Connettiti con Renovato 21

Psicofarmaci

Problemi di salute mentale: la triste nuova normalità nei campus universitari USA

Pubblicato

il

 

 

 

Renovatio 21 pubblica questa traduzione su gentile concessione di Children’s Health Defense.

 

I campus universitari sono testimoni di livelli record di problemi di salute mentale degli studenti, che vanno da depressione e disturbi d’ansia a comportamenti autolesionistici o peggio. Un medico che scriveva qualche anno fa su Psychology Today ha affermato che non è né una «esagerazione» né «allarmismo» riconoscere che i giovani americani stanno vivendo «livelli di stress e psicopatologia più elevati che mai nella storia della nazione», con conseguenze che sono «difficili da sovrastimare».

 

Le difficoltà nei campus universitari sono manifestazioni delle problematiche che iniziano a compromettere la salute dei bambini americani in giovane età. Per esempio, molti studenti entrano all’università con un carico pesante di malattie croniche o una diagnosi di malattia mentale a insorgenza giovanile che li ha resi dipendenti da psicofarmaci o altri medicinali.

Molti studenti entrano all’università con un carico pesante di malattie croniche o una diagnosi di malattia mentale a insorgenza giovanile che li ha resi dipendenti da psicofarmaci o altri medicinali.

 

Anche la prevalenza infantile di diverse forme di deficit cognitivo è aumentata ed è associata a successive problematiche psichiche.

 

Inoltre, la maggior parte degli studenti americani è ora impreparata a livello accademico per la propria carriera universitaria, come dimostrato dai livelli storicamente bassi dei risultati nei test di valutazione standard. Una volta all’università, grandi proporzioni di studenti, sempre più caratterizzati come fragili dal punto di vista emotivo, incolpano problematiche psichiche di aver interferito in modo significativo con la loro capacità di rendimento.

 

I risultati di queste tendenze, tra cui l’aumento dei tassi di suicidio tra gli studenti e il calo dei tassi di completamento del college, sono di cattivo auspicio per il futuro dei giovani e della nostra nazione.

 

Ansia paralizzante e depressione

Un’indagine del 2018 presso 140 istituti di istruzione ha interpellato quasi 90.000 studenti universitari in merito alla loro salute negli ultimi 12 mesi. L’indagine ha rilevato che più di tre intervistati su cinque (63%) hanno riferito di aver vissuto «un’ansia opprimente» nell’ultimo anno, mentre due su cinque (42%) hanno riferito di sentirsi «così depressi da rendere difficile il lavoro». Gli studenti hanno anche riferito che ansia (27%), difficoltà di sonno (22%) e depressione (19%) hanno influenzato negativamente il loro rendimento scolastico.

Il 12% degli studenti universitari ha riferito di aver «seriamente considerato il suicidio»

 

Nello stesso sondaggio, il 12% degli studenti universitari ha riferito di aver «seriamente considerato il suicidio». Un altro studio, che ha riguardato studenti universitari con depressione, ansia e disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) che erano stati segnalati dai centri di consulenza universitaria per la valutazione psicofarmacologica, ha scoperto che la stessa percentuale, pari al 12%, aveva effettivamente compiuto almeno un tentativo di suicidio. La metà degli studenti di quest’ultimo studio aveva precedentemente ricevuto una prescrizione di farmaci, il più delle volte antidepressivi.

 

I college stanno sentendo la pressione, con una domanda crescente a livello nazionale di servizi per la salute mentale nei campus. Uno studio del Centro per la Salute Mentale Universitaria della Penn State ha riportato un aumento medio dal 30% al 40% nell’uso dei centri di consulenza da parte degli studenti tra il 2009 e il 2015, in un periodo in cui l’iscrizione è cresciuta solo del 5%. Secondo il rapporto della Penn State, «l’aumento della domanda è caratterizzato principalmente da una crescente frequenza di studenti con una prevalenza a lungo termine di indicatori di minaccia verso se stessi».

