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Vaccini e feti abortiti, un gruppo di genitori ci scrive

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Vaccini e linee cellulari di feti abortiti, etica e morale, scienza e coscienza. Da quando Renovatio 21 ha fatto emergere in Italia, quest’aspetto aberrante che riguarda le pratiche di vaccinazioni di massa, qualcosa sembra essersi mosso.

Il tema dei vaccini prodotti con linee cellulari di feti abortiti comincia ad infastidire seriamente i piani alti, finanche ecclesiastici perché, si sa, quando si parla di coscienza non è semplice contraddire senza argomenti quantomeno seri.

Un gruppo di genitori ci ha scritto, per farci presente che vogliono combattere per riuscire ad esercitare la loro obiezione di coscienza per ragioni etiche e morali. Ci hanno chiesto aiuto, ci hanno chiesto di ascoltarli. Noi, ovviamente, lo abbiamo fatto più che volentieri intervistando la Sig.ra Anna Casali, portavoce del gruppo di genitori sparsi in varie regioni ma accomunati dallo stesso intento.

 

Signora Casali, vuole innanzitutto spiegarci chi siete?

Certo, noi siamo genitori cattolici che si sono organizzati in un gruppo avendo tutti il medesimo obiettivo. Abbiamo purtroppo scoperto, attraverso ricerche approfondite, che nel mercato farmaceutico esistono prodotti il cui contenuto, per i nostri precetti religiosi, morali ed etici, non è assolutamente accettabile. Stiamo quindi collaborando per poter affrontare al meglio la problematica e, se possibile, risolverla. 

Abbiamo purtroppo scoperto, attraverso ricerche approfondite, che nel mercato farmaceutico esistono prodotti il cui contenuto, per i nostri precetti religiosi, morali ed etici, non è assolutamente accettabile

 

Perché non vi siete costituiti come associazione, preferendo di rimanere un semplice gruppo di genitori?

Non è nostra priorità attualmente quella di costituire un’associazione, ciò che riteniamo fondamentale è porre l’accento sui paradossi religiosi che emergono quando si affronta la tematica relativa ad alcune produzioni farmaceutiche.

 

Qual è il problema di questi prodotti farmaceutici a cui fa riferimento?

La componente multiculturale presente in ogni Stato globalizzato è ormai inevitabilmente attenta non soltanto all’ambiente, al materiale ecologico utilizzato per i capi di abbigliamento o per gli arredi, ma soprattutto al non utilizzo di materiale biologico umano o animale in farmaci o cosmetici, in ossequio ai personali dettami religiosi, morali o etici.

 

Ci domandiamo perché, se il mercato si attiva alacremente per compiacere le scelte per esempio alimentari del consumatore, altrettanto non faccia quando si tratta di questioni così importanti e imprescindibili da qualsiasi altra scelta secondaria.

Laddove le industrie farmaceutiche o cosmetiche non rispettino certi criteri, il consumatore è libero di acquistare altri medicinali o creme, rifiutando pertanto un mercato che non rispetta le personali esigenze e trasmettendo così un messaggio di gradimento soltanto per ciò che è prodotto secondo criteri etici.

 

La possibilità di scegliere esiste e viene esercita, in non poche circostanze.

 

Tuttavia la possibilità di rivolgersi ad alternative non può estendersi a qualsiasi tipo di articolo. Per esempio, rappresenta una nota dolente il contenuto, di cui abbiamo solo recentemente appreso l’esistenza, di alcuni vaccini. Benché ultimamente il tema dei vaccini sia spesso oggetto di discussione, raramente si affronta anche l’argomento legato alla loro metodologia produttiva che fa emergere numerosi e preoccupanti risvolti.

 

È giusto sapere che, per la produzione di alcuni di essi, si utilizzano virus vivi attenuati coltivati su linee cellulari fetali di origine abortiva (WI-38 e MRC-5). Si tratta di cellule che si moltiplicano in vitro, ricavate dagli organi di due feti, una femmina ed un maschio, abortiti negli anni 60. Da allora altre linee cellulari sono state ricavate da feti e sono presenti nelle biobanche che rendono disponibili questi prodotti per vari scopi scientifici (ad esempio alcuni vaccini sperimentali attualmente non presenti sul mercato italiano).

È giusto sapere che, per la produzione di alcuni vaccini si utilizzano virus vivi attenuati coltivati su linee cellulari fetali di origine abortiva (WI-38 e MRC-5)

 

Queste informazioni vengono consapevolmente taciute e nascoste dietro acronimi indecifrabili. 

 

In questo modo si nega intenzionalmente ai genitori la possibilità di effettuare, con cognizione di causa, le scelte che coinvolgano la propria salute e quella dei propri figli e di consentire che esse siano coerenti con il proprio senso religioso e morale.  E l’alternativa etica, purtroppo, non esiste.

