Geopolitica
Israele ha «ristretto» la lista degli obiettivi dell’Iran
Israele ha ristretto la lista dei potenziali obiettivi militari e infrastrutturali in Iran e potrebbe lanciare un attacco di rappresaglia già questo fine settimana, ha riferito sabato la NBC News, citando funzionari anonimi statunitensi e israeliani.
Lo Stato Ebraico deve ancora prendere una decisione definitiva se colpire gli impianti nucleari iraniani o compiere omicidi mirati, ma non c’è «nessuna indicazione» che Israele possa arrivare a tanto, secondo quanto ritengono i funzionari statunitensi, secondo il canale.
Il Medio Oriente è sull’orlo di una guerra su vasta scala dopo che Teheran ha lanciato un bombardamento missilistico contro Israele il 1° ottobre, presumibilmente come rappresaglia per l’uccisione dei capi di Hamas e Hezbollah, nonché di un generale del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (i Pasdaran).
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L’Iran sostiene di aver preso di mira solo strutture militari, senza che siano state segnalate vittime civili israeliane. L’unica vittima segnalata è stata un palestinese, apparentemente colpito dai detriti del missile.
La risposta di Israele all’attacco missilistico iraniano sarà «mortale, estremamente precisa e sorprendente», ha affermato all’inizio di questa settimana il ministro della Difesa Yoav Gallant.
Altri funzionari israeliani hanno sostenuto attacchi di rappresaglia devastanti, anche contro gli impianti nucleari iraniani, mentre gli Stati Uniti mirano a limitare la risposta per evitare un conflitto più ampio che potrebbe estendersi a tutta la regione.
Secondo voci trapelate alla stampa internazionale, se lo Stato degli ebrei dovesse colpire l’infrastruttura petrolifera iraniana, Teheran risponderebbe colpendo le raffinerie di petrolio di Israele. Gli attacchi ad altre infrastrutture, come centrali elettriche o impianti nucleari, provocherebbero allo stesso modo attacchi di ritorsione alle installazioni corrispondenti in Israele.
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Immagine di Israel Defense Forces via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0
Geopolitica
Orban: il piano dell’UE per rubare i beni russi costituisce una «dichiarazione di guerra»
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Geopolitica
Trump annuncia attacchi terrestri in Venezuela «presto»
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che gli USA potrebbero avviare «molto presto» operazioni terrestri contro presunte reti di narcotraffico collegate al Venezuela, dopo aver quasi completamente interrotto i flussi di stupefacenti via mare. Caracas ha respinto con forza ogni accusa di legami con i cartelli della droga.
Parlando venerdì con i giornalisti alla Casa Bianca, Trump ha annunciato che il traffico di droga marittimo legato al Venezuela è calato del 92%, sostenendo che le forze americane stanno «eliminando la droga a livelli mai visti prima». «Abbiamo bloccato il 96% degli stupefacenti che arrivavano via mare», ha precisato, per poi aggiungere: «Presto le operazioni inizieranno anche sulla terraferma».
Il presidente statunitense non ha tuttavia fornito indicazioni su eventuali obiettivi o sull’estensione di tali azioni.
Da settembre le forze USA hanno intensificato sensibilmente la presenza militare nei Caraibi e nel Pacifico orientale, conducendo oltre 20 interventi contro imbarcazioni sospette di traffico di droga e causando la morte di decine di persone. Trump ha affermato che queste operazioni hanno salvato decine di migliaia di vite americane, impedendo l’ingresso di narcotici nel Paese.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha sempre rigettato le accuse di Trump su presunti rapporti tra Caracas e i narcocartelli, sostenendo che Washington utilizzi la campagna antidroga come pretesto per destabilizzare e rovesciare il suo governo.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro, che avrebbe offerto ampie concessioni economiche agli USA per restare al potere, sarebbe stato oggetto di un tentativo di rapimento tramite il suo pilota personale.
Il Venezuela ha stigmatizzato il rinforzo militare come violazione della sovranità e tentativo di golpe. Il governo venezuelano starebbe cercando appoggio da Russia, Cina e Iran. Mosca ha di recente riaffermato la sua alleanza con Caracas, esprimendo pieno sostegno alla leadership del Paese nella difesa della propria integrità. Mosca ha accusato il mese scorso Washington di preparare il golpe in Venezuela.
Questa settimana le autorità statunitensi hanno sequestrato anche la petroliera Skipper al largo delle coste venezuelane, una nave cargo che secondo gli USA trasportava petrolio dal Venezuela e dall’Iran. Le autorità di Caracas hanno condannato l’operazione definendola «furto manifesto» e «pirateria navale criminale».
Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo, la Russia – da tempo alleata stretta del Venezuela – ha rinnovato pubblicamente il suo sostegno a Maduro. Secondo il Cremlino, il presidente Vladimir Putin «ha espresso solidarietà al popolo venezuelano e ha ribadito il proprio appoggio alla ferma determinazione del governo Maduro nel difendere la sovranità nazionale e gli interessi del Paese dalle ingerenze esterne». I due leader hanno inoltre confermato l’impegno a dare piena attuazione al trattato di partenariato strategico siglato a maggio.
Trump nelle scorse settimane ha ammesso di aver autorizzato le operazioni CIA in Venezuela. Di piani CIA per uccidere il presidente venezuelano il ministro degli Interni del Paese aveva parlato lo scorso anno.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro aveva denunciato l’anno scorso la presenza di mercenari americani e ucraini in Venezuela. «Gli UA finanziano Sodoma e Gomorra» aveva detto.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
La Slovacchia «non sosterrà nulla» che contribuisca a prolungare il conflitto in Ucraina
Today I held an almost hour-long phone conversation with the President of the European Council, A. Costa. I fully respect him, but while he spoke about money for the war in Ukraine, I kept repeating the senseless daily killing of hundreds to thousands of Russians and Ukrainians.… pic.twitter.com/0f9JiitWjG
— Robert Fico 🇸🇰 (@RobertFicoSVK) December 12, 2025
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