Spirito
Il cardinale Müller avrebbe suggerito a papa Leone XIV di revocare le restrizioni alla Messa in latino

Il cardinale Gerhard Müller avrebbe suggerito che papa Leone XIV dovrebbe ripristinare completamente l’accesso alla Messa tradizionale «come primo passo». Lo riporta un articolo dell’Associated Press.
Un rapporto dell’AP ha riassunto la dichiarazione del cardinale su questo argomento come segue: «Müller, che è stato licenziato da Francesco come responsabile dottrinale del Vaticano, ha suggerito come primo passo che Leone XIII ripristini l’accesso alla vecchia messa latina che il suo predecessore aveva notevolmente limitato».
«Non possiamo assolutamente condannare o vietare il legittimo diritto e la forma della liturgia latina», ha detto Müller all’AP. «Dato il suo carattere, penso che [Leone] sia in grado di parlare con le persone e di trovare un’ottima soluzione che vada bene a tutti».
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L’AP riferisce inoltre che il cardinale tedesco ha affermato che le azioni di Papa Francesco contro la Messa in latino e i tradizionalisti hanno portato a divisioni inutili, che ora Papa Leone XIV ha il compito di sanare.
«Il papa, in quanto successore di San Pietro, deve unire la Chiesa», ha sottolineato il porporato tedesco.
Bergoglio aveva severamente limitato la Messa antica con il suo controverso motu proprio Traditionis Custodes del 2021, contraddicendo direttamente il suo predecessore, Benedetto XVI, ancora in vita all’epoca.
Il cardinale dice di essere convinto che «papa Leone XIV supererà queste tensioni superflue che erano dannose per la Chiesa». «Non possiamo evitare tutti i conflitti, ma dobbiamo evitare quelli non necessari, quelli superflui».
Commentando il conclave e l’elezione del cardinale americano Robert Prevost al papato, il cardinale tedesco di 77 anni ha detto: «Penso che abbia dato una buona impressione di lui a tutti, e alla fine è stata una grande concordia, una grande armonia».
«Non c’è stata alcuna polemica, nessuna divisione», ha aggiunto.
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Alla domanda se abbia votato per Prevost durante il conclave, Müller rispose: «Oh, non posso dirlo. Ma sono contento, no?»
Secondo l’AP, Müller, ex capo della Congregazione (ora Dicastero) per la Dottrina della Fede, ha affermato di aspettarsi che Leone XIV si trasferisca nel Palazzo Apostolico, che era «il luogo più adatto per un papa».
La decisione di Francesco di vivere nella Domus Sanctae Marthae, la foresteria del Vaticano, ha avuto l’effetto pratico di occupare l’intero secondo piano e quindi di ridurre le stanze per il clero in visita.
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Immagine screenshot da YouTube
Gender
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Misteri
Candace Owens pubblica i presunti messaggi di Charlie Kirk: «vedo il cattolicesimo in maniera sempre migliore»

Candace Owens ha pubblicato presunti messaggi personali del defunto Charlie Kirk che dimostrano un crescente interesse per la Chiesa cattolica. Lo riporta LifeSite.
In uno dei messaggi, Kirk affermava che «vedo il cattolicesimo in maniera sempre migliore». Owens ha affermato che Kirk le ha inviato il messaggio nel febbraio 2024 durante conversazioni private sulla teologia e sull’uso politico del termine «giudeo-cristiano».
Candace ha descritto l’osservazione come parte di uno scambio continuo tra amici, aggiungendo di non aver mai affermato che Kirk si fosse convertito o si stesse preparando a farlo. «Charlie stava attraversando alcuni cambiamenti spirituali verso la fine», ha detto l’attivista, affermando che Kirk «non frequentava la chiesa del pastore Rob McCoy», ma piuttosto andava a messa ogni settimana e a volte anche più spesso.
