Politica
5 europarlamentari contro i passaporti vaccinali: «perché le élite politiche spingono questo programma così fortemente?»

Quattro parlamentari europei, tra cui è possibile vedere l’ex leghista Francesca Donato, hanno indetto una conferenza stampa nella quale hanno messo in questione tutto ciò che sta accadendo al nostro continente – e non solo a quello.
A parlare nella conferenza stampa (con, oltre all’ on. Donato, il croato Ivan Vilibor Sincic, e il romenoCristian Terhes) c’era l’eurodeputata tedesca del partito Alternative für Deutschland (AfD) Christine Anderson.
È stato detto che i suoi due minuti di discorso rappresentano l’apice della sincerità dell’intera storia dell’Unione Europea.
Renovatio 21 pubblica la trascrizione del suo intervento.
Christine Anderson of The European Parliament says there has never been any political elite concerned with the well-being of its citizens. Brilliant speech….#Europeanparliament #freepeople #freedom pic.twitter.com/TSQAqORaOk
— Gillian McKeith (@GillianMcKeith) October 29, 2021
La maggioranza degli eurodeputati, per ragioni a me sconosciute, ovviamente sostiene l’oppressione del popolo mentre afferma – spudoratamente – di farlo per il bene del popolo
In tutta Europa, i governi hanno fatto di tutto per vaccinare le persone.
Ci è stato promesso che le vaccinazioni sarebbero state un «punto di svolta» e avrebbero ripristinato la nostra libertà.
Risulta che nulla di tutto ciò era vero.
Non ti rendono immune, puoi ancora contrarre il virus e puoi ancora essere contagioso.
In tutta la storia dell’umanità non c’è mai stata un’élite politica sinceramente preoccupata per il benessere delle persone normali. Cosa ci fa pensare che ora sia diverso?
L’unica cosa che questo vaccino ha fatto di sicuro è stata versare miliardi e miliardi di dollari nelle tasche delle aziende farmaceutiche.
Ho votato contro il certificato verde digitale ad aprile, ma purtroppo è stato comunque adottato, e questo dimostra che solo una minoranza di eurodeputati sostiene veramente i valori europei.
La maggioranza degli eurodeputati, per ragioni a me sconosciute, ovviamente sostiene l’oppressione del popolo mentre afferma – spudoratamente – di farlo per il bene del popolo.
Non sarò ridotta a una semplice cavia facendomi vaccinare con un farmaco sperimentale, e sicuramente non mi farò vaccinare perché il mio governo me lo dice e promette, in cambio, che mi sarà concessa la libertà
Ma non è il fine che rende opprimente un sistema, sono sempre i metodi con cui lo scopo viene perseguito. Ogni volta che un governo afferma di avere a cuore l’interesse del popolo, è necessario ricredersi.
In tutta la storia dell’umanità non c’è mai stata un’élite politica sinceramente preoccupata per il benessere delle persone normali. Cosa ci fa pensare che ora sia diverso?
Se l’età dell’illuminismo ha ci ha dato qualcosa allora, certamente è stato questo: non prendere mai per buono nulla di quello che nessun governo ti dice.
Intendiamoci su una cosa: nessuno mi concede la libertà perché sono una persona libera.
Metti sempre in discussione tutto ciò che qualsiasi governo fa o non fa. Cerca sempre secondi fini. E chiedi sempre cui bono? A chi giova?
Ogni volta che un’élite politica spinge un’agenda così duramente e ricorre all’estorsione e alla manipolazione per ottenere ciò che vuole, puoi quasi sempre essere sicuro che il tuo vantaggio non è sicuramente quello che aveva a cuore.
Per quanto mi riguarda, non sarò vaccinata con nulla che non sia stato adeguatamente controllato e testato e non abbia mostrato solide prove scientifiche che i benefici superino la malattia stessa in possibili effetti collaterali a lungo termine, che fino ad oggi non so niente.
Non sarò ridotta a una semplice cavia facendomi vaccinare con un farmaco sperimentale, e sicuramente non mi farò vaccinare perché il mio governo me lo dice e promette, in cambio, che mi sarà concessa la libertà.
Sfido la Commissione Europea e il governo tedesco: buttatemi in prigione, rinchiudetemi e buttate via la chiave per quello che mi interessa. Non sarete mai in grado di costringermi a vaccinarmi se io, da libera cittadina che sono, scelgo di non essere vaccinata.
Intendiamoci su una cosa: nessuno mi concede la libertà perché sono una persona libera.
Quindi sfido la Commissione Europea e il governo tedesco: buttatemi in prigione, rinchiudetemi e buttate via la chiave per quello che mi interessa.
Ma non sarete mai in grado di costringermi a vaccinarmi se io, da libera cittadina che sono, scelgo di non essere vaccinata.
Immagine screenshot da YouTube
Politica
Zelens’kyj priva della cittadinanza i suoi oppositori

Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha revocato la cittadinanza a diverse figure pubbliche di rilievo, tra cui il sindaco di Odessa Gennady Trukhanov, il celebre ballerino Sergei Polunin e l’ex parlamentare Oleg Tsarev, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa UNIAN. Tutti loro avevano in precedenza criticato le politiche di Kiev.
Martedì, lo Zelens’kyj ha annunciato su Telegram di aver firmato un decreto che priva «alcuni individui» della cittadinanza ucraina, accusandoli di possedere passaporti russi. Secondo i media, Trukhanov, Polunin e Tsarev erano inclusi nell’elenco.
Gennady Trukhanov, sindaco di Odessa, è noto per la sua opposizione alla rimozione dei monumenti considerati legati alla Russia. Ha sempre negato di possedere la cittadinanza russa e ha dichiarato di voler ricorrere in tribunale contro le notizie che riportano la revoca della sua cittadinanza.
Sergei Polunin, nato in Ucraina, è cittadino russo e serbo e ha trascorso l’adolescenza presso l’accademia del British Royal Ballet a Londra. Si è trasferito in Russia nei primi anni 2010, interrompendo in gran parte i legami con il suo Paese d’origine. Dopo la sua esibizione in Crimea nel 2018, è stato inserito nel controverso sito web Mirotvorets, che elenca persone considerate «nemiche» dell’Ucraina.
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Oleg Tsarev, deputato della Verkhovna Rada dal 2002 al 2014, ha sostenuto le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk dopo il colpo di Stato di Euromaidan del 2014, appoggiato dall’Occidente. Successivamente si è ritirato dalla politica e si è stabilito in Crimea. Nel 2023, è sopravvissuto a un tentativo di assassinio, che secondo la BBC sarebbe stato orchestrato dai Servizi di Sicurezza dell’Ucraina (SBU).
Zelens’kyj ha utilizzato le accuse di possesso di cittadinanza russa per colpire i critici di Kiev. Sebbene la legge ucraina non riconosca la doppia cittadinanza, non la vieta esplicitamente. È noto il caso dell’oligarca ebreo Igor Kolomojskij – l’uomo che ha lanciato Zelens’kyj nelle sue TV favorendone l’ascesa politica – che possedeva, oltre al passaporto ucraino, anche quello cipriota ed ovviamente israeliano. L’uomo, tuttavia, ora è oggetto di raid da parte della giustizia e dei servizi del suo ex protegé.
Diversi ex funzionari ucraini e rivali politici di Zelens’kyj sono stati presi di mira con questa strategia, tra cui Viktor Medvedchuk, ex leader del principale partito di opposizione del Paese, ora in esilio in Russia dopo essere stato liberato dalle prigioni ucraine.
Come riportato da Renovatio 21, a luglio, anche il metropolita Onofrio, il vescovo più anziano della Chiesa ortodossa ucraina (UOC), la confessione cristiana più diffusa nel Paese, è stato privato della cittadinanza ucraina, a seguito di accuse di possedere anche la cittadinanza russa.
La politica della revoca della cittadinanza ai sacerdoti della UOC, ritenuti non allineati dal regime di Kiev, era iniziata ancora tre anni fa.
Immagine di Le Commissaire via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Politica
Clinton e Biden elogiano Trump per l’accordo di pace a Gaza. Obama no

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After two years of unimaginable loss and suffering for Israeli families and the people of Gaza, we should all be encouraged and relieved that an end to the conflict is within sight; that those hostages still being held will be reunited with their families; and that vital aid can…
— Barack Obama (@BarackObama) October 9, 2025
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Politica
L’esercito prende il potere in Madagascar

L’esercito del Madagascar ha annunciato di aver assunto il controllo del Paese dopo l’impeachment del presidente Andry Rajoelina, come riportato martedì da diversi media. La dichiarazione è stata fatta in un contesto di proteste di massa e di una crisi politica sempre più grave.
Il colonnello Michael Randrianirina ha parlato alla radio nazionale, dichiarando che l’esercito aveva «preso il potere» e che tutte le istituzioni, eccetto la camera bassa del parlamento, sarebbero state sciolte, secondo quanto riferito da France24.
L’annuncio è giunto subito dopo che 130 legislatori hanno votato a favore dell’impeachment di Rajoelina, con una sola scheda bianca, stando a testimoni citati da Reuters.
Il leader dell’opposizione malgascia Siteny Randrianasoloniaiko ha contestato il precedente tentativo di Rajoelina di sciogliere l’Assemblea nazionale, definendolo «privo di validità legale».
Protests in Madagascar escalate into a military coup
One of the military units that joined the protests demanding the president’s resignation stated that the armed forces of the 25-million country are now under its command. pic.twitter.com/bOeL47MCKX
— Sprinter Press News (@SprinterPress) October 12, 2025
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Secondo RFI, Rajoelina sarebbe fuggito dal Paese dell’Africa australe in seguito a un presunto accordo con il presidente francese Emmanuel Macron.
Successivamente, è apparso in una trasmissione da una località non rivelata, confermando di aver lasciato il Madagascar per timore per la propria incolumità a seguito dell’ammutinamento militare. Il presidente ha chiesto un dialogo e ha sottolineato l’importanza di rispettare la Costituzione, senza cedere alle richieste di dimissioni.
Il Madagascar è in fermento dal 25 settembre, quando le proteste sotto lo slogan «Gen Z Madagascar», inizialmente legate alla carenza di energia elettrica e acqua, si sono trasformate in una rivolta più ampia contro povertà e corruzione.
Come riportato da Renovatio 21, a fine settembre Rajoelina aveva sciolto il governo e nominato un nuovo primo ministro per cercare di placare le tensioni.
Tuttavia, la situazione è peggiorata quando i soldati d’élite del CAPSAT si sono uniti ai manifestanti, dando a Rajoelina un ultimatum di 48 ore per dimettersi. Rajoelina ha denunciato gli eventi come un tentativo di colpo di Stato e ha esortato le «forze nazionali» a difendere la Costituzione.
Un’analoga instabilità politica si era verificata in Kenya l’anno scorso, quando il presidente William Ruto ha sciolto quasi tutto il suo governo dopo settimane di proteste violente guidate da giovani contro proposte di aumento delle tasse e l’incremento del costo della vita.
Come riportato da Renovatio 21, giovani delle nuove generazioni sono alla base del rovesciamento del governo in Nepal negli scorsi giorni.
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