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Vaccini

Intervista alla Voce di Reggio

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Pubblichiamo la versione integrale dell‘intervista de La Voce di Reggio a Cristiano Lugli, organizzatore della conferenza di sabato 9 maggio «Vaccini: fra obbligo e libertà di scelta» (alle 16.15 presso l’Hotel Posta di Reggio, Piazza del Monte 2)

 

D: Signor Lugli lei è uno degli organizzatori del convegno anti-vaccinista che avrà luogo sabato 9 settembre all’Hotel Posta. Cosa anima questa iniziativa e per quale motivo avete deciso di alimentare dubbi su un argomento così delicato come la salute dei bambini?

Per prima cosa bisogna specificare bene che non si tratta di “vaccinisti” o “anti-vaccinisti”, ma di padri e di madri interessati a tutelare i propri figli e ad esercitare il loro dovere di genitori. Anzi, proprio perché la salute dei bambini è un bene delicato diventa doveroso alimentare dubbi laddove l’informazione non solo non arriva, ma quando arriva arriva in modo schierato e privo di trasparenza, come nel caso delle vaccinazioni in cui non si parla mai di reazioni avverse, nonostante siano grandemente contemplate. Non solo: ad animare questo intento c’è anche un proposito più grande, e cioè quello di difendere il nostro essere genitori, e quindi aventi il diritto di difendere i nostri bambini e di decidere senza decreti che obblighino ad un trattamento sanitario senza nemmeno tentare il dialogo con le famiglie. Si badi che i paesi in cui la vaccinazione non è obbligatoria il tasso di copertura vaccinale è molto più alto rispetto a quelli in cui sono tassativamente obbligatorie (basta pensare al Veneto). Questo ci porta a capire che un sistema coercitivo non può ottenere buoni risultati sul campo.

D: Perché opporsi in questo modo al progresso?

Ma quale progresso scusi? Un mondo che impone farmaci ai bambini senza mostrare nemmeno il bugiardino ai genitori è in una fase di regressione patente, anzi, sarebbe da usare davvero la parola “oscurantismo”.

D: Praticamente i movimenti “free-vax” non hanno rappresentanza politica nei parlamenti; in Italia probabilmente sono più i deputati che si dedicano alle scie chimiche di quelli che si occupano di vaccini…

Vero, sono pochissimi – qualche nome, come Zaccagnini – e sono casi isolati. L’identità di veduta di Forza Italia e del PD sul tema vaccini, al di là di ogni Nazzareno, dimostra che la politica italiana è appiattita totalmente sui diktat delle farmaceutiche. Pensi che persino Dario De Lucia, consigliere comunale del PD che tenta di rendersi originale senza fra di esiti, si accoda alla campagna ferrata iniziata con il PNPV dal Ministro Sig.ra Lorenzin. Da quello che ho potuto leggere dai suoi post Facebook mi sembra di capire che non abbia nemmeno idea di cosa stia parlando. Forse, dico forse, quando e sé avrà un figlio si interesserà di più al tema senza intraprendere una galoppata con paraocchi e linearità di partito.
Tornando alle case farmaceutiche, non sappiamo quanti lobbyisti queste abbiano a Roma, tuttavia abbiamo i numeri di Washington dove sono registrati 1.274 i lobbyisti di Big Pharma; considerando che il numero tra deputati e senatori americani è 535, possiamo considerare una marcatura a uomo quasi tripla. Niente male direi. Ecco perché parlare di Big Pharma non è da complottisti: Big Pharma, o chiamatela come vi pare, esiste e muove un gran bel granaio di soldi grazie ai concordati fatti con i governi. Il nostro – vorrei ricordare eletto da nessuno – è uno di quelli con cui si fiutava l’affare a miglia e miglia.

 

“Ma quale progresso scusi? Un mondo che impone farmaci ai bambini senza mostrare nemmeno il bugiardino ai genitori è in una fase di regressione patente, anzi, sarebbe da usare davvero la parola ‘oscurantismo’”

— Cristiano Lugli

 

D: Di solito in mezzo ai vostri movimenti si parla di correlazione tra autismo e vaccini, anche se questa non è mai stata dimostrata ed è frutto di una campagna falsaria alimentata da un medico inglese poi radiato dall’ordine…

Questo è un mantra che sentiamo costantemente ovunque. In realtà vi sono molti studi, non solo quelli pionieristici di Wakefield, nonché memorandum interni delle case farmaceutiche che ne parlano, perfino un bugiardino in America che indica l’autismo come possibile effetto collaterale del vaccino. Non dimentico neanche un caso di un amico che ha ottenuto questa diagnosi da un medico legale.

