Connettiti con Renovato 21

Bioetica

Carattere antidivino della rivoluzione medico-biologica: attacco al cuore della legge naturale

Pubblicato

il

 

 

 

L’incontro delle due istanze della rivoluzione biomedica e della sovversione sociale, che è emerso chiaramente anche sul piano storico e della cronaca politica (gruppi lesbici rivendicano l’autoinseminazione, organizzazioni gay in prima linea nella battaglia per la fecondazione artificiale), trova una comune ispirazione che è e si proclama apertamente anticristica anche e soprattutto in quanto eversiva della legge naturale e della retta ragione: tesa alla cancellazione del diritto naturale.

 

Attacco al cuore della legge naturale

Si tratta di un attacco al cuore della legge e del diritto naturale (cioè Divino): la Rivoluzione si caratterizza dunque come antidivina prima di qualsiasi altra cosa (solo secondariamente anche antiumana), come espressamente dichiarato dai suoi divulgatori.

 

L’incontro delle due istanze della rivoluzione biomedica e della sovversione sociale,trova una comune ispirazione che è e si proclama apertamente anticristica in quanto eversiva della legge naturale e della retta ragione: tesa alla cancellazione del diritto naturale

La base comune è il rigetto della legge naturale come emanazione del Diritto Divino: chè tale essa rimane e questo carattere va riaffermato con forza contro le attuali tendenze naturalistiche.

 

Va infatti rimarcato come nella sua visione restrittiva ed intramondana la concezione moderna di legge naturale si riveli inadeguata a garantire i binari dell’etica, e come si presti a supportare l’equivoco concetto di dignità umana.

 

Inoltre dopo la caduta del peccato originale la ragione umana solo con fatica può riconoscere le inclinazioni naturali, poiché siamo nell’errore del razionalismo (culto disordinato della ragione senza la luce della fede).

 

Non sarà dunque fuori luogo un riepilogo dottrinale al riguardo. La legge si distingue in: 

 

La base comune è il rigetto della legge naturale come emanazione del Diritto Divino

Legge eterna

Volontà divina che comanda di osservare l’ordine e proibisce di turbarlo (S.Agostino, Contro Faustop Manicheo, 22,27). Per la legge eterna ogni singola creatura è, secondo la propria natura, ordinata e diretta al proprio fine. Da essa promanano come da fonte universale e necessaria tutte le altre leggi.

 

Legge naturale

San Tommaso la definisce come la partecipazione della creatura razionale (l’uomo) alla legge eterna intesa quest’ultima come l’ordinanza della divina saggezza che indica e dirige tutti gli esseri al loro fine.

La legge naturale vive nella coscienza umana (è iscritta da Dio stesso nel cuore di tutti gli uomini), e si è affermata in tutta la storia del genere umano

 

La legge naturale vive nella coscienza umana (è iscritta da Dio stesso nel cuore di tutti gli uomini), e si è affermata in tutta la storia del genere umano.

 

Essa è una (fare il bene e fuggire il male), universale (abbraccia indistintamente tutti gli uomini), evidente (conosciuta da tutti almeno nei suoi principi generali), immutabile (non sopporta alcuna abrogazione, derogazione e dispensa).

 

Legge positiva

Quella che dall’autorità divina e dall’autorità umana è sovrapposta alle leggi naturali. Può essere divina e umana. 

La legge naturale esprime sotto forma di precetti le inclinazioni naturali che Dio ha messo nella natura ragionevole dell’uomo

 

La legge naturale esprime sotto forma di precetti le inclinazioni naturali che Dio ha messo nella natura ragionevole dell’uomo.

 

Nel cuore di ogni uomo, indipendentemente dalla Fede, si trova indelebile questa inclinazione fondamentale al bene che si traduce in questo ordine conosciuto da tutti: «Bisogna fare il bene ed evitare il male» (primo principio dell’ordine morale).

 

Il bene per un essere è di perseguire il proprio fine agendo secondo la propria natura.

 

Nel cuore di ogni uomo, indipendentemente dalla Fede, si trova indelebile questa inclinazione fondamentale al bene che si traduce in questo ordine conosciuto da tutti: «Bisogna fare il bene ed evitare il male» (primo principio dell’ordine morale).

Per l’uomo, essere ragionevole, il bene è dunque di agire secondo la sua natura razionale (principio sequi naturam delle antiche scuole filosofiche, punto di vista poi adottato ed approfondito dai Padri della Chiesa alla luce della rivelazione).

 

 

Le inclinazioni naturali, espressioni della legge naturale

Innanzitutto c’è una inclinazione comune all’uomo e a tutti gli esseri che è di tendere alla conservazione del proprio essere: appartiene dunque alla legge naturale tutto ciò che l’uomo deve fare per conservare la propria vita ed evitare la morte.

