Militaria
Difese aeree si spostano da Israele all’Ucraina

Un sistema di difesa aerea Patriot, precedentemente basato in Israele, sarà inviato in Ucraina dopo essere stato ristrutturato. Lo riporta il New York Times, raccogliendo dichiarazione degli ultimi giorni di quattro attuali ed ex funzionari degli Stati Uniti.
Secondo quanto trapelato gli alleati occidentali stanno discutendo la logistica della fornitura di un altro sistema di difesa aerea Patriot da parte della Germania o della Grecia.
I funzionari anonimi hanno rifiutato di descrivere il punto di vista del presidente Trump sulla decisione di trasferire altri sistemi Patriot all’Ucraina.
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Un ex funzionario della Casa Bianca ha affermato che l’amministrazione Biden aveva concluso l’accordo con Israele a settembre, prima delle elezioni vinte da Trump. Il Dipartimento della Difesa ha dichiarato in un comunicato di «continuare a fornire equipaggiamento all’Ucraina da pacchetti precedentemente autorizzati”» riferendosi ad armamenti prelevati dagli inventari esistenti e da nuovi acquisti.
La consegna, di cui non era stata data notizia in precedenza, avviene mentre la Russia intensifica i suoi attacchi contro l’Ucraina, tra cui l’attacco missilistico del 24 aprile su Kiev, che è stato il più mortale dall’estate scorsa.
Un anno fa, gli alleati hanno faticato a soddisfare la richiesta del presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj di sette sistemi Patriot. Sebbene l’Ucraina ne abbia ora otto, solo sei sono funzionanti. Gli altri due sono in fase di ristrutturazione, ha affermato un funzionario statunitense. Con quello israeliano e uno tedesco o greco, l’Ucraina avrebbe un totale di 10 sistemi Patriot, principalmente per proteggere la capitale, Kiev.
Sabato, lo Zelens’kyj ha detto ai giornalisti a Kiev che l’accordo sui minerali potrebbe comportare l’invio da parte degli Stati Uniti di più sistemi di difesa aerea.
In base alle norme statunitensi sull’esportazione di apparecchiature di difesa sensibili, gli Stati Uniti devono approvare qualsiasi trasferimento di sistemi missilistici Patriot di fabbricazione americana all’Ucraina, anche se provenienti da altri Paesi. I sistemi sono rari e il loro dispiegamento è spesso un gioco di prestigio tra le zone calde del mondo, per capire quale crisi globale li richieda maggiormente per difendere truppe, basi e alleati statunitensi.
Trump ha fatto della fine della guerra un obiettivo fondamentale della politica estera statunitense, ma allo stesso tempo ha capovolto completamente questa politica. Sebbene la Russia abbia iniziato la guerra, Trump ha spesso espresso ammirazione per il suo presidente, Vladimir Putin, e ha adottato alcuni punti di vista russi, come ad esempio affermare che l’Ucraina non dovrebbe poter aderire alla NATO e che l’Ucraina è stata in qualche modo responsabile della guerra nonostante l’invasione.
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Dall’inizio della guerra, Zelens’kyj ha ripetutamente richiesto più sistemi Patriot, affermando che erano essenziali per la difesa del suo Paese. Ogni sistema terra-aria Patriot è costituito da una batteria con un potente sistema radar e lanciatori mobili che sparano missili per intercettare i proiettili in arrivo.
Gli Stati Uniti hanno inviato per la prima volta un sistema Patriot in Ucraina nell’aprile 2023. Già a gennaio 2024 si registrava una carenza di missili.
Da quando è entrato in carica, Trump ha pubblicamente ignorato le richieste di Zelens’kyj di acquistare altri Patriots, che l’ucraino si è recentemente offerto di comprare. Quando gli è stato chiesto della richiesta di Zelens’kyj di acquistare Patriots quasi tre settimane fa, Trump ha affermato che il leader di Kiev era «sempre alla ricerca di missili».
Ma la Russia ha intensificato i suoi attacchi contro le città ucraine, tra cui un attacco con drone esplosivo su Kiev domenica, che ha ferito 11 persone, da quando gli Stati Uniti hanno iniziato a promuovere colloqui di pace a febbraio.
Il 24 aprile, un missile balistico russo ha ucciso 13 persone e ne ha ferite quasi 90 a Kiev. L’attacco ha dimostrato in modo lampante come la Russia possa sopraffare i sistemi Patriot, spesso inviando una raffica di droni e missili quasi simultaneamente. Quasi 70 missili, inclusi quelli balistici, e circa 150 droni d’attacco hanno preso di mira città in tutta l’Ucraina quella notte, sebbene Kiev sia stata colpita più duramente.
La sera successiva, Zelens’kyj aveva rinnovato la sua offerta per l’acquisto dei Patriot. «Siamo pronti ad acquistare il numero necessario di sistemi Patriot per il nostro Paese», aveva dichiarato nel suo discorso serale. «Non si tratta di beneficenza».
Mercoledì, Stati Uniti e Ucraina hanno firmato l’accordo sui minerali. Pur non menzionando esplicitamente garanzie di sicurezza per l’Ucraina, l’accordo garantisce la possibilità di spedizioni di armi americane all’Ucraina qualora non si raggiunga un accordo di pace con la Russia.
Sebbene l’Ucraina stia ancora ricevendo armi autorizzate da Biden, si prevede che tali forniture termineranno quest’estate.
La costruzione dei sistemi Patriot è costata almeno 1 miliardo di dollari e il loro funzionamento ha richiesto l’impiego di circa 90 soldati.
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I dati raccolti dai ricercatori dell’International Institute for Strategic Studies di Londra suggeriscono che circa 186 sistemi Patriot siano operativi in tutto il mondo. Gli Stati Uniti ne possiedono circa un terzo e ne hanno inviati molti all’estero per proteggere gli alleati in Europa, Asia e Medio Oriente.
Diverse decine di Patriot sono stati inviati nella regione indo-pacifica a causa delle minacce provenienti dalla Cina e dalla Corea del Nord, anche se di recente gli Stati Uniti ne hanno trasferito almeno uno in Medio Oriente per salvaguardare Israele. Gli alleati europei possiedono circa 40 sistemi, compresi gli otto ora in Ucraina.
Il nono Patriot, proveniente da Israele e in fase di revisione per l’Ucraina, è un modello più vecchio, secondo due funzionari statunitensi. La sua consegna all’Ucraina è prevista entro l’estate. Germania e Grecia possiedono complessivamente circa 15 sistemi Patriot, secondo i dati dell’istituto internazionale.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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La Svezia farà scorta di cibo per la Terza Guerra Mondiale

