Connettiti con Renovato 21

Epidemie

La chiesa igienista avanza. In ritirata

Pubblicato

il

 

 

Le ultime restrizioni varate dall’ultimo degli infiniti decreti del governo-Conte pare aver messo definitivamente K.O. quella che da «chiesa in uscita» si è trasformata in «chiesa igienizzata» e barricata in casa.

 

La «chiesa in uscita» professata da Bergoglio in questi ultimi anni ha finalmente gettato la maschera, calando la carta del lockdown alla prima difficoltà e lasciando il gregge senza pastori, senza guida, senza sacramenti e senza conforto. Dopo aver chiuso tutto sospendendo le Messe, le benedizioni pasquali, togliendo l’acquasanta dalle acquasantiere, ora in molti paesi si trovano anche le parrocchie chiuse. Probabilmente ciò avviene anche nelle città. 

 

La «chiesa in uscita» professata da Bergoglio in questi ultimi anni ha finalmente gettato la maschera, calando la carta del lockdown alla prima difficoltà e lasciando il gregge senza pastori, senza guida, senza sacramenti e senza conforto

Vescovi barricati nel sacro palazzo, preti reclusi nelle canoniche, ridotti ad essere operatori della tutela sanitaria al servizio della novella chiesa dell’igiene. Non appena la situazione si è fatta dura, hanno chiuso le porte e tanti saluti.

 

Al posto dell’acqua benedetta, al termine di questa emergenza che non si sa quando finirà (se le chiese ci saranno ancora e non saranno sostituiti da reparti di igiene pubblica in cui adorare la Santa Cura al Sars-Cov-2), probabilmente troveremo litri di amuchina per disinfettarci le mani ma non più fedeli intenti a disinfettarsi l’anima con i sacramenti, perché molti di loro si sentiranno persi, confusi, abbandonati da quelli che credevano essere le loro guide spirituali e che si sono rivelati essere accondiscendenti al becero materialismo.

 

Troveremo forse i banchi separati di un metro e mezzo, il prete con guanti e mascherina e i vescovi che al posto della Croce pettorale porteranno un cartellino con affissa la mansione sanitaria da svolgere. Al posto dei quadri dei santi cristiani ci sarà probabilmente Santa Amuchina Guaritrice, Santa Prevenzione Redentrice ed un paio di protomartiri del Ministero della Salute, primo fra tutti Michele Mirabella, patrono dei ristoranti cinesi e del lavaggio delle mani, oltre che dell’Italia intera ovviamente. La Comunione sulla bocca sarà bandita per assecondare le norme di sicurezza e in virtù della effeminata schizzinoseria del clero che le mani non vuole sporcarsele. L’«odore di pecora» tanto invocato negli ultimi anni sarà sostituito dall’odore di Lysoform che impregnerà pavimenti, abiti e narici dal Vaticano in giù.

 

Il Principe di questo mondo è riuscito nel suo bimillenario intento: disinfettare il Tempio di Dio della propria Fede.

Il Principe di questo mondo è riuscito nel suo bimillenario intento: disinfettare il Tempio di Dio della propria Fede

Proprio nel momento in cui il popolo ha percepito il fallimento del mondo, della materia e del fare umano, la Chiesa avrebbe dovuto e potuto essere il fulcro non solo di ogni speranza, ma anche di ogni resistenza al clima cinese che ha avvolto l’Italia. Lo stesso clima che una fetta di vera Chiesa, in Cina, ha combattuto e ha resistito pur vedendosi svenduta da Roma. Vescovi che hanno continuato a professare la Fede cattolica e non quella decisa dal governo cinese con imprimatur pontificio, pagandone con la propria pelle o con la prigionia. 

 

Nessuno –  se non in qualche timido, iniziale tentativo – ha alzato la voce contro la clausura alla quale sono stati costretti i sacerdoti, lasciando i morti senza alcun tipo di dignità spirituale ma financo materiale attraverso i riti funebri.  

 

La Chiesa avrebbe dovuto e potuto essere il fulcro non solo di ogni speranza, ma anche di ogni resistenza al clima cinese che ha avvolto l’Italia

Hanno accettato che i moribondi morissero senza sepoltura, senza conforto spirituale, senza nulla di nulla.

 

Sono stati timorati del virus ma probabilmente non timorati di Dio, che ha affidato loro il gregge. Si sono adattati, non hanno resistito, e hanno ceduto al primo unum castigabis, centum emandabis attuato dall’attuale governo cino-italiano. La paura ha infettato i loro cuori perché la realtà è che l’episcopato unitamente al clero moderno è privo di Fede.

