Politica
Assoluzione Rittenhouse, la protesta diventa una rivolta

La polizia di Portland ha dichiarato una rivolta venerdì sera, dopo che i manifestanti che protestavano per l’assoluzione di Kyle Rittenhouse hanno iniziato a rompere vetrine e lanciare oggetti contro gli agenti.
#Antifa launched an attack on the Justice Center in downtown Portland, Ore. overnight following the #Rittenhouse verdict. They chanted about wanting to burn down the building, which houses inmates, the central police station & the sheriff’s office. https://t.co/VNYxMtszuQ pic.twitter.com/sgtZEViQpo
— Andy Ngô ????️???? (@MrAndyNgo) November 20, 2021
Circa 200 persone si sono radunate nel centro di Portland, nell’Oregon, subito dopo che Rittenhouse è stato dichiarato non colpevole di omicidio in una sparatoria mortale nell’agosto 2020 durante le violente proteste di Black Lives Matter a Kenosha, nel Wisconsin. La giuria nel caso ha stabilito che l’allora 17enne aveva sparato con il suo fucile semiautomatico Ar-15 per legittima difesa.
#Antifa shut down the road outside the Justice Center in downtown Portland and chanted, “Kyle is a terrorist.” Antifa spent the night smashing property, starting a fire & trying to break inside the Justice Center/Central police station. pic.twitter.com/aiYkY6Mupe
— Andy Ngô ????️???? (@MrAndyNgo) November 20, 2021
Antifa destroyed property in downtown Portland to oppose the Kyle #Rittenhouse verdict, they say. Earlier in the day, violent Portland #antifa member Alexander Gorman Dial was given no jail time at his sentencing. pic.twitter.com/nXL4N1VBVT
— Andy Ngô ????️???? (@MrAndyNgo) November 20, 2021
I manifestanti a Portland hanno sfogato la loro furia sulle auto di passaggio, hanno rotto i finestrini e danneggiato le porte di numerosi edifici nelle vicinanze. Secondo quanto riferito da RT, alcuni tra la folla hanno chiesto che il tribunale della città fosse bruciato.
.@PortlandPolice appear to retreat as violent #antifa members in Portland threaten them. The antifa gathered in black bloc in downtown to destroy property to oppose #Rittenhouse verdict. pic.twitter.com/rli5oM8j56
— Andy Ngô ????️???? (@MrAndyNgo) November 20, 2021
Il dipartimento di polizia ha dichiarato una rivolta dopo che quello che ha descritto come un «gruppo violento e distruttivo» ha tentato di violare i cancelli della prigione della contea di Multnomah. Tuttavia, i rivoltosi non sono riusciti a entrare nel carcere e sono stati successivamente dispersi.
A person using a wheelchair was knocked over during a protest that was declared a riot by authorities tonight
Portland police clashed with demonstrators who gathered downtown after the acquittal of Kyle Rittenhouse pic.twitter.com/3wLSIhoRNr
— Zane Sparling (@PDXzane) November 20, 2021
L’anno scorso, Portland è diventata un hotspot di protesta dopo l’omicidio di George Floyd da parte della polizia a Minneapolis.
La più grande città dell’Oregon ha visto mesi di manifestazioni, che spesso sono sfuggite di mano e sono state segnate da scontri, saccheggi, incendi dolosi e atti di vandalismo, nonché da accuse per le qualila polizia aveva usato una forza eccessiva contro i manifestanti.
L’Oregon è uno Stato con un’alta percentuale di sigle radicali e una piccola tradizione di anarchismo locale; è, al contempo, uno Stato apripista nella legalizzazione del suicidio assistito.
Politica
Orban dice che l’UE potrebbe andare al «collasso» e chiede accordi con Mosca

