Geopolitica
Assad caduto per l’occupazione militare USA nelle zone ricche di Petrolio in Siria: parla Lavrov

La presenza militare statunitense nelle province siriane ricche di petrolio, nonché le paralizzanti sanzioni economiche imposte nel corso degli anni, hanno contribuito alla caduta dell’ex presidente Bashar Assad, ha sostenuto il ministro degli Esteri russo Sergio Lavrov.
In un’intervista rilasciata lunedì all’agenzia di stampa TASS, Lavrov ha affermato che «una delle ragioni del peggioramento della situazione è stata l’incapacità della precedente leadership di soddisfare i bisogni fondamentali della popolazione nel contesto di un prolungato conflitto civile».
«Una gran parte della colpa di questo è di Washington, che ha di fatto occupato la regione nord-orientale più ricca di risorse della Siria, e sta anche esercitando una seria pressione sanzionatoria su Damasco», ha affermato il diplomatico, spiegando che questo «strangolamento» economico da parte di Washington ha provocato malcontento tra la popolazione.
Secondo Lavrov, di fronte a condizioni economiche disastrose, il governo di Assad ha dovuto attuare misure impopolari, che a loro volta hanno portato a proteste. E mentre Mosca aveva fornito a Damasco assistenza umanitaria, le precedenti autorità non sono riuscite a impegnarsi in un dialogo significativo con l’opposizione e gli stati confinanti.
L’esercito statunitense è presente in Siria fin dal 2014, con l’obiettivo dichiarato di combattere i terroristi dell’ISIS. Il governo di Assad aveva costantemente denunciato il contingente americano come occupante, accusando Washington di rubare risorse naturali.
La scorsa settimana, il Pentagono ha rivelato di avere circa 2.000 militari di stanza nelle sue basi nella nazione mediorientale, cifra in aumento rispetto alle 900 unità segnalate in precedenza.
Anche la Russia mantiene una presenza militare in Siria, con basi operative a Khmeimim e Tartus. Nel 2017, Mosca e Damasco hanno concordato di stazionare truppe russe lì per 49 anni. Ora che il governo di Assad è caduto, la Russia è pronta a discutere del futuro delle sue installazioni militari con le nuove autorità, una volta terminato il periodo di transizione dichiarato fino al 1° marzo 2025, ha detto Lavrov domenica a RIA Novosti.
All’inizio di questo mese, ha confermato che la Russia mantiene i contatti con il nuovo governo ad interim di Damasco per garantire la sicurezza dei cittadini russi e dell’ambasciata nel Paese.
Nel 2023 il presidente siriano Bashar al Assad, in visita a Mosca, ha rivelato che proprio nella base di siriana Al Tanf gli USA addestrerebbero terroristi.
Iscriviti al canale Telegram
«Abbiamo incontri diretti con gruppi terroristici vicino all’area di Al-Tanf e, naturalmente, sappiamo da questi incontri e dai detenuti da dove provenivano. Al-Tanf rappresenta un intero campo terroristico e non ha altri obiettivi. Cosa ne guadagnano gli Stati Uniti uscire dalla loro presenza in questa zona nel cuore del deserto? Senza dubbio hanno campi per terroristi che ospitano decine di migliaia con le loro famiglie», aveva detto Assad dalla capitale russa.
«Ne siamo sicuri, le prove ci sono effettivamente», aveva aggiunto Assad, dicendo di ritenere che gli Stati Uniti possano trasportare i terroristi dalla Siria all’Ucraina nel tentativo di affrontare la Russia. «Riguardo a questo, non abbiamo prove, ma ci sarebbe da aspettarselo. Gli Stati Uniti ridistribuiscono i terroristi da un luogo all’altro, oltre al fatto che i terroristi si muovono da soli».
«In Siria ci sono quei terroristi che chiamano “terroristi islamici”, quelli che si nascondono dietro la religione. Non c’è una guerra di religione in Ucraina, ma loro [i terroristi] ci sono, a giudicare dai video che circolano su internet», aveva concluso il presidente siriano.
Come riportato da Renovatio 21, all’epoca si erano diffuse voci di violenti scontri tra l’esercito siriano e forze americane e dei curdi filoamericani. Tensioni si erano registrate anche due mesi fa, mentre a marzo le basi americane erano state attaccate da missili.