D: Sostenete che ogni iniezione faccia male, ma poi vi opponete ai polivalenti, che minimizzano il numero delle iniezioni. Non è illogico?
Lo è nella misura in cui se mio figlio ha già avuto una delle malattie per cui andrebbe vaccinato non c’è modo oggi in Italia di esentarlo da quel vaccino preciso, perché i monovalenti, come per magia sono spariti dal mercato. Gira su youtube un video interno della GlaxoSmithKline – una delle più grandi aziende farmaceutiche produttrici di vaccini – in cui dicono che hanno creato i polivalenti perché così possono proteggerli con un brevetto. Aggiungiamo lo scandalo per cui di alcuni polivalenti non c’è alcun esperimento fatto dopo i 24 mesi di età, scritta del bugiardino fatta sparire dal sito dell’Associazione Italiana del Farmaco all’indomani della legge Lorenzin. In pratica mio figlio diviene una cavia, e si badi che tecnicamente è proprio così. Basta il buonsenso per capire che affrontare 6 patogeni in un colpo solo, specie per un bambino con il sistema immunitario in via di assestamento, è una pazzia, una aberrazione che non esiste in natura.

D: Mi perdoni, ma non è stupido pensare che le case farmaceutiche vogliano fare il male dei pazienti? Sono così pazze da rischiare?

Le case farmaceutiche ci vogliono malati, altrimenti non possono fare business – per questo si sono moltiplicate le malattie da curare. Riguardo alla capacità delle farmaceutiche di fare del male fino ad uccidere il paziente, ricordo il caso del Vioxx, farmaco per l’artrite che aveva spesso come effetto collaterale l’infarto dei pazienti: anche dopo vari avvertimenti, la farmaceutica Merck aspettò moltissimo prima di ritirarlo dal mercato, cagionando così gli infarti di moltissimi consumatori del farmaco. Ecco diciamo pure che il primum non nocere è andato a farsi benedire da un pezzo.

D: Possibile che non sentiate il bisogno di proteggere i bambini?

Bisogna capire una cosa fondamentale anzitutto, utile al dibattito ragionevole ed obiettivo: proteggere da cosa? Da quale epidemia? Al momento non mi risultano essercene come non ve ne sono nemmeno negli Stati come ad esempio l’Austria, dove la copertura vaccinale è sotto il 90%, la famosa “immunità di gregge” sotto la quale soglia dovrebbero sbocciare come fiori le epidemie. Il bisogno lo sentiamo eccome, tanto quanto i c.d. “vaccinisti”, e forse anche di più, visto che a questo punto ci troviamo a metterci contro una legge, che non è mai una cosa facile, né tantomeno piacevole.Tuttavia, si dice in latino, lex dubia non obligat. È comprensibile l’atteggiamento di tante mamme che hanno vaccinato il figlio e non vogliono quindi in alcun modo avere nella testa il tarlo – tecnicamente la “dissonanza cognitiva” – di aver messo a repentaglio il figlio che devono proteggere. Da qui l’aggressività violentissima di alcuni vaccinisti, che arrivano ad augurare la morte dei bambini non vaccinati e il conseguente suicidio dei loro genitori – e si noti che sono fatti accaduti davvero, provenienti anche da personaggi ben conosciuti, medici da social network compulsivo. Inutile aggiungere che chi ci chiede di “proteggerli” si premura poi di violare la privacy dei nostri figli: di questo si è dibattuto troppo poco, e questo sì che deve scuoterci a proteggerli. In nome di un decreto coercitivo viene assalita la privacy dei minori con l’avvallo di tutti. Questo è scandaloso! La privacy tocca solo quando sono coinvolti i politici per i loro torna comodo.

“Il Vaticano e la CEI hanno un rapporto non sempre limpidissimo con il mondo della salute e con il relativo Ministero della Repubblica, cosa visibile pienamente a partire dal caso del Cardinale Angelini”

D: Parla dell’immunità di gregge come di una favola, ma si rende conto che abbassando questa soglia saranno a rischio sopratutto i vostri figli non vaccinati oltre a quelli che per motivi medici non possono vaccinarsi?

Se risaliamo agli Anni Trenta troveremo un tale di nome Hedrich, che pubblicò un articolo in cui pose il limite al 53%, rifacendosi su di un’esperienza del tutto personale, accaduta nei pressi di Baltimora. Da questo dato, pur fantasioso che sia, ad un 95%, ci passa di gran lunga un oceano. Medesimamente si può citare l’ottimo testo “Janeway’s Immunobiology” di Kenneth Murphy, della Washington School of Medicine di Saint Louis, testo la cui autorevolezza è riconosciuta universalmente e dove viene riferito come valore percentuale per raggiungere la c.d. immunità di gregge l’80%. Anche nel suddetto caso però si lascia spazio all’opinione, poiché nulla di quanto asserito circa il dato percentuale necessario è giustificato e basato su fatti; le ipotesi e i pareri personali, pur essendo comunemente cavalcati, in campo scientifico non trovano degna cittadinanza e, essendo che tutto va rigorosamente dimostrato, hanno altrettanta vita breve. Le faccio inoltre notare questo: il famoso caso di poliomielite, accaduto in Albania più o meno vent’anni fa ( e rimasto poi isolato ), si è verificato laddove la copertura vaccinale toccava il 99%. Sappiamo altresì che in Austria la media dei casi di morbillo tocca l’8,75 per ogni milione di abitanti, con una copertura vaccinale che si aggira intorno al 76%. La Germania invece, coperta per il 97%, di casi ne ha 12,22 per milione di abitanti.