L’UE è sull’orlo del collasso e non sopravvivrà oltre il prossimo decennio senza una «revisione strutturale fondamentale» e un distacco dal conflitto ucraino, ha avvertito il primo ministro ungherese Viktor Orban.
Intervenendo domenica al picnic civico annuale a Kotcse, Orban ha affermato che l’UE non è riuscita a realizzare la sua ambizione fondante di diventare una potenza globale e non è in grado di gestire le sfide attuali a causa dell’assenza di una politica fiscale comune. Ha descritto l’Unione come entrata in una fase di «disintegrazione caotica e costosa» e ha avvertito che il bilancio UE 2028-2035 «potrebbe essere l’ultimo se non cambia nulla».
«L’UE è attualmente sull’orlo del collasso ed è entrata in uno stato di frammentazione. E se continua così… passerà alla storia come il deprimente risultato finale di un esperimento un tempo nobile», ha dichiarato Orban, proponendo di trasformare l’UE in «cerchi concentrici».
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L’anello esterno includerebbe i paesi che cooperano in materia di sicurezza militare ed energetica, il secondo cerchio comprenderebbe i membri del mercato comune, il terzo quelli che condividono una moneta, mentre il più interno includerebbe i membri che cercano un allineamento politico più profondo. Secondo Orbán, questo amplierebbe la cooperazione senza limitare lo sviluppo.
«Ciò significa che siamo sulla stessa macchina, abbiamo un cambio, ma vogliamo muoverci a ritmi diversi… Se riusciamo a passare a questo sistema, la grande idea della cooperazione europea… potrebbe sopravvivere», ha affermato.
Orban ha accusato Brusselle di fare eccessivo affidamento sul debito comune e di usare il conflitto in Ucraina come pretesto per proseguire con questa politica. Finché durerà il conflitto, l’UE rimarrà una «anatra zoppa», dipendente dagli Stati Uniti per la sicurezza e incapace di agire in modo indipendente in ambito economico, ha affermato.
Il premier magiaro ha anche suggerito che, invece di «fare lobbying a Washington», l’UE dovrebbe «andare a Mosca» per perseguire un accordo di sicurezza con la Russia, seguito da un accordo economico.
Il primo ministro di Budapest non è il solo a nutrire queste preoccupazioni. Gli analisti del Fondo Monetario Internazionale e di altre istituzioni hanno lanciato l’allarme: l’UE rischia la stagnazione e persino il collasso a causa di sfide strutturali, crescita debole, scarsi investimenti, elevati costi energetici e tensioni geopolitiche.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Politica
Il passo indietro di Ishiba: nuovo capitolo nella lunga crisi del centro-destra giapponese

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Politica
Il governo francese collassa

Il governo francese è collassato dopo che il Primo Ministro François Bayrou ha perso un cruciale voto di fiducia in Parlamento lunedì. Bayrou è il secondo primo ministro consecutivo sotto Emmanuel Macron a essere destituito, precipitando la Francia in una crisi politica ed economica.
Per approvare una mozione di sfiducia all’Assemblea Nazionale servono almeno 288 voti. Quella di lunedì ne ha ottenuti 364, con il Nuovo Fronte Popolare di sinistra e il Raggruppamento Nazionale di destra coalizzati per superare lo stallo sul bilancio di austerità di Bayrou.
Dopo aver resistito a otto mozioni di sfiducia, Bayrou ha convocato questo voto per ottenere supporto alle sue proposte, che prevedevano tagli per circa 44 miliardi di euro per ridurre il debito francese in vista del bilancio di ottobre.
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Bayrou, che aveva definito il debito pubblico un «pericolo mortale», sembra aver accettato la sconfitta. Domenica, ha criticato aspramente i partiti rivali, che, pur «odiandosi a vicenda», si sono uniti per far cadere il governo.
Bayrou è il secondo primo ministro deposto dopo Michel Barnier, rimosso a dicembre dopo soli tre mesi, e il sesto sotto Macron dal 2017.
La caduta di Bayrou lascia Macron di fronte a un dilemma: nominare un Primo Ministro socialista, cedendo il controllo della politica interna, o indire elezioni anticipate, che i sondaggi indicano favorirebbero il Rassemblement National di Marine Le Pen.
Con la popolarità di Macron al minimo storico, entrambe le opzioni potrebbero indebolire ulteriormente la sua presidenza. Gli analisti temono che una perdita di fiducia dei mercati nella gestione del deficit e del debito francese possa portare a una crisi simile a quella vissuta dal Regno Unito sotto Liz Truss, il cui governo durò meno della via di un cavolo prima della marcescenza.
Il malcontento verso Macron è in crescita: un recente sondaggio di Le Figaro rivela che quasi l’80% dei francesi non ha più fiducia in lui.
Come riportato da Renovatio 21, migliaia di persone hanno protestato a Parigi nel fine settimana, chiedendo le dimissioni di Macron con slogan come «Fermiamo Macron» e «Frexit».
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Immagine di © European Union, 1998 – 2025 via Wikimedia pubblicata secondo indicazioni
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