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Dalai Lama: verso la successione. Ma la Cina continua a voler imporre il suo

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Alla vigilia dei suoi 90 anni, il Dalai Lama ha annunciato che sarà il Gaden Phodrang Trust a riconoscere la sua prossima reincarnazione, mantenendo le tradizioni religiose ed escludendo ogni ruolo per Pechino. La Cina ha però subito risposto rivendicando il controllo sul processo: si profila un futuro con due Dalai Lama e una forte crisi di legittimità che potrebbe trasformarsi in un più ampio scontro geopolitico.
In vista del suo 90° compleanno, il 6 luglio, il Dalai Lama ha rilasciato una serie di dichiarazioni sul tema della successione sfidando apertamente le pretese della Cina sul controllo del Tibet. «L’istituzione del Dalai Lama continuerà anche dopo la mia morte», ha affermato il leader spirituale del buddismo tibetano, mettendo fine alle speculazioni secondo cui potesse essere l’ultimo a ricoprire questo ruolo.
Nel suo messaggio, il Dalai Lama ha sottolineato che solo il Gaden Phodrang Trust (un ente no-profit da lui fondato nel 2015 per gestire gli affari spirituali e istituzionali del Dalai Lama) avrà l’autorità di riconoscere la prossima reincarnazione secondo le antiche tradizioni religiose tibetane: «Nessun altro ha alcuna autorità per interferire in questa materia», ha dichiarato. Il suo successore, aveva già ribadito in precedenza nel suo ultimo libro, pubblicato a marzo, nascerà nel «mondo libero». Una perifrasi per escludere i territori sotto il controllo cinese.
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La risposta della Cina non si è fatta attendere. La portavoce del Ministero degli Esteri, Mao Ning, ha ribadito che «la reincarnazione del Dalai Lama deve essere approvata dal governo centrale», e ha poi citato una pratica introdotta in epoca Qing nel XVIII secolo, che prevede l’estrazione del nome da un’urna dorata. Pechino afferma di garantire la libertà religiosa, ma mantiene strette regolamentazioni sugli affari religiosi e sulle modalità di reincarnazione dei «Buddha viventi» e, di fatto, è probabile che ad un certo punto si avranno due Dalai Lama: uno scelto da Pechino e l’altro dal Gaden Phodrang Trust.
I Dalai Lama sono la guida spirituale del popolo tibetano in quanto considerati incarnazioni di Chenrezig, il bodhisattva della compassione. La tradizione prevede che solo dopo la morte del Dalai Lama, un gruppo di monaci interpreti segni, sogni e presagi per individuare il bambino che ne rappresenta la reincarnazione, un processo che può richiedere anni. Prima delle recenti dichiarazioni del Dalai Lama, si pensava che la nomina del successore potesse avvenire anche prima della sua morte. In questo modo si allungherebbero i tempi per designare la prossima autorità spirituale e, forse, le autorità tibetane e cinesi potrebbero instaurare un dialogo.
L’attuale Dalai Lama, Tenzin Gyatso, nacque nel 1935 in una famiglia contadina del Tibet nordorientale. Fu riconosciuto come 14° Dalai Lama a soli due anni e assunse il pieno potere spirituale e politico a 15 anni. Dopo la sanguinosa repressione cinese contro l’insurrezione di Lhasa nel 1959, fuggì in India, dove vive tuttora in esilio, a Dharamsala. Qui ha fondato un governo democratico, la Central Tibetan Administration (CTA), e ha al contempo progressivamente rinunciato al potere politico, rafforzando invece le istituzioni in grado di sopravvivere alla sua figura.
