Epidemie
In memoria del dottor Vladimir Zelenko – un integerrimo, schietto guerriero della verità

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
La scorsa settimana abbiamo perso un prezioso alleato, un medico il cui impegno disinteressato per la verità scientifica e la cura di coloro che gli erano affidati lo hanno portato in luoghi straordinari negli ultimi anni della sua vita.
Il dottor Vladimir Zelenko («Zev», come lo conoscevamo) è morto il 30 giugno, all’età di 48 anni, quattro anni dopo la diagnosi di una forma rara di cancro.
Zev era nato a Kiev, in Ucraina, nel 1973, quando faceva parte dell’Unione Sovietica. Sia il suo nonno materno che quello paterno erano ufficiali che servirono con distinzione nell’esercito sovietico contro i nazisti. I suoi nonni sopravvissero alla guerra. Ma molti membri della sua famiglia furono massacrati a Babi Yar, un burrone alla periferia di Kiev dove circa 34.000 ebrei furono uccisi durante un massacro durato 48 ore, nel 1941.
Zev e la sua famiglia arrivarono negli Stati Uniti nel 1978, quando Zev aveva quattro anni. Frequentò la scuola pubblica di Brooklyn e grazie ad una borsa di studio si laureò in medicina presso la State University of New York a Buffalo. Ha lavorato per quasi 20 anni come medico a nord di New York.
Era un medico di famiglia nella comunità ebraica ortodossa della contea di Rockland. Quando la pandemia da COVID-19 ha iniziato a colpire i suoi pazienti, la COVID-19 aveva un impatto mortale: il 21% dei pazienti ricoverati in ospedale e l’88% dei pazienti messi in ventilazione sono morti. Ma non esistevano trattamenti per combattere il virus nelle sue fasi iniziali, o almeno così ci era stato detto.
Zev era determinato a trovare un modo per tenere i suoi pazienti COVID-19 fuori dall’ospedale. Ha fatto i «compiti per casa» che ogni medico avrebbe dovuto fare, ma che pochi hanno fatto. Cercando nella letteratura medica, si è imbattuto nelle esperienze riferite dal dottor Didier Raoult in Francia e dai medici della Corea del Sud.
Ha assistito alla conferenza MedCram 34 del dottor Roger Seheult sull’uso dello zinco e degli ionofori di zinco. Lo zinco è un minerale essenziale per l’uomo e un po’ di zinco in più viene talvolta utilizzato per attenuare l’intensità di raffreddori e mal di gola. Lo ionoforo è una sostanza chimica che apre la parete cellulare per consentire l’ingresso di minerali (ioni).
«Primo non nuocere»
Lo zinco è un integratore da banco. L’idrossiclorochina (HCQ) è uno ionoforo affidabile e ha un regime di dosaggio e un profilo di sicurezza ben conosciuti, dal momento che milioni di persone sane che vivono o vanno in viaggio nei luoghi della malaria la assumono regolarmente come prevenzione.
L’HCQ è abbastanza sicura da essere venduta senza ricetta medica in tutta l’Africa, in alcune parti del Sud America e anche in alcuni Paesi europei. Zev ha aggiunto al protocollo sperimentale l’azitromicina, un comune antibiotico ad ampio spettro che previene la polmonite batterica opportunistica che spesso segue le infezioni virali dei polmoni.
Dei primi 50 pazienti sottoposti al suo protocollo sperimentale, tutti e 50 sono guariti con sintomi tanto lievi da non richiedere l’ospedalizzazione. Zev ha condiviso la sua esperienza in una lettera e in un video indirizzati ai medici, informandoli dell’efficacia del trattamento precoce per salvare vite umane.
Ma con sua sorpresa ha ben presto scoperto che le agenzie federali stavano mettendo in guardia i medici contro l’HCQ e, cosa senza precedenti, stavano limitando la libertà dei medici di prescrivere il farmaco off-label per la COVID-19.
Il «Protocollo Zelenko» è stato comunque ripreso da alcuni altri medici e insieme lo hanno pubblicato su una rivista medica. Con un senso semplice e quasi ingenuo del dovere del medico, Zev scrisse al presidente, descrivendo i suoi successi nel trattamento di diverse centinaia di pazienti.
Miracolosamente, la lettera raggiunse il Presidente Trump, che affermò alla TV nazionale che l’HCQ poteva essere un «dono di Dio».
Soppressione della cura precoce
Ma Trump era, a quel punto, una figura particolarmente controversa della politica americana.
La maggior parte dei professionisti si schierò dalla parte di chi non credeva a nulla di ciò che usciva dalla bocca di Trump. In quei giorni, in una gara di credibilità con il dottor Anthony Fauci, Fauci vinse a mani basse. Milioni di americani sono stati condizionati a credere che «se lo dice Trump, deve essere falso».
