Connettiti con Renovato 21

Misteri

Gli «alieni» sono in realtà esseri «spirituali»: la teoria di Tucker Carlson

Pubblicato

il

Il popolare giornalista televisivo americano Tucker Carlson ha recentemente condiviso e ribadito a più riprese la sua convinzione sulla questione UFO. Secondo Carlson il governo degli Stati Uniti avrebbe incontrato non degli «alieni» ma creature di natura «spirituale».

 

Durante un podcast di Timcast IRL ospitato da Tim Pool martedì, Carlson è intervenuto sulle crescenti segnalazioni di informatori di programmi governativi relativi agli UFO e agli «alieni», di cui ha discusso in due interviste pubblicate su Twitter.

 

Recentemente il Carlson aveva discusso l’argomento il 13 dicembre con l’ex ufficiale dell’intelligence militare e informatore Dave Grusch.

 

Sostieni Renovatio 21

«È mia convinzione personale, basata su una discreta quantità di prove, che non siano alieni. Sono sempre stati qui. Penso che sia spirituale», ha detto Carlson durante il podcast di Pool riguardo agli esseri non umani che si dice siano studiati dal governo.

 

All’inizio di quest’anno, Grusch aveva testimoniato davanti al Congresso che il governo degli Stati Uniti ha recuperato aerei potenzialmente non umani e prodotti biologici «non umani» – cioè quelli che vengono definiti alieni. Il Grusch aveva condiviso con il Carlson che mentre pensava che i rapporti sugli UFO fossero uno «scherzo totale», quando gli è stato chiesto di assistere una task force sui fenomeni aerei non identificati (UAP), si è imbattuto in fatti “inquietanti” che evidenziano la conoscenza del governo di reali «esseri non umani», cioè «alieni».

 

Il Grusch avrebbe trovato documenti di Intelligence stranieri che affermavano che gli Stati Uniti possiedono un «programma di recupero» degli UFO e un «programma di ingegneria inversa».

 

Tucker ha espresso bene la sua teoria durante il podcasto tenuto da Pool all’evento Turning Point USA in Arizona.

 

«Se il governo degli Stati Uniti ha effettivamente avuto un contatto diretto con questi esseri, qualunque essi siano – vi ho già detto cosa penso che siano – e ha stipulato una sorta di accordo con loro… il che è nelle affermazioni delle persone informate, che abbiano ragione o torto… se questo è vero, è una cosa molto, molto, molto pesante.

 

«Angeli o demoni? Come descriveresti questi esseri?» ha chiesto il Pool.

 

Carlson ha continuato affermando la sua fede negli esseri spirituali non umani sia buoni che malvagi, sebbene non li etichettasse apertamente.

 

«Ancora una volta, sto entrando nel regno delle congetture. Ma una cosa so per certo, avendola vista: subiamo azioni in ogni momento. Ogni persona può sentirlo in se stesso», ha detto Carlson. «Ci sono momenti in cui sei spinto a fare qualcosa di molto migliore di quanto sei in realtà, e anche più malvagio e distruttivo di quanto sei in realtà. Sei soggetto a forze esterne a te stesso. Questo è assolutamente vero».

 

«Possiamo discutere su cosa siano realmente… ci sono forze che non sono umane che esistono in un regno spirituale di qualche tipo che non possiamo vedere», ha Tucker.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Secondo un’analisi ricorrente, tutta la popolarizzazione del fenomeno UFO, sin dai suoi principi negli anni Cinquanta, potrebbe avere come fine la distruzione delle credenze bibliche nella popolazione – se si crede agli alieni, si finisce con lo sminuire l’importanza di Dio e sostituirlo, evidentemente, con «la scienza».

 

Il ruolo attivo di operatori politici del Deep State americano come C.D. Jackson (190 –1964) – assistente speciale del presidente Eisenhower ed esperto di guerra psicologica nella Seconda Guerra Mondiale nonché dirigente del gruppo mediatico Time Inc. – in film di fantascienza hollywoodiane può essere ascritto a tale programma.

 

Il film Ultimatum alla Terra (1951), prodotto da Darryl Zanuck, considerato un «amico» da Jackson, esemplifica bene l’idea di inserire nella cultura popolare elementi di «acclimatazione» ad una futura «religione UFO» di carattere antibiblico: un gigantesco robot distruttore chiamato Gort arriva sulla Terra, ma un alieno di fattezze umane, tale Klaatu, lo implora di desistere.