 

Ci domandiamo perché, se il mercato si attiva alacremente per compiacere le scelte per esempio alimentari del consumatore, altrettanto non faccia quando si tratta di questioni così importanti e imprescindibili da qualsiasi altra scelta secondaria.

In questo modo si nega intenzionalmente ai genitori la possibilità di effettuare, con cognizione di causa, le scelte che coinvolgano la propria salute e quella dei propri figli e di consentire che esse siano coerenti con il proprio senso religioso e morale.  E l’alternativa etica, purtroppo, non esiste.

 

Questo è solo un aspetto, sicuramente il più grave per un credente, ma ne esistono altri…

 

Un’altra grave conseguenza, causata dall’utilizzo di tecniche di coltura che prevedono l’impiego di  linee cellulari umane e animali per la preparazione dei vaccini, è di tipo medico: al termine del processo di produzione dei vaccini permane nel prodotto finale una certa quantità di frammenti di DNA che, laddove inoculati, potrebbero innescare un processo mutageno: modificare il DNA del ricevente.

 

È inevitabile domandarsi come sia possibile accettare che Chi ci ha creato sia stato così sprovveduto da aver realizzato un sistema immunitario così deficitario.

 

Ma, come si può evincere da quanto sopra riportato, il problema presenta notevoli sfaccettature e ripercussioni. I genitori infatti non vengono mai informati della reale composizione dei farmaci: nessun operatore sanitario si assume mai l’onere di spiegare cosa si inocula con un vaccino e nessun foglietto illustrativo è realmente esplicativo, anzi si celano le informazioni più importanti dietro sigle e acronimi. Il consenso che sottoscriviamo prima del trattamento sanitario è tutto tranne che “informato”.

I genitori infatti non vengono mai informati della reale composizione dei farmaci: nessun operatore sanitario si assume mai l’onere di spiegare. Il consenso che sottoscriviamo prima del trattamento sanitario è tutto tranne che “informato”.

 

E come comportarci poi quando una Legge (L. 119/2017) ci impone, per non incorrere in sanzioni e per non vedere esclusi i nostri figli dalle scuole dell’infanzia o materne, di vaccinare i nostri figli con farmaci prodotti su linee cellulari fetali abortive?  In questo modo siamo costretti a scegliere se comportarci da bravi cittadini o da bravi cattolici: ma noi siamo entrambi, e prima di tutto cattolici.

 

Troviamo assolutamente aberrante che lo Stato ci imponga di agire contro la nostra coscienza e di cooperare ad un male che, seppur remoto e indiretto, sempre male rimane.

 

Tuttavia di fronte ad una scelta obbligata facciamo nostro il precetto del Vangelo: il cittadino non deve in coscienza obbedire quando le leggi delle autorità civili si oppongono alle esigenze dell’ordine morale: «Bisogna obbedire alle leggi di Dio piuttosto che a quelle degli uomini» (At 5,29).

 

 Quali sono attualmente i vaccini obbligatori prodotti con linee cellulari di feti aborti volontariamente?

Tra i vaccini obbligatori, quelli prodotti con linee cellulari fetali sono il vaccino morbillo-parotite-rosolia e il vaccino morbillo-parotite-rosolia-varicella. Purtroppo però vi sono in commercio molti altri vaccini che contengono linee cellulari fetali.

 

 Il cittadino non deve in coscienza obbedire quando le leggi delle autorità civili si oppongono alle esigenze dell’ordine morale: «Bisogna obbedire alle leggi di Dio piuttosto che a quelle degli uomini» (At 5,29).

 

Cosa vorreste ottenere?

Nella Costituzione repubblicana il principio della libertà religiosa è sancito in tutta la sua completezza, sia sotto il profilo individuale sia collettivo, dall’art. 19 che afferma che tutti hanno il diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, […]. È evidente che se la Carta Costituzionale tutela la libertà di scelta religiosa ciò significa che tale diritto si estrinseca per il singolo credente, non solo nella possibilità di scegliere quale professione religiosa praticare, ma anche di poter mettere in pratica ogni comportamento che sia espressione dei dettami imposti dal proprio credo, pertanto, senza alcuna forma di vincolo imposto da parte dello Stato.

 

Quello dell’aborto è un tema problematico per quasi tutte le professioni di fede e, in Italia, esiste già la possibilità di esercitare il diritto di obiezione di coscienza per la professione medica.

 

L’obiezione di coscienza rappresenta, di fatto, il rifiuto categorico di compiere atti prescritti dall’ordinamento italiano ma contrari alle proprie convinzioni, come per esempio il fatto di non partecipare in qualità di medico o personale infermieristico agli interventi clinici di interruzione volontaria di gravidanza o di non sottoscrivere la prescrizione per la pillola contraccettiva di emergenza. Sono atti che confliggono con la libera espressione religiosa e non possono essere oggetto di alcun tipo di prescrizione obbligatoria da parte dello Stato.