Pechino non ha mai smesso di definirlo «separatista» e «un esiliato politico che maschera attività anti-cinesi sotto la veste religiosa». In Tibet è vietato esporre la sua immagine o manifestare pubblicamente devozione nei suoi confronti, mentre dagli anni ‘90 nei monasteri viene imposta una «istruzione patriottica» per frenare i movimenti indipendentisti. Oggigiorno, anche in inglese, è sempre più comune l’utilizzo del termine «Xizang», che ricalca la definizione in cinese mandarino, per riferirsi al Tibet, dove è possibile recarsi con un visto apposito e solo con guide turistiche approvate dalla Cina.
L’ostinazione di Pechino nel voler controllare la successione religiosa non è nuova. Al contrario, ha già dato vita a un precedente che potrebbe presto portare allo sdoppiamento della guida spirituale del buddhismo. Oltre al Dalai Lama, infatti, esiste anche il Panchen Lama, seconda autorità religiosa in Tibet. Dopo la morte del 10° Panchen Lama nel 1989, il Dalai Lama riconobbe nel 1995 un bambino di sei anni come sua reincarnazione. Ma pochi giorni dopo il bambino e la sua famiglia scomparvero, mentre la Cina nominò un altro Panchen Lama, ancora oggi allineato con il Partito comunista e che di recente ha incontrato il presidente Xi Jinping. Non è da escludere che Pechino metta nuovamente in atto questa strategia anche per la futura reincarnazione del Dalai Lama.
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Secondo alcuni esperti, si sta profilando una crisi di legittimità senza precedenti in cui nessuna delle due parti sarà disposta a cedere, riaprendo un nuovo fronte di tensione internazionale.
La questione, infatti, ha anche forti implicazioni geopolitiche. L’India, che ospita il Dalai Lama e oltre 100mila buddisti tibetani, ha sempre mantenuto una posizione prudente per non aggravare le tensioni con la Cina. Tuttavia, secondo molti osservatori, è difficile che New Delhi accetti una designazione imposta da Pechino.
Gli Stati Uniti hanno invece assunto una posizione netta: con il Tibetan Policy and Support Act del 2020, Washington si è impegnata a sanzionare i funzionari cinesi che interferiranno nella successione del Dalai Lama, elevandola al pari di una violazione della libertà religiosa.
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Immagine di Christopher Michel via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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Charlie Kirk era stato oggetto di un maleficio pochi giorni prima di essere ucciso

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Sacerdote cattolico nelle Filippine sospeso per aver benedetto un monumento massonico

Un prete cattolico nelle Filippine è stato sospeso per aver benedetto una targa massonica. Lo riporta LifeSite.
Il 1° settembre, l’Ordine degli Agostiniani Scalzi (OAD) ha annunciato di aver sospeso padre Libby Daños dopo che le foto del sacerdote che benediceva il simbolo massonico sono diventate virali online. L’incidente è avvenuto a Ormoc City, nella provincia di Leyte, nella regione delle Visayas Orientali delle Filippine.
Il simbolo massonico è inciso in un monumento che indica la presenza dei massoni nella zona. UCA News riferisce che è stata avviata un’indagine canonica sull’azione di Daños e che nel frattempo il sacerdote non svolgerà più alcun ministero pubblico.
A PRIEST BLESSED A MASONIC MARKER.
HE WAS SUSPENDED.
WHY IS THIS A BIG DEAL?
1. FR. LUIGI KERSCHBAMER, OAD, prior provincial of the Order of the Discalced Augustinians has temporarily suspended Fr. Libby Daños.
2. The Catholic priest was found to have led the blessing of a… pic.twitter.com/AxzPOFPau2
— ☩ 𝕁𝕄𝕋 ☩ (@SecretFire79) September 3, 2025
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Padre Luigi Kerschbamer, priore provinciale dell’OAD, ha affermato in una nota: «sebbene Padre Daños abbia dichiarato di non essere inizialmente a conoscenza della natura completa della cerimonia, riconosciamo che questa azione, indipendentemente dall’intento, contraddice l’insegnamento chiaro e coerente della Chiesa cattolica sulla massoneria e ha causato scandalo tra i fedeli».