 

Hanno accettato che i moribondi morissero senza sepoltura, senza conforto spirituale, senza nulla di nulla.

Vi è ancora chi fra i sacerdoti, con apprezzabile coraggio, continua a lottare segretamente celebrando la Messa ed amministrando i sacramenti a piccoli gruppi: il problema, però, è che lo fa di nascosto ai propri vescovi che altrimenti li punirebbero, avvertiti dagli stessi confratelli indispettiti dal fatto che un sacerdote voglia fare il sacerdote ai tempi della chiesa igienista e igienizzante, paladina della lotta al Covid-19.

 

Sono stati timorati del virus ma probabilmente non timorati di Dio, che ha affidato loro il gregge

Un amico sacerdote, uno di quelli resistenti, mi raccontava recentemente che in tempi ancora non sospetti quando celebrare la Messa facendo rispettare tutte le debite norme era ancora lecito, un suo confratello, avendo saputo da alcuni fedeli che il sacerdote in questione continuava a dare la Comunione in bocca nonostante il divieto emanato dalla CEI (Conferenza Episcopale Igienista), lo contattò scandalizzato dicendogli: «Ma lo sai che così potresti infettare le ostie propagando il contagio?»

 

Il concetto, se ci pensate, è allucinante ma tuttavia coerente: non credendo più alla Presenza Reale di Gesù Cristo nella Santa Eucarestia, questi pensano che il Corpo di Cristo – mondatore di ogni male fisico, mentale e spirituale – possa infettarsi o, addirittura, essere causa di infezione e contagio.

 

Non credendo più alla Presenza Reale di Gesù Cristo nella Santa Eucarestia, questi pensano che il Corpo di Cristo – mondatore di ogni male fisico, mentale e spirituale – possa infettarsi o, addirittura, essere causa di infezione e contagio

Dovremmo vedere le schiere di sacerdoti, mandati dai propri vescovi, in fila davanti agli ospedali per chiedere quantomeno di accedere vicino ai reparti degli ammalati e impartendo loro una benedizione, chiedendo a medici ed infermieri di avvisare i pazienti affinché, chi vuole, possa disporre il proprio animo, con un atto di contrizione, per ricevere l’assoluzione che in questi casi di straordinaria emergenza e necessità può essere valida anche se non impartita singolarmente, bastando la vicinanza del sacerdote ad una distanza in cui i fedeli possano almeno percepirne la presenza ed eventualmente udirne la voce (questo imporrebbero anche i concordati e i patti fra Stato e Chiesa, che nessuno sembrerebbe voler fare più valere tranne quando fa comodo). 

 

E invece no, mentre Gesù toccava i lebbrosi, li guariva e li mondava dai propri peccati, questi avanzano in retromarcia.

Dovremmo vedere le schiere di sacerdoti, mandati dai propri vescovi, in fila davanti agli ospedali per chiedere di accedere ai reparti degli ammalati

 

Quante predicazioni vacue, dedite al pensiero del mondo abbiamo sentito, ad esempio, su San Francesco? San Francesco abbracciava i lebbrosi, li guariva. Quante sciocchezze dal sapore moderno ed umanitario abbiamo udito su di lui? Quanti ci hanno cresciuti sul modello tanto buono di Madre Teresa, che però, mentre lor signori si rintanano, nelle fogne di Calcutta ci stava davvero?

 

Nella chiesa di Santa Maria dei Servi, a Cesena, si trova il dipinto di Carlo Saraceni, 1618, in cui è ritratto San Carlo Borromeo intento a comunicare un appestato. Lo comunica – ed è un dipinto che rappresenta la realtà – senza mascherina, senza guanti, sulla bocca e senza paura.

 

Mentre Gesù toccava i lebbrosi, li guariva e li mondava dai propri peccati, questi avanzano in retromarcia

L’unico dispositivo di protezione individuale che indossa è la Fede, quella virtù che manca a quasi tutto l’episcopato e clero moderno.

 

Per grazia di Dio, non volendo scandalizzare nessuno, diremo che la Chiesa Invisibile, cioè la Chiesa di Cristo, voluta da Cristo per opera del Padre e dello Spirito Santo è questa: fatta di Santi e di Martiri. Ella rimane lì, ferma, immutabile, infallibile, e non abbandonerà mai i propri figli, come una buona Madre fa con il frutto del proprio grembo. Così la Chiesa di Cristo, occupata dal cosiddetto «spirito del mondo» per un motivo che noi non conosciamo ma che certamente Dio permette per un maggior Bene, non ci lascia soli, ma ci offre lo strumento della preghiera, in particolare quelle per gli agonizzanti, della Comunione Spirituale, dei sacramentali e delle tre virtù teologali che nessuno potrà mai toglierci: la Fede, la Speranza e la Carità.