L’obiezione di coscienza rappresenta, di fatto, il rifiuto categorico di compiere atti prescritti dall’ordinamento italiano ma contrari alle proprie convinzioni

 

In USA il legislatore ha riconosciuto questa facoltà ai cittadini di 47 stati su 50 e, in 20 di essi è  presente anche la possibilità di esercitare l’obiezione filosofica che riguarda altri aspetti relativi ai contenuti o alle modalità di produzione dei vaccini.

 

Risultano, pertanto, incomprensibili le motivazioni per la quali in uno stato di diritto quale dovrebbe essere il nostro, possa essere negata la scelta terapeutica sulla base delle proprie credenze religiose. Noi pretendiamo che ci venga riconosciuto lo stesso diritto di obiezione di coscienza concesso ai medici e al personale infermieristico dato che, la fonte normativa di riferimento è la medesima per entrambi.

 

Noi pretendiamo che ci venga riconosciuto lo stesso diritto di obiezione di coscienza concesso ai medici e al personale infermieristico dato che, la fonte normativa di riferimento è la medesima per entrambi.

Inoltre, proprio come stabilito in materia di consenso informato ai trattamenti sanitari, esigiamo che ogni individuo, nel rispetto delle sue personali convinzioni religiose, sia opportunamente e doverosamente informato dall’operatore sanitario su quali siano i composti di ogni vaccino.

 

 E in quale modo pensate di poter ottenere la possibilità di fare obiezione di coscienza?

Documentandoci, abbiamo appreso dell’esistenza di un gruppo pro-life americano, che si chiama Children of God for life, che si sta prodigando in un enorme lavoro di divulgazione e di informazione sul tema dell'(ab)uso dei feti abortiti da parte delle industrie farmaceutiche.

 

Come questo gruppo anche noi ci siamo proposti in primis di fare pressione sui politici che siano sensibili al tema dell’aborto, e poi di compiere un’opera di comunicazione sul contenuto di questi farmaci coinvolgendo tutte le associazioni che nella società civile già si adoperano in questo ambito. In particolare, vogliamo ringraziare voi di Renovatio 21 per l’ottimo ed instancabile lavoro che state svolgendo qui in Italia proprio su questo tema, in particolare con l’incontro del 13 marzo prossimo a Roma.

 

Il Documento della Pontificia Accademia per la Vita del 2017 è misteriosamente carente a livello storico: per sviluppare il solo vaccino della rosolia sono stati sacrificati circa 80 feti! Abbiamo gli articoli scientifici originali che lo testimoniano.

Ma la Pontificia Accademia per la Vita, il 31 luglio 2017, ha detto che non ci sono più problemi etici e morali perché i feti con cui si sono create le linee cellulari presenti nei vaccini sono stati abortiti tanti anni fa…

Vero, ma questa dichiarazione ci lascia perplessi perché rispetto alla precedente del 2005, che riconosce e promuove l’obiezione da parte dei credenti, è drammaticamente sbilanciata sul fronte medico (pericolosità della malattia) e inspiegabilmente assolutoria su quello morale.  

 

Ci sono tre encicliche recenti (che confermano peraltro la millenaria posizione della Chiesa in merito) che denunciano questo male: Donum Vitæ (1987)  Evangelium Vitae (1995) e Dignitas Personae  (2008). In particolare in quest’ultima Papa Ratzinger è stato categorico nella condanna dell’utilizzo di feti per qualsiasi scopo scientifico.

 

Bisogna aggiungere, ed è questo l’aspetto più aberrante, che per essere utili allo scopo farmaceutico i feti devono essere vitali e le procedure abortive sono selezionate per assicurare questo obiettivo, proprio come è emerso nel recente scandalo Planned Parenthood in America, relativo alla compravendita di organi e tessuti di feti.

 

Il Documento della PAV è misteriosamente carente a livello storico: per sviluppare il solo vaccino della rosolia sono stati sacrificati circa 80 feti! Abbiamo gli articoli scientifici originali che lo testimoniano.

 

Troviamo assolutamente aberrante che lo Stato ci imponga di agire contro la nostra coscienza e di cooperare ad un male che, seppur remoto e indiretto, sempre male rimane.

E allora, perché mai la chiesa di Bergoglio, della nouvelle Pontificia Accademia per la Vita, dovrebbe appoggiare una simile battaglia? 

Non siamo particolarmente ottimisti su questo fronte e ci sembra inopportuno che certa stampa cattolica faccia passare l’informazione che le vaccinazioni MPR e MPRV siano quasi come una professione di fede, dimenticandosi di una verità millenaria (la sacralità della vita) e dell’esistenza di numerosi danneggiati e morti a causa delle vaccinazioni, trasformati in fantasmi invisibili, moderni parìa da nascondere e dimenticare.

 

 Quali alternative dunque, e a chi pensate di rivolgervi?