 

L’alieno, a cui le autorità non credono quando parla del rischio che corre la terra se continua con le sue divisioni politiche e militari, finisce per lavorare come falegname. Un blackout globale di tutti i sistemi elettrici spinge a considerare la minaccia evocata da Klaatu, che viene però ucciso in una sparatoria con l’esercito, ma resuscita una volta portato nella sua astronave, dove però rivela alla donna coprotagonista che la sua resurrezione è temporanea.

 

La soluzione ai mali del mondo, dice infine Klaatu, sta nel disarmo totale e nella desovranizzazione di ogni potere umano: egli infatti dichiara infine ad un consesso di scienziati che un’organizzazione interplanetaria ha creato una forza di polizia di robot invincibili come Gort.

 

«In materia di aggressione, abbiamo dato loro un potere assoluto su di noi» dice Klaatu. «La vostra scelta è semplice: unitevi a noi e vivete in ​​pace, oppure proseguite il vostro corso attuale e affronterete l’annientamento. Aspetteremo la vostra risposta». Klaatu e Gort quindi ascendono al cielo con il loro disco volante.

 

Il lettore può da sé leggendo questa breve sinossi capire di cosa si tratta: parodia del cristianesimo, che va eliminato conservandone i tratti necessari alla credenza popolare, instaurazione di una tecnocrazia totale – un Nuovo Ordine Mondiale – alla quale tutti gli uomini devono sottomettersi. Si tratta di Predictive Programming al suo meglio, già più settanta anni fa.

Aiuta Renovatio 21

Tornando al pensiero di Carlson, va notato che la «gola profonda» del presunto programma UFO americano Grusch aveva tuttavia osservato durante la sua intervista con Carlson che, se da un lato confermare l’esistenza di entità non umane può smantellare la visione del mondo di alcuni, dall’altro può anche rafforzare le credenze bibliche.

 

Quando Carlson ha sottolineato che ex funzionari governativi hanno affermato di credere che questi esseri «alieni» siano collegati al mondo spirituale, Grusch aveva ammesso che possono essere «quantificati» teologicamente come «angeli» o «demoni».

 

«In realtà quello che stiamo vedendo qui con l’argomento UFO/UAP è probabilmente solo un altro aspetto dello stesso fenomeno», ha detto Grusch.

 

Tale tipo di pensiero, un tempo considerato indicibile sui grandi media, sta tuttavia trovando sempre più spazio nell’opinione pubblica. Chris Langan – un allevatore autodidatta noto per avere uno dei quozienti intellettivi più alti del mondo 200 – durante un’intervista del 2022 con Michael Knowles del Daily Wire è arrivato al punto di chiedersi se entità non umane potessero «tirare le fila» della cosiddetta «élite globale».

 

«Se guardi all’élite globale e dici: “Non voglio incolpare i ‘banchieri’ mondiali per questo, questa è una teoria del complotto”. Allora chi tira tutti questi fili? Potrebbe esserci un altro tipo di entità? Alieni? Demoni?» ha detto il Langan.

 

Carlson negli scorsi anni ha accumulato quantità di testimonianze sul fenomeno UFO, intervistando peraltro dottori che avevano testimoniato in tribunale riguardo ai danni fisici subiti dai piloti militari americani entrati in contatto con gli oggetti volanti.

 

Due anni fa il senatore americano Marco Rubio cominciò a parlare pubblicamente del rischio bellico legato agli UFO, dichiarando che non è legittimo, per la Nazione, non sapere cosa siano e cosa stiano facendo, specie quando sorvolano basi militari. Carlson raccontò anche di un caso in cui sarebbero state compromesse le capacità di un’arma atomica.

 

Come riportato da Renovatio 21un militare americano ha rivelato la scorsa primavera l’esistenza di un programma di recupero di relitti UFO da parte delle autorità di Washington. È altresì vero che due anni fa il Congresso USA doveva approvare un disegno di legge per il finanziamento della retroingegneria di tecnologia aliena.