I media progressisti hanno diffuso una raffica di bugie sulla pericolosità dell’HCQ, ignorando decenni di esperienza medica che ne attestano la sicurezza. E hanno messo alla gogna Zev per aver pubblicizzato un’alternativa salvavita al remdesivir, il suo rivale protetto da brevetto e approvato dal governo.
Come descritto da Zev: «Nel bene e nel male, la mia vita non è più stata la stessa. Da un giorno all’altro sono passato dall’essere un oscuro medico di famiglia a ritrovarmi su un palcoscenico pubblico. Sono stato gettato in una piscina con squali dei media e politici – l’essenza stessa del male».
Il New York Times ha intitolato il proprio necrologio con «Vladimir Zelenko, 48 anni, muore; aveva promosso un trattamento COVID privo di basi scientifiche» e ha affermato: «Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine non ha riscontrato alcun beneficio dal trattamento, e altri studi hanno evidenziato un rischio di aritmie cardiache pericolose in alcuni pazienti».
Ciò che il New York Times non ha riportato è che 35 dei 38 studi che hanno utilizzato l’HCQ per il trattamento precoce della COVID-19 hanno dimostrato i benefici del farmaco e che, nel complesso, il trattamento precoce ha comportato un 72% in meno di decessi.
Il New York Times ha anche trascurato di menzionare una massiccia campagna finanziata dalle case farmaceutiche per screditare il farmaco.
In uno scandalo di incredibile audacia, un enorme studio su 100.000 pazienti in sei continenti è stato pubblicato su una delle più importanti riviste mediche del mondo, The Lancet, ma due settimane dopo è stato ritirato. Lo studio era fraudolento fin dall’inizio, era basato su dati falsificati che né il suo primo autore di Harvard né il prestigioso Lancet si erano preoccupati di verificare.
La campagna di propaganda anti-HCQ ha corrotto la letteratura medica con tre studi clinici multicentrici progettati per fallire facendo sì che l’HCQ causasse pericolose aritmie.
Sebbene l’HCQ sia efficace nelle fasi iniziali della malattia, quando il virus si sta ancora moltiplicando, gli studi si limitavano a pazienti ospedalizzati con COVID-19 in fase avanzata.
Peggio ancora, il dosaggio era circa quattro volte superiore alla dose standard di sicurezza, sovradosando deliberatamente i pazienti per creare l’illusione che l’HCQ fosse pericolosa e per impedire ai medici di utilizzarla per la COVID-19.
Più di 500 pazienti in overdose sono morti in questi esperimenti di «overdose». Ora conosciamo la motivazione di questa perversione fraudolenta e criminale della medicina. Il nostro governo e i principali colossi farmaceutici si erano già impegnati a sviluppare rapidamente un vaccino, e la legge americana specifica che la Food and Drug Administration statunitense può autorizzare i vaccini per l’uso di emergenza solo se ritiene che non siano disponibili trattamenti alternativi già autorizzati.
La fine del rapporto medico-paziente?
Zev ha parlato apertamente dello svilimento della medicina, osservando che negli ultimi 50 anni l’istruzione americana è cambiata. Invece di insegnare il ragionamento analitico e la risoluzione dei problemi, il sistema scolastico e universitario ha indottrinato gli studenti a piegarsi all’autorità.
Questa deferenza nei confronti degli «esperti» ha portato alla corruzione della medicina e all’obbedienza dei medici a politiche anti COVID-19 controproducenti.
Oggi la maggior parte dei medici è alle dipendenze di grandi società professionali o di ospedali che controllano la pratica della medicina. Quando i decreti governativi hanno vietato la distribuzione dell’HCQ, i medici onesti che sollevavano obiezioni hanno perso il posto di lavoro, sono stati snobbati dai media e sono stati esclusi dalle pubblicazioni sulle principali riviste mediche. Alcuni hanno perso la licenza.
Zev ha notato che il dibattito scientifico è stato soffocato e che i medici sono stati allontanati dal considerare il benessere dei loro pazienti come la loro prima e più importante motivazione; ora sono permessi solo i trattamenti specificati dal governo.
In effetti, come ha sottolineato Zev, la medicina è diventata così corrotta che i medici non offrono ai loro pazienti trattamenti che essi stessi abbracciano con entusiasmo.
«Ci sono molti medici consapevoli del fatto che i trattamenti ufficialmente sanciti uccidono i pazienti, che assumono i farmaci che prescrivo per la loro stessa protezione profilattica», ha detto Zev.
Rivelazione delle massicce frodi e degli insabbiamenti perpetrati dalle agenzie di sanità pubblica
Zev ha continuato a trattare 7.500 pazienti con uno straordinario livello di successo (ne ha persi solo tre) e a ricercare l’origine e il trattamento del SARS-CoV-2, il virus del COVID-19.
