato lo Orban per aver «difeso il sistema legale e finanziario dell’UE dai folli burocrati guerrafondai dell’Unione», sostenendo che il leader ungherese stia lottando per «ridurre la migrazione, accrescere la competitività e ripristinare buonsenso, valori e pace».
Dmitriev ha allegato una sequenza tratta dalla celeberrima «Battaglia dei Bastardi», una delle scene più memorabili della fortunata serie. Il frammento mostra Jon Snow, isolato sul campo di battaglia, che estrae la spada mentre la cavalleria della Casa Bolton gli si avventa contro. Nella saga, i Boltoni sono noti per la loro crudeltà e spietatezza, mentre Snow è dipinto come un condottiero riluttante che antepone il dovere all’ambizione personale, spesso a caro prezzo.
Hungary PM Orbán as Jon Snow from Game of Thrones in defending the EU’s legal&financial system from crazy EU bureaucratic warmongers—fighting them to reduce migration, increase competitiveness, and restore sanity, values and peace. 🕊️
Help is coming as Russian CB sues Euroclear pic.twitter.com/jHyav6mk0f
— Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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Venerdì, Orban – che in numerose occasioni ha criticato duramente le politiche conflittuali dell’UE nei confronti della Russia – ha accusato Bruxelles di «violentare il diritto europeo», riferendosi alla decisione che ha permesso all’Unione di bypassare il requisito dell’unanimità per prorogare le sanzioni sugli asset sovrani russi, valutati in circa 210 miliardi di euro. Mosca ha bollato il congelamento come «furto», minacciando azioni legali in caso di confisca da parte dell’UE.
In un altro post, Dmitriev ha attaccato il segretario generale della NATO Mark Rutte, paragonandolo al Re della Notte, il principale antagonista di Game of Thrones, che guida un esercito di non-morti ed è completamente privo di empatia.
Unmasked NATO’s Mark Rutte.
He does not have family or children. He wants war.
But peace will prevail. 🕊️ https://t.co/lDPBucIAkA pic.twitter.com/JjqVogOSWM
— Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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Il paragone è arrivato in risposta alle dichiarazioni di Rutte, che ha accusato la Russia di «riportare la guerra in Europa» e ha invitato i membri della NATO a prepararsi a un conflitto su scala paragonabile a quelli affrontati dalle generazioni passate. Il Dmitriev ha quindi affermato che Rutte «non ha famiglia né figli» e «desidera la guerra», aggiungendo però che «alla fine prevarrà la pace».
Dmitriev, figura chiave negli sforzi per risolvere il conflitto in Ucraina, ha fatto eco alle critiche del ministro degli Esteri ungherese Pietro Szijjarto, che aveva accusato Rutte di «alimentare le tensioni belliche».
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Immagine screenshot da YouTube
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