 

Dove avremo conservato la Fede, alimentato la Speranza e praticato la Carità, specialmente in uno straordinario momento come il presente, là troveremo Dio ed Egli ci sosterrà in qualsiasi tribolazione.

 

 

Cristiano Lugli 

Continua a leggere

Epidemie

La Russia sottoporrà a test per l’epatite tutti i lavoratori immigrati. E l’Italia?

Pubblicato

il

Da

A partire da marzo 2026, la Russia imporrà ai lavoratori migranti di sottoporsi a test per l’epatite B e C, ampliando le attuali disposizioni di screening medico. Le nuove regole si applicheranno ai cittadini stranieri e agli apolidi che entrano in Russia per lavoro, oltre a coloro che richiedono lo status di rifugiato o asilo temporaneo.

 

Le visite mediche sono obbligatorie per i migranti: senza di esse, non è possibile ottenere permessi di lavoro, residenza temporanea o permanente. I lavoratori migranti devono completare gli esami entro 30 giorni dall’arrivo, mentre chi non intende lavorare ha 90 giorni di tempo. Attualmente, gli screening includono test per droghe e malattie gravi come HIV, tubercolosi, sifilide e lebbra.

 

Le modifiche al processo di controllo sanitario per gli stranieri in visita sono state proposte all’inizio dell’anno da un gruppo di lavoro sulle politiche migratorie, guidato dalla vicepresidente della Duma di Stato, Irina Yarovaya. La vicepresidente ha chiarito che l’obiettivo è rafforzare il monitoraggio sanitario degli stranieri in arrivo e prevenire la diffusione di malattie pericolose.

 

I lavoratori migranti sono fondamentali per l’economia russa, occupando ruoli chiave in settori come edilizia, agricoltura e servizi. Milioni di migranti, soprattutto dall’Asia centrale, sono attratti da salari più alti rispetto ai loro paesi d’origine. Tuttavia, questo afflusso ha sollevato dibattiti su salute pubblica e stabilità sociale. Per questo, le autorità russe hanno introdotto rigidi controlli sanitari e requisiti per i migranti, cercando di bilanciare i benefici economici con la sicurezza sanitaria.

 

Nell’ultimo anno, la Russia ha anche intensificato la lotta contro l’immigrazione illegale. Il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto che istituisce una nuova agenzia statale all’interno del Ministero dell’Interno, incaricata di migliorare la gestione dei flussi migratori.

Iscriviti al canale Telegram

Il Cremlino ha dichiarato che l’iniziativa punta a razionalizzare il processo migratorio, promuovere il rispetto delle leggi russe tra i migranti e ridurre le attività illegali.

 

In Italia la situazione epidemiologica dell’immigrazione è un grande tabù del discorso pubblico.

 

«In base ai dati epidemiologici in nostro possesso, risulta che in Italia il 34,3% delle persone diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera» diceva in un’intervista a Renovatio 21 il dottor Paolo Gulisano sette anni fa. «Considerato che gli stranieri rappresentano circa il 10% della popolazione italiana, questo dato vuole dire che la diffusione dell’HIV tra gli stranieri è oltre il triplo che negli italiani».

 

«Un dato che fa pensare. Molti immigrati provengono da Paesi dove la diffusione dell’HIV, così come quella della TBC, è molto più alta che in Europa. Basta far parlare i dati. Il numero dei decessi correlati all’AIDS nel 2016 per grandi aree è il seguente: Africa Sud-Orientale: 420 mila; Africa Centro-Orientale: 310 mila; Nord Africa e Medio Oriente: 11 mila; America Latina: 36 mila, più il dato dei soli Caraibi che è di 9400. Europa dell’Est e Asia centrale: 40 mila; Europa Occidentale e Nord America: 18 mila; Asia e Pacifico: 170 mila. Ora, la lettura di questi numeri ci fornisce delle evidenze molto chiare».

 

«È quindi chiaro quali siano i rischi di una immigrazione di massa, incontrollata anche dal punto di vista sanitario, e i rischi legati al fatto che un numero impressionante di immigrate africane viene gettato nel calderone infernale della prostituzione, che diventa veicolo di diffusione di malattie veneree».