D: Cosa siete specificamente? Un comitato formato di famiglie o ci sono intenti politici?

Nessun intento politico, anche perché su questo tema la politica segue tutta lo stesso corso, chi più chi meno; salvo qualcuno che promette e ripromette, senza garanzie di mantenimento. L’idea di questo convegno è nata da un gruppo di famiglie amiche, unite dalla fede cristiana la quale ci obbliga, fra le mille altre problematiche inerenti alle vaccinazioni di massa, ad una ulteriore riflessione morale, ben espressa a più riprese anche da scienziati e ricercatori che nulla hanno a che fare con la religione.

D: Perché mai dovrebbe riguardare la religione? Il Vaticano e la CEI si sono espressi a favore delle campagne di vaccinazione.

Il Vaticano e la CEI hanno un rapporto non sempre limpidissimo con il mondo della salute e con il relativo Ministero della Repubblica, cosa visibile pienamente a partire dal caso del Cardinale Angelini, detto Sua Sanità, il cui potere farmaceutico è stato persino dipinto in un film di successo, “Il Divo”. Troviamo gravissimo che la PAV ( Pontifica Accademia per la Vita) si sia espressa a favore dell’uso di vaccini che fanno uso di cellule provenienti da aborti procurati ( ha capito bene: ABORTI PROCURATI) con la ridicola giustificazione che queste morti sono tutto sommato “lontane nel tempo”. Lo sono anche quelle dei Santi Martiri Innocenti uccisi da Erode nell’anno zero, ben 2017 anni fa; la Chiesa vuole forse dirci che se Erode ne avesse tratto dei vaccini potremmo utilizzarli?

D: Ma non teme per suo figlio?

Temo infinitamente di più i danni da vaccino, che sono riconosciuti dallo Stato dalla legge 210 del 1992. E temo anche per me, perché ricordo il caso Oprandi, il papà morto a causa della vaccinazione del figlio: nessuno lo aveva informato del fatto della contagiosità del soggetto vaccinato; Il tribunale ordinò che la vedova fosse risarcita dal Comune di Milano responsabile della campagna vaccinale, ma quel bambino rimase orfano. Una vita gettata nel niente, una famiglia rovinata: con le vaccinazioni di massa in preparazione, quanti casi del genere ci potranno essere?

D: Che rapporti ci sono con l’ASL di Reggio-Emilia? Il vostro convegno sa di dichiarazione di guerra…

Assolutamente no, tutto il contrario. Il Dott. Alessandro Volta si è a più riprese dimostrato un professionista, invitando le famiglie al dialogo e alla ponderatezza per costruire rapporti in grado di anteporre ad ogni cosa il confronto reciproco. Questo è un comportamento molto apprezzabile. Si sono create due controparti assurde, incapaci di riflettere e di proporre una modalità che renda i genitori consapevoli ed informati, per poter poi decidere autonomamente la miglior tutela del proprio figlio. Il convegno di sabato ha anche questo intento, e cioè di portare i genitori alla consapevolezza necessaria per prendere decisioni importanti circa la salute dei propri bambini. Un sistema ed un decreto che obbligano a tutti i costi, però, sono essi stessi ad aver dichiarato guerra: guerra contro la sovranità biologica, guerra contro la libertà di scelta dei genitori. La mia personale speranza è quella che il terreno si ammorbidisca e si riesca finalmente a trovare un punto di incontro capace di restituire ai padri e alle madri la vocazioni assoluta ad essere tali.
Proprio a motivo di questo auspichiamo che sabato in sala ci siano anche tanti pediatri, medici e magari anche giornalisti, capaci di ascoltare le comprensibili e doverose perplessità, riportando fatti veri, obiettivi, e svincolati da qualsivoglia pregiudizio di sorta.

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Animali

Gorilla vaccinato muore improvvisamente per attacco cardiaco

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Un gorilla di pianura occidentale è morto di infarto durante il fine settimana allo zoo di Saint Louis, Stato americano del Missouri. Lo zoo aveva recentemente somministrato vaccini COVID-19 a molti dei suoi animali.

