Geopolitica
Nessun Paese UE arresterà Netanyahu su mandato della Corte Penale Internazionale: parla il premier belga
Nessun paese dell’UE avrebbe eseguito il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale (CPI) nei confronti di Benjamin Netanyahu, israeliano, ha affermato il primo ministro belga Bart De Wever.
Durante la visita della scorsa settimana del primo ministro israeliano, l’Ungheria ha annunciato la sua intenzione di ritirarsi dallo Statuto di Roma, il trattato che conferisce autorità alla CPI. La corte, che dipende dalle giurisdizioni nazionali per eseguire gli arresti, accusa Netanyahu di crimini di guerra nel conflitto di Gaza.
De Wever, leader della Nuova Alleanza Fiamminga e capo di una coalizione di cinque partiti, ha espresso comprensione per la sfida di Budapest durante un’apparizione della scorsa settimana nel programma Terzake della emittente di teleradiodiffusione pubblica della regione settentrionale fiamminga del Belgio VRT, ammettendo: «per essere completamente onesti, lo faremmo anche noi».
«C’è anche la realpolitik. Non credo che ci sia un paese europeo disposto ad arrestare Netanyahu se si trovasse sul suo territorio», ha aggiunto.
La CPI ha criticato Budapest, con il portavoce Fadi El Abdallah che ha affermato che «l’Ungheria resta tenuta a collaborare» con l’organo giudiziario.
I membri della coalizione di governo belga hanno preso le distanze dai commenti di De Wever, affermando che non si era consultato con loro. Nel frattempo, i partiti di opposizione hanno criticato il primo ministro per aver imboccato una «pericolosa china scivolosa», prendendo una posizione che ritengono dovrebbe essere riservata alla magistratura e schierandosi con «dubbi leader europei che ignorano spudoratamente il diritto internazionale».
Lo scorso novembre, la CPI ha emesso mandati di arresto per Netanyahu e per l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant, accusati di aver commesso gravi atrocità, tra cui il ricorso alla fame come metodo di guerra, in risposta a un raid mortale del 2023 condotto dal gruppo militante palestinese Hamas.
All’inizio di quest’anno, dopo alcune tensioni, Varsavia ha offerto a Netanyahu garanzie di sicurezza qualora avesse partecipato all’80° anniversario della liberazione del campo di sterminio nazista di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa. Il primo ministro israeliano ha rifiutato di fare il viaggio.
Il cancelliere tedesco uscente Olaf Scholz ha osservato la scorsa settimana che «non riesce a immaginare» di arrestare Netanyahu se quest’ultimo dovesse visitare il suo Paese. Il governo francese ha sostenuto che il primo ministro israeliano dovrebbe avere l’immunità diplomatica ai sensi dello Statuto di Roma, un’opinione che la CPI contesta. Da Londra era invece usciti messaggi favorevoli all’arresto del primo ministro dello Stato degli ebrei.
Come riportato da Renovatio 21, il procuratore capo della CPI Karim Ahmed Khan aveva chiesto l’anno passato una «sentenza urgente» riguardo il mandato di arresto di Netanyahu, rivelando poi di aver ricevuto minacce per l’emissione dei mandati indirizzati al premier israeliano ed altre figure del governo dello Stato Ebraico.
L’Iran aveva fatto sapere quattro mesi fa che una condanna a morte di Netanyahu emesso dai Paesi filo-palestinesi «non è impossibile».
Come riportato da Renovatio 21, il senatore USA Tom Cotton poche settimane fa aveva minacciato i Paesi Bassi di invasione per il mandato di cattura emesso dalla CPI che ha sede all’Aia.
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Immagine di Oren Persico via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Geopolitica
Gli europei sotto shock per la strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti per il 2025
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Geopolitica
Orban: l’UE pianifica la guerra con la Russia entro il 2030
Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha sostenuto che l’Unione Europea si sta preparando a un confronto bellico con la Russia e mira a raggiungere la piena prontezza entro il 2030. Parlando sabato a un raduno contro la guerra, Orban ha denunciato come il Vecchio Continente stia già procedendo verso uno scontro militare diretto.
Il premier magiaro delineato un iter in quattro tappe che di norma conduce al conflitto: la rottura dei legami diplomatici, l’applicazione di sanzioni, l’interruzione della collaborazione economica e, da ultimo, l’inizio delle ostilità armate. Secondo lui, la maggioranza di questi passaggi è già stata percorsa.
«La posizione ufficiale dell’Unione Europea è che entro il 2030 dovrà essere pronta alla guerra», ha dichiarato, rilevando inoltre che i Paesi europei stanno virando verso un’«economia di guerra». Per Orban, taluni membri dell’UE stanno già riconfigurando i comparti dei trasporti e dell’industria per favorire la fabbricazione di armamenti.
Il premier du Budapest ha ribadito la contrarietà di Budapest al conflitto. «Il compito dell’Ungheria è allo stesso tempo impedire che l’Europa entri in guerra», ha precisato.
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Orban ha più volte manifestato aspre critiche alla linea dell’UE riguardo alla crisi ucraina. L’Ungheria ha sempre respinto le sanzioni nei confronti di Mosca e gli invii di armi a Kiev, invocando invece colloqui di pace in luogo di un inasprimento.
L’allarme riecheggia le recenti uscite del presidente serbo Aleksandar Vucic e del ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, entrambi i quali hanno insinuato che un scontro tra Europa e Russia diventi sempre più verosimile nei prossimi anni.
Malgrado la retorica sempre più bellicosa di certi membri dell’UE e della NATO verso la Russia, nessuno ha apertamente manifestato l’intenzione di impegnarsi in una guerra. La scorsa settimana, il presidente del Comitato Militare NATO, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, ha confidato al Financial Times che l’Unione sta valutando opzioni per un approccio più ostile nei riguardi di Mosca, inclusa l’ipotesi che un attacco preventivo possa configurarsi come atto difensivo.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Scontri lungo il confine tra Thailandia e Cambogia
Massive explosion on the Cambodian side of the Cambodia Thailand border from an F-16 airstrike from Thailand 🇹🇭🇰🇭‼️‼️‼️‼️‼️‼️‼️‼️‼️‼️‼️‼️‼️ pic.twitter.com/R8W7KtQtjv
— WW3 Monitor (@WW3_Monitor) December 8, 2025
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