Vaccini
Vaccino MMR: parotite dopo la pubertà, testosterone e numero di spermatozoi ridotti
Renovatio 21 pubblica ,su gentile concessione, la traduzione di questo articolo di Robert F. Kennedy jr., presidente del Children’s Health Defense.
Questo articolo rappresenta la prima di due parti di una serie sulla parotite. La seconda parte approfondirà ulteriormente le ripercussioni del vaccino anti parotite sulla fertilità.
I legislatori stanno rispondendo freneticamente alla campagna di paura orchestrata dall’industria farmaceutica intorno al morbillo cercando di imporre un ulteriore obbligo per il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (MMR).
In tutto il paese, i legislatori stanno rispondendo freneticamente alla campagna di paura orchestrata dall’industria farmaceutica intorno al morbillo cercando di imporre un ulteriore obbligo per il vaccino di Merck contro morbillo, parotite e rosolia (MMR).
Anche se le continue epidemie di parotite, che coinvolgono migliaia di adolescenti e giovani adulti suscettibili, rendono insignificante al confronto il numero dei casi di morbillo, nessuno si sta occupando della questione della parotite, perché porterebbe alla luce il fatto che Merck è in tribunale da oltre otto anni grazie a scienziati che hanno denunciato la fabbricazione e falsificazione da parte dell’azienda dell’efficacia della componente parotite del suo vaccino MMR.
Invece di punire Merck per il suo inganno, le istituzioni stanno premiando l’azienda rendendo impossibile rifiutare il suo redditizio vaccino, sottoponendo una generazione di bambini americani al rischio di gravi complicazioni causate dall’infezione da parotite in un’età dove essa non progettata dalla natura.
Nessuno si sta occupando della questione della parotite, perché porterebbe alla luce il fatto che Merck è in tribunale da oltre otto anni grazie a scienziati che hanno denunciato la fabbricazione e falsificazione da parte dell’azienda dell’efficacia della componente parotite del suo vaccino MMR
Quando i bambini più piccoli hanno la parotite, il virus è relativamente innocuo; i bambini infetti spesso non mostrano sintomi. Quando la parotite colpisce gli adolescenti o gli adulti, d’altra parte, l’infezione può causare effetti negativi molto più gravi, tra cui l’infiammazione di vari organi (cervello, pancreas, ovaie e testicoli), così come danni alla fertilità maschile.
L’infiammazione di uno o di entrambi i testicoli (una condizione chiamata orchite) si verifica in circa un uomo su tre che ha la parotite in età post-puberale e può contribuire a difetti dello sperma e alla infertilità, oltre a compromettere la funzionalità delle cellule che producono testosterone.
Si stima che una percentuale dal 30% all’87% degli uomini con orchiti bilaterali indotte da parotite sperimenti una vera e propria infertilità, che è causa di grande preoccupazione, data la significativa diminuzione della fertilità maschile osservata negli ultimi decenni. Sembra quindi che il vaccino di Merck, invece di proteggere i bambini, non solo ritardi l’insorgenza della malattia a coorti di età più avanzate, ma abbia il potenziale per causare lesioni gravi e permanenti.
Merck e i vaccini contro la parotite
Consideriamo rapidamente la storia della parotite e della vaccinazione MMR negli Stati Uniti. La Food and Drug Administration (FDA) ha concesso la licenza per il primo vaccino di Merck contro la sola parotite nel 1967. Nel 1971 Merck ha introdotto la sua prima combinazione di vaccino MMR, seguita nel 1978 dal vaccino MMR-II (che ha modificato il componente della rosolia) e dal vaccino MMR più varicella (MMRV) ProQuad nel 2005.
A partire dal primo vaccino del 1967, Merck ha goduto di una posizione di monopolio unico nel mercato statunitense per la parotite e i vaccini MMR, con vendite combinate di MMR-II e ProQuad che hanno reso oltre 720 milioni di dollari nel solo 2014. Merck si posiziona costantemente tra le prime cinque aziende farmaceutiche a livello globale e il mercato a fine 2018 ha valutato le sue azioni al livello massimo da sette anni.
Invece di punire Merck per il suo inganno, le istituzioni stanno premiando l’azienda rendendo impossibile rifiutare il suo redditizio vaccino, sottoponendo una generazione di bambini americani al rischio di gravi complicazioni causate dall’infezione da parotite in un’età dove essa non progettata dalla natura
Al fine di ottenere il redditizio monopolio del vaccino MMR, Merck doveva convincere l’FDA che tutte e tre le componenti del vaccino combinato potevano raggiungere un’efficacia del 95%, ma quella contro la parotite era di scarsa qualità.