Ha scoperto che coloro che erano stati coinvolti nella ricerca sulle armi biologiche finanziata dai National Institutes of Health (NIH) che ha portato alla COVID-19 erano abbastanza ingannevoli da assicurarsi che fosse disponibile un antidoto efficace per il loro uso privato.
In particolare, ha citato Ralph Baric, professore dell’Università del North Carolina (UNC) e massimo ricercatore sul coronavirus della SARS negli Stati Uniti.
Zev ha scoperto un articolo del 2010, di cui Baric è coautore, in cui si dimostra che lo zinco impedisce la replicazione del coronavirus della SARS inibendo la sua RNA polimerasi. Gli autori dell’`articolo notavano che lo zinco inibisce anche la replicazione dell’influenza e dei virus respiratori sinciziali o RSV. L’RSV causa 1.000 decessi all’anno nei neonati statunitensi. Queste conoscenze potrebbero potenzialmente fornire cure economiche ed efficaci per questi virus, per i quali attualmente non esistono cure efficaci.
Ma Baric non ha mai rilasciato dichiarazioni pubbliche durante la pandemia sulle sue scoperte relative all’efficacia dello zinco contro il COVID-19.
Baric ha ammesso di aver lavorato su studi di Gain-of-Function, o Guadagno di Funzione (armi biologiche), affermando di aver ricevuto una deroga dall’NIH per farlo. Gli esperimenti controversi che aumentano la letalità di agenti patogeni mortali sono chiamati eufemisticamente «guadagno di funzione».
Baric ha collaborato strettamente con Shi Zhengli presso l’Istituto di virologia di Wuhan, anche per l’articolo appena citato. Baric è stato persino coinvolto nello sviluppo del remdesivir, che le linee guida del NIH promuovono come «standard di cura» invece dell’HCQ.
Il Remdesivir costa 3.200 dollari a persona, ha un’efficacia discutibile ed è tossico per il fegato e i reni. Fino a poco tempo fa poteva essere somministrato solo ai pazienti ricoverati. Ma il remdesivir è stato un’avventura proficua: sia Baric dell’UNC che il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) di Fauci sono stati coinvolti nel suo sviluppo. L’obiettivo principale era bloccare l’HCQ, un farmaco orale poco costoso che poteva essere somministrato fin dall’inizio ai pazienti ambulatoriali per prevenire la progressione della malattia.
Baric sarebbe stato a conoscenza dell’efficacia dello zinco per la COVID-19 e avrebbe tenuto la bocca chiusa, ma ci sarebbe stato un insabbiamento ancora più grande che ha riguardato i trattamenti per il COVID-19. I Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) e i NIH avevano condotto esperimenti simili con la clorochina e l’HCQ, già in occasione del primo allarme per il virus della SARS nel 2003. Sapevano che i farmaci a base di clorochina potevano uccidere i coronavirus della SARS e della MERS (Sindrome respiratoria del Medio Oriente) in coltura tissutale, eppure le nostre agenzie di sanità pubblica non hanno mai informato il pubblico di questo fatto.
Sapevano anche del dosaggio sicuro; la clorochina ha funzionato per la SARS alle stesse dosi sicure utilizzate per la prevenzione della malaria. Il CDC lo sapeva già nel 2005, quando ha pubblicato un articolo intitolato «La clorochina è un potente inibitore dell’infezione e della diffusione del coronavirus della SARS». Ma il CDC non ne ha mai parlato durante la pandemia di COVID.
All’NIH, il NIAID di Fauci ha eseguito una serie di esperimenti simili ma più completi, testando i farmaci disponibili e riproposti sui coronavirus della SARS e della MERS, e ha pubblicato i risultati nel 2014. Ecco cosa hanno scoperto:
«66 dei farmaci esaminati si sono mostrati efficaci nell’inibire l’infezione da MERS-CoV o SARS-CoV in vitro e 27 di questi composti sono stati efficaci sia contro il MERS-CoV che contro il SARS-CoV. Questi dati… forniscono un approccio rapido per sostenere l’uso off-label di farmaci approvati».
Non solo la clorochina e l’HCQ impedivano la replicazione virale, ma lo facevano anche dozzine di altri farmaci autorizzati, elencati nella Tabella 2 del loro articolo! Tuttavia Fauci e il tutti gli altri degli NIH e del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti non hanno mai informato il pubblico.
Invece, Fauci ha fatto tutto il possibile per evitare che le prove dei benefici dell’HCQ raggiungessero il pubblico, arrivando a cancellare la sua stessa sperimentazione strettamente controllata sull’HCQ dopo che erano stati arruolati solo 20 dei 2.000 pazienti previsti.