 

Secondo quanto riferito, il primate di nome «Little Joe» (cioè «Giuseppino») che aveva 26 anni, era in cura per una malattia cardiaca quando ha avuto un infarto ed è morto nel sonno domenica.

 

L’annuncio è stato dato dalla stessa struttura zoologica nel suo profilo Instagram.

 

 

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«È con incredibile tristezza che condividiamo la notizia che il gorilla di pianura occidentale Little Joe, che era in cura per una malattia cardiaca, è morto di infarto durante la notte del 4 maggio», ha scritto, offrendo un ritratto della bestia, il giardino zoologico missouriano sul popolare social media basato sulle fotografie.

 

«Sulla base del monitoraggio video, sembra che sia morto nel sonno». Un malore, non diverso da quello di tante persone secondo le cronache recenti, ha colpito lo scimmione nottetempo, cagionandone il triste decesso.

 

La morte del gorilla Little Joe arriva quando lo zoo di St. Louis nel settembre 2021 ha lanciato un ambizioso sforzo di «cura preventiva» somministrando vaccini COVID-19 alla sua popolazione di grandi scimmie e ad altre specie di primati.

 

La campagna anti-COVID per le bestie in gabbia era stata spiegata dallo stesso direttore della struttura in un video ancora visibile su YouTubo.

 

 

«Il 29 settembre 2021, lo scimpanzé maschio adulto “Jimiyu” è stato il primo animale del nostro zoo ad essere vaccinato contro il COVID-19», spiegava all’epoca lo zoo sul proprio sito web. «Nei prossimi mesi, prevediamo di somministrare il vaccino COVID-19 a due dosi in un lancio graduale a quasi 100 primati, grandi felini, lontre di fiume, cani dipinti e volpi dalle orecchie di pipistrello, che portano tutti un potenziale rischio di essere infettati da SARS-CoV-2, il virus che causa la malattia COVID-19» assicurava il direttore del giardino zoologico.

 

Lo zoo di San Luigi aveva inoltre spiegato che il produttore del vaccino veterinario Zoetis aveva «donato 11.000 dosi di vaccino COVID-19 a dozzine di zoo, incluso lo zoo di Saint Louis, e organizzazioni animaliste in tutta la nazione».

 

«L’uso sperimentale di questo vaccino COVID-19 di Zoetis è autorizzato dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti e dal veterinario dello stato del Missouri», aveva aggiunto lo zoo.

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Come riportato da Renovatio 21, a fine 2020 diversi gorilla dello zoo safari di San Diego erano risultati positivi al coronavirus, manifestando – riferivano le cronache – perfino alcuni sintomi della malattia.

 

Non si tratta solo dei gorillazzi: il tampone COVID non lasciava scampo nemmeno ai grandi felini. Ad aprile 2020 una tigre malese di quattro anni di nome Nadia era risultata positiva allo zoo del Bronx a New York e, poco dopo, anche altre tre tigri e tre leoni allo zoo erano risultate positive. Bashir, una tigre malese di 11 anni allo zoo di Knoxville nel Tennessee, era risultata positiva al coronavirus in ottobre ed era entrata in quarantena con le tigri malesi Arya, 6 anni, e Tanvir, 11 anni, che mostravano anche tosse lieve, letargia e una diminuzione dell’appetito. Il mese prima, NeeCee, un leopardo delle nevi di cinque anni allo zoo di Louisville nel Kentucky, era risultato positivo.

 

Il dramma si fece totale quando, sempre a cavallo tra fine 2020 e inizio 2021, una tigre e due leoni avrebbero preso il COVID in giardino zoologico in Svezia. La sfortunata tigre scandinava positiva al tampone, una femmina di età avanzata (a 17 anni un felino giovane non è) fu quindi vittima di una specialità di certi Paesi del Nord, cioè l’eutanasia. Gli svedesi ci tennero a far sapere che la povera bestia aveva gravi sintomi respiratori e pure neurologici, senza spiegare quali – soprattutto i resoconti dicono che la tigre era di «età avanzata» e aveva «scarse possibilità di guarigione».

 

Il paradosso è che ci siamo a lungo lamentati dell’eutanasia che rende gli uomini degli animali da abbattere a piacimento, purtuttavia assistemmo allora al fatto che era ben avviato anche il contrario: l’umanizzazione dell’animale, «anziano» e «malato incurabile» pur di procedere con la puntura della morte, sotto l’imperativo terrorista COVID.

 

SCB. Sono cose belle.

 

Ad ogni modo, qualche lettore ci ricordi di aggiungere il gorilla Peppino nella lista dei malori della 19ª settimana 2024. Grazie.

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Immagine di Rachel via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic

 

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Cancro

Finestra di Overton mRNA e turbocancro: il pubblico è pronto per la verità sui vaccini COVID?