Infatti, come sostenuto in una causa intentata da due scienziati Merck nel 2010 ai sensi del False Claims Act, l’azienda sapeva dalla fine degli anni ’90 che la componente parotite del vaccino MMR ha un’efficacia «molto inferiore» al 95%.
Uno studio del 2005 pubblicato su Vaccine ha stimato l’efficacia della vaccinazione contro la parotite più vicina al 69% e gli autori hanno osservato che i loro risultati erano coerenti con altri studi.
Nella controversia i due informatori affermano (che a quanto si dice è arrivata in giudizio quest’anno) che Merck ha «volontariamente e illegalmente preservato il suo monopolio» attraverso «manipolazioni continue» e «rappresentando al pubblico e alle agenzie governative un tasso di efficacia falsamente aumentato per il suo vaccino anti parotite».
In particolare, i due scienziati sostengono che i dirigenti di Merck hanno ordinato loro di usare metodologie «falsate», tra cui il prelievo di anticorpi dai conigli e la loro aggiunta alle fiale di sangue umano, al fine di ingannare le autorità regolatorie e far intendere una risposta anticorpale abbastanza robusta e durevole da ottenere la licenza. Gli informatori sostengono che quando quelle strategie «migliorative» non hanno consentito di raggiungere il «tasso di efficacia fabbricato [95%]» di Merck, l’azienda ha fatto ricorso alla semplice falsificazione dei dati dei test e ad altre attività fraudolente.
Adolescenti e giovani adulti non protetti
Le scarse prestazioni della componente parotite dell’MMR e la dubbia «durata» dell’immunità specifica contro la parotite dopo la vaccinazione sono motivo di preoccupazione. In realtà, stiamo già vivendo con l’eredità di questo vaccino difettoso. Piuttosto che proteggere una generazione di bambini americani dall’infezione da parotite nell’infanzia, il vaccino ha semplicemente rimandato l’insorgenza del virus a gruppi di età più avanzata, esponendoli a un rischio molto maggiore.
L’infiammazione di uno o di entrambi i testicoli (una condizione chiamata orchite) si verifica in circa un uomo su tre che ha la parotite in età post-puberale e può contribuire a difetti dello sperma e alla infertilità, oltre a compromettere la funzionalità delle cellule che producono testosterone.
I ricercatori confermano un aumento dell’età mediana dei pazienti con parotite, un aumento delle dimensioni e del numero di focolai di parotite nelle popolazioni altamente vaccinate e tassi più elevati di complicanze, compresa l’orchite.
In tutto il paese, epidemie di parotite incontrollate hanno colpito una generazione più adulta di individui vaccinati.
I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) hanno segnalato 150 focolai (9.200 casi) nell’anno e mezzo da gennaio 2016 a giugno 2017, che hanno colpito «scuole, università, squadre e strutture sportive, gruppi religiosi, luoghi di lavoro e grandi feste ed eventi».
Nel corso degli ultimi anni, il numero di campus universitari che segnalano epidemie di parotite è esploso: in istituzioni che vanno dalle università di Harvard e Temple a quelle di Syracuse e degli stati della Louisiana e dell’Indiana.
Epidemie di parotite incontrollate hanno colpito una generazione più adulta di individui vaccinati.
Presso l’Università del Missouri, che nel 2016 ha segnalato 193 casi di parotite nel campus, il direttore del centro di salute ha riferito di non aver visto nulla di simile «nei suoi 31 anni di scuola». Commentando il fatto che tutti gli studenti colpiti avevano ricevuto le due dosi richieste di MMR, ha osservato: «Il fatto che abbiamo casi di parotite che si manifestano in popolazioni altamente immunizzate significa probabilmente qualcosa a proposito dell’efficacia del vaccino».
Una nave da guerra dispiegata nel Golfo Persico, la USS Fort McHenry, non è potuta approdare dall’inizio di gennaio a causa di un contagio di parotite che ha colpito l’equipaggio, anche se l’esercito vaccina tutto il personale contro il virus e nonostante la Marina abbia immediatamente sottoposto l’equipaggio in questione ad un altro richiamo di MMR.
