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Monastero tedesco si riconcilia con la Fraternità San Pio X
Situato nei pressi di Monschau, in Germania, il monastero benedettino di Reichenstein fu fondato nel XII secolo come monastero premostratense, sul sito di un antico castello fortificato dell’XI secolo. Dopo la secolarizzazione del 1802, i locali furono venduti a privati. Per due secoli gli edifici sono stati adibiti a fabbrica di piastrelle e azienda agricola, sfruttando 125 ettari.
Nel 2008, il monastero benedettino di Notre-Dame de Bellaigue, in Alvernia, legato alla Tradizione della Chiesa e alla liturgia tradizionale in latino, allora comunità amica della Fraternità San Pio X, ne ha ricevuto il patrimonio: furono iniziati lunghi lavori di restauro per restituire al luogo la sua vocazione monastica e nel 2017 è stata realizzata la fondazione.
Tuttavia, nel 2019, a seguito di difficoltà interne al monastero di Bellaigue, la Fraternità San Pio X ha dovuto interrompere i legami di amicizia con il superiore delle due case religiose.
Il 2 febbraio 2025, il monastero di Reichenstein ha troncato a sua volta i rapporti con il priore di Bellaigue, riallacciando così i legami con la Fraternità San Pio X.
Pubblichiamo qui il comunicato stampa con il quale è stata resa pubblica questa decisione.
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Comunicato del Kloster vom Unbefleckten Herzen Mariens, Reichenstein (Germania)
Dopo attenta riflessione e preghiera, a causa dei gravi problemi interni al Monastero di Notre-Dame de Bellaigue, e del ricorso alla «Resistenza» per le ordinazioni, prendiamo le distanze dall’autorità del Rev. P. Placide (Priore del Monastero Notre-Dame de Bellaigue, nostra casa madre). In coscienza non possiamo più dipendere da lui.
Vogliamo continuare la nostra vita monastica nella fedeltà alla tradizione benedettina e alla Tradizione della Chiesa cattolica, nella vicinanza e nell’amicizia con la Fraternità Sacerdotale San Pio X.
Monastero di Reichenstein, 2 febbraio 2025,
nella festa della Purificazione della Madonna,
P. Bernard O.S.B., Priore
Rettore: P. Benoît O.S.B.
Articolo previamente pubblicato da FSSPX.News
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Immagine da FSSPX.News
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Papa Leone intervenga sull’Eucarestia a Brigitte Macron: parla un sacerdote francese
Notre-Dame: Brigitte Macron et le public s’avancent pour la communion pic.twitter.com/eRypHnKMYg
— BFM (@BFMTV) December 8, 2024
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Poligamia: il Vaticano non intende modificare il diritto canonico
Il Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF) ha ribadito che attualmente non esiste alcun piano per modificare il diritto canonico relativo alle unioni poligame, molto comuni nell’Africa subsahariana. Questa dichiarazione del Cardinale Victor Manuel Fernandez, Prefetto del DDF, arriva dopo una nota dottrinale sulla monogamia come fondamento del matrimonio cristiano.
I vescovi africani potrebbero essere delusi, poiché avevano chiesto una modifica del diritto canonico per scoraggiare ulteriormente la piaga della poligamia, profondamente radicata nelle tradizioni africane. Commentando la nota di Una Caro del 25 novembre 2025, il Cardinale Fernandez ha sottolineato che il nuovo testo non intendeva «condannare esplicitamente la poligamia», ma piuttosto «promuovere la monogamia come ideale evangelico», limitandone significativamente la portata.
Ciò è ancora più significativo se si considera che il Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede si è affrettato a sottolineare che l’iniziativa rispondeva principalmente alle ripetute richieste dei vescovi africani, espresse durante le visite ad limina e al Sinodo sulla sinodalità. In Africa, questi prelati affrontano importanti sfide pastorali in regioni in cui la poligamia colpisce fino al 24% dei cristiani in Burkina Faso, secondo i dati del Pew Research Center.
In una lunga nota a piè di pagina, Una Caro affronta le tradizioni africane a livello giuridico, dove la prima moglie svolge spesso un ruolo centrale nei riti funebri e nell’educazione dei figli di altre unioni. «Studi sulle culture africane mostrano che diverse tradizioni attribuiscono particolare importanza al primo matrimonio», si legge.
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Tuttavia, il cardinale Fernandez insiste sul fatto che questa menzione non implica, a suo avviso, una revisione del canone 1148, che consente a un uomo poligamo convertito al cattolicesimo di scegliere una delle sue mogli per convalidare un matrimonio cristiano, con preferenza per la prima.
I vescovi africani, riuniti nell’ambito del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM), avevano tuttavia criticato questa flessibilità canonica, in particolare in un documento dell’agosto 2025 intitolato «Le sfide pastorali della poligamia». In esso, denunciavano casi in cui gli uomini «mettono da parte» la loro prima moglie per sceglierne una più giovane, causando sia scandalo che ingiustizia all’interno delle loro comunità.
Il prefetto della DDF ha riconosciuto queste «situazioni violente» nei villaggi isolati, dove le donne abbandonate rischiano la miseria o la morte: «Dobbiamo trovare una soluzione prudente che porti gradualmente a unioni monogame», ha dichiarato al sito di informazione The Pillar, specificando al contempo che i vescovi africani devono impegnarsi in questa riflessione, senza modifiche immediate al diritto canonico. Questa posizione si inserisce in un contesto più ampio.
La poligamia è diffusa nell’Africa occidentale e centrale: in Ciad, il 21% dei cristiani vive in famiglie poligame, e in Mali il 14%. Durante il Sinodo sulla famiglia del 2014, mons. Ignatius Kaigama – ora arcivescovo di Abuja, in Nigeria – ha sottolineato che la poligamia spesso mira ad assicurare la prole, sollevando interrogativi pastorali per i convertiti. «Come possiamo aiutarli? Come possiamo condurli alla conversione?», si è chiesto.
Il documento del SECAM ha anche deplorato le pratiche falsamente pastorali di alcuni sacerdoti, come la tolleranza informale o lo status di «catecumenato permanente» per i poligami, sostenendo invece un annuncio «radicale» del Vangelo.
I vescovi africani non hanno quindi veramente prevalso e il controverso autore del documento Fiducia Supplicans (2023) sulla benedizione delle coppie irregolari si è, nella migliore delle ipotesi, impegnato ad aiutare i vescovi africani a trovare «soluzioni appropriate», senza però «isolare» i sacerdoti che esercitano il loro ministero in contesti in cui la poligamia è la norma.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News.
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Immagine screenshot da YouTube
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Corredentrice e Mediatrice: cosa chiedevano i vescovi alla vigilia del Vaticano II
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