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   RealClear Health questo mese ha pubblicato un editoriale del dottor Pierre Kory, presidente e direttore medico della Front Line COVID-19 Critical Care Alliance, e della giornalista Mary Beth Pfeiffer che ha sollevato domande sui vaccini COVID-19 e sull’aumento dei tassi di cancro. È un segno che i media mainstream sono finalmente pronti a consentire il dibattito sui vaccini?   I media mainstream e il pubblico stanno diventando più aperti alle notizie e alle prospettive che contraddicono la narrativa dell’establishment su COVID-19, i vaccini e le politiche sanitarie pubbliche prevalenti degli ultimi quattro anni?   Se sì, tale cambiamento incrementale potrà alla fine portare a una trasformazione degli atteggiamenti pubblici?   Almeno un esperto medico la pensa così. Scrivendo su Substack, il dottor Pierre Kory, presidente e direttore medico della Front Line COVID-19 Critical Care Alliance , ha citato la pubblicazione del 25 aprile di un editoriale di RealClear Health scritto insieme alla giornalista Mary Beth Pfeiffer come esempio di come la narrazione pubblica potrebbe cambiare.   L’editoriale ha analizzato le prove che dimostrano che i vaccini a mRNA sono la causa di un picco significativo di tumori tra i giovani.   Kory ha scritto che questo è il quinto editoriale che lui e Pfeiffer hanno pubblicato nei notiziari mainstream e ampiamente letti dall’agosto 2023 su argomenti correlati.   «Sembra che l’appetito del pubblico per un’analisi obiettiva e indipendente dei danni dei vaccini sia in aumento», ha scritto Kory su Substack.

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Ampliare la «finestra di Overton»

Kory ha suggerito che la volontà dei media come RealClear Health di pubblicare articoli critici nei confronti delle politiche e dei vaccini contro il COVID-19 suggerisce un ampliamento della «Finestra di Overton», un concetto che «si riferisce specificamente al tipo di politiche che i politici possono “legittimamente” sostenere nel tempo senza rischiare il sostegno elettorale».   Scrivendo per il Brownstone Institute il 17 aprile, Jeffrey Tucker ha affermato che il concetto di Overton Window – dal nome del ricercatore Joseph Overton, che ha lavorato presso il Mackinac Center for Public Policy – ​​«nasce dalla cultura dei think tank, che privilegia l’efficacia e i parametri di misurazione come un mezzo di finanziamento istituzionale».   Secondo Tucker, Overton «ha scoperto che era inutile nel suo lavoro sostenere posizioni che non poteva reclutare politici per dire dall’aula legislativa o durante la campagna elettorale». Invece, Overton ha riscontrato maggiore successo quando «ha elaborato idee politiche che si adattavano ai media prevalenti e alla cultura politica».   Altri studiosi successivamente svilupparono ulteriormente il concetto di Overton. Oggi, la finestra di Overton comprende cinque fasi attraverso le quali le idee attraversano prima di diventare politiche, passando da «impensabile» a «radicale» ad «accettabile» a «sensato» a “popolare».   Secondo il Mackinac Center, ha scritto Kory, la gamma di idee accettabili all’interno della finestra di Overton può cambiare nel tempo, poiché «può sia spostarsi che espandersi, aumentando o riducendo il numero di idee che i politici possono sostenere senza rischiare eccessivamente il loro sostegno elettorale».   Parlando con The Defender, Kory ha applicato il concetto alle narrazioni sul COVID-19. «Stiamo assistendo all’accettazione di sollevare domande e discutere l’insolito aumento dei tassi di morte e disabilità tra le popolazioni che includono alcune delle persone più sane e produttive», ha detto Kory, citando l’editoriale dell’agosto 2023 che ha co-scritto per USA Today.   Kory ha affermato che l’editoriale di USA Today, che ha presentato i dati delle compagnie assicurative che mostrano un drammatico aumento delle morti in eccesso nell’autunno del 2021 – morti che non possono essere completamente attribuite alle infezioni da COVID-19 – ha rappresentato «la prima volta [che] qualcuno del nostro La nostra “parte” è entrata nei media mainstream per sollevare questo tipo di domande».   «Accettare di avere una conversazione come questa su USA Today sarebbe sembrato impossibile nel 2022», ha detto Kory. La successiva pubblicazione del suo ultimo editoriale, su RealClear Health, «mostra quanta strada abbiamo fatto», ha affermato.   «Se tieni gli occhi sulla finestra… potresti riuscire ad espanderla un po’ qua e là e quindi raggiungere i tuoi obiettivi alla fine», ha scritto Tucker.