Il virus della parotite ha anche fatto un «ritorno» in altri ambienti in cui si concentrano giovani adulti. Ad esempio, una nave da guerra dispiegata nel Golfo Persico, la USS Fort McHenry, non è potuta approdare dall’inizio di gennaio a causa di un contagio di parotite che ha colpito l’equipaggio, anche se l’esercito vaccina tutto il personale contro il virus e nonostante la Marina abbia immediatamente sottoposto l’equipaggio in questione ad un altro richiamo di MMR.
I servizi giornalistici hanno rifiutato di fornire indicazioni sulle complicanze da parotite, ma descrivono la quarantena come «un killer morale» per i membri dell’equipaggio abituati ad avere sbarchi mensili in porto. I protocolli di controllo delle infezioni stabiliscono che la Marina non può dichiarare la situazione «sotto controllo» fino a «50 giorni dopo che l’ultimo membro del personale colpito si sia ripreso».
Mettere in pericolo i giovani invece che proteggerli
Tutte queste coorti appartengono a una fascia di età che non dovrebbe mai sperimentare la parotite.
I legislatori e le agenzie governative «mostrano una pericolosa indifferenza verso le conseguenze indesiderate della vaccinazione». Come burattini manovrati da Merck, i legislatori di tutto il paese stanno cercando di imporre obblighi per il vaccino MMR ancora più severi
Come ha recentemente osservato Children’s Health Defense, mentre «le manifestazioni di malattia in gruppi vaccinati dovrebbero suscitare serie domande sul fallimento del vaccino», i legislatori e le agenzie governative «mostrano una pericolosa indifferenza verso le conseguenze indesiderate della vaccinazione». Come burattini manovrati da Merck, i legislatori di tutto il paese stanno cercando di imporre obblighi per il vaccino MMR ancora più severi agli americani riluttanti, condannando una generazione di bambini a correre i gravi rischi legati alle infezioni tardive di parotite.
Robert F. Kennedy jr., presidente di Children’s Health Defense
© 19 marzo 2019, Children’s Health Defense, Inc. Questo lavoro è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD
Vaccini
Il comitato consultivo del CDC vota per porre fine alla raccomandazione di vaccinare i neonati contro l’epatite B
Il Comitato consultivo sulle pratiche di immunizzazione (ACIP) ha deliberato per revocare la raccomandazione storica che imponeva la vaccinazione contro l’epatite B a tutti i neonati subito dopo la nascita. Questa decisione rappresenta un trionfo significativo per la campagna «Make America Healthy Again» promossa dal segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr., mirata a una revisione del calendario vaccinale pediatrico, in un’epoca di crescenti interrogativi sull’impennata dei casi di autismo tra i bambini.
Con 8 voti a favore e 3 contrari, l’ACIP ha indicato che le madri risultate negative al test per l’epatite B possano concordare con il proprio pediatra «quando o se» somministrare il vaccino ai loro neonati. Le direttive per i piccoli nati da madri positive o con status ignoto al virus restano immutate.
Si prevedono ulteriori revisioni alla politica vaccinale nei mesi a venire, mentre il panel valuta l’intero protocollo di immunizzazioni infantili. Diversi oratori intervenuti all’assemblea, e almeno parte degli esperti consultati, sono noti per le loro riserve sul tema dei vaccini.
Kennedy si definisce «pro-sicurezza», non «anti-vaccini», ma i media mainstream – pesantemente influenzati dai contributi pubblicitari delle multinazionali farmaceutiche – hanno ritratto il titolare dell’HHS come un «anti-vaccinista». Tale immagine è lontana dalla realtà, come ha ribadito di recente lo stesso Kennedy: «Credo che i vaccini abbiano salvato milioni di vite e svolgano un ruolo fondamentale nell’assistenza sanitaria».
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Il Ssegretario sta esaminando un potenziale nesso tra il vaccino e l’aumento dei disturbi autistici, evidenziando come il piano vaccinale per l’infanzia sia passato da poche somministrazioni a un ventaglio di decine di dosi.
Il vaccino contro l’epatite B ha provocato danni così estesi nella popolazione americana che nel 1999 ABC News gli dedicò un’inchiesta e il Congresso indisse un’audizione. Eppure, gli specialisti allineati alla narrazione ufficiale hanno negato l’esistenza di legami provati. È sufficiente rammentare che le contestazioni più accese alla riforma vaccinale di RFK Jr. proverranno dai media corporate e dai parlamentari, che dipendono in misura preponderante dai finanziamenti dell’industria farmaceutica.
