Geopolitica
Velivoli russi intercettati in Alaska
Il NORAD – organizzazione congiunta del Canada e degli Stati Uniti, che fornisce un quadro di insieme sulla situazione di ogni oggetto volante nell’ambito aerospaziale del Nord America – lo scorso giovedì ha riconosciuto un secondo incidente di intercettazione di aerei russi la scorsa settimana, dopo aver precedentemente confermato quello iniziale che coinvolgeva quattro aerei russi in arrivo, avvenuto lunedì.
Per la seconda volta questa settimana, il NORAD avrebbe fatto decollare aerei da combattimento nel giorno di San Valentino per intercettare bombardieri russi Tu-95 Bear al largo della costa dell’Alaska.
Come nel primo incidente, il NORAD ha inviato un paio di aerei da combattimento, entrambi F-35, per intercettare gli aerei russi mentre si avvicinavano alla zona di identificazione della difesa aerea dell’Alaska, hanno dichiarato giovedì i funzionari dell’ente.
«Questa è la seconda intercettazione di aerei russi in due giorni. Questa attività russa vicino all’ADIZ [Zona di identificazione di difesa aerea, ndr] nordamericana si verifica regolarmente e non è vista come una minaccia, né l’attività è vista come provocatoria», ha aggiunto il NORAD nella nuova dichiarazione.
If anyone is wondering about Russia’s resolve, Russia is sending nuke-capable 'Bear' bombers over Alaska and has 'deployed nuclear-armed ships in Baltic for first time in 30 years. https://t.co/szbL9nSA0v pic.twitter.com/HP8kFWqS3y
— Geopolitics.wiki (@GeopoliticsW) February 15, 2023
È interessante notare, scrive Zerohedge, che il NORAD ha definito «routine» entrambi gli incidenti di questa settimana, dato che si è verificato in media da sei a sette volte l’anno nell’ultimo decennio o più. Inoltre, nessuna violazione dell’effettivo spazio aereo statunitense è stata segnalata dagli aerei russi, solo l’ADIZ periferica del Nord America, quella appunto controllato dal NORAD.
Violazioni che si verificano due volte in un periodo di 48 ore sono estremamente rare. Inoltre, i media statali russi sembrano pubblicizzare attivamente queste manovre al largo dell’Alaska, anche con video.
Come riportato da Renovatio 21, in tutti questi anni casi del genere si sono contati in gran numero.
La storia delle provocazioni aeree tra Russia e NATO – in particolare tra Russia e Stati Uniti – va avanti, spettacolarmente, da molti anni, producendo talvolta video esaltanti, in cui la parte di Tom Cruise in Top Gun la fanno i piloti russi.
Nel video qui sopra, due jet russi Su-24 che effettuano passaggi a bassa quota vicino al cacciatorpediniere USS Donald Cook nel Mar Baltico l’11 e 12 aprile 2016.
Si calcola che in un solo anno vi possano essere stati qualcosa come 500 sconfinamenti. Poca cosa nei confronti di quelli della Cina contro i Paesi limitrofi, che potrebbero arrivare ad oltre 900.
Interrogato dalla stampa sulla questione, il Presidente Putin ricordò di quando, nel caos degli anni Novanta, gli americani ne approfittarono per effettuare migliaia e migliaia di voli non autorizzati nello spazio aereo russo.
Sconfinamenti di caccia sono tipici anche nel caso del Mar Cinese, con i caccia della Repubblica popolare che si avvicinano a Taiwan o alle isole Senkaku, rivendicate del Giappone.
Come noto, l’Alaska, di proprietà dell’Impero russo, fu venduta dallo Zar agli americani per una cifra ritenuta risibile, cosa che fa infuriare alcuni russi ancora oggi, che quindi arrivano a disconoscere, più o meno per ischerzo, l’autorità americana sull’Alaska. Il presidente Putin, durante una delle lunghe sessioni televisive in cui risponde alle domande dei cittadini russi, dovette rispondere alla domanda posta da una signora, che gli chiedeva se c’erano piani per riprendersi l’Alaska. La risposta, fu, più o meno, «signora, a cosa le serve l’Alaska?».
Anche qui risatine e scherzi. Fino ad un certo punto.
Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Un’effigie raffigurante il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è stata avvistata appesa a una gru edile nel Nord-Est della Turchia, suscitando forte indignazione in Israele.
Secondo la stampa turca, l’episodio si è verificato sabato in un cantiere nella città di Trebisonda, sul Mar Nero. L’iniziativa sarebbe stata organizzata da Kemal Saglam, docente di comunicazione visiva presso un’università locale. Saglam ha dichiarato ai media turchi che il gesto aveva un intento simbolico, volto a denunciare le violazioni dei diritti umani a Gaza.
Le immagini, diffuse viralmente e riportate anche dal quotidiano turco Yeni Safak, mostrano la figura sospesa alla gru, accompagnata da uno striscione con la scritta: «Pena di morte per Netanyahu».