 

Vaccini per il college

«L’aumento della domanda è caratterizzato principalmente da una crescente frequenza di studenti con una prevalenza a lungo termine di indicatori di minaccia verso se stessi»

La maggior parte dei college si aspetta che i nuovi studenti abbiano ricevuto tutti i vaccini per l’infanzia consigliati dal CDC e che prima dell’immatricolazione al college aggiungano tutti i vaccini o le dosi che non abbiano effettuato in precedenza. In particolare, è probabile che le università sottolineino l’importanza del richiamo dei vaccini contro tetano – difterite – pertosse (Tdap) e morbillo – parotite – rosolia (MMR); il vaccino contro il papillomavirus umano (HPV); la vaccinazione anti meningococcica e i vaccini antinfluenzali annuali. 

 

È improbabile che le cliniche avvertano gli studenti universitari appena vaccinati sulle potenziali conseguenze negative da tenere d’occhio, ma due università (Penn State e Yale) hanno fatto notizia nel 2017 quando i loro ricercatori hanno pubblicato uno studio che mostrava una relazione temporale tra i disturbi neuropsichiatrici di nuova diagnosi e i vaccini ricevuti nei tre o dodici mesi precedenti.

I ricercatori hanno osservato un aumento dei disturbi mentali diagnosticati dopo la vaccinazione antinfluenzale

 

Anche se i ricercatori hanno analizzato le cartelle cliniche di bambini dai 6 ai 15 anni, non di studenti universitari, hanno trovato associazioni particolarmente forti per tre disturbi comuni nei campus universitari – anoressia nervosa, disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi d’ansia – e hanno osservato un aumento dei disturbi diagnosticati dopo la vaccinazione antinfluenzale (uno dei vaccini che gli studenti universitari hanno maggiori probabilità di subire). Hanno anche rilevato significative associazioni temporali che collegano la vaccinazione contro la meningite sia all’anoressia che ai tic cronici.

 

Per prendere le distanze da una implicazione eccessiva dei vaccini, questi ricercatori hanno successivamente proposto diversi meccanismi meno controversi per spiegare i loro risultati, compresa la presenza di fattori infiammatori o genetici predisponenti. Uno dei ricercatori ha persino suggerito che il «trauma» di essere «infilzato da un ago» potrebbe innescare esiti neuropsichiatrici avversi.

 

I ricercatori hanno anche rilevato significative associazioni temporali che collegano la vaccinazione contro la meningite sia all’anoressia che ai tic cronici

Questa assurda scappatoia ignora notevoli prove sperimentali sia sugli animali che sull’uomo che collegano le risposte immunitarie prodotte dai vaccini (e dagli adiuvanti vaccinali) a manifestazioni avverse per la salute mentale.

 

Infatti, alcuni ricercatori vaccinano animali o persone sane solo per studiare questo fenomeno. Per esempio:

 

  • Uno studio ha intenzionalmente iniettato ai topi il vaccino usato contro la tubercolosi (vaccino BCG) per indurre un «comportamento depressivo», scoprendo che la depressione indotta dal vaccino era resistente al trattamento con antidepressivi standard. 

 

La depressione indotta nei topi  dal vaccino per la tubercolosi era resistente al trattamento con antidepressivi standard

  • Un altro studio sui topi ha rilevato che sia gli antigeni che l’adiuvante di alluminio del vaccino Gardasil contro l’HPV producevano anomalie comportamentali, compresa la depressione, significativamente maggiori nei topi esposti rispetto ai topi non esposti.

 

  • Ricercatori dell’Università della California hanno seguito studenti universitari sani per una settimana prima e dopo la vaccinazione antinfluenzale; in assenza di sintomi fisici, hanno rilevato un aumento dell’infiammazione post-vaccinazione che era associata a un maggior numero di disturbi dell’umore, in particolare «umore depresso e sintomi cognitivi».

 

Secondo lo studio gli antigeni e l’adiuvante a base di alluminio del vaccino Gardasil contro l’HPV producevano anomalie comportamentali, compresa la depressione

  • Un altro studio sulla vaccinazione antinfluenzale ha confrontato i destinatari del vaccino che avevano depressione e ansia preesistenti con destinatari «mentalmente sani», riscontrando che entrambi i gruppi avevano un «effetto positivo ridotto» dopo la vaccinazione; tuttavia, l’impatto del vaccino sull’umore era «più pronunciato per quelli con ansia o depressione».

 

  • Neuroscienziati a Oxford hanno iniettato giovani adulti sani con vaccino antitifico per esplorare «il legame tra infiammazione, sonno e depressione» e hanno scoperto che il vaccino «ha prodotto una compromissione significativa in diversa misura della continuità del sonno» nel gruppo di vaccino rispetto al placebo; i ricercatori hanno notato nelle loro conclusioni che il sonno alterato è sia un «segno distintivo» che «predittivo» della depressione grave.