Noi vogliamo rivendicare il nostro diritto, esattamente come quello riconosciuto ai medici, di poter esercitare obiezione di coscienza. Chiediamo il rispetto dei dettami costituzionali che la garantiscono e delle leggi italiane, europee e internazionali che la tutelano.

 

Ci viene in soccorso anche la definizione di salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che parla di stato di benessere generale del soggetto certamente incompatibile con l’obbligo ad usare prodotti che, per contenuto, creino conflitto con la propria coscienza. Peraltro, già nel lontano 2001, alla Camera dei Deputati, era stata depositata un proposta di legge, a firma On. Pecoraro Scanio e Zanella, che chiedeva il riconoscimento del diritto all’obiezione di coscienza nei confronti degli obblighi di vaccinazione.

 

Nonostante siano trascorsi da allora ormai diciotto anni, il riconoscimento e la tutela di alcuni diritti civili resta soltanto inchiostro sulla carta.

 

 

Genitori per l’Obiezione

(obiezioneticoreligiosa@gmail.com)

 

Anna Casali, Flavia Ferro, Cinzia Cobai, Anna Grassi, Luca Orlando, Daniela Frigerio, Sabrina Galcon, Manuela Moroni, Santina Mirulla, Arianna Bocchi, Pamela Marino, Gabriella Carraro, Alessando Lanzoni, Vincenzo Miglio, Daniela Salza, Mauro Giusti, Mirco Longhi, Francesco Abbate, Rosaria Laganà, Luca Corelli, Andrea Ferrari, Matteo Serra.

 

 

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Vaccini

AstraZeneca ritira il vaccino COVID in tutto il mondo

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AstraZeneca ha annunciato il ritiro del suo vaccino contro il COVID-19 dai mercati globali, sostenendo che il farmaco è stato messo da parte dalle alternative.

 

Lo sviluppo arriva dopo che il produttore del farmaco ha recentemente ammesso che il vaccino può causare coaguli di sangue potenzialmente fatali in rari casi.

 

In una dichiarazione di mercoledì, citata da diversi media, un portavoce di AstraZeneca ha affermato che dall’inizio della pandemia sono state sviluppate molteplici varianti del vaccino, portando a un calo della domanda di Vaxzevria, che non viene più prodotto o sviluppato. Il portavoce ha anche citato stime indipendenti secondo cui «oltre 6,5 milioni di vite sono state salvate solo nel primo anno di utilizzo e oltre 3 miliardi di dosi sono state fornite a livello globale».

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Il vaccino AstraZeneca è stato lanciato all’inizio del 2021, poco dopo che l’epidemia di COVID-19 era stata dichiarata pandemia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. AstraZeneca ha ritirato volontariamente l’autorizzazione all’immissione in commercio del vaccino nell’UE lo scorso marzo, con la conferma dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA).

 

Poco dopo il lancio, AstraZeneca si è trovata al centro di polemiche dopo che numerosi Paesi occidentali hanno sospeso l’uso del suo vaccino per il timore che potesse aver causato lo sviluppo di coaguli di sangue in alcuni pazienti. Tuttavia, i funzionari sanitari dell’UE dell’epoca insistevano sul fatto che i benefici dell’inoculazione superavano ancora i rischi.

 

È possibile ricordare per l’Italia non solo il caso della 18enne Camilla Canepa, morta dopo l’iniezione, ma anche quello di altri casi partiti nel primo 2021.

 

Negli ultimi mesi, l’azienda farmaceutica ha combattuto una dura battaglia legale in Gran Bretagna, con una class action in cui si sostiene che il vaccino AstraZeneca è «difettoso» e meno sicuro del previsto. La società ha negato l’accusa.

 

I querelanti hanno insistito sul fatto che il vaccino ha causato la trombosi con sindrome trombocitopenica (TTS), una rara condizione in cui una persona ha coaguli di sangue, che possono ridurre il flusso sanguigno, combinato con un basso numero di piastrine, che può causare difficoltà nell’arrestare l’emorragia. Si ritiene che la TTS causata dal vaccino sia collegata a diverse dozzine di morti solo nel Regno Unito, con centinaia di altre persone che hanno riportato ferite gravi.

 

Sebbene inizialmente l’azienda avesse negato un legame tra la condizione e l’uso del prodotto, ha ammesso nei documenti giudiziari presentati all’Alta Corte del Regno Unito lo scorso febbraio che «il vaccino AZ può, in casi molto rari, causare TTS», aggiungendo che «il meccanismo causale non è noto». È stato inoltre affermato che il vaccino ha «un profilo di sicurezza accettabile».

 

Come riportato da Renovatio 21le cause in Gran Bretagna che sostengono che il siero abbia causato morti e lesioni gravi sono molteplici. Autopsie su cittadini morti erano giunti a conclusioni sulla coagulazione del sangue dei vaccinati ancora due anni fa. Ricerche supponevano una correlazione tra coaguli e vaccino ancora nel 2021.