«Padre Daños ha espresso profondo rimorso per la sua azione e sta collaborando pienamente all’indagine canonica avviata secondo il diritto della Chiesa e le costituzioni dell’OAD», ha proseguito. «Durante questo processo, è stato temporaneamente sospeso dal ministero pubblico per consentire un adeguato discernimento e la risoluzione della questione. Ci impegniamo a seguire le procedure ecclesiastiche consolidate che garantiscono sia la responsabilità che la cura pastorale».
Padre Kerschbamer ha sottolineato che la sospensione è dovuta al fatto che la Massoneria «è fondamentalmente incompatibile con la dottrina cattolica», osservando che il Vaticano ha ribadito questo insegnamento nel novembre 2023.
In risposta a una domanda di un vescovo filippino, il Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF) aveva affermato che la massoneria nelle Filippine «coinvolge non solo coloro che sono formalmente iscritti alle Logge massoniche, ma, più in generale, un gran numero di simpatizzanti e associati che sono personalmente convinti che non vi sia opposizione tra l’appartenenza alla Chiesa cattolica e quella alle Logge massoniche».
«L’Ordine degli Agostiniani Scalzi sostiene categoricamente questo insegnamento e rifiuta qualsiasi associazione o approvazione delle attività massoniche», ha affermato Kerschbamer.
«Questo incidente serve a ricordare con urgenza la nostra costante necessità di vigilanza nel preservare l’autentica identità cattolica e l’importanza di una preparazione approfondita prima di partecipare a qualsiasi cerimonia pubblica», ha aggiunto. «Stiamo implementando programmi di formazione avanzati per tutti i nostri religiosi, per rafforzare la loro comprensione dell’insegnamento della Chiesa e la loro capacità di riconoscere situazioni che potrebbero compromettere la loro testimonianza del Vangelo».
Rivolgendosi ai sostenitori e ai benefattori del suo ordine, ha affermato: «non prendiamo alla leggera questa fiducia e ci impegniamo a uscire da questa sfida con rinnovato impegno verso l’integrità che dovrebbe caratterizzare tutti coloro che portano il nome di Sant’Agostino».
Nonostante la costante condanna della Chiesa nei confronti della massoneria e della sua palese contraddizione con la fede cattolica, alcuni cattolici eterodossi hanno cercato di conciliare le due realtà negli ultimi tempi. Come ha affermato la DDF, nelle Filippine esiste «un gran numero di simpatizzanti e associati personalmente convinti che non vi sia alcuna opposizione tra l’appartenenza alla Chiesa cattolica e quella alle logge massoniche».
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Come riportato da Renovatio 21, già due anni fa la Conferenza episcopale delle Filippine (CBCP) aveva dovuto diffondere un comunicato in cui ricordava l’impossibilità per un cattolico di far parte della massoneria.
«Pensavamo che gli insegnamenti della Chiesa cattolica in materia si fossero evoluti. Poiché diversi partecipanti al sinodo sono massoni, abbiamo pensato che la Chiesa avesse allentato le sue regole sull’adesione alla Massoneria e sulla sua partecipazione alle attività della Chiesa cattolica», aveva spiegato una parrocchiana di Quezon City (città dove Renovatio 21 ha diversi lettori) in luce della nota vescovile, rivelando che in alcune chiese «i massoni cattolici aiutano il sacerdote a distribuire la comunione; nella nostra parrocchia ne abbiamo già due e sono stati delegati al Sinodo sulla sinodalità. Sono buoni e devoti cattolici».
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Immagine di reverendlukewarm via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0
Occulto
I democratici USA attaccano le preghiere per la strage alla scuola cattolica. L’allineamento con il satanismo sempre più evidente

Prayer is not freaking enough. Prayers does not end school shootings. prayers do not make parents feel safe sending their kids to school. Prayer does not bring these kids back. Enough with the thoughts and prayers.
— Jen Psaki (@jrpsaki) August 27, 2025
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