 

Un programma non dissimile era stato istituito dall’Italia fascista con il nome di Gabinetto RS/33, guidato, secondo rivelazioni uscite una ventina di anni fa, dall’inventore della radio Guglielmo Marconi.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21



 

 

 

Continua a leggere

Misteri

Un altro uomo armato fermato in Piazza San Pietro: prete ceco con coltelli e pistola cercava di entrare in Vaticano

Pubblicato

il

Da

La mattina del 7 maggio, in piazza San Pietro, un parroco di 59 anni proveniente dalla Repubblica Ceca è stato fermato dalla polizia ai varchi di prefiltraggio.   L’uomo era in possesso di una pistola ad aria compressa, coltelli, un taglierino e un cacciavite. Il religioso è stato denunciato per porto abusivo d’armi.   Il sacerdote è stato controllato dalle forze dell’ordine mentre si trovava in piazza, vestito con l’abito talare, insieme a un gruppo di fedeli provenienti dalla Repubblica Ceca, arrivati in pullman. I poliziotti del commissariato Borgo hanno identificato anche il proprietario del borsello, un uomo di 60 anni. Durante il trasferimento in commissariato, il religioso ha dichiarato che le armi erano in suo possesso per motivi di difesa personale.

Sostieni Renovatio 21

Il parroco armato, arrivato dalla Repubblica Ceca insieme ad altri fedeli su un pullmanno, ha spiegato di avere le armi con sé per autodifesa. Di conseguenza, è stato denunciato per porto abusivo di armi.   L’episodio segue di pochi giorni dopo quello, ben più inquietante, del Foreign Fighter statunitense combattente in Ucraina fermato mentre, anche lui armato, tentava di entrare in Vaticano.   Come riportato da Renovatio 21, l’uomo era nella lista dei super ricercati USA per trascorsi di violenza criminale a Nuova York. Bloccato dalla polizia italiana, il criminale americano avrebbe avuto con sé tre coltelli, di cui uno a doppia lama, di circa 20 centimetri.   Se si tratti, come taluni sussurrano, di «segnali» per l’Oltretevere mandati da qualcuno non sappiamo dirlo.   Tuttavia, Renovatio 21 sulla storia dell’uso di squilibrati durante guerre internazionali ha dato qualche ragguaglio.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Wknight94 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported    
Continua a leggere

Misteri

Non siamo entrati in contatto con gli alieni perché sono stati tutti uccisi dai raggi gamma, dice lo scienziato

Pubblicato

il

Da

Le civiltà aliene non sono ancora entrate in contatto con gli esseri umani perché potrebbero essere state annientate dai lampi di raggi gamma (GRB), ha riferito martedì il giornale britannico Daily Mail, citando Frederick Walter, un astronomo della Stony Brook University di New York.

 

Secondo la NASA, i GRB sono esplosioni di luce di breve durata che emettono un quintilione di volte la luminosità del Sole. Walter crede che la forza di un’esplosione sarebbe sufficiente per distruggere qualsiasi civiltà extraterrestre.

 

«È un raggio strettamente focalizzato. E, se fosse diretto attraverso il piano della galassia, potrebbe sostanzialmente sterilizzare circa il 10% dei pianeti della galassia», ha spiegato il professor Walter. L’astronomo ha osservato che, secondo le sue stime, in ogni galassia è presente un GRB ogni 100 milioni di anni circa.

Sostieni Renovatio 21

«In media, nell’arco di un miliardo di anni, ci si potrebbe aspettare che un numero significativo di civiltà venga sradicato, se esistessero… È solo una delle tante spiegazioni possibili, un po’ morbose, suppongo», ha detto.

 

Secondo le stime di Walter, la Via Lattea potrebbe aver visto circa 45 GRB nei 4,5 miliardi di anni di storia della Terra. Ha sottolineato, tuttavia, che qualsiasi sia potenziale minaccia per l’umanità derivante da questo tipo di eventi «non vale la pena preoccuparsi» perché «sono rari e sono diretti», e ciò rende improbabile che i GRB colpiscano la Terra.

 

La NASA descrive i GRB come «gli eventi più potenti dell’universo conosciuto».

 

Il fenomeno fu osservato per la prima volta nel 1967, tramite una coppia di satelliti Vela statunitensi progettati per rilevare test sulle armi nucleari. Tuttavia, la maggior parte dei ricercatori afferma che i GRB sono più comuni nelle galassie distanti in cui si formano stelle e hanno meno probabilità di verificarsi nella Via Lattea.

 

Walter ha anche ipotizzato altre ragioni dietro l’incapacità del genere umano di rilevare la vita extraterrestre, suggerendo che altri mondi potrebbero essere pieni di forme di vita simili a specie acquatiche come balene e delfini. Per questo tipo di civiltà sarebbe impossibile sviluppare la tecnologia necessaria per i viaggi e le comunicazioni spaziali, ha affermato.