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21

 

 


 

Continua a leggere

Epidemie

Paura e profitto, dall’AIDS al COVID

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   La regista ed ex reporter della BBC Joan Shenton ha paragonato la pandemia di COVID-19 all’epidemia di AIDS, definendola una «seconda versione» della stessa narrazione sulla salute pubblica. Entrambe le epidemie includevano l’uso improprio dei test PCR, la soppressione di scienziati dissenzienti e le motivazioni finanziarie alla base del «terrore della peste», ha affermato Shenton in un’intervista con Mary Holland, CEO di Children’s Health Defense, su CHD.TV.   La pandemia di COVID-19 è stata un evento che si verifica una volta ogni secolo o ha avuto parallelismi nella storia recente? Per la regista ed ex reporter della BBC Joan Shenton, la pandemia è stata la «seconda ripresa» dell’epidemia di AIDS.   «È stato così angosciante dover affrontare il COVID», ha detto Shenton a Mary Holland, CEO di Children’s Health Defense (CHD), durante un’intervista di lunedì su CHD.TV. «Se solo avessimo potuto vincere la battaglia contro l’AIDS, non avremmo avuto il COVID».   Shenton, produttore del documentario del 2011 Positivamente Falso: Nascita di un’eresia e autore del libro del 1998 «Positively False: Exposing the Myths around HIV and AIDS», si è unito alla Holland per discutere delle somiglianze tra l’epidemia di COVID-19 e quella di AIDS.   Entrambe le epidemie includono l’uso inappropriato dei test PCR per determinare l’infezione, la somministrazione di trattamenti medici che si sono rivelati mortali per molti pazienti, il coinvolgimento di personaggi come il dottor Anthony Fauci e le ripercussioni affrontate dagli scienziati che hanno messo in discussione la narrazione dominante, ha affermato Shenton.   «Una delle cose straordinarie e sorprendenti di tutto questo… è quanto siano simili molte delle dinamiche dell’epidemia di AIDS a quelle dell’epidemia di COVID», ha affermato Shenton.   Secondo Shenton, le risposte all’AIDS e al COVID-19 sono esempi di «terrore della peste», una strategia «utilizzata da organizzazioni che guadagnano enormi quantità di denaro attraverso le malattie infettive, definendo le cose infettive».   Shenton ha affermato di pensare che il suo documentario avrebbe contribuito a cambiare la narrazione dominante sull’AIDS, ma non è riuscito a superare i potenti interessi che traggono profitto dallo status quo.   «Spesso pensavamo che avremmo cambiato il mondo, ma non è così», ha detto Shenton.   Tuttavia, il documentario ha prodotto un archivio di 35 anni di studi scientifici, interviste video e altri documenti. Shenton ha donato la biblioteca informativa al CHD.   «Metteremo a disposizione un archivio delle sue migliaia e migliaia di pagine sull’AIDS», ha affermato Holland. Si prevede che i documenti saranno accessibili nei prossimi mesi.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Le opinioni dissenzienti sull’AIDS «abilmente represse per decenni»

Shenton era una reporter della BBC, l’emittente pubblica nazionale del Regno Unito, quando sviluppò il lupus indotto da farmaci, dopo essere stata sottoposta a un’eccessiva terapia farmacologica in Spagna negli anni ’70.   «Mi hanno dato tutto quello che c’era scritto nel libro», ha detto Shenton. «Certo, sono imploso e mi sono sentito gravemente male. Sono stato al Westminster Hospital per due mesi. Sono quasi morto».   L’esperienza ha suscitato in lei l’interesse per le indagini sulle lesioni causate dai trattamenti medici.   In seguito è entrata a far parte dell’emittente nazionale britannica Channel 4, producendo una serie di documentari, Kill or Cure. La serie si concentrava sulla riluttanza delle grandi aziende farmaceutiche a ritirare trattamenti pericolosi o inefficaci. «Quello mi ha davvero dato la carica», ha detto Shenton.   Nei primi anni ’80, Shenton e il suo produttore vennero a conoscenza della ricerca del dottor Peter Duesberg, un biologo molecolare tedesco che sosteneva che l’HIV non causava l’AIDS.   Iniziò a mettere in discussione le narrazioni dominanti. «Abbiamo continuato a realizzare 13 documentari sull’AIDS», ha detto Shenton.   Il documentario Positively False si concentra sulla «manipolazione delle aziende farmaceutiche e delle organizzazioni [mediche] interessate in tutto il mondo, che manipolano il terrore della peste», ha affermato Shenton.   Il film rivela «la scienza imperfetta che circonda l’AIDS e le conseguenze di seguire ipotesi sbagliate», ha affermato Shenton nell’introduzione. Tra queste, la convinzione che l’AIDS sia infettivo, che sia causato dall’HIV e che l’HIV sia contagioso.   «Molti scienziati e ricercatori non sono d’accordo. Queste opinioni sono state abilmente represse per decenni dall’ortodossia scientifica prevalente e dai media mainstream», ha affermato Shenton nel documentario.   I ricercatori che mettevano in discussione la narrazione dominante sull’HIV/AIDS sono stati repressi e messi a tacere, così come gli scienziati che mettevano in discussione la narrazione prevalente sul COVID-19, ha affermato Shenton.