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Lotteria per la naja in Germania

I funzionari tedeschi sono divisi sulle proposte di introdurre un sistema di coscrizione basato su una lotteria, mentre il governo del Cancelliere Friedrich Merz preme per potenziare l’esercito. Lo riporta Der Spiegel. Il dibattito si inserisce nel contesto delle accuse di Mosca, che ha definito le mosse di Berlino un tentativo di creare un «Quarto Reich».
Secondo l’agenzia di stampa, il disaccordo riguarda le modalità per rafforzare la Bundeswehr. Berlino mira ad aumentare le forze armate a 460.000 effettivi, di cui 260.000 attivi e 200.000 riservisti, rispetto agli attuali 182.000 soldati attivi.
I rappresentanti della coalizione SPD-CDU/CSU hanno suggerito di obbligare tutti i diciottenni a compilare un questionario per valutare salute, idoneità fisica, istruzione e disponibilità al servizio militare, con partecipazione volontaria per le donne. In caso di carenza di volontari, il Bundestag potrebbe attivare una selezione tramite sorteggio; se il problema persistesse, si potrebbe reintrodurre la coscrizione obbligatoria, abolita nel 2011.
Il ministro della Difesa Boris Pistorius ha criticato la proposta, definendola irrealizzabile, e ha invitato i legislatori a puntare sull’espansione del volontariato attraverso incentivi più efficaci, come migliori benefit e salari più alti.
Berlino giustifica il potenziamento militare con la presunta minaccia russa. Mosca, tuttavia, ha ripetutamente negato intenzioni di attaccare Paesi NATO, liquidando tali affermazioni come allarmismo per giustificare l’aumento dei bilanci della difesa nel blocco.
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Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha condannato il riarmo tedesco, accusando Berlino di mostrare «chiari segni di rinazificazione» e di perseguire «l’obiettivo di Hitler: dominare l’Europa» e infliggere una «sconfitta strategica» a Mosca. La Russia tre mesi fa ha posto fine agli accordi di difesa con la Germania.
«Quando qualcuno in un Paese responsabile dei crimini del nazismo, del fascismo, dell’Olocausto e del genocidio afferma che la Germania deve tornare a essere una grande potenza militare, dimostra un’atrofia della memoria storica, e questo è estremamente pericoloso», ha dichiarato Lavrov il mese scorso, sostenendo che la Germania e l’Unione Europea nel complesso stanno scivolando verso un «Quarto Reich», caratterizzato da una crescente russofobia e da una militarizzazione senza freni.
Come riportato da Renovatio 21, a luglio era emerso che la Germania stava pianificando di introdurre un servizio militare volontario di sei mesi per raddoppiare il numero dei riservisti.
Nel frattempo, altri Paesi come Gran Bretagna e Croazia si muovono verso il ritorno della naja. La Svezia prevede di aumentare drasticamente a 70 anni l’età massima di coscrizione per gli ex ufficiali militari nell’ambito di un ampio sforzo per espandere le sue forze armate. La Danimarca, in grande stile di equità sociale nordica, è andata oltre estendendo il servizio militare anche alle donne.
La coscrizione obbligatoria era stata abolita in Germania dal 2011. Il ritorno alla naja nel Paese (che ad inizio conflitto si disse aveva munizioni per appena due giorni di guerra) è stato ripetutamente annunciato in questi anni di conflitto russo-ucraino, dichiarazioni cicliche quanto i piani di guerra contro la Russia trapelati sui grandi giornali tedeschi.
Come riportato da Renovatio 21, la ri-militarizzazione della Germania, tra diecine di miliardi in armi e nazionalizzazione dell’industria delle armi (che va a sostituire quella dell’auto tedesca, oramai in crisi irreversibile) è un fatto incontrovertibile. Come lo è il fatto chela NATO stessa era stata creata per evitare il risorgere della Germania come potenza militare («Keep Europe in, Russia out, Germany Down»). È una delle più evidenti eterogenesi dei fini regalateci dai signori del vapore, il cui impulso alla distruzione arriva a disfare le tele che hanno tessuto per decenni.
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Immagine di w?odi via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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Bunker militare segreto israeliano piazzato in un quartiere popolato di Tel Aviv

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