Gender
I vescovi Schneider e Peta vietano le «benedizioni» delle coppie omosessuali nell’arcidiocesi del Kazakistan
L’arcivescovo metropolita dell’arcidiocesi di Santa Maria ad Astana, in Kazakistan, in collaborazione con il vescovo ausiliare di Santa Maria Athanasius Schneider, hanno vietato ai sacerdoti dell’arcidiocesi di accettare o consentire qualsiasi forma di «benedizioni» per coppie «irregolari» o coppie omosessuali.
«Esortiamo e proibiamo ai sacerdoti e ai fedeli dell’arcidiocesi di Santa Maria in Astana di accettare o compiere qualsiasi forma di benedizione delle coppie in situazione irregolare e delle coppie dello stesso sesso», hanno scritto in un comunicato diffuso oggi.
«Il fatto che il documento non dia il permesso al “matrimonio” di coppie dello stesso sesso non dovrebbe accecare pastori e fedeli di fronte al grande inganno e al male che risiede nel permesso stesso di benedire le coppie in situazioni irregolari e le coppie dello stesso sesso» scrivono i monsignori.
«Tale benedizione contraddice direttamente e gravemente la Divina Rivelazione e la dottrina e la pratica ininterrotta e bimillenaria della Chiesa cattolica», continuano i prelati kazaki. «Con tali benedizioni, la Chiesa cattolica diventa, se non in teoria, almeno in pratica, una propagandista dell’empia ideologia gender globalista».
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Monsignor Tomas Peta è stato nominato metropolita dell’arcidiocesi di Santa Maria nel 2003 da Giovanni Paolo II. Monsignor Schneider è stato nominato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi nel 2011.
Nel loro documento, Peta e Schneider affermano che c’è «un grande inganno e… un male che risiede nel permesso stesso di benedire le coppie in situazioni irregolari e le coppie dello stesso sesso».
«Benedire le coppie in situazione irregolare e le coppie dello stesso sesso è un grave abuso del Santissimo Nome di Dio», spiegano i due vescovi, «poiché tale nome è invocato su un’unione oggettivamente peccaminosa di adulterio o di attività omosessuale».
«Nessuna delle affermazioni contenute in questa Dichiarazione della Santa Sede, nemmeno la più bella, può minimizzare le conseguenze distruttive e di vasta portata derivanti da questo sforzo di legittimare tali benedizioni», affermano. Solo un «peccatore sinceramente pentito con la ferma intenzione di non peccare più e di porre fine alla sua situazione peccaminosa pubblica (come, ad esempio, convivenza al di fuori di un matrimonio canonicamente valido, unione tra persone dello stesso sesso) può ricevere una benedizione».
I monsignori concludono la loro dichiarazione invitando Francesco a ritrattare il permesso che Fiducia supplicans concede ai sacerdoti.
«Con sincero amore fraterno, e con il dovuto rispetto, ci rivolgiamo a Papa Francesco, il quale – consentendo la benedizione delle coppie in situazione irregolare e delle coppie dello stesso sesso – “non cammina rettamente secondo la verità del Vangelo” (cfr. Gal 2,14), per riprendere le parole con cui san Paolo apostolo ammonì pubblicamente il primo Papa di Antiochia».
«Pertanto, nello spirito della collegialità episcopale, chiediamo a Papa Francesco di revocare il permesso di benedire le coppie in situazione irregolare e le coppie dello stesso sesso, affinché la Chiesa cattolica possa risplendere chiaramente come “colonna e sostegno della verità” (1 Tm 3,15) per tutti coloro che cercano sinceramente di conoscere la volontà di Dio e, compiendola, di conseguire la vita eterna».
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Come riportato da Renovatio 21, vescovi in tutto il mondo stanno reagendo allo sconvolgente documento.
La Conferenza Episcopale del Malawi ha dichiarato il divieto delle benedizioni alle coppie omosessuali volute dal Fiducia Supplicans, mentre la Conferenza Episcopale austriaca pare aver suggerito, secondo le parole del suo capo monsignor Lackner, l’impossibilità dei sacerdoti di «dire di no» a tali richieste di benedizione.
Il Superiore Generale della Fraternità San Pio X don Davide Pagliarani ha scritto che la «Dichiarazione Fiducia supplicans del Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede sulla questione delle benedizioni alle «coppie irregolari e coppie dello stesso sesso» ci lascia sgomenti. Tanto più che questo documento è stato firmato dal Papa stesso».