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Tuttavia ha aggiunto che «viviamo in tempi in cui la maggior parte di ciò che pensavamo di sapere sulle strategie per il cambiamento sociale e politico è andato in fumo… Tutto è rotto, inclusa qualunque immaginazione avessimo sull’esistenza di questa finestra di Overton».   Nel suo articolo per il Brownstone Institute, Tucker ha affermato che mentre «la teoria della Finestra di Overton presuppone una connessione fluida tra l’opinione pubblica e i risultati politici», questa ipotesi è «gravemente in discussione» oggi.   «I politici fanno cose ogni giorno e ogni ora a cui i loro elettori si oppongono – ad esempio finanziano aiuti esteri e guerre – ma lo fanno comunque grazie a gruppi di pressione ben organizzati che operano al di fuori della consapevolezza pubblica», ha scritto Tucker.   Invece, Tucker ha chiesto di dire la verità in modo più audace. «Molte persone sapevano la verità – che tutti avrebbero preso questo virus, la maggior parte se lo sarebbe scrollato di dosso e poi sarebbe diventato endemico – ma avevano semplicemente paura di dirlo. Cita la Finestra di Overton quanto vuoi, ma ciò che è veramente in discussione è la volontà di esercitare coraggio morale».   Tucker non ha del tutto escluso l’esistenza della Finestra di Overton. «Penso che la Finestra di Overton esista, ma è in gran parte costruita. Abbattere i costrutti è il nostro compito, sia in modo incrementale che tutto in una volta», ha detto a The Defender.   Kory ha detto che la “direzione della verità” sta avvenendo – e sta diventando sempre più difficile da ignorare per i media mainstream.   «Le prove dell’eccesso di morti, dei danni da vaccini e della realtà di un lungo periodo di COVID stanno diventando innegabili per la maggior parte, indipendentemente da dove avrebbero potuto posizionarsi su questi temi qualche mese fa» ha detto.   «Aneddoticamente, e sfortunatamente, c’è un numero crescente di persone provenienti da tutti gli aspetti di questi problemi che conoscono qualcuno vicino a loro a cui è stata diagnosticata una condizione cronica di cui non hanno una storia familiare o che di solito è associato a qualcuno di molti anni più vecchio».   «Poiché purtroppo tutto ciò continua, sembra che sempre più persone si stiano aprendo almeno a sollevare domande ed esplorare ciò che una volta era considerata una “prova contraria” per trovare risposte».  

Ampliamento incrementale delle narrazioni sul COVID accettate dai media mainstream

L’editoriale di RealClear Health, «Mentre i tumori salgono tra i giovani, la risposta pandemica deve essere sondata», ha messo apertamente in discussione le recenti affermazioni del governo statunitense secondo cui il rischio di convulsioni ed embolie polmonari causate dai vaccini COVID-19 valeva il beneficio per i bambini e gli adulti:   «Ci mettiamo in dubbio, con più di un milione di segnalazioni di potenziali danni da vaccino e 18.000 decessi dovuti al sistema di allerta precoce del governo, a lungo affidabile e probabilmente sottostimato. Questi, il governo si prende la briga di respingerli».   «Mentre le prove aumentano e cresce il movimento di persone danneggiate, l’amministrazione Biden deve riconoscere questo crescente problema di salute pubblica. Deve cessare di soffocare il dibattito che ha limitato ciò che i giornali stampano e ciò che il pubblico sa sulle conseguenze dei vaccini».   Più avanti nell’editoriale, Kory ha esaminato i dati dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) che secondo lui sono «la punta di un iceberg emergente» di «cancro favorito dai vaccini».   Kory ha osservato che le fonti tradizionali stanno ora riconoscendo un aumento insolito dei casi di «turbocancro» – «un fenomeno che i “fact-checker” dei vaccini hanno respinto».   «Anche la Cancer Society ha affermato pubblicamente che, al di là di molti di essi, questi tumori sono diversi. I tumori del colon-retto sono più grandi, più aggressivi e più difficili da trattare», ha scritto Kory.   Ha fatto riferimento a studi che dimostrano che le vaccinazioni ripetute possono «minare i meccanismi dell’immunità – anticorpi disabilitanti che combattono il cancro e persino il COVID – e forse facilitare la crescita del cancro».   Kory ha anche fatto riferimento alle recenti scoperte secondo cui i vaccini Pfizer e Moderna mRNA COVID-19 contengono frammenti di DNA estranei . «Le conseguenze dei vaccini anti-COVID dovrebbero essere esaminate attentamente«, tra cui «decessi segnalatimiocardite sottodiagnosticata nei giovani maschi e molti casi clinici e studi pubblicati».