Un realista rispetto ai complotti
Zev ha portato avanti la sua ricerca fino alla morte, concludendo infine:
«Non sono un complottista, ma un realista rispetto ai complotti. Mi sono reso conto che il successo del mio protocollo terapeutico – che salva vite umane – rappresentava una grave minaccia finanziaria per un gruppo onnipotente di persone i cui interessi erano serviti da protocolli ospedalieri che aumentavano i decessi».
«Perché allora», si è chiesto Zev, «c’è stata una campagna mediatica e politica coreografata e orchestrata per emarginare e diffamare questi farmaci, per spaventare la gente e privarla della speranza? Perché? Tutto ciò che dava speranza alla gente riduceva la paura…».
Nell’ultimo anno e mezzo, Zev ha criticato apertamente la campagna di vaccinazione di massa con farmaci mRNA. Ha criticato in particolare la spinta a vaccinare i bambini contro il COVID-19, dal momento che non c’è assolutamente alcuna giustificazione medica per vaccinare i bambini, che hanno un rischio praticamente nullo dalla malattia.
Aveva definito la politica di vaccinazione come un «sacrificio di bambini».
Nelle parole di Zev tratte dal film Doctors Orders, raccontate da Shabnam Palesa Mohamed:
«E questi sociopatici, c’è in serbo per loro una grande cosa. Pensano di essere degli dei, pensano di governare il mondo».
«Quindi che i giochi abbiano inizio. E non ho problemi a cadere in battaglia. Questa è la collina su cui dobbiamo morire, morire per questo. Perché, altrimenti, i nostri discendenti non avranno un posto dove respirare liberamente».
Nel suo ultimo videomessaggio dal letto di morte dell’ospedale, Zev ha avvertito che l’Organizzazione Mondiale della Sanità stava invadendo la sovranità delle Nazioni.
Ci ha esortato:
«Resistete al loro programma malvagio e alle campagne di paura, alle campagne di isolamento, alle campagne di maschere disumanizzanti. Continueranno a inviare un’ondata di paura dopo l’altra finché non ci decideremo a scacciare il male dal di dentro. Denunciate i falsi dei della tecnologia, della scienza, gli dei del governo corrotto, del denaro, del potere, della fama, e tornate con il cuore al nostro vero Creatore».
Poco prima di morire, Zev ha annunciato la formazione della Z Freedom Foundation, dedicata a continuare il suo importante lavoro.
E il 10 giugno ha chiesto a me (Vera Sharav), come a molti altri, di aiutare a diffondere la notizia del suo prossimo libro di memorie, intitolato Zelenko: come decapitare il serpente.
Vera Sharav, Meryl Nass e Josh Mittledorf
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Epidemie
Il Congo dichiara una nuova epidemia di Ebola

Almeno 16 persone, tra cui quattro operatori sanitari, sono morte a causa di una nuova epidemia del mortale virus Ebola nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), hanno annunciato le autorità del paese dell’Africa centrale.
Finora sono stati segnalati 28 casi sospetti nella provincia di Kasai e i test di laboratorio hanno confermato il ceppo zairese della malattia, ha affermato giovedì il ministero della Salute congolese in una nota.
«Il tasso di mortalità è stimato al 57%, anche se le indagini e le analisi di laboratorio continuano a definire la situazione», ha affermato il ministero, aggiungendo che gli ultimi casi segnano la 16a epidemia registrata nella Repubblica Democratica del Congo.
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Il governo ha dichiarato di aver schierato squadre di risposta rapida, supportate da esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), per potenziare la sorveglianza epidemiologica e istituire strutture di triage e isolamento.
L’Ebola, una febbre emorragica altamente contagiosa, si diffonde attraverso il contatto diretto con fluidi corporei o tessuti infetti. I sintomi includono spesso febbre alta, affaticamento, mal di testa, mal di gola, vomito, diarrea, eruzioni cutanee ed emorragie interne o esterne.
Il Congo ha registrato l’ultima volta il virus nel 2022 nella provincia di Equateur, dopo una devastante epidemia tra il 2018 e il 2020 che ha ucciso quasi 2.300 persone. Il paese, attualmente alle prese con un conflitto armato nelle sue province orientali ricche di minerali, alimentato dal gruppo ribelle M23, ha anche sperimentato gravi epidemie negli ultimi mesi, che vanno da quelle descritte come «misteriose» al virus Mpox , precedentemente noto come vaiolo delle scimmie.
L’OMS ha dichiarato che consegnerà due tonnellate di forniture, tra cui dispositivi di protezione individuale, attrezzature per laboratori mobili e medicinali, per sostenere Kinshasa. Ha aggiunto che il Congo dispone di una scorta di trattamenti e di 2.000 dosi del vaccino Ervebo, che saranno inviate nel Kasai per vaccinare i contatti e gli operatori sanitari in prima linea.
