Sorveglianza
Banca canadese chiude i conti dell’avvocato dei camionisti antivaccino
La Royal Bank of Canada sta chiudendo i conti di un avvocato della Freedom Convoy a causa di «preoccupazioni di rischio». Lo riporta LifeSite.
In un post del 23 luglio su X, Eva Chipiuk, consulente legale di Freedom Convoy, ha rivelato che la Royal Bank of Canada (RBC) ha interrotto il rapporto bancario con lei, citando «preoccupazioni legate al rischio» dovute ad «attività recenti» che andavano oltre la «propensione al rischio dei clienti».
«In quanto istituto finanziario regolamentato a livello federale, RBC è tenuta per legge a conformarsi alla legislazione vigente», si leggeva nella lettera pubblicata su X. «Queste leggi impongono l’implementazione di determinati processi e procedure che supportano direttamente la formulazione delle posizioni di RBC in materia di rischio».
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«Dopo un’attenta valutazione, siamo spiacenti di comunicarvi che la recente attività sui vostri conti è al di fuori della propensione al rischio della clientela di RBC e, di conseguenza, non siamo più in grado di continuare il nostro rapporto bancario con voi», ha proseguito.
La decisione è stata presa in seguito a una transazione Bitcoin segnalata, in seguito alla quale la RBC ha congelato il suo account e le ha posto domande sulle sue attività in criptovaluta, che lei ha descritto al Western Standard come «strane e degradanti».
La banca le diede tempo fino al 18 agosto 2025 per trovare un nuovo istituto finanziario, facendo riferimento in modo criptico alla conformità alle normative federali ma senza fornire alcuna legge specifica o spiegazione dettagliata.
Chipiuk, che ha espresso apertamente le sue critiche alle istituzioni canadesi, ha ipotizzato che il debanking potrebbe essere collegato al suo coinvolgimento nel Freedom Convoy o alla sua posizione pubblica.
Molti canadesi hanno reagito alla notizia online, denunciando il comportamento tirannico del governo e invitando i canadesi a investire il proprio denaro in bitcoin e nelle criptovalute.
«Si tratta di un comportamento sfacciato e sconcertante da parte di @RBC nei confronti di @echipiuk», ha scritto su X il membro del Parlamento provinciale dell’Ontario (MPP) Randy Hillier.
«Eva è un’avvocatessa molto nota in Canada ed è stata privata del suo conto bancario a quanto pare perché rappresenta un ‘rischio'”, ha continuato. “Sembra che, poiché usa le criptovalute ed è una nota sostenitrice della libertà, non possa avere un conto in banca».
«Nota bene! Ognuna delle cinque banche canadesi detiene una quota importante l’una nell’altra», ha avvertito. «Le banche stanno diventando pericolose per i canadesi e le cooperative di credito rappresentano un’alternativa più sicura e migliore».
Questa mossa ricorda quella delle principali banche canadesi che hanno congelato i fondi di coloro che hanno donato al Freedom Convoy del 2022, sotto la direzione dell’ex Primo Ministro Justin Trudeau.
Facendo ricorso all’Emergencies Act, successivamente ritenuto ingiustificato, il governo Trudeau prese la misura senza precedenti di congelare i conti bancari di centinaia di persone che avevano donato e simpatizzato con gli autotrasportatori per un valore di quasi 8 milioni di dollari.
Come riportato da Renovatio 21, a marzo era stato condannato a tre mesi di domiciliari uno dei leader dei camionisti antivaccinisti.
Altri due organizzatori, Tamara Lich e Chris Barber, stanno aspettando l’esito dei loro processi. Le proteste del febbraio 2022, soprannominate Freedom Convoy, sono state scatenate da un obbligo vaccinale del governo canadese per gli autotrasportatori che attraversano il confine tra Stati Uniti e Canada.
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Il premier Trudeau in quei giorni fuggì dalla capitale ed emise video-comunicati in cui insultava i camionisti come nazisti – per uno strano rivolgimento storico, mesi dopo avrebbe portato in Parlamento, e applaudito sonoramente, un vero veterano ucraino nazista.
Politici di Ottawa invocarono lo stato di emergenza definendo i camionisti come «terroristi» e la protesta come una «insurrezione». La rivolta terminò con molestie da parte della polizia e arresti di massa.
Come riportato da Renovatio 21, a suo tempo il governo Trudeau dichiarò una «guerra finanziaria totale» contro i camionisti anti-obbligo vaccinale, arrivando a congelare il loro conti personali in banca e a fermare perfino le transazioni in criptovalute a favore della protesta, germe dell’attività di debancarizzazione vista contro la dissidenza in Brasile, in Gran Bretagna (dove è stato colpito il membro del Parlamento Nigel Farage), in Germania contro AfD e una TV dissidente, in Portogallo contro il sovranista anti-immihrati Gonçalves e in altre parti del mondo con qualche caso anche in Italia.
In uno sviluppo inquietante, ai tempi della protesta canadese non solo furono proibite le donazioni nei siti dedicati principali, ma la piattaforma di crowdfunding GiveSendGo, usata per sostenere i camionisti, fu hackerata così da permettere il doxxing contro i donatori.
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Immagine di Maksim Sokolov (Maxergon) via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Sorveglianza
La nuova legge di Berlino consente alla polizia di installare spyware nelle case
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Sorveglianza
Perquisita la casa di un professore tedesco per un tweet che criticava l’ideologia woke
La polizia tedesca ha effettuato un’irruzione nell’abitazione di un docente universitario conservatore a seguito di un tweet critico verso l’ideologia woke.