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«È l’ora della verità»

Notando che le reazioni ai suoi cinque editoriali «sono state per lo più positive», Kory ha detto che «ci hanno permesso di esporre milioni di persone, per lo più al di fuori del nostro movimento, all’idea che rimangono molte domande senza risposta sulla sicurezza dei vaccini e le potenziali cause del forte aumento delle malattie croniche e dei decessi».     Ha aggiunto che «la narrativa dell’establishment è la più forte e quella più spesso ascoltata. Questo è il motivo per cui dobbiamo cercare di sconfinare il più possibile nel mainstream in modo da invitare coloro che seguono senza dubbio l’establishment a iniziare a porsi delle domande».   Kory ha anche sottolineato l’importanza di evitare l’iperbole. «Se affrontiamo le nostre conversazioni con coloro che potrebbero non essere d’accordo con una serie di ragioni per cui hanno torto, non andremo lontano», ha detto. «Jeffrey Tucker ha ragione quando dice che dobbiamo comunicare in modo veritiero e onesto, senza malizia o intenzione di manipolare l’altra parte».   Tuttavia, l’ampliamento della gamma di narrazioni accettabili potrebbe «fare qualcosa per limitare la capacità dei nostri leader di lanciare un esperimento sanitario globale pericoloso e in definitiva distruttivo la prossima volta che si verificherà un’emergenza sanitaria pubblica», ha scritto Kory su Substack.   «Ci sono molte sfide da affrontare. Stiamo ancora lottando contro i venti contrari delle agenzie federali catturate che proteggono gli interessi delle aziende farmaceutiche rispetto alla salute pubblica. Non vedremo un vero cambiamento finché ciò non accadrà», ha detto Kory a The Defender.   Tucker ha suggerito di «dimenticare» il modello della Finestra di Overton. Invece, ha scritto: «È il momento della verità, che guadagna fiducia. Solo questo spalancherà la finestra e alla fine la demolirà per sempre».   «Non sto respingendo la vecchia virtù della prudenza e del discernimento», ha detto Tucker a The Defender. «Dobbiamo essere saggi e non stupidi. C’è molto che possiamo fare pur essendo audaci».   Michael Nevradakis Ph.D.   © 30 aprile 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Reazioni avverse

Psicosi dopo il vaccino COVID: le rivelazioni di una revisione sistematica degli studi

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Si è scoperto che gli individui che avevano assunto vaccini COVID-19 avevano successivamente sofferto di psicosi, con le vaccinazioni Pfizer e AstraZeneca collegate alla maggior parte dei casi. Lo riporta la testata statunitense Epoch Times.

 

La revisione sistematica peer-reviewed, pubblicata sulla rivista Frontiers in Psychiatry il 12 aprile, ha esaminato casi di psicosi di nuova insorgenza tra le persone che hanno assunto i vaccini. La psicosi si riferisce ai sintomi che si verificano quando un individuo ha difficoltà a distinguere tra realtà e fantasia, di cui allucinazioni e deliri sono due tipi chiave.

 

La revisione ha esaminato 21 articoli che descrivono 24 casi di sintomi di psicosi successivi alla vaccinazione. I ricercatori hanno concluso che «i dati suggeriscono un potenziale legame tra i vaccini in giovane età, mRNA e vettori virali con la psicosi di nuova insorgenza entro 7 giorni dalla vaccinazione».

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«La raccolta di dati sugli effetti psichiatrici legati al vaccino è fondamentale per la prevenzione e per una gestione completa è necessario un algoritmo per il monitoraggio e il trattamento delle reazioni di salute mentale post-vaccinazione».

 

Dei 24 casi, 13 erano donne. L’età media dei partecipanti era di 36 anni. Ventidue pazienti (91,2%) non avevano una storia specifica di malattie somatiche e comorbilità.

 

Nel 33,3% dei casi, la somministrazione del vaccino Pfizer mRNA «ha potenzialmente indotto eventi psichiatrici avversi», afferma lo studio. Il vaccino a vettore virale è stato collegato a sintomi psicotici nel 25% dei casi.

 

Nel 45,8% dei casi sono stati segnalati sintomi psicotici dopo la prima dose e nel 50% dopo la seconda dose.

 

Quasi tutti i casi esaminati (95,8%) presentavano sintomi psicotici, come allucinazioni (visive, uditive, olfattive e tattili) e deliri (per lo più persecutori e deliri di riferimento).”

 

La forma più comune di allucinazione era uditiva, sperimentata nel 54,2% dei casi, mentre le allucinazioni visive sono state sperimentate dal 12,5% dei pazienti.

 

«I disturbi motori, come l’aumento o la diminuzione dell’attività motoria e comportamenti bizzarri, sono stati menzionati nell’83,3% dei casi. In 3 casi (12,5%) è stato descritto un tentativo di suicidio».

