Geopolitica
Netanyahu minaccia l’Iran

L’assassinio del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah in Libano dimostra che nessun luogo in Medio Oriente è al di fuori della portata di Israele, ha avvertito il primo ministro Benjamin Netanyahu in un discorso televisivo sabato.
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno ucciso il leader del gruppo militante libanese in un bombardamento di un complesso sotterraneo a Beirut. Hezbollah ha confermato la morte di Nasrallah sabato.
Netanyahu ha avvertito l’Iran, riferendosi al «regime degli ayatollah», che Israele reagirà contro qualsiasi Stato che lo minacci.
«Coloro che ci colpiscono, noi li colpiremo. Non c’è posto in Iran o in Medio Oriente al di fuori della portata del lungo braccio di Israele, e oggi sapete quanto ciò sia vero».
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L’uccisione di Nasrallah serve come un messaggio aggiuntivo ad Hamas, ha detto Netanyahu. «Più il capo politico di Hamas, Yahya Sinwar, si rende conto che Hezbollah non verrà più a salvarlo, maggiori saranno le possibilità che i nostri ostaggi ritornino».
Il primo ministro ha tuttavia messo in guardia gli israeliani che i prossimi giorni saranno difficili. «Ci troveremo di fronte a sfide significative nei giorni a venire e le affronteremo», ha detto, definendolo un «punto di svolta storico».
Secondo fonti di ABC News, le IDF potrebbero pianificare un’operazione di terra contro Hezbollah in Libano.
Come riportato da Renovatio 21, pochi giorni fa è emerso che sono state richiamate le brigate di riserva dell’esercito dello Stato Ebraico.
Di recente, Hezbollah e Israele hanno lanciato attacchi transfrontalieri sempre più frequenti, sollevando preoccupazioni circa un possibile conflitto su vasta scala sin dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas nell’ottobre scorso.
Le tensioni sono aumentate all’inizio di settembre, quando migliaia di cercapersone e radio portatili sono esplosi in tutto il Libano, provocando decine di morti e migliaia di feriti. L’ONU ha condannato gli attacchi come «inaccettabili», con il responsabile dei diritti umani dell’organizzazione, Volker Turk, che ha chiesto un’indagine approfondita.
Sebbene Israele non abbia né confermato né smentito il coinvolgimento, si ritiene ampiamente che tale nuovo tipo di attacco tecnologico sia stato condotto dall’Intelligence israeliana.
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Immagine di Chairman of the Joint Chiefs of Staff via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
L’incontro Trump-Zelensky è stato «pessimo». Accenni al tunnel eurasiatico-americano

Reporter: Are you interested in a Putin-Trump tunnel to connect Russia and Alaska?
Trump: Just heard about that one. Interesting idea — we’ll think about it. What do you think, Mr. President? Zelensky: I’m not happy about this pic.twitter.com/FeMgAliQLx — Alice Williams (@afreegirlll) October 18, 2025
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Geopolitica
Trump e Putin si telefonano: «può portare alla pace»

Giovedì il presidente russo Vladimir Putin ha avuto una conversazione telefonica con il presidente statunitense Donald Trump, come confermato dal portavoce del Cremlino Demetrio Peskov.
Circa 40 minuti prima della conferma russa, Trump aveva annunciato sulla sua piattaforma Truth Social di essere impegnato in una chiamata «in corso» e «prolungata» con Putin.
Il colloquio tra i due leader si è tenuto in un contesto di crescenti tensioni tra Mosca e Washington, a seguito della proposta di Trump di fornire all’Ucraina missili Tomahawk a lungo raggio, in grado di colpire in profondità il territorio russo, in vista del suo incontro programmato con Volodymyr Zelens’kyj per venerdì.
Mosca ha criticato duramente questa possibile decisione, avvertendo che annullerebbe la fiducia diplomatica costruita tra Russia e Stati Uniti senza alterare la situazione sul campo.
Fornire tali armi a Kiev spingerebbe Mosca ad adottare contromisure necessarie, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Peskov.
La telefonata rappresenta il primo contatto tra Putin e Trump dal loro incontro di persona ad Anchorage, in Alaska, a metà agosto. Mosca ha riferito che, dopo il vertice, le comunicazioni con Washington si sono notevolmente ridotte. Tuttavia, i funzionari russi hanno sottolineato che il processo avviato in Alaska «non è terminato» e che lo «spirito di Anchorage» rimane «vivo».
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Trump ha dichiarato che il colloquio con Putin potrebbe condurre a un accordo di pace per il conflitto ucraino. Le tensioni tra Stati Uniti e Russia si sono intensificate a causa delle possibili forniture di missili Tomahawk all’Ucraina, e i negoziati di pace sono rimasti in stallo. Trump ha descritto la conversazione, durata due ore e mezza, come «molto produttiva», suggerendo che un accordo di pace potrebbe essere imminente.
«Ho trovato che fosse una chiamata eccellente, molto produttiva… Pensiamo di poter fermare [il conflitto]», ha detto. «Questa potrebbe essere una chiamata così fruttuosa che alla fine… vogliamo raggiungere la pace».
In precedenza, Trump aveva scritto su Truth Social che durante la telefonata erano stati compiuti «grandi progressi» e aveva annunciato che lui e Putin avevano concordato di organizzare un vertice bilaterale a Budapest, in Ungheria.
Il presidente USA ha riferito ai giornalisti che l’incontro si terrà probabilmente entro due settimane, dopo i colloqui tra il Segretario di Stato americano Marco Rubio e il ministro degli Esteri russo Sergio Lavrov, oltre all’incontro di Trump con il leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj a Washington, previsto per venerdì. L’ultimo vertice Putin-Trump, svoltosi ad Anchorage, in Alaska, ad agosto, non aveva prodotto risultati concreti, ma giovedì Trump ha dichiarato di aver «posto le basi» per un processo di pace più ampio.
Riguardo alle possibili consegne di missili Tomahawk a Kiev, Trump non ha né confermato né smentito i piani, sottolineando però che, pur disponendo di «molti» missili, gli Stati Uniti ne hanno bisogno per la propria sicurezza e «non possono esaurire» il loro arsenale.
Secondo Yury Ushakov, consigliere di Putin per la politica estera, durante la telefonata il presidente russo ha avvertito Trump che l’invio di Tomahawk a Kiev non cambierebbe l’andamento del conflitto, ma potrebbe «compromettere gravemente le prospettive di una soluzione pacifica» e danneggiare le relazioni tra Russia e Stati Uniti.
Ushakov ha sottolineato che Putin ha riaffermato l’impegno di Mosca per una «risoluzione politico-diplomatica pacifica», descrivendo la discussione come «molto concreta ed estremamente franca», aggiungendo che i preparativi per il prossimo vertice Putin-Trump inizieranno immediatamente, con Budapest in fase di valutazione come sede.
Il primo ministro ungherese Vittorio Orban ha poi scritto su X di aver discusso con Trump, confermando che i preparativi sono già in corso.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Budapest si prepara ad ospitare il vertice Putin-Trump

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