Economia
L’India supera il Giappone diventando la quarta economia mondiale

L’India ha superato il Giappone diventando la quarta economia mondiale, ha dichiarato il think tank governativo NITI Aayog. L’economia indiana è cresciuta fino a 4.000 miliardi di dollari, superando solo Stati Uniti, Cina e Germania, ha dichiarato sabato in una conferenza stampa il CEO di NITI Aayog, BVR Subrahmanyam.
Subrahmanyam ha citato i dati del Fondo monetario internazionale (FMI), aggiungendo che «se ci atteniamo a quanto pianificato e pensato, nei prossimi tre anni saremo la terza economia più grande».
L’amministratore delegato di NITI Aayog ha anche affermato che è in fase di preparazione un nuovo ciclo di misure del piano governativo di monetizzazione degli asset, che sarà annunciato ad agosto. Ciò è in linea con il ministro delle Finanze indiano Nirmala Sitharaman, che in una dichiarazione al FMI ad aprile ha affermato che per raggiungere la stabilità economica e gli obiettivi di sviluppo, «sono indispensabili riforme strutturali specifiche per ogni Paese e la mobilitazione delle risorse interne».
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Secondo gli economisti, la crescita del PIL indiano del 6,5% nel 2024-25 rimane la più alta tra le grandi economie. Il primo ministro indiano Narendra Modi ha ribadito sabato il suo appello a trasformare il Paese in una nazione sviluppata entro il 2047.
L’impegno della nazione sudasiatica arriva anche in un momento in cui si stanno negoziando dazi con importanti economie, come gli Stati Uniti e l’Europa. Le autorità di regolamentazione indiane hanno gettato le basi per la crescita, anche ad aprile, quando la banca centrale del paese ha tagliato il suo tasso di interesse di riferimento per la seconda volta quest’anno.
When I was in business school, the idea of India overtaking Japan in GDP felt like a distant, almost audacious dream. Today, that milestone is no longer theoretical — we’ve become the world’s fourth largest economy.
It’s no small achievement. Japan has long been an economic… pic.twitter.com/28LgnC4Osx
— anand mahindra (@anandmahindra) May 25, 2025
Sebbene l’economia indiana sia in crescita, la sua crescita attuale è in netto calo rispetto al 9,2% registrato l’anno precedente, hanno osservato gli analisti. Il principale imprenditore indiano Anand Mahindra, presidente del Gruppo Mahindra, ha sottolineato in un post su X che «mentre festeggiamo, dobbiamo rimanere insoddisfatti».
Il prossimo passo dell’India dovrebbe concentrarsi sul miglioramento del PIL pro capite, non solo sul superamento del PIL complessivo della Germania, ha aggiunto.
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Economia
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Cina
Trump: gli USA imporranno dazi del 100% alla Cina

Il presidente Donald Trump ha dichiarato che, a partire dal 1° novembre 2025, gli Stati Uniti applicheranno dazi del 100% sui prodotti cinesi, in reazione a quelle che ha definito restrizioni commerciali «straordinariamente aggressive» introdotte da Pechino.
Giovedì, la Cina ha reso noti nuovi controlli sulle esportazioni di minerali strategici con applicazioni militari, giustificando la misura come necessaria per tutelare la sicurezza nazionale e adempiere agli obblighi internazionali, inclusi quelli legati alla non proliferazione.
In un messaggio pubblicato venerdì su Truth Social, Trump ha accusato la Cina di aver assunto «una posizione estremamente ostile in materia di commercio», annunciando l’intenzione di imporre «controlli su larga scala sulle esportazioni di quasi tutti i prodotti che producono, inclusi alcuni non realizzati da loro», secondo una comunicazione inviata a livello globale. Tali misure, ha sottolineato il presidente, avrebbero impatto su tutti i paesi «senza eccezioni».
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«In risposta a questa posizione senza precedenti della Cina, gli Stati Uniti imporranno un dazio del 100% sui prodotti cinesi, in aggiunta a qualsiasi tariffa attualmente in vigore», ha scritto Trump, specificando che, dalla stessa data, saranno introdotti controlli sulle esportazioni di «qualsiasi software critico».
Ad agosto, Stati Uniti e Cina avevano concordato una tregua tariffaria di 90 giorni, che ha ridotto i dazi americani sui prodotti cinesi dal 145% al 30% e quelli cinesi sui prodotti americani dal 125% al 10%. Questa tregua scadrà a novembre. Trump ha definito la mossa di Pechino «assolutamente inaudita nel commercio internazionale» e «una vergogna morale nei rapporti con altre nazioni», precisando di parlare esclusivamente a nome degli Stati Uniti, non di altre nazioni similmente minacciate.
L’annuncio ha provocato un forte impatto sui mercati globali, con un crollo delle borse statunitensi nella giornata di venerdì. Come visibile nella finance card sopra, l’indice S&P 500 ha registrato un calo del 2,7%, segnando la peggiore perdita giornaliera da aprile, mentre il Dow Jones Industrial Average è sceso di circa 900 punti, pari all’1,9%.
Il NASDAQ, fortemente legato al settore tecnologico, ha subito un ribasso del 3,6%, con gli investitori che hanno venduto titoli ad alta crescita, particolarmente vulnerabili alle interruzioni nelle catene di approvvigionamento cinesi.
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Economia
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