Intelligenza Artificiale
Le cliniche della fecondazione in vitro usano l’intelligenza artificiale per decidere quali bambini far nascere

L’Intelligenza Artificiale viene utilizzata nelle cliniche per la fertilità australiane per aiutare a scegliere quali embrioni trasferire nei pazienti, con il potenziale di essere disumanizzante per genitori e bambini. Lo riporta il Sydney Herald.
L’articolo pone questioni di bioetica, considerando che consentire all’apprendimento automatico di prendere decisioni su «chi viene messo al mondo» senza una supervisione etica della sua introduzione potrebbe erodere la fiducia del pubblico nelle cliniche per la fertilità.
La professoressa Catherine Mills, responsabile del gruppo di ricerca Reproduction in Society della Monash University e una degli autori dello studio, ha affermato che i pazienti sottoposti a fecondazione in vitro e i loro partner potrebbero non sapere se è stata utilizzata l’Intelligenza Artificiale per aiutarli a selezionare quali embrioni utilizzare, o in che modo gli algoritmi sono stati addestrati per effettuare la loro scelta.
«Questo è un po’ come sbattere la porta della stalla ben chiusa dopo che i buoi sono già scappati attraverso il campo» commenta LifeSite. Le strutture di fecondazione in vitro decidono già “chi viene messo al mondo”: si tratta di decidere a quale di quegli esseri umani è consentito nascere, se effettivamente sopravvivono al processo».
«Una volta deciso che era accettabile mercificare gli esseri umani creandoli artificialmente come un prodotto da acquistare, era inevitabile che avremmo iniziato ad applicare criteri selettivi per stabilire quali embrioni avrebbero avuto un’ulteriore possibilità di vita. Infatti, lo facciamo già di routine e gli aborti “di riduzione selettiva” sono spesso utilizzati per raggiungere ulteriormente questo obiettivo».
Tuttavia, l’uso dell’Intelligenza Artificiale nel processo di produzione di esseri umani in laboratorio, da selezionare, sacrificare ed impiantare per la gioia delle coppie borghesi omo-eterosessuali immerse nella Necrocultura, sembra tuttavia toccare un tasto inaspettato.
«L’Intelligenza Artificiale comporta un rischio di pregiudizio involontario, secondo il documento pubblicato dalla Società europea di riproduzione umana ed embriologia» scrive il Sydney Herald. «Ciò include che gli algoritmi di Machine Learning funzioneranno meglio per i membri di alcuni gruppi rispetto ad altri (ad esempio in base all’etnia)».
La tecnologia quindi potrebbe «tenere conto di caratteristiche che i pazienti non vorrebbero influenzare nella scelta dell’embrione (ad esempio se è più probabile che il sistema di Intelligenza Artificiale raccomandi il trasferimento di embrioni di un sesso particolare o, teoricamente, embrioni con tratti di malattia che risultano correlati a una maggiore probabilità di impianto)».
È bene ricordare che tutto ciò già avviene oggi nelle cliniche di riproduzione artificiali create dallo Stato moderno. Semplicemente, qui si introduce, come era inevitabile che fosse, la tecnologia dell’ora presente.
L’articolo australiano ha osservato che «il fiorente settore della fertilità» degli antipodi è «stimato a 922,9 milioni di dollari USA (1,49 miliardi di dollari) nel 2023 e si prevede che raggiungerà 1,63 miliardi di dollari USA entro il 2030». Alcune strutture stanno semplificando il processo con l’Intelligenza Artificiale, al fine di «migliorare la selezione degli embrioni e le possibilità di gravidanze di successo e ridurre i tempi di gravidanza e i costi dei trattamenti».
«E perché no? L’esistenza di un’”industria della fertilità” conferma già le premesse alla base dell’uso di tale tecnologia» commenta giustamente LifeSite.