 

Il lettore può immaginare lo sconcerto di Renovatio 21 dinanzi alla prospettiva di un universo popolato di cetacei alieni.

 

Ha continuato dicendo che alcune civiltà aliene potrebbero semplicemente scegliere di non correre il rischio derivante dal contatto con altre forme di vita potenzialmente pericolose. Un’altra spiegazione, ha aggiunto, sostenuta da molti fisici e astronomi, è che forme di vita tecnologicamente avanzate su altri pianeti potrebbero essersi autodistrutte.

 

«Guardatevi intorno, stiamo inquinando l’atmosfera. Stiamo mettendo in dubbio se avremo una civiltà vitale tra un secolo, a meno che non facciamo qualcosa di drastico. Se le civiltà tendono ad evolversi nello stesso modo in cui hanno fatto sul nostro pianeta, ciò colpirà tutti», ha detto, avvertendo che al ritmo attuale «c’è il rischio che non riusciremo a superare altri… 150 anni». Si tratta della solita apocalittica da raccolta differenziata, di cui davvero non ne possiamo più, qui declinata in salsa Star Trek.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Una teoria più interessante sull’assenza del contatto fu proposta anni fa da Elone Musk, impegnato come noto nella missione di far divenire l’umanità una specie multi-planetaria, e quindi in grado di sopravvivere a qualsiasi minaccia alla sua sopravvivenza. Il Musk ha dichiarato che probabilmente l’esplorazione spaziale un giorno scoprirà civiltà aliene «a pianeta singolo» morte, con società piegate su loro stesse magari a causa di simulazioni ricreative che distolgono gli individui dalla loro vita materiale, come è il caso attuale dei videogiochi e della realtà virtuale sempre più immersiva. Da notare che uno degli avversari principali del Musk, oggetto di continui sberleffi come di minacce di botte sul ring, sia il Mark Zuckerberg, che ha speso diecine di miliardi di dollari per far diventare il suo gruppo un first-mover nel campo del VR.

 

Di solito, quando ci si chiede perché non abbiamo ancora fatto contatto con gli extraterrestri, si fa riferimento al famoso «paradosso di Fermi», un concetto legato alla ricerca di vita aliena proposto per la prima volta dal fisico italiano Enrico Fermi nel 1950 durante una conversazione informale con i colleghi Emil Konopinski, Edward Teller e Herbert York. Nel corso degli anni, i tre hanno raccontato vari aneddoti riguardanti quella discussione storica.

 

Secondo la versione più diffusa, mentre si dirigevano verso la mensa, il gruppo discuteva dei recenti avvistamenti UFO e delle possibilità di viaggi spaziali più veloci della luce. Durante il pranzo, la conversazione si spostò su altri argomenti fino a quando Fermi esclamò: «Ma dove sono tutti?».

 

Anche se non sono note le esatte parole del fisico romano, questa frase è diventata celebre nel tempo. Il paradosso di Fermi mette in luce la contraddizione tra l’immensità dell’universo, che suggerisce la probabilità di vita extraterrestre, e la mancanza di prove o contatti con tali forme di vita.

 

Partendo dall’affermazione del fisico italiano, si può sviluppare il ragionamento: molte stelle, e quindi i loro pianeti, sono molto più antichi del nostro Sole. Se pianeti simili alla Terra sono comuni, alcuni potrebbero aver sviluppato forme di vita intelligente molto tempo fa. Anche con i limitati mezzi di viaggio interstellare attualmente previsti, la Via Lattea potrebbe essere attraversata in pochi milioni di anni. Considerando che molte stelle simili al Sole sono molto più vecchie di esso, la Terra avrebbe dovuto essere visitata da civiltà extraterrestri o dalle loro sonde. Tuttavia, non esistono prove convincenti a sostegno di quest’idea.

 

Il paradosso di Fermi ha dato vita a un vasto dibattito e a molte ipotesi per spiegare l’assenza di contatti con civiltà extraterrestri.

 

La cosiddetta «Rare Earth Hypothesis» («Ipotesi della Terra rara») suggerisce che le condizioni per la vita sulla Terra siano rare nell’universo.

 

La «Great Filter Hypothesis» («Ipotesi del grande filtro») suggerisce l’esistenza di un ostacolo insormontabile nel processo evolutivo delle civiltà, che impedisce loro di raggiungere lo stadio di comunicazione interstellare.

