Terrorismo
L’attentatore di Trump aveva account per messaggi cripati in Belgio, Germania e Nuova Zelanda
Secondo un membro di una task force del Congresso USA che sta indagando sul suo tentato assassinio dell’ex presidente, Thomas Matthew Crooks, l’uomo armato del comizio di Donald Trump, ha utilizzato account di messaggistica criptati su varie piattaforme situate in Belgio, Nuova Zelanda e Germania. Lo riporta il New York Post.
Il rappresentante repubblicano della Florida Michael Waltz, uno dei 13 legislatori scelti per far parte della task force bipartisan della Camera, ha detto ai giornalisti in una conferenza stampa mercoledì al Trump Hotel Chicago che gli «account esteri» hanno immediatamente suscitato i suoi sospetti riguardo alle motivazioni dell’attentatore.
«Perché un ragazzo di 19 anni che lavora come assistente sanitario ha bisogno di piattaforme crittografate che non hanno sede negli Stati Uniti, ma all’estero, dove la maggior parte delle organizzazioni terroristiche sa che è più difficile per le nostre forze dell’ordine entrare?» ha chiesto Waltz.
«È una domanda che mi pongo fin dal primo giorno», ha detto il membro repubblicano del panel, prima di passare a criticare i servizi segreti statunitensi e l’FBI per essersi rifiutati di pubblicare i risultati completi della loro indagine sulla sparatoria del 13 luglio durante un comizio di Trump.
«Devono diffondere le informazioni man mano che le incontrano, perché non si è trattato di un incidente isolato. Le minacce sono continue», ha affermato il Waltz, citando il presunto «complotto sofisticato» di un cittadino pakistano che ha pagato presunti sicari per assassinare Trump e altri funzionari statunitensi.
TRUMP SHOOTER UPDATE: Representative Mike Waltz has revealed that Thomas Matthew Crooks, the individual who attempted to assassinate former President Donald Trump, had multiple encrypted accounts overseas, specifically mentioning Germany among other locations like Belgium and New… pic.twitter.com/hJNmysauJp
— Liquid News Feed (@liquidnewsfeed) August 22, 2024
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Crooks, 20 anni, ha aperto il fuoco sul palco principale pochi minuti dopo che Trump, 78 anni, vi era salito per scaldare la folla, colpendo l’ex presidente all’orecchio destro, uccidendo il partecipante al comizio Corey Comperatore, 50 anni, e ferendo gravemente altre due persone, David Dutch, 57 anni, e James Copenhaver, 54 anni.
Nuove foto scattate dalle forze dell’ordine locali, che hanno affrontato l’aggressore ma non lo hanno fermato in tempo, mostrano Crooks seduto su un muro mentre guarda il suo telefono qualche istante prima di salire sul tetto dell’edificio dell’AGR International e prendere la mira.
Un nuovo filmato lo mostra aggirarsi tra la gente poco prima del comizio di morte.
Gli ufficiali di Butler presenti sul campo durante la manifestazione lo avevano etichettato subito. come «sospetto».
Thomas Matthew Crooks reportedly used encrypted messaging accounts on multiple platforms based in Belgium, New Zealand and Germany, according to a member of a congressional task force investigating J13. It’s very doubtful Crooks was communicating with himself.
BTW—who is this… pic.twitter.com/briYqBi4og
— Tony Seruga (@TonySeruga) August 22, 2024
L’esperto ex funzionario dell’amministrazione Trump Mike Benz ha buttato là una pista particolare.
«Un po’ strano, un ragazzo di 20 anni in Pennsylvania che sparava con armi da fuoco nello stesso poligono utilizzato dagli agenti del Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti d’America aveva un account di messaggistica crittografato in Belgio, dove ha sede la NATO».
kinda weird a 20 year kid in Pennsylvania shooting guns at the same gun range used by DHS agents had an encrypted messaging account in Belgium, where NATO is headquartered. https://t.co/lDIb8LpnTI
— Mike Benz (@MikeBenzCyber) August 21, 2024
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Come riportato da Renovatio 21, la scosca settimana i resti di Thomas Matthew Crooks, che il mese scorso ha tentato di uccidere il candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump, sono stati restituiti alla famiglia per la cremazione, in quella che sembra essere una copertura. Lo ha affermato il deputato repubblicano della Louisana Clay Higgins.
L’azione di Crooks è stata definita come «un passo avanti» rispetto al Servizio Segreto a protezione dell’ex presidente, che era stato in grado perfino di far volare un drone sulla scena del comizio.
Nonostante qualche debole traccia emersa online – cosa bizzarra per un ventenne di oggi – rimangono profondi dubbi sulle motivazioni che avrebbero spinto il giovane Crooks ad attentare alla vita del presidente Trump.
Come riportato da Renovatio 21, in una delle più bizzarre smentite della storia recente, la CIA ha negato di aver usato su Crooks programmi di manipolazione mentale tratti dal suo progetto MK-Ultra.
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Terrorismo
Il sospettato di terrorismo saudita che ha ucciso 6 persone e ne ha ferite centinaia al mercatino di Natale tedesco si scaglia contro le vittime durante il processo
Giovedì, durante il processo per la strage al mercatino di Natale di Magdeburgo, Taleb al-Abdulmohsen ha inveito contro i testimoni, scatenando sgomento e indignazione tra le vittime, al termine di una serie di giorni contrassegnati da sfoghi deliranti e provocatori. Lo riporta Remix News
Mercoledì, le vittime e i sopravvissuti hanno iniziato a deporre, ripercorrendo l’orrore dell’attacco del 20 dicembre 2024. Al-Abdulmohsen, il medico saudita naturalizzato in Germania dal 2006, è imputato di aver volontariamente zigzagato con il suo veicolo attraverso la folla per mietere il maggior numero di vittime possibile, causando sei morti – tra cui un bambino di nove anni – e oltre 300 feriti.