 

Secondo neuroscienziati di Oxford il vaccino «ha prodotto una compromissione significativa in diversa misura della continuità del sonno»

  • Un altro gruppo di ricercatori britannici, che ha analogamente iniettato giovani maschi adulti sani con il vaccino contro il tifo, ha scoperto che, in poche ore, il vaccino aveva prodotto deficit cognitivo-sociali misurabili.

 

È interessante notare che uno studio condotto nel 2014 ha scoperto che gli effetti del vaccino sulla salute mentale possono influire in entrambi i sensi.

 

I ricercatori che hanno valutato depressione e ansia (e altre condizioni) in bambini di 11 anni, prima e fino a sei mesi dopo la vaccinazione di routine, hanno scoperto che i bambini che hanno riportato più sintomi iniziali di depressione e ansia avevano una risposta vaccinale più forte (definita da «risposte anticorpali elevate e durevolmente più alte») e che questa associazione è rimasta anche dopo il controllo per i fattori confondenti. Dato che questo tipo di risposta eccessiva al vaccino può essere foriera di autoimmunità, alcuni ricercatori hanno sollecitato una maggiore attenzione a questi effetti «bidirezionali».

 

Un gruppo di ricercatori britannici ha analogamente iniettato giovani maschi adulti sani con il vaccino contro il tifo e ha scoperto che, in poche ore, il vaccino aveva prodotto deficit cognitivo-sociali misurabili

Spazi sicuri o vaccini sicuri?

Mentre gli «spazi sicuri» si moltiplicano nei campus universitari e le istituzioni private d’élite offrono stupidi corsi per i crediti come «Sociologia di Miley Cyrus» o «Iniziare Dungeons and Dragons», è il momento di fare il punto sulle sfide sanitarie – sia mentali che fisiche – che stanno sabotando le possibilità di successo degli studenti universitari.

 

I ricercatori hanno già notato un inquietante disallineamento tra le capacità cognitive disponibili e i tipi di abilità analitico-cognitive «non routinarie» di cui la nostra nazione avrà sempre più bisogno in futuro.

 

Mentre variabili come il debito studentesco certamente incidono sui fattori di stress degli studenti universitari, ci prendiamo in giro se non consideriamo il possibile effetto di un carico cumulativo di vaccini nei bambini che ricevono decine di dosi entro i 18 anni, a cui se ne aggiungono altri ancora quando i ragazzi vanno all’università.

 

 

© 13 giugno 2019, Children’s Health Defense, Inc. Questo lavoro è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

Continua a leggere

Psicofarmaci

Delitto nella chiesa abbandonata di Aosta, il sospettato «usa farmaci contro la depressione»

Pubblicato

il

Da

Il ragazzo sospettato del delitto nella chiesa abbandonata di Equilivaz, in provincia di Aosta, dove è stata trovata una ragazza sgozzata e pugnalata, ha avuto un malore mentre veniva portato nel palazzo di Giustizia di Grenoble, città francese appena dopo il confine.

 

Il malore, scrivono i giornali, si è avuto poco prima dell’udienza per la sua eventuale estradizione in Italia. Il giovane di famiglia nordafricana residente in Italia, respinge ogni accusa.

 

Nell’impossibilità di procedere senza l’indagato, l’udienza presso la chambre d’instruction della Corte d’Appello di Grenoble è stata rimandata al 25 aprile.

 

Il ragazzo è stato portato in ospedale.

 

«Giudici e avvocato ipotizzano possa aver assunto una dose eccessiva di farmaci antidepressivi» scrive l’ANSA. «Durante l’udienza – riporta la stampa francese –il suo legale e la corte hanno riferito che il ragazzo segue un trattamento farmacologico antidepressivo: il malore potrebbe essere legato a un sovradosaggio».

Sostieni Renovatio 21

La domanda che vorremmo porre – anche questa volta – è: gli psicofarmaci il ragazzo li prendeva anche prima di essere arrestato?

 

Perché, ricordiamo anche come nell’altro caso con al centro una ragazza morta – il caso Cecchettin, che per qualche ragione ha avuto molta più eco di questo – ad un certo punto siano saltate fuori le droghe psichiatriche per il sospettato. In carcere infatti, Filippo Turetta ha chiesto psicofarmaci. Anche allora, come oggi, ci chiediamo se non ne stesse già assumendo anche prima.