 

Vi è anche la «Zoo Hypothesis» («Ipotesi dello zoo»), secondo cui altre civiltà potrebbero osservare la Terra senza interferire, seguendo un «principio di non interferenza», simile a quello descritto nell’orrenda serie televisiva Star Trek, dove il contatto avviene solo quando una civiltà ha raggiunto la tecnologia del famigerato «motore a curvatura» («Warp Drive»), che come sappiamo ha dato il nome alla ricerca del programma vaccinale che ha disastrato il pianeta nel 2020 («Operazione Warp Speed»).

 

Vi sono inoltre teorie secondo cui le difficoltà tecniche e le differenze nelle modalità di comunicazione potrebbero rendere difficile rilevare segnali extraterrestri.

Aiuta Renovatio 21

Poi c’è l’«equazione di Drake», una formula matematica proposta nel 1961 dall’astrofisico statunitense Frank Drake. Questa equazione offre una stima del numero di civiltà extraterrestri nella nostra galassia, la Via Lattea, che potrebbero essere in grado di comunicare con noi tramite segnali radio.

 

Fu durante il primo incontro del progetto SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence) nei primi anni ’60 che Drake presentò la sua equazione, diventata un punto di riferimento nel dibattito scientifico sulla probabilità di esistenza di forme di vita extraterrestri intelligenti e capaci di comunicare.

 

L’equazione di Drake non stabilisce un numero fisso di civiltà nella Via Lattea, ma piuttosto fornisce una metodologia per stimare tale numero basata su una serie di parametri. Poiché i valori di questi parametri sono soggetti a incertezza e dibattito tra gli scienziati, il risultato finale può variare notevolmente. Quando Frank Drake presentò per la prima volta l’equazione, stimò che potessero esistere circa 10.000 civiltà comunicative nella Via Lattea. Tuttavia, a seconda dei valori assegnati ai parametri dell’equazione, le stime possono variare da un numero molto limitato di civiltà a milioni di civiltà nella nostra galassia.

 

Come riportato da Renovatio 21, gli scienziati da anni cercano modi di rilevamento delle civiltà aliene, per esempio osservando con i telescopi segni di inquinamento negli esoplaneti. Interessante: qui l’inquinamento, invece che veicolo di morte, è segno di vita…

 

Il noto astronomo harvardiano cacciatore di alieni Avi Loeb, noto alle cronache per sue affermazioni sorprendenti, lo scorso anno ha dichiarato potrebbero esservi fino a 4 quintilioni di astronavi aliene nel sistema solare.

 

Secondo un altro astrofisico, invece, le civiltà aliene avrebbero creato degli wormhole, peraltro già viste dagli umani.

 

Tali civiltà potrebbero, sempre secondo la scienza, non essere benevole. Negli scorsi anni un ricercatore spagnuolo aveva calcolato fino a quattro civiltà aliene malvagie nella nostra galassia. Avvertimenti contro di esse, in effetti, erano venute anche dal direttore dell’ente USA per la ricerca di forme di vita intelligenti nel cosmo, il SETI.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Continua a leggere

Misteri

Il disastro di Baltimora come «evento cigno nero»

Pubblicato

il

Da

Si assiste increduli alla portata del disastro del ponte di Baltimora, l’accesso ad uno dei porti più trafficati degli Stati Uniti.   La nave portacontainer Dali, battente bandiera singaporiana ma operata dal colosso norvegese Maersk. ha colpito il Francis Scott Key Bridge a Baltimora, facendo crollare in acqua quasi l’intera struttura stradale.   «La nave ha informato il Dipartimento dei trasporti dell’MD (MDOT) di aver perso il controllo della nave e che era possibile una collisione con il ponte», riporta l’emittente TABC citando la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency degli Stati Uniti, aggiungendo: «la nave ha colpito il ponte causando un collasso completo».

Sostieni Renovatio 21

Le immagini sono impressionanti. È un grande disastro collettivo, con distruzione massiva di infrastrutture, come visto l’11 settembre 2001.          