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Durante un’intervista di inizio 2022 il professor Sir Andrew Pollard, direttore dell’Oxford Vaccine Group e presidente del Comitato Congiunto Britannico per la Vaccinazione e l’Immunizzazione (JCVI), aveva affermato che il lancio del vaccino contro il COVID dovrebbe essere frenato per «concentrarsi sui vulnerabili» piuttosto che iniettare infiniti booster all’intera popolazione.

 

«Non possiamo vaccinare il pianeta ogni quattro o sei mesi. Non è sostenibile o conveniente» aveva detto lo scienziato.

 

Come riportato da Renovatio 21, ancora tre anni fa per i periti della Procura, la morte della giovane Camilla per trombosi – una vicenda che sconvolse l’Italia allora in piena campagna di vaccinazione genica universale – «è ragionevolmente da riferirsi a un effetto avverso da somministrazione del vaccino anti COVID». La 18enne ligure si era vaccinata con un siero AstraZeneca.

 

«Non avevo mai visto un cervello ridotto in quelle condizioni da una trombosi così estesa e grave» dichiarò a La Stampa il direttore della clinica neurotraumatologica che aveva seguito il caso genovese.

 

I genitori di Camilla avevano ripetuto che la ragazza, morta dopo la prima dose, non aveva patologie pregresse, né assumeva farmaci di qualsiasi tipo. La famiglia aveva poi assentito all’espianto degli organi della ragazza.

 

Il padre di Camilla è morto per un malore improvviso nel marzo 2022, a neanche un anno dalla tragica scomparsa della figlia. Il nonno paterno di Camilla era morto a poche settimane di distanza dalla nipote ancora nell’estate 2021.

 

In Italia, ad ogni modo, sui giornali sono molti i casi finiti sui giornali, casi che riguardano anziani, adulti e pure i giovani. Effetti avversi gravi e mortali sono stati discussi anche in Canada, in Austria e in tantissimi altri Paesi.

 

Tre anni fa la somministrazione del vaccino AZ alle donne incinte fu sospesa in Brasile, mentre la Corea del Sud ha rifiutato il siero AZ per gli over 65. Degna di nota la mossa degli USA che nel 2021 inviarono dosi extra di AstraZeneca in Messico e in Canada.

 

AstraZeneca, la grande farmaceutica a cui l’allora ministro della saluta Speranza aveva detto nel 2020 di aver ordinato 400 milioni di dosi, era già nota anche in Italia per vicende controverse riprese anche in Parlamento. Nel 2013, il presidente della commissione antitrust italiana Giovanni Pitruzzella, nella relazione annuale presentata al Parlamento, stigmatizzò il comportamento dominante di alcune multinazionali farmaceutiche tra cui l’AstraZeneca.

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Immagine di Julieth Méndez/Presidencia de la República de Costa Rica via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International 

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Animali

Gorilla vaccinato muore improvvisamente per attacco cardiaco

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Un gorilla di pianura occidentale è morto di infarto durante il fine settimana allo zoo di Saint Louis, Stato americano del Missouri. Lo zoo aveva recentemente somministrato vaccini COVID-19 a molti dei suoi animali.   Secondo quanto riferito, il primate di nome «Little Joe» (cioè «Giuseppino») che aveva 26 anni, era in cura per una malattia cardiaca quando ha avuto un infarto ed è morto nel sonno domenica.   L’annuncio è stato dato dalla stessa struttura zoologica nel suo profilo Instagram.  
 
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«È con incredibile tristezza che condividiamo la notizia che il gorilla di pianura occidentale Little Joe, che era in cura per una malattia cardiaca, è morto di infarto durante la notte del 4 maggio», ha scritto, offrendo un ritratto della bestia, il giardino zoologico missouriano sul popolare social media basato sulle fotografie.   «Sulla base del monitoraggio video, sembra che sia morto nel sonno». Un malore, non diverso da quello di tante persone secondo le cronache recenti, ha colpito lo scimmione nottetempo, cagionandone il triste decesso.   La morte del gorilla Little Joe arriva quando lo zoo di St. Louis nel settembre 2021 ha lanciato un ambizioso sforzo di «cura preventiva» somministrando vaccini COVID-19 alla sua popolazione di grandi scimmie e ad altre specie di primati.   La campagna anti-COVID per le bestie in gabbia era stata spiegata dallo stesso direttore della struttura in un video ancora visibile su YouTubo.     «Il 29 settembre 2021, lo scimpanzé maschio adulto “Jimiyu” è stato il primo animale del nostro zoo ad essere vaccinato contro il COVID-19», spiegava all’epoca lo zoo sul proprio sito web. «Nei prossimi mesi, prevediamo di somministrare il vaccino COVID-19 a due dosi in un lancio graduale a quasi 100 primati, grandi felini, lontre di fiume, cani dipinti e volpi dalle orecchie di pipistrello, che portano tutti un potenziale rischio di essere infettati da SARS-CoV-2, il virus che causa la malattia COVID-19» assicurava il direttore del giardino zoologico.   Lo zoo di San Luigi aveva inoltre spiegato che il produttore del vaccino veterinario Zoetis aveva «donato 11.000 dosi di vaccino COVID-19 a dozzine di zoo, incluso lo zoo di Saint Louis, e organizzazioni animaliste in tutta la nazione».   «L’uso sperimentale di questo vaccino COVID-19 di Zoetis è autorizzato dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti e dal veterinario dello stato del Missouri», aveva aggiunto lo zoo.