«Il linguaggio contorto e i travestimenti sofistici del documento del Dicastero per la Dottrina della Fede non possono nascondere la realtà elementare e ovvia di queste benedizioni: esse non faranno altro che confermare queste unioni nella loro situazione intrinsecamente peccaminosa, e incoraggiare altri a seguirle. Non sarà altro che un surrogato del matrimonio cattolico» ha scritto Pagliarani.
Come riportato da Renovatio 21, il lavorìo verso le benedizioni delle coppie omosessuali è risalente, ed era stato intrapreso in questi mesi in particolare in Belgio, come nel caso del vescovo di Anversa Johan Bonny.
Non sorprendentemente, lo stesso vescovo due mesi fa ha dichiarato ad un quotidiano locale una sua apertura nei confronti della pratica eutanatica: «dobbiamo riconoscere che una richiesta di eutanasia da parte di un giovane di 40 anni non equivale a quella di una persona di 90 anni che affronta una malattia incurabile. Dobbiamo imparare a definire meglio i concetti e a distinguere meglio le situazioni».
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Immagine screenshot da YouTube
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La prima donna primo ministro del Giappone si oppone al «matrimonio» omosessuale
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Il Parlamento austriaco vieta il linguaggio «inclusivo di genere» nelle sue comunicazioni ufficiali
Il presidente del Parlamento austriaco ha vietato l’uso del cosiddetto linguaggio «inclusivo di genere» nelle comunicazioni ufficiali dell’organo legislativo.
Walter Rosenkranz, presidente del Nationalrat (Consiglio nazionale, la Camera bassa del Parlamento austriaco), ha recentemente annunciato che il Parlamento tornerà a utilizzare la forma maschile generica delle parole o, in alternativa, la forma maschile e femminile insieme, come nell’espressione «Gentili signore e signori» («Sehr geehrte Damen und Herren»).
In precedenza, il Parlamento di Vienna aveva adottato una variante ideologica che prevedeva l’inserimento di lettere maiuscole interne, due punti, asterischi o barre all’interno di sostantivi per includere persone di generi diversi, compresi coloro che si identificano come «transgender».
Questo adattamento linguistico, promosso da attivisti di sinistra in molte istituzioni austriache e tedesche, è estraneo alla lingua tedesca scritta. L’Associazione per la Lingua Tedesca ha più volte criticato questo linguaggio «inclusivo di genere», definendolo una «lingua ideologica» che «viola le regole ortografiche vigenti» e cerca di «rieducare» i cittadini. I sondaggi indicano che l’80-90% dei tedeschi rifiuta questo linguaggio ideologico.
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«Come istituzione governativa, dobbiamo rispettare le regole stabilite dal Consiglio per l’ortografia tedesca, l’unica istituzione riconosciuta dal governo», ha dichiarato Rosenkranz al quotidiano austriaco Krone. «Nel 2021, il Parlamento ha anche stabilito una base giuridica nel Piano di promozione delle donne. Voglio che le persone si attengano a questo e non inventino una propria lingua. Perché la vera uguaglianza si ottiene attraverso l’istruzione, le pari opportunità e il rispetto, non con i segni di punteggiatura».
«Il Parlamento è un luogo di democrazia, non di esperimenti linguistici», ha aggiunto. «Torniamo a una lingua che rispecchia lo spirito della Costituzione austriaca: universalmente comprensibile, oggettiva e inclusiva nel senso più autentico».
«Non a caso, il Bundestag tedesco e il Consiglio nazionale svizzero, così come quasi tutti i media stampati, non utilizzano un linguaggio neutro rispetto al genere», ha sottolineato il Presidente del Parlamento.
Le linee guida non si applicano ai discorsi tenuti nel Consiglio nazionale né ai testi presentati dai parlamentari, che, in virtù del loro mandato, sono liberi di redigere i propri documenti come preferiscono.
Rosenkranz, primo Presidente del Consiglio Nazionale austriaco nominato dal Partito della Libertà (FPÖ) è stato eletto dopo che l’FPÖ è diventato il partito più votato alle elezioni nazionali del 2024. Tuttavia, pur avendo ottenuto il maggior numero di voti, l’FPÖ non fa parte della coalizione di governo, poiché non dispone della maggioranza assoluta necessaria e gli altri partiti hanno rifiutato di allearsi con esso.
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Immagine di Gryffindor via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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