Come riportato da Renovatio 21, all’inizio di quest’anno, anche la vicina Uganda ha dichiarato una nuova epidemia di Ebola dopo che un’infermiera di 32 anni è morta per insufficienza multiorgano. L’OMS ha registrato 14 casi, di cui 12 confermati e due probabili, con quattro decessi.
Come riportato da Renovatio 21, la lotta in Congo tra le forze governative e i ribelli del gruppo M23 secondo molti sostenuto dal Ruanda, sta continuando in queste ore, con i ribelli ad accusare gli accordi di pace.
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Nel frattempo si consumano anche cruenti attacchi contro i villaggi cristiani, con diecine di morti.
Come riportato da Renovatio 21, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) aveva lanciato un allarme secondo cui gli scontri in corso nella città di Goma, nella Repubblica Democratica del Congo orientale, potrebbero causare la fuga di campioni di Ebola e di altri agenti patogeni da un laboratorio.
Come riportato da Renovatio 21, dichiarazioni di allarme simili sono state lanciate due anni fa dall’OMS anche nel caso del conflitto in Sudan, con rischi riguardo a biolaboratori che, abbiamo appreso, sono siti pure lì.
A maggio 2024 era emerso che scienziati cinesi hanno progettato in un laboratorio un virus con elementi dell’Ebola che ha ucciso un gruppo di criceti.
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Immagine di World Bank Photo via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Armi biologiche
I vaccini COVID «sono armi biologiche» che «hanno provocato danni profondi»: nuovo studio

Un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria suggerisce che il virus SARS-CoV-2 responsabile del COVID-19 mostra segni di «ingegneria deliberata» e che queste caratteristiche, tra cui la proteina spike presente anche nei vaccini mRNA contro il COVID-19, sono responsabili di danni alla salute diffusi a livello globale.
Lo studio, redatto da 11 esperti scientifici e legali, è stato pubblicato nell’edizione autunnale del Journal of American Physicians and Surgeons.
Gli autori sostengono che le caratteristiche artificiali del SARS-CoV-2 e dei vaccini mRNA contro il COVID-19 siano probabilmente il risultato di una controversa ricerca sull’acquisizione di funzione, in violazione della Convenzione delle Nazioni Unite sulle armi biologiche. La ricerca sul guadagno di funzione, che aumenta la trasmissibilità o la virulenza dei virus, è spesso utilizzata nello sviluppo dei vaccini.Secondo il documento, la diffusione del COVID-19, seguita dalla distribuzione dei vaccini a mRNA, ha provocato danni alla salute senza precedenti, che vanno da «malattie autoimmuni e catastrofi cardiovascolari a complicazioni della gravidanza e tumori aggressivi».
«Lungi dall’essere benigni, questi vaccini hanno provocato danni profondi, sconvolgendo quasi tutti gli apparati del corpo umano e contribuendo a livelli di morbilità e mortalità senza precedenti», afferma il documento. Il dottor Andrew Zywiec, primario presso Zywiec & Porter, è l’autore principale dello studio. Ha affermato che lo studio rivela un «modello di danno troppo costante e pervasivo per essere liquidato come casuale». «La tossicità sistemica scatenata da questi interventi, che si manifesta sotto forma di malattie autoimmuni, devastazioni cardiovascolari, tumori aggressivi e danni riproduttivi catastrofici, rappresenta non solo un fallimento della salute pubblica, ma un profondo tradimento della fiducia» ha aggiunto. Joseph Sansone, Ph.D., uno psicoterapeuta che ha intentato una causa per vietare i vaccini a mRNA in Florida, ha affermato che l’articolo è «estremamente significativo» in quanto è «il primo articolo di una rivista peer-reviewed che afferma che sia il COVID che le iniezioni di COVID violano la Convenzione sulle armi biologiche e che sia il COVID-19 che le iniezioni di COVID sono armi biologiche».Il virus SARS-CoV-2 è «indicativo di manipolazione di laboratorio»
Secondo l’articolo, il virus SARS-CoV-2 «presenta molteplici caratteristiche genomiche indicative di manipolazione di laboratorio», tra cui il sito di scissione della furina, che «aumenta l’infettività» e che è «assente nei virus simili alla SARS presenti in natura».
Diverse altre caratteristiche del virus SARS-CoV-2 «migliorano l’evasione immunologica e la trasmissibilità tramite aerosol», rendendo il virus «insolitamente resistente… e cinque volte più stabile nell’aria» rispetto ad altri virus respiratori.«Queste caratteristiche combinate, insieme ai modelli di mutazione del virus, sono una forte prova che il SARS-CoV-2 non avrebbe potuto evolversi naturalmente», afferma il documento.