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Come riportato da Renovatio 21, a fine 2020 diversi gorilla dello zoo safari di San Diego erano risultati positivi al coronavirus, manifestando – riferivano le cronache – perfino alcuni sintomi della malattia.   Non si tratta solo dei gorillazzi: il tampone COVID non lasciava scampo nemmeno ai grandi felini. Ad aprile 2020 una tigre malese di quattro anni di nome Nadia era risultata positiva allo zoo del Bronx a New York e, poco dopo, anche altre tre tigri e tre leoni allo zoo erano risultate positive. Bashir, una tigre malese di 11 anni allo zoo di Knoxville nel Tennessee, era risultata positiva al coronavirus in ottobre ed era entrata in quarantena con le tigri malesi Arya, 6 anni, e Tanvir, 11 anni, che mostravano anche tosse lieve, letargia e una diminuzione dell’appetito. Il mese prima, NeeCee, un leopardo delle nevi di cinque anni allo zoo di Louisville nel Kentucky, era risultato positivo.   Il dramma si fece totale quando, sempre a cavallo tra fine 2020 e inizio 2021, una tigre e due leoni avrebbero preso il COVID in giardino zoologico in Svezia. La sfortunata tigre scandinava positiva al tampone, una femmina di età avanzata (a 17 anni un felino giovane non è) fu quindi vittima di una specialità di certi Paesi del Nord, cioè l’eutanasia. Gli svedesi ci tennero a far sapere che la povera bestia aveva gravi sintomi respiratori e pure neurologici, senza spiegare quali – soprattutto i resoconti dicono che la tigre era di «età avanzata» e aveva «scarse possibilità di guarigione».   Il paradosso è che ci siamo a lungo lamentati dell’eutanasia che rende gli uomini degli animali da abbattere a piacimento, purtuttavia assistemmo allora al fatto che era ben avviato anche il contrario: l’umanizzazione dell’animale, «anziano» e «malato incurabile» pur di procedere con la puntura della morte, sotto l’imperativo terrorista COVID.   SCB. Sono cose belle.   Ad ogni modo, qualche lettore ci ricordi di aggiungere il gorilla Peppino nella lista dei malori della 19ª settimana 2024. Grazie.

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Immagine di Rachel via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic  
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Cancro

Finestra di Overton mRNA e turbocancro: il pubblico è pronto per la verità sui vaccini COVID?

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

RealClear Health questo mese ha pubblicato un editoriale del dottor Pierre Kory, presidente e direttore medico della Front Line COVID-19 Critical Care Alliance, e della giornalista Mary Beth Pfeiffer che ha sollevato domande sui vaccini COVID-19 e sull’aumento dei tassi di cancro. È un segno che i media mainstream sono finalmente pronti a consentire il dibattito sui vaccini?

 

I media mainstream e il pubblico stanno diventando più aperti alle notizie e alle prospettive che contraddicono la narrativa dell’establishment su COVID-19, i vaccini e le politiche sanitarie pubbliche prevalenti degli ultimi quattro anni?

 

Se sì, tale cambiamento incrementale potrà alla fine portare a una trasformazione degli atteggiamenti pubblici?

 

Almeno un esperto medico la pensa così. Scrivendo su Substack, il dottor Pierre Kory, presidente e direttore medico della Front Line COVID-19 Critical Care Alliance , ha citato la pubblicazione del 25 aprile di un editoriale di RealClear Health scritto insieme alla giornalista Mary Beth Pfeiffer come esempio di come la narrazione pubblica potrebbe cambiare.

 

L’editoriale ha analizzato le prove che dimostrano che i vaccini a mRNA sono la causa di un picco significativo di tumori tra i giovani.

 

Kory ha scritto che questo è il quinto editoriale che lui e Pfeiffer hanno pubblicato nei notiziari mainstream e ampiamente letti dall’agosto 2023 su argomenti correlati.

 

«Sembra che l’appetito del pubblico per un’analisi obiettiva e indipendente dei danni dei vaccini sia in aumento», ha scritto Kory su Substack.

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Ampliare la «finestra di Overton»

Kory ha suggerito che la volontà dei media come RealClear Health di pubblicare articoli critici nei confronti delle politiche e dei vaccini contro il COVID-19 suggerisce un ampliamento della «Finestra di Overton», un concetto che «si riferisce specificamente al tipo di politiche che i politici possono “legittimamente” sostenere nel tempo senza rischiare il sostegno elettorale».