Sempre a inizio anno l’allora Capo di Stato Maggiore USA Mark Milley aveva visitato le truppe americane che occupano parte della Siria.
Come riportato da Renovatio 21, una anno fa milizie irachene avevano lanciato attacchi con droni alla guarnigione USA di stanza nella controversa base siriana citata come centrale del terrore da Assad. Ulteriori scontri si erano registrati presso Deir ez Zor, luogo di occupazione USA ricco di petrolio.
Bombardamenti ritorsivi da parte dell’aviazione statunitense si sono avuti in queste settimane, l’ultimo pochi giorni fa. Il Pentagono sostiene che i raid aerei sono attacchi a quelli che sostiene siano «proxy iraniani» in Siria.
Milizie arabe avevano attaccato gli americani in Siria ancora due mesi fa.
Gli Stati Uniti mantengono una forza di circa 900 militari in Siria, mantenendo un’impronta nel Paese dilaniato dalla guerra dal 2016. Tuttavia, la loro presenza laggiù non ha legalità, non avendo acquisito né il permesso di Damasco né un mandato da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Aiuta Renovatio 21
A marzo 2023 il deputato della Florida Matt Gaetz aveva tentato inutilmente di far votare una risoluzione – War Powers (H.Con.Res.21) – per la rimozione delle truppe statunitensi dalla Siria. «Il presidente dei capi di Stato maggiore Mark Milley ha fatto una rara visita senza preavviso in Siria sabato» aveva detto il giovane rappresentante floridiano «che è stato il suo primo viaggio in quel luogo come massimo generale americano. Lo scopo era quello di riaffermare la presenza e la missione delle truppe statunitensi lì, anche se il pubblico si è in generale stancato dei coinvolgimenti militari stranieri».
È noto che, nonostante vi siano soldati USA morti, la maggior parte degli americani è completamente all’oscuro del fatto che la Casa Bianca abbia dispiegato truppe per occupare parte della Siria negli ultimi otto anni.
Gaetz, avversato fortemente dalla lobby ebraica, era stato nominato a capo del dipartimento di Giustizia, ma ha rinunziato a causa di uno scandalo – latente da anni – di natura sessuale.
Tra il 2022 e il 2023 gli USA hanno sostenuto di aver ucciso in Siria tramite drone il leader ISIS Maher al-Magal; tuttavia, poco prima, avevano ucciso un altro capo dello Stato Islamico, Abu Inrahim al-Hashimi al Qurayshi, il quale tuttavia abitava in un’area della Siria occupata dalla Turchia (alleata USA) e da Al Qaeda (che alcuni ritengono, con varie sigle, sostenuta da Washington nella guerra siriana contro Assad).
Da notare come toppe dell’ISIS siano comparse fra combattenti ucraini armati e sostenuti dall’amministrazione americana. L’anno passato l’Intelligence russa ha accusato gli USA di addestrare in Siria militanti ISIS per spedirli al fronte in Ucraina.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
L’incontro Trump-Zelensky è stato «pessimo». Accenni al tunnel eurasiatico-americano

Reporter: Are you interested in a Putin-Trump tunnel to connect Russia and Alaska?
Trump: Just heard about that one. Interesting idea — we’ll think about it. What do you think, Mr. President? Zelensky: I’m not happy about this pic.twitter.com/FeMgAliQLx — Alice Williams (@afreegirlll) October 18, 2025
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Geopolitica
Trump e Putin si telefonano: «può portare alla pace»

Giovedì il presidente russo Vladimir Putin ha avuto una conversazione telefonica con il presidente statunitense Donald Trump, come confermato dal portavoce del Cremlino Demetrio Peskov.
Circa 40 minuti prima della conferma russa, Trump aveva annunciato sulla sua piattaforma Truth Social di essere impegnato in una chiamata «in corso» e «prolungata» con Putin.
Il colloquio tra i due leader si è tenuto in un contesto di crescenti tensioni tra Mosca e Washington, a seguito della proposta di Trump di fornire all’Ucraina missili Tomahawk a lungo raggio, in grado di colpire in profondità il territorio russo, in vista del suo incontro programmato con Volodymyr Zelens’kyj per venerdì.
Mosca ha criticato duramente questa possibile decisione, avvertendo che annullerebbe la fiducia diplomatica costruita tra Russia e Stati Uniti senza alterare la situazione sul campo.