L’articolo cita due articoli di riviste scientifiche sottoposte a revisione paritaria, redatti da scienziati militari, che affermano che il SARS-CoV-2 contiene «prove di manipolazione» che rendono il virus un «patogeno attraente» per le sue caratteristiche, che ricordano quelle di un’arma biologica.
Queste manipolazioni «rappresentano una violazione della Convenzione sulle armi biologiche», sostiene il documento. Promulgata nel 1975, la convenzione «proibisce di fatto lo sviluppo, la produzione, l’acquisizione, il trasferimento, lo stoccaggio e l’uso di armi biologiche e tossiche». È stata firmata da quasi 200 Paesi.Un articolo accusa Fauci di aver deliberatamente nascosto le origini del SARS-CoV-2
Secondo il documento, la ricerca sull’acquisizione di funzione implica «tecniche di manipolazione virale» che possono portare allo sviluppo di agenti patogeni vietati dalla convenzione. Tuttavia, il governo degli Stati Uniti, in particolare il National Institute of Allergy and Infectious Diseases, guidato dal dottor Anthony Fauci fino al 2022, è da tempo coinvolto nella ricerca sul guadagno di funzione, «inclusa una collaborazione di lunga data tra istituzioni finanziate dagli Stati Uniti e il Wuhan Institute of Virology» in Cina. I sostenitori della «teoria della fuga dal laboratorio» sulle origini del SARS-CoV-2 sostengono che la ricerca sul guadagno di funzione nel laboratorio di Wuhan e una successiva fuga di notizie abbiano portato allo scoppio dell’epidemia globale di COVID-19, che è stata insabbiata. Ad aprile, l’amministrazione Trump ha lanciato una nuova versione del sito web ufficiale del governo dedicato al COVID-19, presentando prove che il COVID-19 sia emerso a causa di una fuga di notizie dal laboratorio di Wuhan. La CIA, l’FBI, il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, il Congresso degli Stati Uniti e diverse agenzie di Intelligence straniere hanno avallato questa teoria. Il documento fa riferimento al Progetto DEFUSE, una proposta presentata dall’EcoHealth Alliance e dagli scienziati di Wuhan alla Defense Advanced Research Projects Agency degli Stati Uniti nel 2018. Sebbene la proposta sia stata respinta, descriveva la creazione di coronavirus con caratteristiche che ne aumentavano l’infettività, tra cui il sito di scissione della furina. EcoHealth Alliance e il suo ex presidente, il dottor Peter Daszak, hanno collaborato con i ricercatori di Wuhan. L’anno scorso, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti (HHS) ha sospeso tutti i finanziamenti per EcoHealth Alliance dopo aver scoperto che l’organizzazione non aveva monitorato adeguatamente gli esperimenti rischiosi sul coronavirus. Il documento afferma che Fauci e l’intelligence statunitense non hanno mai rivelato l’esistenza della ricerca. Al contrario, «hanno oscurato quella che è, di fatto, la prova dell’intenzione di produrre un virus molto simile a quello che ha causato la pandemia di COVID-19». L’articolo cita una teleconferenza del 1° febbraio 2020 con Fauci e importanti virologi, tra cui diversi coautori dell’ormai famigerato articolo «The proximal origin of SARS-CoV-2». L’articolo, che promuoveva l’origine naturale del COVID-19, è stato pubblicato su Nature Medicine nel marzo 2020. Sebbene diversi coautori di «Proximal Origin» abbiano espresso dubbi sul fatto che il SARS-CoV-2 si sia sviluppato naturalmente, Fauci «ha cercato di sopprimere» tali preoccupazioni durante la chiamata del 1° febbraio 2020. «Proximal Origin» è diventato uno degli articoli più citati del 2020, con oltre 6 milioni di accessi. Nel 2023, The Nation ha riportato che oltre 2.000 testate giornalistiche hanno citato l’articolo. Successivamente, il governo degli Stati Uniti, la comunità scientifica e i media hanno utilizzato il termine «origine prossimale» per promuovere la teoria «zoonotica» – o dell’origine naturale – dell’origine del SARS-CoV-2 e per screditare i sostenitori della «teoria della fuga di laboratorio». «L’occultamento deliberato di caratteristiche genomiche critiche ha ritardato la consapevolezza pubblica e gli sforzi di mitigazione della pandemia, consentendo potenzialmente una diffusione più ampia e un maggior numero di decessi», afferma il documento. A maggio, il presidente Donald Trump ha emesso un ordine esecutivo che ha sospeso la ricerca sul guadagno di funzione negli Stati Uniti per 120 giorni, in attesa dello sviluppo di un nuovo quadro normativo. Ha inoltre interrotto i finanziamenti statunitensi per tale ricerca in alcuni Paesi.La proteina Spike potrebbe causare danni irreversibili