 

Scrivendo per il Brownstone Institute il 17 aprile, Jeffrey Tucker ha affermato che il concetto di Overton Window – dal nome del ricercatore Joseph Overton, che ha lavorato presso il Mackinac Center for Public Policy – ​​«nasce dalla cultura dei think tank, che privilegia l’efficacia e i parametri di misurazione come un mezzo di finanziamento istituzionale».

 

Secondo Tucker, Overton «ha scoperto che era inutile nel suo lavoro sostenere posizioni che non poteva reclutare politici per dire dall’aula legislativa o durante la campagna elettorale». Invece, Overton ha riscontrato maggiore successo quando «ha elaborato idee politiche che si adattavano ai media prevalenti e alla cultura politica».

 

Altri studiosi successivamente svilupparono ulteriormente il concetto di Overton. Oggi, la finestra di Overton comprende cinque fasi attraverso le quali le idee attraversano prima di diventare politiche, passando da «impensabile» a «radicale» ad «accettabile» a «sensato» a “popolare».

 

Secondo il Mackinac Center, ha scritto Kory, la gamma di idee accettabili all’interno della finestra di Overton può cambiare nel tempo, poiché «può sia spostarsi che espandersi, aumentando o riducendo il numero di idee che i politici possono sostenere senza rischiare eccessivamente il loro sostegno elettorale».

 

Parlando con The Defender, Kory ha applicato il concetto alle narrazioni sul COVID-19. «Stiamo assistendo all’accettazione di sollevare domande e discutere l’insolito aumento dei tassi di morte e disabilità tra le popolazioni che includono alcune delle persone più sane e produttive», ha detto Kory, citando l’editoriale dell’agosto 2023 che ha co-scritto per USA Today.

 

Kory ha affermato che l’editoriale di USA Today, che ha presentato i dati delle compagnie assicurative che mostrano un drammatico aumento delle morti in eccesso nell’autunno del 2021 – morti che non possono essere completamente attribuite alle infezioni da COVID-19 – ha rappresentato «la prima volta [che] qualcuno del nostro La nostra “parte” è entrata nei media mainstream per sollevare questo tipo di domande».

 

«Accettare di avere una conversazione come questa su USA Today sarebbe sembrato impossibile nel 2022», ha detto Kory. La successiva pubblicazione del suo ultimo editoriale, su RealClear Health, «mostra quanta strada abbiamo fatto», ha affermato.

 

«Se tieni gli occhi sulla finestra… potresti riuscire ad espanderla un po’ qua e là e quindi raggiungere i tuoi obiettivi alla fine», ha scritto Tucker.

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Tuttavia ha aggiunto che «viviamo in tempi in cui la maggior parte di ciò che pensavamo di sapere sulle strategie per il cambiamento sociale e politico è andato in fumo… Tutto è rotto, inclusa qualunque immaginazione avessimo sull’esistenza di questa finestra di Overton».

 

Nel suo articolo per il Brownstone Institute, Tucker ha affermato che mentre «la teoria della Finestra di Overton presuppone una connessione fluida tra l’opinione pubblica e i risultati politici», questa ipotesi è «gravemente in discussione» oggi.

 

«I politici fanno cose ogni giorno e ogni ora a cui i loro elettori si oppongono – ad esempio finanziano aiuti esteri e guerre – ma lo fanno comunque grazie a gruppi di pressione ben organizzati che operano al di fuori della consapevolezza pubblica», ha scritto Tucker.

 

Invece, Tucker ha chiesto di dire la verità in modo più audace. «Molte persone sapevano la verità – che tutti avrebbero preso questo virus, la maggior parte se lo sarebbe scrollato di dosso e poi sarebbe diventato endemico – ma avevano semplicemente paura di dirlo. Cita la Finestra di Overton quanto vuoi, ma ciò che è veramente in discussione è la volontà di esercitare coraggio morale».

 

Tucker non ha del tutto escluso l’esistenza della Finestra di Overton. «Penso che la Finestra di Overton esista, ma è in gran parte costruita. Abbattere i costrutti è il nostro compito, sia in modo incrementale che tutto in una volta», ha detto a The Defender.

 

Kory ha detto che la “direzione della verità” sta avvenendo – e sta diventando sempre più difficile da ignorare per i media mainstream.

 

«Le prove dell’eccesso di morti, dei danni da vaccini e della realtà di un lungo periodo di COVID stanno diventando innegabili per la maggior parte, indipendentemente da dove avrebbero potuto posizionarsi su questi temi qualche mese fa» ha detto.

 

«Aneddoticamente, e sfortunatamente, c’è un numero crescente di persone provenienti da tutti gli aspetti di questi problemi che conoscono qualcuno vicino a loro a cui è stata diagnosticata una condizione cronica di cui non hanno una storia familiare o che di solito è associato a qualcuno di molti anni più vecchio».