 

Questa è alla base dell’amore spontaneo e naturale di sé. Su di essa poggia il diritto alla legittima difesa, ma anche la ricerca di tutto ciò che è utile per la nostra sussistenza: vitto, vestiti, alloggio.

 

Per l’uomo, essere ragionevole, il bene è dunque di agire secondo la sua natura razionale

In secondo luogo viene una inclinazione che l’uomo condivide con gli altri esseri viventi: è l’unione del maschio con la femmina in vista della generazione e dell’educazione dei figli.

 

È dunque prescritto dalla legge naturale (ed è perciò una istituzione naturale) il matrimonio con le sue proprietà che sono l’unità e l’indissolubilità.

 

Nella sua propria natura, a prescindere dal peccato originale e dalla concupiscenza disordinata, la sessualità è dunque buona e può essere fonte di qualità morali: è la virtù della temperanza sotto forma di castità che si svilupperà su di essa e il suo uso nel matrimonio potrà diventare meritorio, in particolare per il compimento del dovere matrimoniale e la moltiplicazione dei figli in vista del culto di Dio (San Tommaso, Summa Theologiae, Suppl., q. 41, a. 4).

 

I doveri morali iscritti nei nostri cuori attraverso la legge naturale obbligano tutti gli uomini quali che siano

Resta nondimeno che la ferita del peccato originale si fa sentire molto fortemente in questo ambito: per questa ragione Dio ha ricordato nel Decalogo i limiti oltre i quali questa inclinazione si eserciterebbe in modo irragionevole ed ingiusto, e di conseguenza peccaminoso (Non commettere adulterio, non commettere atti impuri).

 

Infine in quanto creatura razionale, l’uomo possiede una inclinazione a lui solo propria che è quella di conoscere la verità riguardo a Dio e di vivere in società. Vincere l’ignoranza religiosa, rispettare quelli con cui vive ed altre cose similari sono dunque obbligazioni che vengono dalla legge naturale.

 

Importante notare che se certo la legge morale naturale comporta dei precetti, essa non però per questo si oppone alla nostra libertà, come si crede spesso a ragione di una falsa concezione erronea moderna che pone un antagonismo tra legge e libertà. Ciò che si oppone alla libertà sono in verità le passioni, quando sono disordinate e spingono l’uomo verso un bene apparente che è contrario alla ragione.

Una legislazione umana che sia ad essi contraria perde con ciò stesso ogni forza obbligante.

 

La volontà si trova allora in una contraddizione ineluttabile tra il bene cui è attratta per propria natura e il male che essa fa. Schiava delle passioni, alla rincorsa di un bene apparente immediato, non c’è più pace per lei. La vera libertà è quella dal peccato: sarà totale e completa solo in Paradiso.

 

I doveri morali iscritti nei nostri cuori attraverso la legge naturale obbligano tutti gli uomini quali che siano.

La legge umana deve essere un’eco della legge naturale di cui essa può tirare delle conclusioni o a cui può apportare precisazioni, senza mai però contraddirla.

 

Una legislazione umana che sia ad essi contraria perde con ciò stesso ogni forza obbligante.

 

La legge umana deve essere un’eco della legge naturale di cui essa può tirare delle conclusioni o a cui può apportare precisazioni, senza mai però contraddirla.

 

E non solo la legge, ma anche tutte le altre attività umane – segnatamente la Medicina – devono rispettare la Legge e la Morale Naturali.

E non solo la legge, ma anche tutte le altre attività umane – segnatamente la Medicina – devono rispettare la Legge e la Morale Naturali

 

 

Dott. Luca Poli

Medico

 

 

 

 

PER APPROFONDIRE

Abbiamo parlato di

 

 

In affiliazione Amazon

 

 

 

 

 

Continua a leggere

Bioetica

Polonia, l’aborto avanza in Parlamento

Pubblicato

il

Da

Il 12 aprile 2024, i parlamentari polacchi hanno votato a favore di quattro progetti di legge volti a generalizzare l’accesso delle donne all’aborto nel paese. Fatto senza precedenti in quasi trent’anni, ma che non dovrebbe cambiare radicalmente la situazione a breve termine, perché una modifica della legge in questa direzione si scontrerebbe con il veto presidenziale del conservatore Andrzej Duda.

 

«Lo Stato deve fare tutto affinché l’aborto sia accessibile, legale, praticato in condizioni adeguate, senza pericoli». I commenti espressi l’11 aprile 2024 da Katarzyna Kotula non hanno mancato di offendere più di un cattolico polacco, poiché erano inimmaginabili anche un anno fa.