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Owens ha anche attirato l’attenzione sul ciondolo di San Michele che Kirk indossava al momento della morte, aggiungendo che la sua vedova, Erika, aveva portato un vescovo a pregare sul suo corpo in seguito, e in precedenza aveva portato un prete a casa loro per pregare dopo una «fattura» comminatagli pubblicamente da giornalisti di sinistra.
Aveva anche parlato positivamente dell’importanza della Madonna, presentandola come la «soluzione al femminismo tossico» e invitando gli evangelici a venerarla di più.
.@charliekirk11: Mary is the SOLUTION to radical feminism in America! pic.twitter.com/75KsdXtS2s
— LifeSiteNews (@LifeSite) July 17, 2025
Tuttavia, pur notando che i cattolici «speravano che avrebbe fatto il passo successivo perché stava pregando il Rosario», Owens ha insistito sul fatto che Kirk non aveva deciso di convertirsi e che lei non aveva mai affermato il contrario.
La rivelazione arriva nel mezzo di controversie in corso sulla vita spirituale e l’eredità di Kirk, seguite al suo assassinio a settembre. Alex Clark e Andrew Kolvette della TPUSA avevano recentemente discusso dell’interesse di Kirk per il cattolicesimo, definendolo più estetico che teologico.
«Stava diventando cattolico? No», ha detto Kolvet, produttore e caro amico di Kirk. «Ma amava molto la Messa cattolica. Amava il suo rituale. Amava la bellezza delle antiche chiese cattoliche e le vetrate. E lui ed Erika ci andavano ogni tanto».
«Mi è sembrata una specie di insabbiamento», ha detto la Owens a proposito di questa conversazione, chiedendosi perché personaggi vicini a Kirk si fossero affrettati ad affermare che non si stava avvicinando al cattolicesimo.
«Sono rimasto un po’ stupita», ha detto Candace, definendo il modo in cui hanno parlato dell’argomento un «tentativo inautentico di dissuadere l’idea che Charlie si stesse ammorbidendo nei confronti del cattolicesimo».
Le opinioni religiose di Kirk sono diventate un punto focale nella più ampia lotta sulla sua eredità, con personalità interne a Turning Point, e commentatori come la Owens che offrono resoconti divergenti delle sue posizioni private su questioni di fede.
Il giornalista della testata d’inchista di sinistra Grayzone Max Bluementhal ha sottolineato che un’eventuale conversione al cattolicesimo di Charlie lo avrebbe reso forse più distante dall’influenza israeliana, che abbonda tra gli evangelici americani da cui il ragazzo proveniva.
Bluementhal aveva pubblicato uno scoop che raccontava come Kirk avesse rifiutato 160 milioni offerti dal primo ministro israeliano Netanyahu a Turning Point USA (per portarlo «al prossimo livello») e come fosse stato invitato ad un ritrovo nella prestigiosa magione del miliardario hedge fund sionista Bill Ackman, dove gli sarebbe stata fatta pressione al punto che una lobbista israeliana britannica gli avrebbe pure urlato.
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Parimenti, è stato detto che amici avessero rivelato come Charlie avesse «paura» delle forze di Israele, di cui pure era stato un accanito sostenitore. L’insofferenza di Kirk per le pressioni che gli stavano mettendo – specie dopo che aveva fatto parlare ad un evento estivo il giornalista Tucker Carlson e il comico Dave Smith, considerati ora come anti-Israele – erano state rese pubbliche durante una trasmissione con la celebre giornalista Megyn Kelly.
Tutti coloro che si sono interessati del caso ci tengono a ricordare, tuttavia che non vi sono prove che Israele sia implicato nell’omicidio di Kirk.
Come riportato da Renovatio 21, a ribadire l’estraneità dello Stato Ebraico è stato più volte, alla TV americana e in videomessaggi pubblici sui social, il premier israeliano Beniamino Netanyahu, il quale per qualche ragione ha negato simultaneamente anche le accuse sugli assassinii rituali ebraici medievali con vittime i bambini cristiani, come San Simonino.
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Economia
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