 

«Poiché purtroppo tutto ciò continua, sembra che sempre più persone si stiano aprendo almeno a sollevare domande ed esplorare ciò che una volta era considerata una “prova contraria” per trovare risposte».

 

Ampliamento incrementale delle narrazioni sul COVID accettate dai media mainstream

L’editoriale di RealClear Health, «Mentre i tumori salgono tra i giovani, la risposta pandemica deve essere sondata», ha messo apertamente in discussione le recenti affermazioni del governo statunitense secondo cui il rischio di convulsioni ed embolie polmonari causate dai vaccini COVID-19 valeva il beneficio per i bambini e gli adulti:

 

«Ci mettiamo in dubbio, con più di un milione di segnalazioni di potenziali danni da vaccino e 18.000 decessi dovuti al sistema di allerta precoce del governo, a lungo affidabile e probabilmente sottostimato. Questi, il governo si prende la briga di respingerli».

 

«Mentre le prove aumentano e cresce il movimento di persone danneggiate, l’amministrazione Biden deve riconoscere questo crescente problema di salute pubblica. Deve cessare di soffocare il dibattito che ha limitato ciò che i giornali stampano e ciò che il pubblico sa sulle conseguenze dei vaccini».

 

Più avanti nell’editoriale, Kory ha esaminato i dati dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) che secondo lui sono «la punta di un iceberg emergente» di «cancro favorito dai vaccini».

 

Kory ha osservato che le fonti tradizionali stanno ora riconoscendo un aumento insolito dei casi di «turbocancro» – «un fenomeno che i “fact-checker” dei vaccini hanno respinto».

 

«Anche la Cancer Society ha affermato pubblicamente che, al di là di molti di essi, questi tumori sono diversi. I tumori del colon-retto sono più grandi, più aggressivi e più difficili da trattare», ha scritto Kory.

 

Ha fatto riferimento a studi che dimostrano che le vaccinazioni ripetute possono «minare i meccanismi dell’immunità – anticorpi disabilitanti che combattono il cancro e persino il COVID – e forse facilitare la crescita del cancro».

 

Kory ha anche fatto riferimento alle recenti scoperte secondo cui i vaccini Pfizer e Moderna mRNA COVID-19 contengono frammenti di DNA estranei . «Le conseguenze dei vaccini anti-COVID dovrebbero essere esaminate attentamente«, tra cui «decessi segnalatimiocardite sottodiagnosticata nei giovani maschi e molti casi clinici e studi pubblicati».

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«È l’ora della verità»

Notando che le reazioni ai suoi cinque editoriali «sono state per lo più positive», Kory ha detto che «ci hanno permesso di esporre milioni di persone, per lo più al di fuori del nostro movimento, all’idea che rimangono molte domande senza risposta sulla sicurezza dei vaccini e le potenziali cause del forte aumento delle malattie croniche e dei decessi».

 

 

Ha aggiunto che «la narrativa dell’establishment è la più forte e quella più spesso ascoltata. Questo è il motivo per cui dobbiamo cercare di sconfinare il più possibile nel mainstream in modo da invitare coloro che seguono senza dubbio l’establishment a iniziare a porsi delle domande».

 

Kory ha anche sottolineato l’importanza di evitare l’iperbole. «Se affrontiamo le nostre conversazioni con coloro che potrebbero non essere d’accordo con una serie di ragioni per cui hanno torto, non andremo lontano», ha detto. «Jeffrey Tucker ha ragione quando dice che dobbiamo comunicare in modo veritiero e onesto, senza malizia o intenzione di manipolare l’altra parte».

 

Tuttavia, l’ampliamento della gamma di narrazioni accettabili potrebbe «fare qualcosa per limitare la capacità dei nostri leader di lanciare un esperimento sanitario globale pericoloso e in definitiva distruttivo la prossima volta che si verificherà un’emergenza sanitaria pubblica», ha scritto Kory su Substack.

 

«Ci sono molte sfide da affrontare. Stiamo ancora lottando contro i venti contrari delle agenzie federali catturate che proteggono gli interessi delle aziende farmaceutiche rispetto alla salute pubblica. Non vedremo un vero cambiamento finché ciò non accadrà», ha detto Kory a The Defender.

 

Tucker ha suggerito di «dimenticare» il modello della Finestra di Overton. Invece, ha scritto: «È il momento della verità, che guadagna fiducia. Solo questo spalancherà la finestra e alla fine la demolirà per sempre».

 

«Non sto respingendo la vecchia virtù della prudenza e del discernimento», ha detto Tucker a The Defender. «Dobbiamo essere saggi e non stupidi. C’è molto che possiamo fare pur essendo audaci».

 

Michael Nevradakis

Ph.D.

 

© 30 aprile 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

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