Secondo gli autori dello studio, lo sviluppo del SARS-CoV-2 e delle caratteristiche del COVID-19 che presentano proprietà di acquisizione di funzione simili hanno causato danni significativi alla salute pubblica globale. Il documento fa riferimento alle statistiche del Defense Medical Epidemiology Database che mostrano un aumento significativo dell’incidenza di miocardite (151,4%), embolia polmonare (43,6%), disfunzione ovarica (34,9%), malattia ipertensiva (22,9%), sindrome di Guillain-Barré (14,9%), cancro esofageo (12,5%) e cancro al seno (7%) nel 2021, l’anno in cui i vaccini contro il COVID-19 sono stati distribuiti a livello globale. Ulteriori dati militari statunitensi citati nel documento mostrano «aumenti persistenti» di miocardite, cancro agli organi digestivi, cancro al cervello e altre lesioni tra il 2022 e il 2025. Anche i danni riproduttivi sono aumentati significativamente in seguito alla distribuzione dei vaccini contro il COVID-19, sostiene il documento. Cita dati provenienti da fonti quali il Vaccine Adverse Event Reporting System ( VAERS ), gestito dal governo statunitense, il rapporto di sorveglianza post-marketing di Pfizer del 2021 e i dati degli studi clinici di fase 2/3 per il suo vaccino contro il COVID-19, che mostrano un aumento di aborti spontanei, nati morti e decessi neonatali. Lo studio cita la proteina spike nei vaccini mRNA contro il COVID-19 come uno dei probabili fattori responsabili dell’aumento dell’incidenza di tumori e altre patologie negli ultimi anni. «L’espressione proteica prolungata, esemplificata dal rilevamento della proteina spike S1 oltre 700 giorni dopo la vaccinazione contro il COVID, sottolinea il potenziale di danni irreversibili», afferma il documento. Il documento sostiene che la soppressione di «trattamenti comprovati o promettenti» come l’idrossiclorochina a favore dell’obbligo vaccinale universale contro il COVID-19 – e la decisione politica di implementare la vaccinazione di massa durante la pandemia – hanno ulteriormente aggravato la salute pubblica globale e hanno avuto «effetti dannosi sulla fiducia del pubblico». Il documento è stato pubblicato proprio mentre la Food and Drug Administration statunitense, all’inizio di questa settimana, ha interrotto l’ampia autorizzazione dei vaccini contro il COVID-19, limitando le iniezioni alle persone ad alto rischio di contrarre la malattia grave. All’inizio di questo mese, l’HHS ha annunciato di aver cancellato quasi 500 milioni di dollari in contratti e sovvenzioni per lo sviluppo di vaccini a mRNA. Un numero crescente di scienziati ha chiesto la sospensione o il ritiro dei vaccini a mRNA. Gli autori dello studio hanno affermato che i loro risultati rafforzano queste richieste. «L’aumento delle malattie autoimmuni, dei tumori aggressivi, delle interruzioni di gravidanza, dei decessi cardiovascolari, della frammentazione sociale e dei rischi incombenti delle piattaforme avanzate di mRNA richiedono un’immediata sospensione dell’uso di vaccini a mRNA e di prodotti biologici, indagini approfondite sui motivi alla base di questa violazione senza precedenti della fiducia pubblica e misure robuste per ripristinare terapie sicure e pratiche etiche di salute pubblica» hanno affermato. La dottoressa Irene Mavrakakis, una delle coautrici dell’articolo e professoressa associata presso il dipartimento di Chirurgia del Philadelphia College of Osteopathic Medicine, ha affermato che l’articolo sostiene le richieste di «ritiro completo di tutti i vaccini e farmaci biologici contro il COVID-19 e di una moratoria su tutti i farmaci biologici a mRNA». La Mavrakakis ha anche chiesto che vengano «perseguiti penalmente i decisori che sono stati penalmente negligenti e hanno mancato ai loro doveri». Ha affermato che i produttori di vaccini dovrebbero essere privati dell’immunità di cui godono ai sensi del National Childhood Vaccine Injury Act del 1986 e del Public Readiness and Emergency Preparedness Act ( PREP Act ) del 2005. Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso Children’s Health Defense, concorda. Ha affermato che la ricerca sul guadagno di funzione «avrà sempre i suoi sostenitori», ma l’umanità si trova ad affrontare «rischi estremi e inevitabilmente paga un prezzo elevato per tale ricerca». «I laboratori possono avere perdite, e lo fanno», ha affermato. «Un singolo evento al Wuhan Institute of Virology alla fine del 2019 ha causato innumerevoli sofferenze e morti. Finché non saremo in grado di costruire un laboratorio a prova di perdite, non dovremmo assemblare virus che potrebbero devastare il mondo al suo interno». Michael Nevradakis Ph.D. © 29 agosto 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD. Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Epidemie
Caso di verme divoratore di carne umana in USA

Il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti (HHS) ha segnalato il primo caso umano di verme divoratore di carne umana associato ai viaggi nel Maryland, dopo il ritorno di un «paziente» da El Salvador. Lo riporta l’agenzia Reuters, citante il portavoce dell’HHS Andrew G. Nixon
Si tratta di una creatura chiamata New World screwworm (verme a vite del Nuovo Mondo), il cui nome scientifico è Cochliomyia hominivorax, conosciuta come «Mosca assassina», una specie di mosca parassita le cui larve (o vermi) mangiano i tessuti vivi degli animali a sangue caldo.
