Militaria
La Russia attacca un centro di addestramento militare ucraino

Le forze di Mosca hanno condotto un attacco ad alta precisione su un centro di addestramento ucraino nella città di Poltava, ha confermato mercoledì il ministero della Difesa russo. La struttura ospitava diversi istruttori stranieri che stavano addestrando le truppe di Kiev in comunicazione, guerra elettronica e operazioni con i droni, secondo Mosca.
L’attacco è stato inizialmente segnalato da funzionari ucraini, che martedì hanno dichiarato che due missili balistici russi Iskander avevano colpito la Scuola di comunicazione militare e tecnologia dell’informazione, provocando circa 300 vittime, di cui circa 50 morti.
Sebbene il ministero della Difesa russo non abbia inizialmente commentato l’attacco, ha confermato l’attacco in un aggiornamento su Telegram mercoledì, affermandop che le forze russe avevano condotto «un attacco ad alta precisione sul 179° Centro di addestramento congiunto delle Forze armate dell’Ucraina nella città di Poltava» il 3 settembre.
Rus ordusu Poltova bölgesinde Kiev cuntasına bağlı 179. Müharebe Askeri Eğitim okulunu 2 adet İskender füzesiyle vurdu. Okul radar ve elektronik savaş için asker yetiştiriyordu.
Kiev cuntasının resmi makamlarına göre 41 ölü, 180 yaralı var.
Bizim kaynaklara göreyse🔽 pic.twitter.com/JgKLST1Bor— Tərlan Əliyarbəyov🎖️🎖️🎖️🎖🎖 (@_Aliyarbeyov) September 3, 2024
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Il ministero ha aggiunto che presso la struttura istruttori stranieri hanno formato specialisti in comunicazioni e guerra elettronica, nonché operatori di velivoli senza pilota che partecipano ad attacchi contro obiettivi civili sul territorio della Federazione Russa.
In precedenza, il governatore della regione di Kherson, Vladimir Saldo, aveva anche affermato in un’intervista con RIA Novosti che il centro di addestramento era servito effettivamente come base per gli istruttori della NATO e veniva utilizzato per addestrare gli ucraini appena mobilitati che erano stati recentemente «beccati per strada», scrive il sito governativo russo RT.
Il leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha sfruttato l’attacco al centro per chiedere ai suoi sostenitori occidentali di dotarsi di maggiori sistemi di difesa aerea.
Nel frattempo, il New York Times ha affermato che l’attacco è stato un «colpo demoralizzante per l’Ucraina», dato che le truppe di Kiev si stavano già ritirando di fronte alle incessanti avanzate russe lungo il fronte principale nel Donbass.
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Immagine screenshot da Twitter
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Militaria
Come Putin ha passato il suo 73° compleanno: simboli e significati

Il presidente russo Vladimir Putin ha raccontato il significato della scelta di celebrare il suo 73° compleanno, lo scorso 7 ottobre, insieme ai militari nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo di San Pietroburgo. Le sue parole sono arrivate durante la conferenza stampa del 10 ottobre a Dushanbe, capitale del Tagikistan, in risposta a una domanda del conduttore televisivo Pavel Zarubin.
Lo Zarubin ha ricordato che il capo del Cremlino aveva trascorso il suo compleanno «con i militari nella Cattedrale di Pietro e Paolo a San Pietroburgo, nel sepolcro con le tombe degli imperatori russi, a partire da Pietro il Grande». Poi ha chiesto: «Perché lì? E perché con i militari?»
Putin ha risposto offrendo quella che ha definito una lezione di storia e cultura russa, sottolineando il ruolo delle forze armate nel destino del Paese:
«penso che sia chiaro il motivo per cui ero con i militari. Perché il destino della Russia è in gran parte, è sempre esclusivamente nelle mani del popolo russo. E in questo momento, i nostri militari sono in primo piano, in prima linea, nel senso letterale e figurato del termine».
«Come avrete notato, ho incontrato i comandanti di tutti i nostri gruppi di forze attivi sulla linea di ingaggio. Li ho invitati alla cerimonia di Pietro e Paolo» ha spiegato il presidente della Federazione Russa. «Perché? Credo sia chiaro. Perché fu Pietro I a gettare le fondamenta essenziali dello Stato russo contemporaneo, comunque lo si voglia chiamare: Impero Russo o Unione Sovietica… Nel frattempo, i nostri militari in generale – comandanti, soldati e ufficiali sul campo – stanno, di fatto, difendendo ciò che Pietro I creò e ciò che i suoi successori continuarono a rafforzare… Cioè, quel giorno abbiamo reso omaggio a coloro che hanno dato un contributo unico e fondamentale alla fondazione del nostro Stato».
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Putin ha spiegato di aver poi proseguito la giornata con un aggiornamento operativo insieme ai comandanti. «Abbiamo avuto un incontro con i colleghi militari. Mi hanno riferito sulla situazione in ogni sezione del fronte, le sezioni di cui erano personalmente responsabili. Dopo l’incontro, abbiamo pranzato insieme, continuando, di fatto, la stessa conversazione in modo informale».
Alla domanda di Zarubin se i presenti gli avessero portato dei regali, Putin ha sorriso: «certo che sì. C’erano diversi regali a tema militare: statuette e libri. Eppure due di questi hanno un valore speciale. Uno dei comandanti mi ha dato due icone che i nostri soldati indossavano, e quelle icone hanno salvato loro la vita. Le icone erano segnate dai proiettili e i soldati me le hanno inviate in dono. Sono loro molto grato. Farò in modo di trovarle e parlare con loro. Anche ora, cogliendo l’occasione, vorrei trasmettere loro, tramite i media, le mie più sincere parole di gratitudine. E che il Signore li protegga come ha fatto prima».
Il Cremlino ha successivamente diffuso una galleria fotografica che mostra Putin, il ministro della Difesa Andrei Belousov, il capo dell’FSB Aleksandr Bortnikov e diversi comandanti militari durante la cerimonia religiosa nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, dove è sepolto Pietro il Grande.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
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