Geopolitica
Trump: Israele ha accettato la «linea di ritiro» a Gaza

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che Israele ha accettato di ritirare le sue forze militari sulla linea occupata prima dell’ampia offensiva lanciata su Gaza City il mese scorso.
Se confermata, questa concessione rientrerebbe in un accordo proposto con Hamas, che prevederebbe la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani ancora detenuti.
«Quando Hamas darà la sua conferma, il cessate il fuoco avrà effetto IMMEDIATAMENTE, inizierà lo scambio di ostaggi e prigionieri e si creeranno le condizioni per la successiva fase di ritiro, che ci avvicinerà alla fine di questa CATASTROFE MILLENARIA. Grazie per l’attenzione a questa questione e, RIMANETE SINTONIZZATI!» ha scritto Trump sabato sulla sua piattaforma Truth Social.
La mappa condivisa da Trump mostra la linea di ritiro iniziale, che coincide approssimativamente con la linea di controllo dell’esercito israeliano prima dell’offensiva su Gaza City. Secondo il Times of Israel, all’epoca le Forze di Difesa Israeliane (IDF) controllavano circa il 70% dell’enclave.
L’IDF avevano precedentemente dichiarato che avrebbero limitato le loro operazioni a «manovre difensive», dato che sia Israele sia Hamas avevano provvisoriamente accettato il piano di Trump per uno scambio di prigionieri.
In un discorso televisivo sabato sera, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso la speranza che gli ostaggi possano essere rilasciati nei prossimi giorni, mentre le IDF rimangono a Gaza.
Gaza si estende su 365 chilometri quadrati, circa le dimensioni di Detroit, nel Michigan, e prima del conflitto ospitava oltre 2 milioni di persone.
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Immagine di IDF Spokesperson’s Unit via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Geopolitica
Il trattato di partenariato strategico globale Iran-Russia è ora in vigore

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Geopolitica
Il vincitore delle elezioni ceche Babis: l’Ucraina non è pronta per l’UE

L’Ucraina non è al momento pronta per entrare nell’Unione Europea, ha dichiarato il miliardario Andrej Babis dopo la vittoria del suo partito di destra ANO alle elezioni parlamentari nella Repubblica Ceca.
ANO ha conquistato il 34,51% dei voti nelle elezioni tenutesi venerdì e sabato, superando di oltre l’11% la coalizione Spolu (Insieme), guidata dal primo ministro ceco Petr Fiala, noto sostenitore di Kiev nel conflitto con la Russia.
Subito dopo l’annuncio dei risultati preliminari, sabato sera, un giornalista dell’emittente ucraina Suspilne ha chiesto a Babis se intendesse appoggiare l’adesione di Kiev all’UE una volta tornato alla guida del governo ceco, ruolo che aveva ricoperto dal 2017 al 2021.
«Ma non siete pronti per l’UE. Prima dobbiamo porre fine alla guerra. Certo, possiamo collaborare con l’Ucraina, ma non siete pronti per l’UE», ha risposto.
Babis ha poi ribadito un impegno preso in campagna elettorale: Praga cesserà di fornire aiuti diretti a Kiev. «Stiamo sostenendo l’Ucraina tramite l’UE. L’Unione Europea aiuta l’Ucraina, e questo è previsto dal bilancio europeo, dal prossimo bilancio, al quale contribuiamo con ingenti somme. È così che continueremo ad aiutare», ha chiarito il vincitore della tornata elettorale ceca.
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Il leader di ANO ha inoltre espresso scetticismo sull’iniziativa per la fornitura di munizioni a Kiev, promossa dal presidente ceco Petr Pavel, dichiarando che «nessuno dovrebbe trarre profitto dalla guerra. Dovremmo essere coordinati dalla NATO».
Kiev ha ottenuto lo status di Paese candidato all’UE pochi mesi dopo l’escalation del conflitto in Ucraina nel 2022. All’inizio di questa settimana, il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha chiesto di accelerare i negoziati di adesione con Bruxelles, sottolineando ai leader dell’UE la necessità di «progressi concreti».
Anche l’Ungheria di Vittorio Orban rigetta l’idea di Kiev nella UE, perché, dice, trascinerebbe in guerra l’intero blocco. Parimenti, Budapest rifiuta l’adesione dell’Ucraina alla NATO, evento che significherebbe, secondo il premier magiaro, «la Terza Guerra Mondiale».
Orban si è immediatamente congratulato con Babis per la sua elezione. Considerando le identiche posizioni del premier slovacco Robert Fico (già oggetto di un tentativo di assassinio), si è di fatto rassodato un blocco mittel-esteuropeo di nazioni ucraino-scettiche.
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Immagine di Martin Strachoň via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Geopolitica
Russia e Cina sollevano il problema del traffico di armi e della politica antidroga degli Stati Uniti nei confronti di Haiti

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