Geopolitica
Zelens’kyj dice che andrà a Washington venerdì. Starmer a Kiev prima dell’incontro con Trump

Il presidente dell’Ucraina Volodomyr Zelens’kyj ha dichiarato questa sera che andrà a Washington per degli incontri venerdì 28 febbraio, il cui contenuto riguarderà un accordo sulle risorse minerarie dell’Ucraina con gli Stati Uniti.
I colloqui sono in corso in questi ultimi giorni. Il primo ministro britannico Keir Starmer dovrebbe incontrare il presidente Trump giovedì 27 febbraio. Sir Starmer (si è presentato ieri a Kiev per ostentare la sua grandezza di leader europeo (nonostante la Brexit…), unendosi al gruppo di altri europei che si sono presentati in una dimostrazione di forza nel terzo anniversario dell’inizio del conflitto su vasta scala tra Ucraina e Russia, per difendere la guerra permanente in Europa contro la difesa della pace di Donald Trump.
Lo Starmer, riporta EIRN, iniziato il suo discorso proclamando che la Russia «non ha tutte le carte in mano in questa guerra», ripetendo il frusto ritornello secondo cui l’economia russa è «in difficoltà (…) perché ora hanno perso il meglio delle loro forze di terra e la loro flotta del Mar Nero». Quindi, ha detto, non bisogna allentare la pressione su Mosca, e delineato tre passaggi che dovrebbero essere intrapresi per garantire la «pace», ricordando agli ucraini che «il Regno Unito è con voi» proprio come è stato dal primo giorno, per continuare la guerra.
Il primo dei tre passaggi è aumentare il supporto militare all’Ucraina. Ora, come leader dell’Ucraina Defense Contact Group, il Regno Unito farà di più «che mai prima», fornirà più denaro, addestrerà più truppe ucraine, aiutandole a «mobilitarsi ancora di più».
In secondo luogo, «dobbiamo continuare ad aumentare la pressione economica … per portare Putin a un punto in cui è pronto non solo a parlare, ma a fare concessioni».
Il primo ministro britannico ha annunciato che il Regno Unito sta quindi imponendo il suo più grande pacchetto di sanzioni dai primi giorni della guerra, «prendendo di mira la flotta ombra della Russia» e prendendo di mira aziende in Cina e altrove «che stanno inviando componenti militari» e si è detto certo che il G7 «sarà pronto ad assumersi più rischi».
Quindi, per il suo terzo punto, ha esortato che «dobbiamo portare la nostra forza collettiva allo sforzo di pace». e riguardo alla conversazione in era Trump, ha detto, «dobbiamo ottenere le basi giuste».
«Noi», il Regno Unito e l’Europa, stabiliremo le condizioni per affrontare la presunta minaccia russa perpetua. «L’Ucraina deve avere un posto al tavolo e qualsiasi accordo deve essere basato su un’Ucraina sovrana (…) sostenuta da forti garanzie di sicurezza».
«Il Regno Unito sosterrà volentieri questo con truppe sul campo, con altri europei e con le giuste condizioni in atto, e in definitiva una rete di protezione degli Stati Uniti sarà fondamentale per dissuadere la Russia dal lanciare un’altra invasione tra pochi anni».
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Immagine di Number 10 via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Geopolitica
Attacchi ucraini causano blackout nella Russia occidentale

🇺🇦🇷🇺 Belgorod reports power outages.
Ukraine struck Belgorod’s emergy infrastructure again. Ukraine is able only to hit Belgorod cause it’s on the border. The retaliation hits all of Ukraine. Not sure why Zelensky forces Russia to turn off the lights … to cry for help? pic.twitter.com/sPsfHYHQME — Lord Bebo (@MyLordBebo) October 5, 2025
Most of Belgorod is still pitch black. Mobile power generators are now being installed across the city to restore electricity. pic.twitter.com/j9haBeeAWL
— NOELREPORTS 🇪🇺 🇺🇦 (@NOELreports) October 6, 2025
🇷🇺 city of Belgorod received an undeniable blackout. pic.twitter.com/jBpzpIhFaI
— JR2 (@JanR210) October 5, 2025
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Geopolitica
Trump a Netanyahu: «sei sempre così fottutamente negativo»

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha criticato aspramente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per la sua reazione alla dichiarazione di Hamas sul piano di pace per Gaza- Lo riporta Axios, citando fonti informate.
Venerdì, il gruppo militante palestinese Hamas ha confermato di aver accettato la proposta statunitense di rilasciare i suoi ostaggi. Sebbene non abbia menzionato l’intenzione di disarmarsi, domenica fonti di Al Arabiya interne al movimento hanno indicato che il gruppo si stava preparando a farlo.
Trump avrebbe contattato Netanyahu venerdì per discutere della decisione di Hamas, considerandola una notizia positiva. Tuttavia, il leader israeliano ha espresso un’opinione diversa, affermando al presidente statunitense che «non c’è nulla da festeggiare e che non significa nulla», secondo quanto riferito ad Axios da un funzionario americano.
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«Non capisco perché sei sempre così fottutamente negativo. Questa è una vittoria. Accettala», avrebbe replicato Trump.
Sabato, i collaboratori di Netanyahu hanno sottolineato che il primo ministro e il presidente degli Stati Uniti erano «totalmente allineati». Tuttavia, il funzionario statunitense ha dichiarato ad Axios che la telefonata di venerdì è stata «controversa» e che Trump era «infastidito».
Il presidente degli Stati Uniti ha esortato Israele a cessare gli attacchi a Gaza, proponendo che Hamas rilasci tutti gli ostaggi rimanenti entro 72 ore dalla sospensione delle operazioni militari israeliane e dal ritiro delle truppe «secondo la linea concordata».
Sono partiti intanto i colloqui al Cairo tra le parti in conflitto.
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Come riportato da Renovatio 21, in passato Trump aveva attaccato Netanyahu arrivando a chiederne la sostituzione e ad ipotizzare tagli agli aiuti ad Israele.
Nel contesto di questi commenti aveva rivelato anche dettagli sull’assassinio del generale dei servizi iraniani Qassem Soleimani, suggerendo che fu indotto ad ordinarne la morte dagli israeliani, che poi però si tirarono indietro.
Come riportato da Renovatio 21, un livello grottesco del rapporto tra Netanyahu e Trump è stato raggiunto a febbraio quando il primo ha fatto dono a quest’ultimo di un cercapersone come quelli fatti esplodere in Libano. Più che un dono diplomatico, a qualcuno può essere sembrata una minaccia vera e propria.
Come riportato da Renovatio 21, a gennaio Netanyahu ha annullato il viaggio per la cerimonia di insediamento di Trump. Prima dell’insediamento l’inviato di Trump Steve Witkoff, in Israele per chiedere la tregua, aveva avuto con Netanyahu un incontro riportato come «molto teso».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
L’ex capo NATO afferma che Trump ha minacciato di ritirare gli Stati Uniti

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