Il bioeticista Julian Koplin afferma che la preoccupazione principale è che non ci sono linee guida o regolamenti: «potrebbe essere il caso che ci sia qualcuno che non vuole che le decisioni su quali figli avere vengano prese dall’IA piuttosto che da un embriologo umano che le valuta da solo».
Gli algoritmi «stanno iniziando a prendere decisioni su chi viene messo al mondo… In particolare se l’IA aiuta le persone ad avere una fecondazione in vitro più economica, veloce e meno emotivamente estenuante, allora sembra una buona cosa, ma dato che sta intromettendosi in qualcosa di molto importante per molte persone, i loro piani familiari, è importante che siano informati, abbiano alternative e non siano tenuti a utilizzare la tecnologia, e a dare il consenso informato».
Come riportato da Renovatio 21, già da tempo esistono bambini venuti al mondo tramite fecondazione in vitro robotica.
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Si tratta, chiaramente dell’alba di un mondo distopico di eugenetica assoluta, nemmeno più mediata da esseri umani (come avveniva nei sogni di Hitler, e come avviene nella realtà dell’ora presente sotto casa vostra), ma totalmente comandata dalla macchina.
È l’era della tecnocrazia riproduttiva, e ci stiamo dentro – il passo successivo, lo sappiamo, è la scelta dei tratti genetici (eugenetici) del bambino, che giocoforza sarà introdotta a brevissimo.
Il resto dell’umanità, con le persone nate secondo natura, potrebbe finire emarginato, ghettizzato – anche da leggi dello Stato, e il siero genico sperimentale con il suo pass ne sono stati un referendum. Esattamente come nel film Gattacca, o anche oltre: sulla base di quanto abbiamo visto in questi anni, immaginiamo spesso su Renovatio 21 un futuro dove la riproduzione naturale sarà semplicemente proibita.
A quel punto, potrebbe essere che a comandare anche quel che resta della continuazione della forma umana sulla terra sarà la macchina. Ma – domanda che oramai è il caso di porsi seriamente – chi comanda la macchina?
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Intelligenza Artificiale
Sempre più esperti esperti cominciano a parlare di «psicosi da ChatGPT»

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Economia
L’AI potrebbe spazzare via 100 milioni di posti di lavoro nei soli USA

Un rapporto pubblicato lunedì dal senatore americano Bernie Sanders evidenzia che l’intelligenza artificiale e le tecnologie di automazione rappresentano una minaccia per circa 100 milioni di posti di lavoro negli Stati Uniti nei prossimi dieci anni.
Il rapporto sottolinea che i disagi colpiranno in modo trasversale sia le professioni impiegatizie sia quelle manuali.
Secondo Sanders, membro di spicco della Commissione del Senato per la salute, l’istruzione, il lavoro e le pensioni, l’intelligenza artificiale e l’automazione potrebbero sostituire il 40% degli infermieri diplomati, il 47% degli autotrasportatori, il 64% dei contabili, il 65% degli assistenti didattici e l’89% dei lavoratori dei fast food.
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«La rivoluzione agricola si è sviluppata nell’arco di migliaia di anni. La rivoluzione industriale ha richiesto più di un secolo», si legge nel rapporto. «Il lavoro artificiale potrebbe rimodellare l’economia in meno di un decennio».
L’avvertimento si scontra con la posizione dell’amministrazione Trump, che promuove la leadership statunitense nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, sostenendo che perdere la corsa tecnologica contro la Cina rappresenterebbe una minaccia per la sicurezza nazionale.
In un editoriale per Fox News pubblicato insieme al rapporto, Sanders ha messo in discussione le motivazioni dietro questi massicci investimenti, osservando che «alcune delle persone più ricche del mondo», come Elon Musk, Larry Ellison, Mark Zuckerberg e Jeff Bezos, stanno destinando centinaia di miliardi alla tecnologia.