 

Tuttavia, è dalla piattaforma della Dieta – la camera bassa del parlamento polacco – che il ministro dell’Uguaglianza presenta il disegno di legge portato avanti dalla Coalizione Civica del primo ministro Donald Tusk, volto a liberalizzare l’accesso all’aborto fino a dodici settimane di gravidanza.

 

Per essere più precisi, quattro testi sono stati presentati da componenti della coalizione filoeuropea arrivata al potere in seguito alle elezioni del 15 ottobre 2023, dopo otto anni di governo del partito nazionalista Diritto e Giustizia (PiS).

 

La Sinistra Unita ha presentato i primi due progetti che prevedono, da un lato, la depenalizzazione dell’aborto assistito, e dall’altro la legalizzazione completa dell’aborto, senza ostacoli, fino alla dodicesima settimana di gravidanza.

Sostieni Renovatio 21

Il terzo progetto viene dal partito politico del primo ministro Donald Tusk, e chiede anch’esso la legalizzazione fino alla dodicesima settimana, con diverse riserve rispetto al testo della Sinistra Unita.

 

Il quarto testo, presentato dalla Terza Via, un’alleanza del partito contadino conservatore PSL e del movimento cristiano-democratico Polonia 2050 del presidente della Dieta, Szymon Holownia, chiede il ritorno allo status quo in vigore tra il 1993 e il 2020. L’IVG era possibile in tre casi: malformazione del feto, pericolo per la vita o la salute della madre, stupro o incesto.

 

Il partito della Terza Via è anche favorevole all’indizione di un referendum su un’eventuale legalizzazione più ampia dell’aborto, un ricorso al voto popolare sorprendentemente criticato dalle organizzazioni femministe – che però hanno sulle labbra solo le parole di «democrazia» e «libertà» – e per una buona ragione.

 

Secondo un sondaggio effettuato poco prima del voto in Parlamento da IPSOS, la società polacca appare divisa sulla questione. Il 35% delle intervistate vuole avere accesso all’aborto fino alla dodicesima settimana di gravidanza; Il 21% è favorevole al ripristino di questo diritto in caso di malformazione fetale; Il 23% vuole un referendum e il 14% si ritiene soddisfatto dell’attuale stato della legislazione nel Paese. Una prova, se fosse necessaria, che la secolarizzazione avanza a passi da gigante sulle rive della Vistola.

 

Tuttavia, il campo progressista non rivendica la vittoria: «abbiamo motivi di soddisfazione, tuttavia molto moderati e cauti», ha dichiarato Donald Tusk dopo il voto alla Dieta del 12 aprile. Perché la liberalizzazione dell’aborto in Polonia non è per domani: resta da convocare la Commissione parlamentare speciale che dovrà essere incaricata di adottare un disegno di legge da sottoporre in seconda lettura.

 

Probabilmente il futuro testo dovrà essere corretto in senso meno liberale per conquistare la maggioranza del parlamento polacco e, se così fosse, il capo dello Stato potrebbe porre il veto. Andrzej Duda – affiliato al PiS – dovrebbe normalmente rimanere al potere fino al 2025: abbastanza per dare ai conservatori polacchi qualche mese di tregua per organizzare la difesa del diritto alla vita.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

Continua a leggere

Bioetica

Bioeticiste contro la genitorialità genetica: «usare liberamente gli embrioni congelati»

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.   Alcuni bioeticisti mettono in dubbio l’importanza di una relazione genetica tra genitori e figli. Ciò che conta, sostengono, è un ambiente familiare favorevole, non i geni.    Nel Journal of Medical Ethics, una bioeticista svedese, Daniela Cutas, e una collega norvegese, Anna Smajdor, affermano che la riproduzione assistita apre le porte a nuove relazioni tra generazioni. Ma, purtroppo, l’aspettativa è che le persone imitino una famiglia nucleare convenzionale e una struttura genitore-figlio. C’è pochissima varietà o creatività.   Ad esempio, dopo la donazione di sperma postumo, una madre o una nonna portano in grembo il bambino in modo da mantenere una relazione genetica. Ma perché la genitorialità genetica e quella sociale dovrebbero coincidere?   Cutas e Smajdor sono realiste. Nel mondo di oggi, è improbabile che le persone abbandonino il loro attaccamento alle relazioni genetiche. Nel frattempo, ciò che propongono è una maggiore creatività nell’uso degli embrioni fecondati in eccedenza.    «Considerando la crescente prevalenza di infertilità in combinazione con una scarsità di gameti donati, qualcuno potrebbe, ad esempio, scegliere di utilizzare gli embrioni di propri zii. Oppure potrebbero desiderare di avere gli embrioni rimanenti dei loro fratelli. Se la preferenza delle persone ad avere una prole geneticamente imparentata è importante nei servizi di fertilità, allora ha importanza quale sia l’esatta relazione genetica?»   Esaminano più in dettaglio il caso di una donna i cui genitori hanno creato embrioni IVF. Se sono ancora disponibili, perché non dovrebbe dare alla luce i suoi fratelli? In un certo senso, questo potrebbe essere migliore di una relazione eterosessuale convenzionale:   «Innanzitutto perché gli embrioni sono già creati: non è necessario sottoporsi alla stimolazione ovarica per raccogliere e fecondare gli ovociti. In secondo luogo, le relazioni genitore-figlio sono piene di tensioni, alcune delle quali derivano da una lunga tradizione di non riconoscimento completo dello status morale dei bambini e di vederli come parte dei loro genitori in modo quasi proprietario».   Sembra un peccato sprecare tutti quegli embrioni congelati. Concludono con questo pensiero:   «In un mondo in cui i tassi di infertilità sono in aumento e i costi sociali, medici e sanitari dei trattamenti per la fertilità sono elevati, suggeriamo che ci siano motivi per ampliare le nostre prospettive su chi dovrebbe avere accesso ai materiali riproduttivi conservati».   Michael Cook   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.    
Continua a leggere