 

Renovatio 21 ha scritto giorni, quando ancora non era stato trovato ed arrestato il ragazzo, fa che la pista del «femminicidio satanico-patriarcale», buttata lì forse pavlovianamente da qualche giornale, sarebbe presto sparita.

 

Ebbene, abbiamo certezza del fatto che la pista sul possibile ruolo delle psicodroghe mediche in questa tragedia non solo sparirà, ma nemmeno verrà mai presa in considerazione.

 

Nonostante il volume immenso di storie in merito, il muro sulla violenza estrema come possibile effetto collaterale degli psicofarmaci non è ancora crollato. Di conseguenza, stragi iniziate in farmacia, sotto precisa prescrizione del medico, continueranno ovunque.

 

L’importante, a questo punto, è semplicemente che qualcuno tenga nota. Il lettore, se è arrivato fino a questo punto, è nel club.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine screenshot da YouTube

Continua a leggere

Psicofarmaci

Sparatoria in una scuola in Finlandia. Ci diranno mai quali farmaci prendeva l’assassino dodicenne?

Pubblicato

il

Da

Una sparatoria è avvenuta martedì mattina in una scuola secondaria inferiore nella città di Vantaa, a nord di Helsinki. Il perpetratore sospettato è un preadolescente, ora preso in custodia dopo aver ucciso un compagno di classe e averne feriti altri due.   Come l’assassino, tutte le vittime avevano 12 anni.   Il sospettato, che secondo la polizia si è trasferito alla scuola l’anno scorso, è stato trovato martedì fuori dall’edificio con in mano una rivoltella. Dopo la sparatoria, ma prima dell’arrivo degli agenti, avrebbe usato l’arma per minacciare gli studenti che stavano andando in un’altra scuola.