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Kevin Cartwright, direttore delle comunicazioni dei vigili del fuoco della città di Baltimora, ha detto a Fox Baltimore che almeno 20 persone e diversi veicoli erano caduti nel fiume.   Oltre agli automobilisti caduti in acqua e dati per dispersi, si teme che il disastro possa avviare «uno sconvolgimento economico lungo la costa orientale degli Stati Uniti», scrive Bloomberg. «Nei giorni a venire si porranno domande difficili sugli effetti sulle imprese, sui pendolari, sui vacanzieri e sull’economia dell’intera regione».   La questione attuale ruota attorno a un’interruzione emergente nelle catene di approvvigionamento del Medio Atlantico. Il principale porto della costa orientale è ora paralizzato a causa del ponte distrutto che blocca l’unica corsia di navigazione in entrata e in uscita dal porto.   «Il porto di Baltimora – il più grande centro di movimentazione delle importazioni ed esportazioni statunitensi di automobili e autocarri leggeri – sembra essere fuori servizio a tempo indeterminato. Il conseguente collo di bottiglia potrebbe accelerare lo spostamento delle merci attraverso i porti della costa occidentale» continua la testata economica di Nuova York. «Un’altra domanda cruciale: quali altri porti hanno capacità inutilizzata per gestire le navi che trasportano automobili se Baltimora rimane chiusa per un periodo prolungato».   Bloomberg riferisce che la catena di fornitura automobilistica statunitense sarà interrotta. I dati mostrano che Mazda Motor e Mercedes Benz, Subaru of America, Mitsubishi Motors of North America e Volkswagen Group hanno la maggiore esposizione al porto.   Ulteriori questioni riguardano temi specifici, che ora divengono interessanti ed inquietanti, come quello del trasporto su strada del materiale pericoloso, che avveniva solo via ponte, perché non consentiti nella rotta alternativa che è via tunnel.   Ma cosa è accaduto davvero?   Un rapporto non classificato del DHS National Operations Center afferma che la nave portacontainer «ha perso la propulsione» prima di speronare il Francis Scott Key Bridge.   Su internet circolano analisi video che mostrano le luci della nave spegnersi poco prima dell’impatto. Altri video si avventurano in ipotesi fantasiose su cariche di esplosivo che sarebbero scattate lungo le giunture del ponte.    

Aiuta Renovatio 21

Molti osservatori in rete hanno notato l’inadeguatezza delle apparizioni del sindaco della città e del governatore del Maryland davanti alla situazione. L’ultimo accenna perfino a sorrisi mentre parla alla stampa dell’immane catastrofe.       Nel frattempo, la Casa Bianca e le agenzie governative federali si sono affrettate a dichiarare che non si è trattato di un attacco terroristico.   In rete in molti parlano di un possibile attacco cibernetico come causa del disastro. Tra queste voci, quella della giornalista ex inviata di guerra Lara Logan.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Come riportato da Renovatio 21, una scena con una nave hackerata che si arenava su una spiaggia della Costa Occidentale degli Stati Uniti era presente nello strano film Netflix Leave the World Behind, prodotto dai coniugi Obama, che qualcuno ha definito come un esercizio di predictive programming, cioè di rivelazione tramite film e romanzi dello scenario che il potere vuole concretizzare.     Il discorso più tetro lo ha fatto tuttavia il generale Michael Flynn, consigliere di Trump finito poi nelle pastoie di una persecuzione giudiziaria. Il Flynn negli scorsi giorni aveva parlato della possibilità di un «Black Swan Event» («evento cigno nero») in questi mesi prima delle cruciali presidenziali 2024. Il disastro di Baltimora, con le sue conseguenze economiche a breve, medio, lungo termine potrebbe rientrare nella categoria.     «Possiamo togliere dal tavolo l’idea che questo sia stato un attacco terroristico… e non possiamo assolutamente farlo», ha detto Flynn ad Alex Jones di Infowars in una intervista a caldo.

Sostieni Renovatio 21

In rete circola uno screenshot in cui la società di collocamento marittimo mostrerebbe che il capitano della nave portacontainer è ucraino. Utenti Twittter hanno rilanciato post in cui ipotetici utenti ucraini farebbero ironie sul crollo del ponte americano, lamentando il mancato arrivo dagli USA di armi con cui tirare giù il ponte di Crimea.     Siamo decisamente davanti ad un nuovo grande mistero della storia americana recente.   Tuttavia, ci sentiamo di dire, si tratta di un mistero che sembra già visto.   La nebbia che ora seguirà è il risultato di 23 anni in cui la versione ufficiale del disastro dell’11 settembre non si è spostata di un millimetro: era l’evento «cigno nero» di inizio millennio, il black swan che ha cambiato il mondo, con guerre internazionali e milioni di morti, e una catena di sangue e caos che ancora oggi non si è esaurita.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine screenshot da YouTube      
Continua a leggere

Più popolari