Bioetica

Approvato il progetto di inclusione dell’aborto nella Carta europea

Pubblicato

il

Da

Mercoledì 11 aprile 2024 gli eurodeputati hanno adottato, con 336 voti favorevoli, 163 contrari e 39 astensioni, una risoluzione che chiede l’inclusione dell’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che stabilisce “diritti, libertà e principi riconosciuti” negli Stati membri.

 

La risoluzione, promossa dai liberaldemocratici (Renew), dai socialdemocratici (S&D) e dalla sinistra, afferma che «controllare la propria vita riproduttiva e decidere se, quando e come avere figli è essenziale per la piena realizzazione dei diritti umani per le donne, le ragazze e tutte coloro che possono rimanere incinte».

 

I promotori hanno motivato la loro posizione con documenti delle Nazioni Unite che invitano a mantenere la «decisione individuale di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza».

 

La mozione cita anche la decisione della Francia di includere l’aborto nella Costituzione come esempio da seguire, sostenendo la «necessità di una risposta europea al declino dell’uguaglianza tra uomini e donne».

 

Minaccia ai gruppi pro-vita

I deputati sono preoccupati anche per «l’aumento dei finanziamenti ai gruppi contrari all’uguaglianza di genere e all’aborto» in tutto il mondo e nell’UE. Chiedono alla Commissione di garantire che le organizzazioni che «lavorano contro l’uguaglianza di genere e i diritti delle donne» non ricevano finanziamenti dall’UE.

 

Il testo insiste affinché gli Stati membri e le amministrazioni aumentino la spesa per programmi e servizi sanitari e di pianificazione familiare.

Sostieni Renovatio 21

Contro gli «agenti religiosi ultraconservatori»

La mozione adottata parla ancora di «forze regressive e attori religiosi ultraconservatori e di estrema destra» che «stanno cercando di annullare decenni di progressi nel campo dei diritti umani e di imporre una visione del mondo dannosa sui ruoli degli uomini e delle donne nelle famiglie e nella vita pubblica».

 

Il testo adottato dal Parlamento europeo critica alcuni Stati membri: Polonia, Malta, Slovacchia e Ungheria, le cui politiche sull’aborto sono più conservatrici della maggior parte degli altri. Esorta i governi europei a «rendere obbligatori i metodi e le procedure di aborto nel curriculum dei medici e degli studenti di medicina».

 

Nel 2022, il Parlamento Europeo aveva già adottato una risoluzione a favore dell’aborto, che condannava la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di abolire Roe vs Wade.

 

Una risoluzione che, si spera, non dovrebbe essere adottata

Questa risoluzione chiede solo una modifica alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, senza avere il potere di apportare tale modifica. La risoluzione adottata propone che l’articolo 3.2a sia modificato come segue:

 

«Tutte le persone hanno diritto all’autonomia corporea, all’accesso libero, informato, pieno e universale alla salute e ai diritti sessuali e riproduttivi e a tutti i servizi sanitari correlati senza discriminazioni, compreso l’accesso all’aborto sicuro e legale».

 

Per apportare una modifica alla Carta dei diritti fondamentali sarebbe necessaria l’approvazione unanime dei 27 Stati membri. Alcuni Paesi in cui la vita dei bambini non ancora nati è meglio tutelata – Malta, Ungheria e Polonia – non dovrebbero, al momento, dare il loro consenso.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Continua a leggere

Più popolari