L’imputato, tuttavia, sta tentando di insinuare dubbi sulle cause di morte, sostenendo che una delle vittime potrebbe aver soccombuto al coronavirus anziché all’impatto con l’auto.
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Il patologo forense Gerald Brenecke, dell’ospedale universitario di Halle, ha aperto le deposizioni descrivendo le autopsie condotte il 21 dicembre su cinque vittime. La prima, Nadine L., 45 anni, presentava «lesioni gravissime al torace superiore e al cranio». Nondimeno, il medico ha rilevato un preesistente danno cardiaco e concluso che «la donna è deceduta per collasso cardiaco acuto» mentre tentava di sottrarsi al veicolo.
Al-Abdulmohsen ha colto l’affermazione al volo per insinuare un nesso con la pandemia, argomentando che il COVID-19 avrebbe reso le persone più vulnerabili a infarti improvvisi.
La reazione in aula è stata immediata: uno degli avvocati delle parti civili ha protestato con veemenza. «Mi oppongo a che le vittime debbano subire ulteriori umiliazioni. Oggi, per la prima volta, si parla di loro, e devono sorbirsi le idiozie dell’accusato», ha tuonato.
Il giudice ha prontamente interrotto l’imputato, ammonendolo a limitarsi a quesiti mirati. Ciononostante, una richiesta formale per sospendere il diritto di al-Abdulmohsen di interrogare i testimoni è stata rigettata dal collegio giudicante.
Il presidente della corte ha chiarito: «Pur se ciò appare o risulta intollerabile per le parti civili, il tribunale non può restringere il diritto dell’imputato a interrogare. Altrimenti, si configurerebbe un vizio di nullità». Ha poi aggiunto: «Voglio scongiurare a ogni costo la ripetizione del processo. Siamo consapevoli del peso psicologico che ciò impone ai querelanti e ai loro cari».
Quel 20 dicembre non ha strappato solo vite, ma ha inflitto ferite indelebili a testimoni e superstiti, molti dei quali ancora alle prese con le conseguenze emotive e fisiche.
Anne Kathrin H., prima vittima ferita dall’assalitore a comparire in aula, ha deposto con la voce rotta dal pianto: «Ero ansiosa di visitare il mercatino con il mio compagno. Siamo usciti poco dopo le 18». Appena terminata la cena, ha proseguito: «L’auto ci ha travolti. Tenebre ovunque. Al risveglio, mi sono accorta di essere a terra. Passanti mi hanno trascinata dai soccorritori. Lì ho rincontrato mio marito Matthias, in lacrime: “Sei viva, sei viva…”».
Anche il coniuge ha riportato lesioni. Entrambi sono stati ricoverati all’ospedale universitario: Anne Kathrin è rimasta assente dal lavoro fino a metà febbraio, mentre il marito «zoppica ancora». L’aggressore, ha concluso la testimone, «ha rubato alla nostra famiglia il senso di protezione e gioia». Attualmente, segue una terapia psicologica e partecipa a un gruppo di supporto.
Mario T., altro testimone, ha raccontato con la moglie e amici di aver prestato i primi soccorsi: «Di fronte a noi, un bimbo piccolo da rianimare. Abbiamo soccorso un uomo ferito». Le immagini del mercatino devastato «hanno segnato la famiglia», come riportato da Bild. «Mia moglie combatte ancora le ripercussioni mentali», ha aggiunto. «Non esce più in città, solo casa-lavoro e ritorno».
Nello stesso giorno, gli esperti forensi hanno illustrato le autopsie delle altre vittime coinvolte.
Eyad I., ex medico siriano di Magdeburgo e addetto allo stand d’ingresso del mercatino, ha testimoniato con l’ausilio di un interprete: «Ero lì quando un boato improvviso mi ha fatto trasalire. Non capivo». Poi ha scorto un giovane gravemente ferito: «La lesione era aperta, vedevo l’osso. Mi ha afferrato». Il ragazzo «perdeva sangue dalle ferite, urlava e non mi mollava». Eyad ha tamponato la piaga fino all’arrivo dei paramedici.
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Nel corso dell’udienza, al-Abdulmohsen ha continuato a gridare, ribellarsi e infuriare, con il microfono spesso silenziato – anche durante domande sulla salute mentale dei testimoni. L’ex psichiatra ha ottenuto la licenza medica nonostante evidenze di frodi sulla sua qualifica professionale, unite a una serie di minacce di morte contro tedeschi, documentate sui social. Si tratta di un clamoroso fallimento delle autorità tedesche, che ignorarono pure gli avvisi di un’agenzia di intelligence saudita sulla pericolosità dell’uomo, reiterati più volte tra il 2023 e il 2024.
L’imputato ha proclamato uno sciopero della fame dall’avvio del processo, ma i cronisti di Bild notano che «appare in forma smagliante e chiacchiera vivacemente con i difensori mentre l’aula si riempie, con un ritardo di sette minuti sull’orario previsto». Il giorno precedente, era stato atterrato nella sua teca blindata dopo un’ennesima intemperanza, trascinato a terra dagli ufficiali giudiziari.
Il maxi-processo grava sulle casse pubbliche tedesche, ma rappresenta una mera frazione rispetto alla spesa annua per l’immigrazione di massa: almeno 50 miliardi di euro per integrazione, alloggi e sussidi sociali. Tale cifra non include l’esplosione dei costi per sicurezza e forze dell’ordine, gonfiati dalla criminalità legata all’afflusso straniero. In tutta la Germania, pure le misure di protezione per i mercatini natalizi stanno lievitando, scaricando ulteriori oneri su contribuenti e piccoli esercenti.
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