L’Italia è stata il primo Paese europeo a rendere obbligatoria la vaccinazione per i nuovi nati e per gli adolescenti di 12 anni con la legge 27 maggio 1991, n. 165, entrata in vigore dal 1992.
I giornali riportano che la decisione fu presa dal ministero dove direttore generale e ministro della Sanità stesso ricevettero una tangente di 600 milioni di lire da GlaxoSmihKline, produttrice del vaccino Engerix B contro l’epatite B per i neonati.
In Italia l’obbligo è rimasto per i nati dal 1992 in poi (coorti 1981-2000 anche per la dose adolescenti) fino al 2017, quando la legge Lorenzin (119/2017) lo ha confermato estendendolo a 10 vaccinazioni. Oggi resta obbligatorio 0-15 anni.
Va ricordato che l’epatite B si trasmette per via sessuale o scambio di siringhe tra tossicodipendenti: perché, quindi, vaccinare un neonato per tale morbo?
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Vaccini
Uno studio minimizza il rischio di miocardite nei bambini a causa del vaccino COVID
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Il riassunto dell’articolo ometteva prove del rischio del vaccino
Il disegno dello studio è profondamente compromesso perché i 22 autori hanno costruito un modello complicato per evitare di effettuare un confronto diretto (solo vaccino contro solo malattia). E anche dopo aver falsificato i conti, anche dopo aver preso i dati di quasi 14 milioni di bambini e adolescenti sotto i 18 anni in Inghilterra, hanno ottenuto un risultato che è appena statisticamente significativo, con barre di errore sovrapposte per il rischio da COVID-19 e il rischio da vaccinazione. La situazione peggiora. I risultati, che favorivano marginalmente la vaccinazione, furono annunciati in un riassunto in cima al documento e annunciati alla stampa. Ma nascosta nell’appendice, pubblicata separatamente online, c’è una tabella che mostra una versione più pertinente del confronto. La versione riportata nel riassunto si riferisce a un periodo iniziale in cui il vaccino non era disponibile. L’appendice mostra dati comparabili per il periodo in cui il vaccino era disponibile, limitatamente alle fasce d’età per le quali il vaccino era offerto. Nell’appendice, il rischio di miocardite dovuto alla malattia è la metà di quello associato al vaccino. Ciò contraddice palesemente il riassunto e i titoli dell’articolo – e questa era una risposta alla versione ingannevole della domanda, non a quella più diretta a cui i ricercatori hanno scelto di non rispondere.Sostieni Renovatio 21
Gli autori dello studio hanno posto la domanda sbagliata
La domanda più pertinente è semplice: i bambini vaccinati hanno avuto un’incidenza di miocardite più alta rispetto ai bambini non vaccinati? È una domanda a cui è facile rispondere, dati i dati a cui questi autori (ma non il pubblico) avevano accesso. In pochi minuti, avrebbero potuto calcolare il tasso di miocardite tra i bambini vaccinati e non vaccinati. Tuttavia, se hanno fatto il calcolo, non ne hanno riportato i risultati. Immagino che abbiano fatto il calcolo, ma non gli sia piaciuto quello che hanno visto, quindi non l’abbiano incluso nell’articolo pubblicato. Come ho affermato sopra, credo che gli autori dello studio abbiano «posto la domanda sbagliata». Ciò che intendo dire è che l’articolo confronta il rischio di miocardite da COVID con il rischio derivante dalla vaccinazione. Ma questa non è la domanda più rilevante. Perché? Poiché molte persone si sono vaccinate e poi hanno comunque contratto il COVID, sono state inutilmente esposte a entrambi i rischi. Al contrario, molti bambini che non hanno ricevuto il vaccino non hanno contratto il COVID. Oppure, la loro forma è così lieve che non se ne accorgono nemmeno. Questi bambini hanno evitato entrambi i rischi. Ecco perché confrontare il rischio di miocardite da COVID con il rischio derivante dal vaccino COVID non è la questione pertinente. Non è una questione di «o l’uno o l’altro».Iscriviti al canale Telegram ![]()
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- Gli autori hanno posto una domanda complicata quando una semplice era più pertinente.
- Data questa domanda errata, non hanno effettuato l’analisi più diretta per rispondere.