Sostieni Renovatio 21

Includendo l’incidente di martedì, la Finlandia – Paese i cui cittadini godono di ampia possibilità di armarsi, come negli USA – ha registrato solo quattro sparatorie nelle scuole nella sua storia. La peggiore avvenne nel 2008, quando uno studente universitario uccise nove studenti e un insegnante di un’università politecnica nella città di Kauhajoki, prima di puntare contro se stesso la sua arma, una pistola semiautomatica.   Un anno prima, uno studente delle superiori aveva ucciso a colpi di arma da fuoco sei alunni, un’infermiera scolastica e il suo preside nella città di Jokela. Anche l’aggressore si era suicidato dopo la sua furia.   Il governo finlandese aveva risposto alle due sparatorie innalzando l’età minima per il possesso di armi da fuoco a 18 anni e imponendo controlli sui precedenti personali degli acquirenti di armi. Tuttavia, la caccia è un passatempo popolare in Finlandia, e i quindicenni possono ancora ottenere un permesso per usare legalmente le armi da fuoco di altre persone con il permesso dei genitori.   Sebbene la Finlandia abbia l’ottavo tasso più alto al mondo di possesso di armi da parte dei civili, gli omicidi legati ad armi da fuoco sono rari. Secondo i dati delle Nazioni Unite, la Finlandia ha un tasso di omicidi dovuti ad armi da fuoco pari a 0,09 morti ogni 100.000 persone, quasi cinque volte inferiore a quello della vicina Svezia (0,44 ogni 100.000).   Pare chiaro quindi che, a differenza di quanto dicono quelli del Partito Democratico in USA e in Italia come altrove, non è l’accesso alle armi che crea il problema delle sparatorie massive.   «È stato confermato che il movente dell’atto è il bullismo», ha dichiarato il giorno successivo la polizia nazionale in un comunicato. «Il sospettato ha affermato durante gli interrogatori di essere stato vittima di bullismo e questa informazione è stata confermata anche durante le indagini preliminari della polizia», ​​continua la nota.   Tuttavia il bullismo potrebbe non essere l’unico fattore motivante del progetto omicida del bambino.   Come da sempre insiste Renovatio 21, è sempre bene chiedersi se il perpetratore assumesse farmaci psichiatrici. L’uso di psicodroghe legali – diffuse tra milioni di cittadini anche in Italia – potrebbe influire sulla mente del paziente in modo paradosso, come dice lo stesso foglietto illustrativo negli USA, generando propositi «suicidari».   Come tali propositi di morte possano essere rivolti solo contro se stessi, e non solo contro coloro che fanno parte del mondo interiore della persona (i genitori, i fratelli, i compagni di scuola, gli insegnanti, i colleghi, i fedeli della parrocchia o perfino persone distanti ma che fanno parte delle ossessioni insorte, come le persone di altri gruppi, altre razze, o i passanti in generale) non riusciamo a capire come si possa dire. Di fatto, molte di queste stragi si concludono, appunto con un suicidio.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Una quantità di casi del genere ha visto la presenza di psicofarmaci, in particolare quelli di tipo SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) negli eccidi improvvisi.   È davvero difficile, in questi casi, che il nome del farmaco salti fuori, anche se le forze dell’ordine, scandagliando per prima cosa l’armadietto dei medicinali a casa del presunto killer, potrebbero saperlo da subito. C’è anche da considerare che anche qualora le indagini facessero filtrare qualcosa alla stampa, il giornalista e il suo direttore, che tengono al loro stipendio, prima di mettersi contro un immane business di Big Pharma (e gli ordini dei medici… e la sanità tutta) ci pensano due o tre volte.   Volete degli esempi?   Eric Harris, il perpetratore del massacro della scuola Columbine (1999) era sotto Zoloft, cioè la sertralina, ed anche Luvox, fluvoxamina.   Un anno prima, un quindicenne di nome Kip Kinkel ha sparato ai suoi genitori e a dozzine di compagni di classe: era sotto fluoxetina, cioè Prozac.   Nel 2005, un sedicenne di nome Jeff Weise ha ucciso suo nonno e dieci bambini in Minnesota. Prozac.   Idem per il 27enne Steven Kazmierczak che ha ucciso sei persone alla Northern Illinois University (2008). Fluoxetina.   Ricorderete il massacro di Aurora, in Texas, nel 2012, quando un tizio vestito da Joker entrò in un cinema dove proiettavano l’ultimo Batman e massacrò 82 spettatori: si trattava del 25enne James Holmes, che era sotto Zoloft.   La lista è molto più lunga, e l’abbia dettagliata in tanti altri articoli. E quindi, anche in quest’ultima tragedia in Finlandia, domandiamo: è possibile che per curare la tristezza del bambino bullizzato, i dottori abbiano iniziato a fargli assumere psicodroghe?

Aiuta Renovatio 21

Va ricordato che casi recenti di cronaca nera italiana di primo piano, come quello della ragazza veneta uccisa, hanno visto l’ex fidanzato sospettato della morte chiedere psicofarmaci in carcere.   Lo stesso dicasi per un caso di omicidio nella Milano bene, dove l’uomo arrestato – sospettato di matricidio – sarebbe stato sotto psicofarmaci, scrissero i giornali.   E non parliamo dei casi di aerei passeggeri improvvisamente gettati al suolo dai piloti. Sappiamo che nel tragico caso Germanwings (2015), il copilota, che si chiuse dentro la cabina e schiantò il velivolo con 300 persone sulle Alpi francesi, era sotto SSRI – considerati dalle autorità sanitarie mondiali come «sicuri» per piloti ed automobilisti.   Come riportato da Renovatio 21, alla lista degli stragisti da farmaco ora si stanno aggiungendo sempre più transessuali, dove oltre agli psicofarmaci c’è da considerare anche l’effetto psichico dell’assunzione di testosterone sintetico: il caso del massacro di bambini e adulti nella scuola presbiteriana del Tennessee dell’anno scorso ad opera di una ragazza che stava effettuando una «transizione» al sesso maschile racconta proprio di questo problema.   La domanda rimane: se negli USA vi sono 500 sparatorie massive ogni anno, la colpa non è che va assegnata al fatto che si tratta del popolo più psicofarmaceutico del pianeta, dove delle droghe psichiatriche si può fare anche la pubblicità?   L’idea avanza, tra la censura di media e probabilmente social media. Il muro su questo orrore, prima o poi, crollerà.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
 
Continua a leggere

Pensiero

Cosa c’è dietro la strage di Praga?