Sostieni Renovatio 21

Test PCR «completamente inutili» per AIDS e COVID

In entrambi i focolai, sono stati utilizzati test PCR per determinare l’infezione, ha affermato.   «Il test [PCR] è completamente e totalmente inutile», ha detto Shenton. I test non possono «distinguere tra particelle infettive e non infettive».   Shenton ha affermato che i diversi Paesi utilizzano standard diversi per determinare una diagnosi positiva di HIV.   «Si potrebbe fare il test per l’HIV, per esempio in Sudafrica, e risultare positivi, e volare in Australia e risultare negativi», ha detto Shenton.   All’inizio dell’epidemia di AIDS, molti scienziati ritenevano che fattori legati allo stile di vita, tra cui la dipendenza da droghe ricreative e l’uso di nitriti come i «poppers», fossero la causa dell’AIDS a causa dei danni che provocavano al sistema immunitario.   Allo stesso tempo, i funzionari sanitari e i media hanno erroneamente attribuito la diffusione della malattia in Africa all’AIDS, quando in realtà era la mancanza di accesso all’acqua potabile a far ammalare le persone, ha detto Shenton.   Queste narrazioni sono cambiate quando le agenzie sanitarie governative hanno iniziato a interessarsi alla ricerca sull’AIDS, ha affermato Shenton.   «Quando il CDC [Centers for Disease Control and Prevention] è intervenuto e ha riunito tutti i suoi rappresentanti per esaminare questo gruppo di giovani uomini che erano molto, molto malati… l’intera teoria secondo cui l’AIDS era causato dallo stile di vita o dalla tossicità è scomparsa», ha detto Shenton.

Iscriviti al canale Telegram

Fauci ha promosso trattamenti mortali per AIDS e COVID

Shenton ha affermato che i trattamenti medici dannosi sono stati al centro sia dell’epidemia di AIDS che di quella di COVID-19.   Nel 1987, la Food and Drug Administration statunitense approvò l’AZT (azidotimidina) per le persone sieropositive. L’AZT si rivelò pericoloso per molti pazienti affetti da AIDS. Durante la pandemia di COVID-19, i vaccini e il remdesivir hanno danneggiato le persone.   E in entrambi i casi – l’epidemia di AIDS e la pandemia di COVID-19 – Fauci ha svolto un ruolo chiave.   «Eravamo profondamente, profondamente critici nei confronti di Fauci, per il modo in cui ha gestito gli studi multicentrici di fase due sull’AZT. Voglio dire, erano corrotti, e tutta la prima fase è stata finanziata dall’azienda farmaceutica [Burroughs Wellcome, ora GSK ], e avevano dei rappresentanti, e questo è noto attraverso i documenti sulla libertà di informazione, che sono andati lì e hanno portato a casa i risultati del gruppo trattato con il farmaco e del gruppo placebo, eliminando gli effetti collaterali nel gruppo trattato con il farmaco» ha detto la Shenton.   Nel film Positively False, diversi scienziati e ricercatori hanno spiegato come l’AZT impedisca la sintesi del DNA, impedisca la replicazione delle cellule e contribuisca alla generazione di cellule cancerose.   Tuttavia, secondo il documentario, i pazienti che mettevano in dubbio la sicurezza e l’efficacia dell’AZT venivano stigmatizzati e la loro sanità mentale veniva messa in discussione.   Holland ha fatto riferimento al libro del 2021 del Segretario alla Salute degli Stati Uniti Robert F. Kennedy Jr., The Real Anthony Fauci : Bill Gates, Big Pharma, and the Global War on Democracy and Public Health che contiene una sezione sul lavoro di Fauci durante l’epidemia di AIDS.   «Solleva tutti questi interrogativi il fatto che in realtà sembra la stessa truffa e gli stessi giocatori… non è cambiato molto», ha detto Holland.