 

I pazienti sono stati trattati utilizzando vari metodi tra cui antipsicotici e steroidi, ma solo 12 su 24 si sono ripresi completamente. I restanti soffrivano di «sintomi residui come diminuzione delle espressioni emotive, scarso affetto o sintomi psicotici residui».

 

In un caso, il paziente ha riportato un risultato positivo al test COVID-19. «Studi precedenti hanno dimostrato che gli individui con comorbilità documentate e una storia di infezione da COVID-19 mostrano un aumento statisticamente significativo degli eventi avversi dopo la vaccinazione», osserva lo studio.

 

I ricercatori hanno ipotizzato che le condizioni infiammatorie successive alla vaccinazione possano essere la causa della psicosi. Lo studio ha rilevato livelli elevati di proteina C-reattiva e leucocitosi da lieve a moderata, ovvero un elevato numero di globuli bianchi, come le anomalie del sangue più comuni. Entrambe le condizioni hanno collegamenti con l’infiammazione.

 

Un’altra ipotesi suggerita nello studio era che la psicosi post-vaccinazione potesse suggerire una manifestazione di encefalite autoimmune anti-NMDA, una condizione in cui il sistema immunitario prende di mira per errore i neuroni cerebrali e provoca infiammazione.

 

I ricercatori hanno notato che casi di encefalite anti-NMDA sono stati ripetutamente segnalati dopo vaccinazioni contro infezioni come influenza, pertosse, febbre gialla e tifo.

 

«Considerando il potenziale legame tra la psicosi post-vaccinazione e l’encefalite autoimmune anti-NMDA, è consigliabile prendere in considerazione lo screening immunologico nei soggetti che presentano sintomi psichiatrici post-vaccinazione COVID-19».

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Una terza possibile ragione suggerita nello studio è che le varie speculazioni e incertezze riguardanti la sicurezza dei vaccini COVID-19 potrebbero portare le persone a sperimentare uno «stress significativo», che potrebbe finire per innescare lo sviluppo di reazioni psichiatriche.

 

Gli episodi di psicosi successivi all’assunzione di iniezioni di COVID-19 sono stati dettagliati in diversi casi di studio. In un caso, un ragazzo di 15 anni di Taiwan è stato ricoverato in ospedale due giorni dopo aver preso la seconda iniezione Pfizer. Stava urlando e mostrando agitazione e stiramento incontrollabile degli arti.

 

Altri comportamenti bizzarri includevano sedersi e sdraiarsi frequentemente. Al ragazzino furono prescritti antipsicotici ma i suoi comportamenti continuarono a persistere dopo essere stato dimesso per più di un mese.

 

I medici hanno quindi sottoposto il ragazzo ad un regime di steroidi, antinfiammatori e aiutano a calmare un sistema immunitario iperattivo. I suoi sintomi poi sono migliorati.

 

In un altro caso brasiliano, una donna sulla trentina, precedentemente sana, ha sviluppato una psicosi refrattaria entro 24 ore dall’assunzione di un vaccino con mRNA per il COVID-19. La donna aveva pensieri disorganizzati, era aggressiva e credeva di essere perseguitata in ospedale.

 

Nonostante fosse stata trattata con stabilizzatori dell’umore e antipsicotici, il suo comportamento ha mostrato miglioramenti solo dopo quattro mesi di ricovero. Tuttavia, la sua psicosi è continuata.

 

Una revisione del maggio 2022 ha descritto il caso di una donna di 18 anni che ha sviluppato sintomi psicotici lo stesso giorno in cui ha assunto la prima dose di vaccino AstraZeneca. «I sintomi sono iniziati poche ore dopo la vaccinazione con discorsi irrilevanti. Nel corso dei tre giorni successivi il disturbo passò all’irritabilità, al delirio di persecuzione e di riferimento e alle allucinazioni visive».

 

Un altro caso di studio ha dettagliato la situazione di una donna di 45 anni senza storia familiare o personale di disturbi mentali che ha finito per sviluppare psicosi un mese dopo aver ricevuto un vaccino COVID. Ha lasciato bruscamente il suo lavoro di 18 anni e ha mostrato comportamenti irregolari.

 

Come riportato da Renovatio 21, nuove teorie si stanno facendo largo riguardo l’alterazione della psiche della popolazione attraverso le proteine spike, indotte sia dal vaccino che dalla malattia. Secondo il ricercatore tedesco Michael Nehls, si tratterebbe di vere lesioni all’ippocampo che porterebbero la popolazione ad essere meno propensa al ragionamento e più suscettibile alla paura e a reazioni forti, nonché all’incapacità di mantenere le memorie, di modo che esse potrebbero essere facilmente riscritte.

 

Renovatio 21 ha ipotizzato anni fa cambiamenti nella mente delle persone anche semplicemente osservando l’aggressività, che pare aumentata, nel traffico automobilistico cittadino.

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