Non sono stati resi noti dettagli sullo status di immigrazione del paziente, sebbene sia importante sottolineare che il Maryland è una roccaforte dell’estrema sinistra del Partito Democratico USA e un Sanctuary State, uno Stato-rifugio per gli immigrati.
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Dal 2023, le larve di mosca assassina si stanno spostando verso nord dall’America Centrale attraverso il Messico, con un nuovo caso identificato a luglio a circa 400 miglia a sud del confine statunitense, a Veracruz. La risposta del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) è stata quella di chiudere le attività transfrontaliere dei porti di ingresso del bestiame negli Stati Uniti per mitigare la minaccia alla biosicurezza.
«L’HHS ha segnalato negli Stati Uniti il primo caso umano di parassita del Nuovo Mondo associato ai viaggi. I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) hanno confermato la presenza del parassita il 4 agosto in un paziente di ritorno da El Salvador» scrive Reuters. «Fonti del settore avevano precedentemente riferito a Reuters che il paziente proveniva dal Guatemala, e le email della Beef Alliance avevano diffuso questa versione ai responsabili dell’allevamento. L’HHS non ha chiarito la discrepanza».
L’HHS afferma che il rischio per la salute pubblica degli Stati Uniti è molto basso. Quest’anno non sono stati segnalati casi di contagio tra gli animali negli Stati Uniti.
Gli esseri umani possono sopravvivere alle infestazioni dal verme a vite del Nuovo Mondo con un trattamento adeguato, ma questo è il primo caso negli Stati Uniti che ha fatto scattare l’allarme tra i funzionari della sanità pubblica e l’industria del bestiame. Se non trattati, questi parassiti possono uccidere gli ospiti, come bovini, animali selvatici e animali domestici.
Il Segretario del dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America (USDA) Brooke Rollins ha recentemente annunciato i piani per un nuovo impianto sterile per mosche in Texas (base aerea miliare di Moore), ispirato alle passate campagne di eradicazione. La costruzione della struttura richiederà dai 2 ai 3 anni.
Anche il Messico sta costruendo un impianto per la produzione di mosche sterili da 51 milioni di dollari nel Sud. Attualmente, ne esiste solo uno (a Panama City), che produce 100 milioni di mosche sterili a settimana, ma ne serviranno 500 milioni per respingere le infestazioni fino al Darien Gap.
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L’USDA stima che un’epidemia di verme della vite senza fine del Texas potrebbe devastare l’industria bovina, causando perdite per 1,8 miliardi di dollari tra mortalità del bestiame, manodopera e costi di trattamento. La minaccia biologica arriva in un momento in cui il patrimonio bovino nazionale è il più piccolo degli ultimi 70 anni, i prezzi della carne bovina sono a livelli record e i margini di profitto degli allevamenti intensivi rimangono estremamente ridotti.
Una serie di fattori, tra cui la riduzione delle mandrie, la siccità e le tariffe doganali, sta facendo salire i prezzi della carne bovina nei supermercati a livelli record …
L’USDA classifica ufficialmente i vermi della vite come una «minaccia per la biosicurezza agricola» e, visti i recenti casi di cittadini cinesi sorpresi a introdurre clandestinamente funghi «agroterroristici» nel Paese, viene da chiedersi se questi parassiti potrebbero essere utilizzati come arma da parte di avversari stranieri per una guerra ibrida.
Come riportato da Renovatio 21, gli USA già in passato sono stati teatro di casi di batterio vibrio vulnificus, organismo noto per divorare la carne delle infezioni, detto anche batterio carnivoro. Parimenti, sono emersi altre creature inquietanti come l’ameba mangia cervello, segnalata nei fiumi del Nebraska e in Missouri.
Prioni sarebbero invece stati alla base anche di un’epidemia del 2019 di cervi-zombie: ai poveri ungulati, già martoriati dalle zecche portatrici di Lyme che ritengono il loro manto peloso il luogo migliore per accoppiarsi, viene «mangiato» il cervello da proteine infette, ingenerando così nelle tenere bestie cornute comportamenti di zomberia pura.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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