L’operazione si è svolta giovedì mattina a Berlino, nella casa di Norbert Bolz, noto pubblicista e studioso di media, ex professore di studi sui media presso l’Università Tecnica di Berlino fino al 2018.
L’irruzione rientra in un’indagine sull’uso di simboli di organizzazioni incostituzionali, come previsto dall’articolo 86a del codice penale tedesco.
Il 20 gennaio 2024, Bolz ha pubblicato un post su X, scrivendo: «Ottima traduzione di “woke“: Germania, svegliati! [in tedesco: “Deutschland erwache“]», citando un articolo del quotidiano di sinistra Taz, che aveva usato la stessa espressione nel titolo: «Divieto dell’AfD e petizione Höcke: la Germania si risveglia [in tedesco: “Deutschland erwacht“]».
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La frase «Deutschland erwache» (La Germania si risveglia) era un verso dello «Sturmlied», inno del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori. Sebbene Bolz l’abbia utilizzata in modo sarcastico e citando il giornale di sinistra, la Procura ha deciso di emettere un mandato di perquisizione per la sua abitazione, indagandolo per l’uso di un’espressione legata a un’organizzazione vietata, il Partito Nazista.
Bolz, noto commentatore politico con oltre 91.000 follower su X e frequente ospite di talk show, è stato difeso dal suo avvocato, Joachim Steinhöfel, esperto di diritto dei media. In una dichiarazione ad Apollo News, Steinhöfel ha criticato l’irruzione: «Siamo di fronte a una preoccupante perdita di controllo del sistema giudiziario penale, che sembra aver coinvolto anche l’Ufficio federale di polizia criminale. Quando un rinomato studioso come il professor Bolz subisce una perquisizione domiciliare per un tweet chiaramente ironico, c’è qualcosa di profondamente sbagliato nel nostro Stato di diritto».
«Non è accettabile che le autorità non riescano più a distinguere tra propaganda criminale ed espressione legittima di opinioni», ha aggiunto.
Bolz ha espresso il suo turbamento in una dichiarazione al sito Nius: «Di solito scrivo e parlo di questo mondo. È spaventoso quando questa realtà bussa improvvisamente alla tua porta. Non sono scioccato, perché me lo aspettavo. Ma constatare che la situazione è esattamente come descritta dalle analisi critiche è inquietante sotto ogni punto di vista».
Le autorità tedesche sono note per effettuare perquisizioni domiciliari a causa di post online, soprattutto se in contrasto con l’ortodossia della sinistra dominante.
Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso, la polizia ha fatto irruzione nella casa di un anziano per aver condiviso un meme che definiva «idiota» l’allora vice-cancelliere dei Verdi tedeschi.
Quattro mesi fa si sono avuto raid della polizia alle sei del mattino in tutta la Germania per prendere di mira centinaia di individui sospettati di aver insultato i politici o di aver diffuso «odio e incitamento» online. L’azione massiva, condotta dall’Ufficio federale di polizia criminale (BKA), utilizzava il nuovo articolo 188 del Codice penale per colpire gli individui accusati di razzismo e incitamento all’odio.
«Quando la polizia è alla porta, ogni colpevole si rende conto che i crimini d’odio hanno delle conseguenze», ha scritto su X il ministro degli Interni Nancy Faeser, vantandosi delle retate. La Faeser nota per la sua volontà di introdurre programmi contro l’«estremismo di destra» fra i bambini dell’asilo.
Mesi fa un tribunale distrettuale tedesco ha condannato il caporedattore della rivista conservatrice Deutschland-Kurier a sette mesi di carcere per aver diffamato l’allora ministro degli Interni Faeser – proprio quella dei corsi contro l’estremismo di destra per i bambini di tre anni nei kindergarten – con quello che era chiaramente un meme satirico.
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La repressione più dura si abbatte in Germania da anni, prendendo di mira soprattutto AfD, perseguitata dagli stessi servizi di sicurezza della Budesrepubblica. Infatti, i servizi di sicurezza interna tedeschi BfV hanno messo sotto sorveglianza il loro stesso ex capo, Hans-Georg Maaßen.
L’ondata di perquisizioni segue il divieto di Compact Magazine, una testata sovranista dove erano pure apparsi saggi del segretario di Stato USA Marco Rubio sui limiti dell’ordine mondiale del dopoguerra, e la sua cancellazione da internet. Questa settimana, un tribunale federale di primo grado ha stabilito che il divieto non era costituzionale e costituiva una violazione della libertà di stampa, infliggendo un duro colpo al Ministero dell’Interno federale.
Come riportato da Renovatio 21, la Germania è il Paese dove mesi fa un cittadino è stato multato per aver criticato giudice che ha solo multato un immigrato per lo stupro di una 15enne: al cittadino tedesco è stata comminata una multa doppia rispetto a quella dell’immigrato stupratore.
Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso un tribunale di Amburgo ha condannato un uomo a tre anni di galera per aver giustificato l’«aggressione russa» all’Ucraina su Telegram.
Come riportato da Renovatio 21, il caso più avanzato di repressione di libertà di parola pare essere la Gran Bretagna, dove almeno 12 mila persone all’anno sono messe in galere per frasi sui social. In Albione si è arrivati a condannare persino chi prega con la mente.
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Sorveglianza
Il nuovo presidente della Bolivia vuole la blockchain per combattere la corruzione
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