Pubblicato

il

Da

La polizia ceca ha identificato come autore della sparatoria di massa che ha provocato la morte di 14 persone giovedì a Praga come David K., uno studente di 24 anni, avrebbe ucciso suo padre giovedì nella sua città natale di Kladno, prima di recarsi nella capitale ceca per una missione di morte massiva conclusa con il suicidio.

 

I media cechi in seguito hanno detto che il nome esteso del presunto assassino è David Kozak e hanno pubblicato la sua foto.

 

Il presidente della polizia Martin Vondrasek ha detto ai giornalisti che Kozak ha pubblicato una serie di post sui social media prima della sua furia ed è stato «ispirato da un evento terribile simile all’estero», senza rivelare ulteriori dettagli. L’assassino «diceva che voleva uccidersi», ha aggiunto Vondrasek.

 

Tuttavia, i media cechi hanno portato alla luce screenshot di un account Telegram apparentemente aperto da Kozak all’inizio di questo mese.

 

In un post in lingua russa del 9 dicembre, Kozak avrebbe affermato che avrebbe utilizzato la piattaforma come «diario mentre mi avvicino a una sparatoria a scuola».

 

Sostieni Renovatio 21

In una serie di aggiornamenti del 10 dicembre, il poster si è presentato come «David» e ha detto che «vuole fare una sparatoria a scuola e possibilmente suicidarsi», nominando gli assassini della scuola russa Alina Afanaskina e Ilnaz Galyaviev come ispiratori della sua follia omicida.

 

 

«Ho sempre desiderato uccidere, pensavo che in futuro sarei diventata un maniaco», si legge nel post. «Poi, quando Ilnaz ha agito, ho capito che era molto più redditizio fare omicidi di massa che seriali. Alina è diventata l’ultimo punto. Era come se fosse venuta in mio aiuto dal cielo giusto in tempo».

 

Kozak era uno studente della Università Carolina, ha detto la polizia. Secondo i media cechi, ha studiato storia e ha vinto un premio per la sua tesi di laurea nel 2018.

 

La polizia ha detto che Kozak è stato «eliminato» nell’edificio dell’università dove è iniziata la sua furia. Tuttavia, non è chiaro se sia stato colpito da un proiettile della polizia o se abbia puntato la pistola contro se stesso, ha osservato Vondrasek.

 

 

Kozak era stato avvistato mentre brandiva un fucile sul tetto dell’edificio poco prima della sua morte, e il sindaco di Praga Bohuslav Svoboda ha affermato che l’assassino è caduto mortalmente.

 

La polizia ha detto che Kozak possedeva legalmente più armi da fuoco. Il possesso di armi è comune nella Repubblica Ceca e la costituzione del Paese garantisce il diritto di portare armi e usarle per legittima difesa.

 

La piazza Jan Palach di Praga, dove si trova l’edificio universitario, è rimasta chiusa al pubblico fino a mezzanotte mentre continuano le indagini della polizia. Quando l’edificio è stato evacuato, gli agenti hanno trovato 14 vittime morte e almeno altre 25 ferite.

 

I resoconti dei media avevano suggerito che Kozak potesse aver piazzato degli esplosivi nell’edificio, tuttavia il ministro degli Interni Vit Rakusan ha detto ai giornalisti che il pubblico «non è in pericolo immediato».

 

L’attacco è la peggiore sparatoria della recente storia ceca. Sebbene la Costituzione ceca garantisca il diritto di portare armi e usarle per legittima difesa, i crimini legati alle armi da fuoco sono rari e il paese registra ogni anno meno omicidi con armi da fuoco rispetto a Francia, Australia e Paesi Bassi.

 

Più recentemente, un uomo ha ucciso sei persone nella sala d’attesa di un ospedale nella città di Ostrava nel 2019 prima di puntare la pistola contro se stesso, mentre otto persone sono state uccise in un incidente simile in un ristorante nella città di Uhersky Brod nel 2015.

 

Lo spree – cioè la furia omicida – del Kozak sarebbe iniziata, secondo quanto viene ora suggerito, la settimana prima. Il 15 dicembre 2023, un padre di 32 anni e la sua figlia di due mesi in un passeggino sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco nella foresta di Klanovice, alla periferia orientale di Praga. La polizia ha condotto una perquisizione dettagliata dell’intera foresta con centinaia di agenti, mentre è stata istituita una task force speciale per trovare l’autore del reato. Il 20 dicembre, la polizia ha affermato di non avere piste sul caso ma di continuare a cercare l’autore del reato.