- Ciononostante, hanno scoperto che il vaccino presentava un rischio di miocardite quasi doppio rispetto alla malattia. Questo risultato era riportato solo nella Tabella S16 dell’Appendice Supplementare, ma non era menzionato da nessuna parte nel corpo dell’articolo, né tantomeno nel riassunto in cima.
- E nonostante ciò hanno fatto annunci importanti al pubblico, sostenendo che il loro studio conferma che i bambini stanno meglio con il vaccino che senza.
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Vaccini
Il vaccino antinfluenzale a mRNA di Pfizer associato a gravi effetti collaterali, soprattutto negli anziani
I recenti titoli che decantano la superiore efficacia del vaccino antinfluenzale a mRNA della Pfizer ignorano le scoperte della stessa Pfizer secondo cui, per le persone con più di 65 anni, il loro prodotto a mRNA è più pericoloso dei vaccini antinfluenzali standard, che sono già inefficaci e dannosi. Lo riporta LifeSite.
Il motivo della falsa informazione da parte dei media tradizionali e del prestigioso New England Journal of Medicine (NEJM) è che Pfizer ha occultato i risultati dei test del suo prodotto sugli anziani, che hanno evidenziato effetti avversi più accentuati del farmaco.
«I risultati sono così pessimi che non è chiaro se la Food and Drug Administration potrebbe o vorrebbe approvare un vaccino a mRNA sulla base di questi dati», ha scritto il giornalista Alex Berenson, noto per le sue inchieste durante la pandemia. «Pfizer sembra sapere benissimo che questi risultati sono disastrosi».
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«Pfizer non ha mai annunciato i risultati, tenendoli nascosti per anni», ha scritto Berenson sul suo Substack. «Dimostrano che gli anziani che hanno ricevuto l’mRNA hanno avuto PIÙ infezioni influenzali, decessi ed effetti collaterali rispetto a coloro che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale standard».
Pertanto, è improbabile che il vaccino antinfluenzale a mRNA della Pfizer venga approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) di Trump.
«Un vaccino antinfluenzale a mRNA non ha funzionato negli anziani», ha dichiarato il commissario della FDA, il dottor Marty Makary, a Fox News nel fine settimana. «La sperimentazione non ha mostrato alcun beneficio».
«Non ci limiteremo ad approvare automaticamente nuovi prodotti che non funzionano, che falliscono in una sperimentazione clinica. Sarebbe una presa in giro della scienza se approvassimo automaticamente prodotti senza dati», ha affermato Makary. «Questo era il modus operandi dell’amministrazione Biden», ha aggiunto.
I risultati nascosti sono oltremodo sconvolgenti per gli anziani. Secondo Berenson:
«Gli anziani sottoposti a vaccinazione con mRNA avevano circa il 6% di probabilità in più di contrarre l’influenza rispetto a quelli sottoposti a vaccinazione standard. E 49 anziani sottoposti a vaccinazione con mRNA sono deceduti, rispetto ai 46 sottoposti a vaccinazione antinfluenzale».
«Lo studio ha anche rivelato un significativo segnale di sicurezza per gli mRNA sul danno renale. A ventidue pazienti anziani che hanno ricevuto l’iniezione di mRNA è stata diagnosticata una lesione renale acuta, una malattia renale cronica o una malattia renale allo stadio terminale, rispetto ai nove che hanno ricevuto l’iniezione standard».
«Un altro dato preoccupante è che 17 anziani a cui è stato somministrato mRNA hanno sofferto di “insufficienza respiratoria acuta”, rispetto ai soli sei che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale standard».
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«Anche i pazienti trattati con mRNA avevano una probabilità molto maggiore di manifestare effetti collaterali meno gravi. Ad esempio, circa il 69% ha segnalato gonfiore nel sito di iniezione o altri effetti collaterali locali dopo la vaccinazione, rispetto al 26% di coloro che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale».
«Ritengo che questo rappresenti una grave mancanza di integrità nel processo di revisione paritaria. Il comitato editoriale del NEJM dovrebbe fornire una spiegazione chiara di come si sia verificato questo errore e… richiedere agli autori di correggere gli articoli attuali e di riferire sui risultati completi dello studio», ha dichiarato alla testata Epoch Times Retsef Levi, professore al Massachusetts Institute of Technology (MIT) .
«Ancora una volta, quando vengono condotti studi adeguati, si scopre che i vaccini a base di mRNA per persone sane non sono ancora pronti per il grande pubblico e probabilmente non lo saranno mai», conclude il Berensone.
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