Geopolitica
Telefonata tra Rubio e Lavrov

Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha parlato sabato con il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Secondo Mosca, i due diplomatici hanno concordato di mantenere contatti regolari nel tentativo di revocare alla fine le sanzioni unilaterali che hanno ostacolato la cooperazione economica «reciprocamente vantaggiosa».
La telefonata è arrivata pochi giorni dopo che il presidente russo Vladimir Putin e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump avevano avuto una conversazione telefonica, segnando la loro prima interazione diretta nota dopo l’escalation del conflitto in Ucraina nel febbraio 2022.
Secondo una dichiarazione del ministero degli Esteri russo, Lavrov e Rubio hanno ribadito il loro impegno a ripristinare un «dialogo reciprocamente rispettoso» e ad affrontare «questioni di lunga data nelle relazioni russo-americane».
«Il loro obiettivo è rimuovere le barriere unilaterali ereditate dalla precedente amministrazione statunitense che hanno ostacolato la cooperazione reciprocamente vantaggiosa in ambito commerciale, economico e di investimento», ha affermato il ministero. I diplomatici hanno anche discusso i modi per risolvere le espulsioni diplomatiche e le chiusure dei consolati degli ultimi anni.
Una breve lettura del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha osservato che Rubio ha ribadito la dedizione di Trump alla risoluzione del conflitto in Ucraina. La dichiarazione ha aggiunto che i due funzionari hanno esplorato una potenziale cooperazione su «una serie di altre questioni bilaterali».
Mosca ha affermato che Lavrov e Rubio hanno concordato di mantenere contatti regolari, incluso il coordinamento dei preparativi per un incontro tra Putin e Trump. Ore dopo la sua chiamata con Putin mercoledì, Trump ha detto ai giornalisti alla Casa Bianca che un incontro di persona con il leader russo potrebbe aver luogo presto.
Trump ha anche parlato con l’ucraino Volodymyr Zelens’kyj, che presumibilmente gli ha detto di essere pronto a cercare di porre fine al conflitto con la Russia.
Funzionari USA, tra cui lo stesso Rubio, il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e l’inviato per il Medio Oriente Steve Witkoff, si dice che si recheranno in Arabia Saudita nei prossimi giorni per iniziare i colloqui di pace con i negoziatori russi e ucraini. Non è prevista la partecipazione delle principali potenze europee, ha riferito Politico sabato, citando fonti. Si dice che Kiev sia stata esclusa dalle discussioni riguardanti il prossimo summit.
Durante la sua campagna presidenziale, Trump ha ripetutamente giurato di porre fine al conflitto tra Russia e Ucraina in tempi rapidi. Da quando è entrato in carica il mese scorso, il repubblicano ha adottato un approccio decisamente diverso dal suo predecessore, Joe Biden.
Trump ha affermato di comprendere le preoccupazioni della Russia in merito all’adesione dell’Ucraina alla NATO e ha dichiarato che Kiev non entrerebbe a far parte dell’alleanza in base a nessun accordo.
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Geopolitica
Il Cremlino accusa Kiev di bloccare i colloqui di pace

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Geopolitica
Netanyahu annuncia un’amnistia per Hamas

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è detto disposto a offrire l’amnistia ad Hamas se il gruppo militante palestinese libererà gli ostaggi ancora detenuti e abbandonerà Gaza. Questa posizione rappresenta un cambiamento rispetto alla sua precedente linea dura, che prevedeva la fine della guerra solo con la totale distruzione di Hamas, inclusa la sua leadership.
In un’intervista a Fox News di domenica, Netanyahu sembra aver confermato i dettagli di un piano di pace proposto dal presidente statunitense Donald Trump, suggerendo che ai membri di Hamas potrebbe essere garantita l’immunità.
«Se i leader di Hamas, per esempio, venissero scortati fuori dal Paese e ponessero fine alla guerra rilasciando tutti gli ostaggi, li lasceremmo andare», ha dichiarato. «Credo che questo faccia parte del piano, ma non voglio anticipare nulla, poiché ne stiamo discutendo proprio ora».
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Secondo il piano di Trump, riportato dal Times of Israel, ai leader di Hamas sarebbe concesso un passaggio sicuro fuori da Gaza a condizione che i 48 ostaggi rimanenti vengano liberati entro 48 ore dall’accettazione pubblica da parte di Israele. In cambio, Israele rilascerebbe centinaia di prigionieri palestinesi condannati all’ergastolo, oltre 1.000 cittadini di Gaza detenuti dall’inizio del conflitto e i resti di diverse centinaia di palestinesi uccisi durante la guerra.
Il piano prevede inoltre che i membri di Hamas che si impegnino per una «coesistenza pacifica» ricevano l’amnistia, mentre chi sceglie di lasciare Gaza avrebbe diritto a un passaggio sicuro verso paesi terzi.
Tra le altre disposizioni del piano in 21 punti vi sono la consegna immediata di aiuti umanitari e l’impegno di Israele a non attaccare ulteriormente il Qatar. Netanyahu ha detto che discuterà questa clausola con l’amministrazione Trump, senza chiarire se Israele intenda rispettarla.
Le dichiarazioni di Netanyahu giungono nel contesto dei continui bombardamenti israeliani su Gaza. La sua offensiva terrestre a Gaza City ha distrutto interi quartieri, spingendo centinaia di migliaia di palestinesi a rifugiarsi in campi di tende, un’operazione che, secondo Netanyahu, punta a eliminare Hamas.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Droga
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