 

Il sito web sulle armi da fuoco zbrojnice.com aveva notato una somiglianza del caso con gli omicidi del «Assassino della Foresta» del 2005, in cui un ex agente di polizia uccise tre vittime a caso nelle foreste in preparazione di un omicidio di massa pianificato nella metropolitana di Praga, che fu impedito dal suo arresto anticipato; l’articolo si concludeva con un appello ai lettori affinché rimanessero vigili e portassero le armi da fuoco nascoste.

 

Cinque ore dopo l’attacco all’università, la polizia ha diffuso l’informazione di aver trovato prove nella casa di David Kozak che lo collegavano agli omicidi della foresta di Klanovice. In una conferenza stampa il 22 dicembre, l’investigatore capo della prima unità anticrimine generale di Praga ha dichiarato che Kozak era uno dei circa 4.000 sospettati nel caso della foresta di Klanovice.

 

Tuttavia, poiché viveva nella Boemia centrale, mancavano pochi giorni per impedire la sparatoria. La Boemia centrale è una regione separata dalla città di Praga e ogni regione del paese ha una direzione di polizia separata. Più tardi quello stesso giorno, la polizia ha confermato che un’arma da fuoco trovata a casa di Kozák era stata confrontata balisticamente con i proiettili usati negli omicidi nella foresta di Klanovice. Il 27 dicembre 2023, la testata Denik N ha riferito che gli investigatori della polizia avevano trovato una lettera a casa di Kozak in cui questi confessava gli omicidi avvenuti nella foresta di Klanovice.

 

Kozak aveva iniziato la sua ultima giornata con il parricidio: come in tanti casi che abbiamo imparato purtroppo a conoscere, l’assassino sembra dapprima accanirsi su quello che gli è più vicino.

 

Il 21 dicembre 2023 alle 12:20, la polizia della Boemia centrale era stata allertata dalla madre di Kozak, la quale ha affermato di aver ricevuto un messaggio da un amico secondo cui suo figlio stava progettando di togliersi la vita e che era in viaggio dalla sua città natale di Hostoun a Praga. Alle 12:45 la polizia trovava il corpo del padre di Kozak nella sua casa. Secondo quanto riportato, una perquisizione approfondita della casa era ostacolata da ordigni esplosivi improvvisati.

 

La polizia ha scoperto che Kozak era uno studente della Facoltà di Lettere dell’Università Carolina. Un mandato di perquisizione è stato emesso e pubblicato subito dopo; il mandato indicava che Kozak era armato e pericoloso. La polizia aveva inoltre avviato un’operazione di sicurezza all’aeroporto Váaclav Havel di Praga, dove il padre di Kozak lavorava nel dipartimento di sicurezza dell’aeroporto.

 

Aiuta Renovatio 21

L’attacco è stato l’omicidio di massa più mortale avvenuto nella Repubblica Ceca dalla sua indipendenza nel 1993, superando l’attacco incendiario di Bohumín del 2020. È stata una delle sparatorie di massa più sanguinose avvenute in Europa dal massacro al teatro Bataclan del 2015 a Parigi.

 

La domanda che ci facciamo è sempre la stessa: il Kozak era stato «curato» con droghe psichiatriche? C’è uno psicofarmaco dietro ad un’alterazione della sua mente tale da portarlo verso un desiderio di distruzione totale, specie delle cose che gli sono più vicine (la famiglia, l’Università)?

 

È possibile che la psicofarmaceutica, la cui possibilità di suicidio come effetto collaterale sono note e perfino inserite nei bugiardini, abbia indotto la prospettiva pantoclastica assassina?

 

Il problema va posto soprattutto perché né psichiatri, né sociologi, né giornalisti sono in grado di spiegare perché questi personaggi si concentrino proprio sulle scuole – e questo in ogni Paese, dagli USA alla Russia alla Repubblica Ceca. Come se qualcosa invertisse nella mente del killer la legge naturale: ciò che ti è caro, ciò che è buono, ciò che è innocente, deve essere massacrato.

 

Quanti morti dobbiamo ancora aspettare prima di avere qualche risposta?

 

Quanto dobbiamo temere che ciò possa ripetersi nella scuola dei nostri figli?

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21



Immagine screenshot da Twitter

Continua a leggere

Più popolari