Aiuta Renovatio 21

Il «terrore della peste» esisteva molto prima dell’AIDS o del COVID

Secondo Shenton, le epidemie di AIDS e COVID-19 sono esempi di «terrore della peste», che è esistito nel corso della storia.   All’inizio del XX secolo, negli Appalachi, fu diagnosticata un’epidemia di pellagra. La malattia, che causava una mortalità diffusa e si diceva fosse infettiva, si rivelò essere una carenza nutrizionale.   «Negli Appalachi, la popolazione molto povera viveva con una dieta completamente priva di nutrienti», ha detto Sheton. «Si trattava di una varietà di mais, ma lo cucinavano eliminandone tutti i nutrienti e dipendevano solo da quello».   La gente aveva così tanta paura di contrarre la pellagra che coloro che si pensava fossero infetti venivano ricoverati in istituti o «gettati fuori dalle navi», ha affermato.   Un infettivologo di New York, il dottor Joseph Goldberger, stabilì che la pellagra non era contagiosa, ma era causata da malnutrizione e carenza di niacina (vitamina B), ha detto Shenton. Fu emarginato per le sue scoperte.   «È stato ridotto allo stato laicale, privato dei fondi, ridicolizzato. È morto. E cinque anni dopo la sua morte, hanno detto che aveva assolutamente ragione: non era contagioso, era tossico», ha detto.   Secondo Shenton, in Giappone dagli anni ’50 agli anni ’70 la mielo-ottico-neuropatia subacuta (SMON) era comune.   «Centinaia di migliaia di giapponesi sono rimasti paralizzati dalla vita in giù e ciechi, e nessuno riusciva a capire il perché. E ovviamente pensavano: “Oh, è un virus”», ha detto.   Un neurologo giapponese, il dottor Tadao Tsubaki, ha studiato i pazienti affetti da SMON e ha stabilito che la condizione non era infettiva, ma era causata da un farmaco antidiarroico ampiamente somministrato, il cliochinolo.   «Ci sono voluti 30 anni e squadre di avvocati per respingere in tribunale l’idea che la causa della SMON fosse un virus», ha affermato Shenton.   Michael Nevradakis Ph.D.   © 7 ottobre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.    

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
   
 
Continua a leggere

Epidemie

Le restrizioni COVID in Spagna dichiarate incostituzionali, annullate oltre 90.000 multe

Pubblicato

il

Da

Oltre 90.000 multe per violazioni delle norme anti-COVID sono state annullate dopo che la Corte costituzionale spagnola ha dichiarato incostituzionali le severe misure adottate nel 2020.

 

Secondo il quotidiano spagnuolo The Objective, al 3 settembre 2025 sono state revocate 92.278 sanzioni, in seguito alla sentenza che ha giudicato incostituzionali alcune disposizioni del decreto sullo stato di emergenza del 2020, in vigore durante il primo lockdown per il COVID-19.

 

Queste sanzioni rappresentano solo la prima tranche di multe destinate all’annullamento, con altre che probabilmente seguiranno. Durante il rigido lockdown del 2020, imposto con lo stato di allarme, sono state emesse oltre 1 milione di sanzioni a livello nazionale, con circa 1,3 milioni di persone multate per aver violato le restrizioni.

 

La Corte Costituzionale ha stabilito che alcune parti dell’articolo 7 del Regio Decreto 463/2020, relative al divieto generale di circolazione, comportavano una sospensione ingiustificata del diritto fondamentale alla libertà di movimento, andando oltre una semplice limitazione. Tale misura superava i limiti dello stato di allarme, secondo la Corte, che ha precisato che una restrizione così drastica sarebbe stata giustificabile solo con uno stato di emergenza più severo, soggetto a un iter parlamentare più rigoroso.

 

La sentenza si applica retroattivamente a tutte le multe emesse durante il lockdown del 2020, creando un notevole onere per l’amministrazione statale. The Objective riferisce che «l’applicazione è stata lenta e disuniforme a seconda delle regioni», suggerendo che i rimborsi potrebbero richiedere mesi o anni.

 

Il quotidiano sottolinea che i 92.278 casi annullati finora rappresentano «solo la punta dell’iceberg di una crisi normativa» derivante dalle severe politiche di lockdown imposte dal governo spagnolo nel 2020.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Javier Perez Montes via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

Continua a leggere

Più popolari