Il senatore statunitense sedicente socialista ha avvertito che «l’intelligenza artificiale e la robotica sviluppate oggi da questi multimiliardari consentiranno alle aziende americane di eliminare decine di milioni di posti di lavoro dignitosamente retribuiti, tagliare i costi del lavoro e aumentare i profitti».
Sanders ha sostenuto che la tecnologia viene utilizzata principalmente per incrementare i profitti aziendali e concentrare la ricchezza, citando casi di dirigenti che hanno annunciato investimenti significativi nell’automazione, accompagnati da licenziamenti di massa e altre misure di riduzione dei costi.
Il senatore ha evidenziato che i lavoratori nei settori manifatturiero, dei trasporti su strada e dei servizi di taxi saranno particolarmente colpiti, a causa dei rapidi progressi nei progetti di guida autonoma da parte di case automobilistiche e aziende tecnologiche.
Ha inoltre espresso scetticismo sul fatto che l’obiettivo di queste innovazioni sia migliorare la condizione del «60% della nostra popolazione che vive di stipendio in stipendio», ritenendo invece che il vero scopo sia che «investire nell’intelligenza artificiale e nella robotica aumenterà esponenzialmente la loro ricchezza e il loro potere».
Questa tendenza è già evidente: grandi aziende americane come Amazon e Walmart hanno eliminato decine di migliaia di posti di lavoro intensificando l’automazione.
Uno studio del 2019 dell’Harvard Business Review, stimava che il 10% dei posti di lavoro negli Stati Uniti sarebbe stato automatizzato nel 2021. Un altro studio del colosso internazionale della consulenza McKinsey stimava che quasi la metà di tutti i posti di lavoro negli Stati Uniti potrebbe essere automatizzato nel prossimo decennio.
«Le persone vogliono rimuovere la manodopera» aveva affermato in tranquillità un l’amministratore delegato di una società di robotica a Bloomberg l’anno scorso.
Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate si era detto che il Bild, il tabloid tedesco di proprietà e gestito dalla principale casa editrice europea Axel Springer, aveva in piano di sostituire oltre un centinaio di lavori editoriali umani con l’Intelligenza Artificiale.
A maggio il CEO di IBM Arvind Krishna aveva affermato che la società prevede di sospendere le assunzioni per ruoli che ritiene possano essere sostituiti con l’Intelligenza Artificiale nei prossimi anni. Di conseguenza, le assunzioni nelle funzioni di back-office, come le risorse umane, saranno sospese o rallentate, ha detto Krishna in un’intervista. Tali impieghi non rivolti al cliente ammontano a circa 26.000 lavoratori, ha affermato Krishna. «Potrei facilmente vedere il 30% di questi essere sostituiti dall’Intelligenza Artificiale e dall’automazione in un periodo di cinque anni». A conti fatti, ciò significherebbe la perdita di circa 7.800 posti di lavoro.
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Come riportato da Renovatio 21, IBM aveva già lavorato con il colosso del fast food McDonald’s per la sostituzione dei dipendenti con robot. Nei ristoranti gli esperimenti di soppressione della manodopera umana vanno avanti da un po’.
Autisti, giornalisti, piloti di aereo, trader finanziari, giornalisti, stilisti, artisti, autisti, medici, insegnanti, persino psicanalisti e soldati. Nessuno è al riparo dalla disruption dell’automazione, la potenza socialmente distruttiva (ma, per pochi, economicamente conveniente) della sostituzione dell’uomo con la macchina.
Come riportato da Renovatio 21, l’IA ha attaccato anche Hollywood, e il recente sciopero di attori e sceneggiatori era percorso anche da questa paura – a breve per fare film fotorealistici non vi sarà più bisogno di esseri umani.
Le macchine stanno davvero sostituendoci. È una verità, ormai, incontrovertibile, ed è pure il modo più solare di pensare alla trasformazione in corso: perché là fuori in molti sono convinti che l’AI annienterà gli esseri umani.
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Intelligenza Artificiale
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