Fornire tali armi a Kiev spingerebbe Mosca ad adottare contromisure necessarie, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Peskov.
La telefonata rappresenta il primo contatto tra Putin e Trump dal loro incontro di persona ad Anchorage, in Alaska, a metà agosto. Mosca ha riferito che, dopo il vertice, le comunicazioni con Washington si sono notevolmente ridotte. Tuttavia, i funzionari russi hanno sottolineato che il processo avviato in Alaska «non è terminato» e che lo «spirito di Anchorage» rimane «vivo».
Iscriviti al canale Telegram
Trump ha dichiarato che il colloquio con Putin potrebbe condurre a un accordo di pace per il conflitto ucraino. Le tensioni tra Stati Uniti e Russia si sono intensificate a causa delle possibili forniture di missili Tomahawk all’Ucraina, e i negoziati di pace sono rimasti in stallo. Trump ha descritto la conversazione, durata due ore e mezza, come «molto produttiva», suggerendo che un accordo di pace potrebbe essere imminente.
«Ho trovato che fosse una chiamata eccellente, molto produttiva… Pensiamo di poter fermare [il conflitto]», ha detto. «Questa potrebbe essere una chiamata così fruttuosa che alla fine… vogliamo raggiungere la pace».
In precedenza, Trump aveva scritto su Truth Social che durante la telefonata erano stati compiuti «grandi progressi» e aveva annunciato che lui e Putin avevano concordato di organizzare un vertice bilaterale a Budapest, in Ungheria.
Il presidente USA ha riferito ai giornalisti che l’incontro si terrà probabilmente entro due settimane, dopo i colloqui tra il Segretario di Stato americano Marco Rubio e il ministro degli Esteri russo Sergio Lavrov, oltre all’incontro di Trump con il leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj a Washington, previsto per venerdì. L’ultimo vertice Putin-Trump, svoltosi ad Anchorage, in Alaska, ad agosto, non aveva prodotto risultati concreti, ma giovedì Trump ha dichiarato di aver «posto le basi» per un processo di pace più ampio.
Riguardo alle possibili consegne di missili Tomahawk a Kiev, Trump non ha né confermato né smentito i piani, sottolineando però che, pur disponendo di «molti» missili, gli Stati Uniti ne hanno bisogno per la propria sicurezza e «non possono esaurire» il loro arsenale.
Secondo Yury Ushakov, consigliere di Putin per la politica estera, durante la telefonata il presidente russo ha avvertito Trump che l’invio di Tomahawk a Kiev non cambierebbe l’andamento del conflitto, ma potrebbe «compromettere gravemente le prospettive di una soluzione pacifica» e danneggiare le relazioni tra Russia e Stati Uniti.
Ushakov ha sottolineato che Putin ha riaffermato l’impegno di Mosca per una «risoluzione politico-diplomatica pacifica», descrivendo la discussione come «molto concreta ed estremamente franca», aggiungendo che i preparativi per il prossimo vertice Putin-Trump inizieranno immediatamente, con Budapest in fase di valutazione come sede.
Il primo ministro ungherese Vittorio Orban ha poi scritto su X di aver discusso con Trump, confermando che i preparativi sono già in corso.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Budapest si prepara ad ospitare il vertice Putin-Trump

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-
Cancro2 settimane fa
Tutti i vaccini contro il COVID aumentano il rischio di cancro, conclude un nuovo studio
-
Misteri7 giorni fa
La verità sull’incontro tra Amanda Knox e il suo procuratore. Renovatio 21 intervista il giudice Mignini
-
Spirito2 settimane fa
Il vescovo Schneider: i cattolici devono adorare Cristo, non l’ideologia LGBT o l’agenda climatica
-
Salute2 settimane fa
Scimmie immortali o quasi: scienziati rovesciano l’invecchiamento con super-cellule staminali
-
Cancro1 settimana fa
Proteine spike da vaccino COVID trovate nelle cellule tumorali di una donna
-
Vaccini1 settimana fa
«Scienza spazzatura» dietro le affermazioni secondo cui i vaccini anti-COVID hanno salvato milioni di persone
-
Spirito7 giorni fa
Mons. Viganò: «non c’è paradiso per i codardi!»
-
Salute1 settimana fa
I malori della 41ª settimana 2025