Il ministero degli Esteri israeliano, tramite un post su X, ha condiviso un video dell’incidente, accusando un accademico turco di aver creato l’effigie «con il fiero sostegno di un’azienda statale». Il ministero ha condannato l’atto, sottolineando che «le autorità turche non hanno denunciato questo comportamento scandaloso».
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior.
In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW
— Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
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Le autorità turche non hanno ancora fornito una risposta ufficiale.
I rapporti diplomatici tra Israele e Turchia sono tesi da anni e si sono ulteriormente deteriorati dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha accusato Netanyahu di aver commesso un «genocidio» a Gaza.
La Turchia, unendosi agli altri Paesi che hanno portato il caso al tribunale dell’Aia, ha accusato Israele di aver commesso un genocidio a Gaza. Il presidente Recep Tayyip Erdogan in precedenza aveva definito il primo ministro Benjamin Netanyahu «il macellaio di Gaza», suggerendo a un certo punto – in una reductio ad Hitlerum che è andata in crescendo, con contagio internazionale – che la portata dei suoi crimini di guerra superasse quelli commessi dal cancelliere della Germania nazionalsocialista Adolfo Hitlerro.
Nel 2023 la Turchia ha richiamato il suo ambasciatore da Israele e nel 2024 ha interrotto tutti i rapporti diplomatici. Mesi fa Ankara aveva dichiarato che Israele costituisce una «minaccia per la pace in Siria». Erdogan ha più volte chiesto un’alleanza dei Paesi islamici contro Israele.
Come riportato da Renovatio 21, i turchi hanno guidato gli sforzi per far sospendere Israele all’Assemblea generale ONU. L’anno scorso il presidente turco aveva dichiarato che le Nazioni Unite dovrebbero consentire l’uso della forza contro lo Stato degli ebrei.
Un anno fa Erdogan aveva ventilato l’ipotesi che la Turchia potesse invadere Israele.
La Turchia ha avuto un ruolo attivo nei recenti negoziati per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi, con diversi rapporti che indicano come l’influenza di Ankara su Hamas abbia facilitato il rilascio degli ostaggi nell’ambito del piano in 20 punti del presidente statunitense Donald Trump.
Venerdì, Erdogan ha dichiarato alla stampa che gli Stati Uniti dovrebbero intensificare le pressioni su Israele, anche attraverso sanzioni e divieti sulla vendita di armi, per garantire il rispetto degli impegni presi nel piano di Trump.
Domenica, Netanyahu ha annunciato che Israele deciderà quali forze straniere potranno partecipare alla missione internazionale proposta per Gaza, prevista dal piano di Trump per garantire il cessate il fuoco. La settimana precedente, aveva lasciato intendere che si sarebbe opposto a qualsiasi coinvolgimento delle forze di sicurezza turche a Gaza.
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Immagine screenshot da Twitter; modificata
Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
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Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
Cambogia e Thailandia hanno siglato un accordo di cessate il fuoco ampliato per porre fine a un violento conflitto di confine scoppiato a inizio anno. La cerimonia di firma, tenutasi domenica, è stata presieduta dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che aveva mediato la tregua iniziale.
Le tensioni storiche tra i due Paesi del Sud-est asiatico, originate da dispute territoriali di epoca coloniale, sono esplose a luglio con cinque giorni di scontri armati, che hanno spinto centinaia di migliaia di persone a fuggire dalla zona di confine. Un incontro ospitato dalla Malesia aveva portato a una prima tregua, segnando l’inizio della de-escalation.
Trump ha dichiarato di aver sfruttato i negoziati commerciali con entrambi i paesi per favorire una riduzione delle tensioni.
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA.
President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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Durante il 47° vertice dell’ASEAN in Malesia, il primo ministro cambogiano Hun Manet e il primo ministro thailandese Anutin Charnvirakul hanno firmato l’accordo, che amplia la tregua di luglio.
Il documento stabilisce un piano per ridurre le tensioni e assicurare una pace stabile al confine, prevedendo il rilascio di 18 soldati cambogiani prigionieri da parte della Thailandia, il ritiro delle armi pesanti, l’avvio di operazioni di sminamento e il contrasto alle attività illegali transfrontaliere.
Dopo la firma, il primo ministro thailandese ha annunciato l’immediato ritiro delle armi dal confine e il rilascio dei prigionieri di guerra cambogiani, insieme a un’intesa commerciale congiunta. Il primo ministro cambogiano ha lodato l’accordo, impegnandosi a rispettarlo e ringraziando Trump per il suo ruolo, proponendolo come candidato al Premio Nobel per la Pace del prossimo anno.
Trump ha definito l’accordo «monumentale» e «storico», sottolineando il suo contributo e descrivendo la mediazione di pace come «quasi un hobby». Dopo la cerimonia, ha firmato un accordo commerciale con la Cambogia e un importante patto minerario con la Thailandia.
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Immagine da Twitter
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