Bioetica
Vaccini e aborti, caso Marcia per la Vita: intervista ad un membro del Comitato

Come noto a chi segue Renovatio 21, il tema dell’uso di feti abortiti nell’industria farmaceutica – ora, con i «vaccini» COVID divenuto centrale per l’umanità tutta – ha ingenerato controversie nel mondo pro-life italiano che si ritrova ogni anno alla Marcia per la Vita. L’organizzazione, di fatto, non ha condannato apertamente questa pratica vaccinale, e una personalità legata alla Marcia, Roberto De Mattei, ha pubblicato nel sito che dirige articoli su articoli e perfino edito un libro per sostenere la liceità morale del vaccino prodotto con linee cellulari di innocenti abortiti. Tale controsenso ha scandalizzato molti. Renovatio 21 ha ripetutamente chiesto agli organizzatori della Marcia di rispondere ad alcune domande che avevamo posto, ma non ha ricevuto risposta. Tuttavia, Alfredo De Matteo, attivista pro-life romano e padre di famiglia, membro del Comitato Marcia per la Vita, ha accettato di essere intervistato da Renovatio 21. Lo ringraziamo di cuore.
«No, non mi vaccinerò e ho fatto in modo che non si vaccinasse nemmeno mio padre 95enne»
Alfredo, ti vaccinerai?
No, non mi vaccinerò e ho fatto in modo che non si vaccinasse nemmeno mio padre 95enne.
Cosa pensi di questi vaccini?
Innanzitutto, tali ritrovati non sono propriamente dei vaccini bensì delle terapie geniche sperimentali. Si tratta in sostanza di tecniche completamente nuove e pericolose che, tra l’altro, non hanno attraversato un adeguato e rigoroso iter sperimentale.
E dei vaccini in generale?
Qualche anno fa partecipai ad un convegno organizzato da Renovatio 21 (che vide la partecipazione, tra gli altri, del cardinale Burke) in cui alcuni scienziati affrontarono con dovizia di particolari il problema etico-morale legato alla produzione di molti vaccini e la loro pericolosità per la nostra salute. Fu un incontro molto interessante, ma continuai a ritenere l’argomento vaccini in generale poco importante. Sbagliando.
«Qualche anno fa partecipai ad un convegno organizzato da Renovatio 21 (che vide la partecipazione, tra gli altri, del cardinale Burke) in cui alcuni scienziati affrontarono con dovizia di particolari il problema etico-morale legato alla produzione di molti vaccini e la loro pericolosità per la nostra salute. Fu un incontro molto interessante, ma continuai a ritenere l’argomento vaccini in generale poco importante. Sbagliando»
Da quanto sei attivo nella battaglia a favore della vita?
Fin da giovane, ma in modo serio e convinto da circa 12 anni.
Da quanto fai parte del Comitato Marcia?
Fin dall’inizio del suo nascere, più di 10 anni or sono.
Chi altro ne fa parte? I nominativi sono pubblici?
I nominativi non sono pubblici e pertanto non sono autorizzato a renderli noti.
Come si entra a far parte del Comitato?
È necessario che il candidato sia attivo in qualche modo nel campo della difesa della vita e che rifiuti in toto tutte quelle leggi che pretendono di legittimare l’omicidio dell’innocente. Di solito, il presidente del Comitato propone al Comitato stesso uno o più nominativi soprattutto sulla base di tali criteri di valutazione.
C’è stato dissenso nel Comitato?
Sì. Negli ultimi tempi il sottoscritto ha sollecitato più volte il Comitato a prendere posizione sulla questione dei cosiddetti vaccini prodotti con cellule di feti abortiti. Nello specifico, ho più volte ribadito la necessità che la Marcia condannasse in qualche modo il brutale omicidio dei bambini non nati mirato alla produzione e al commercio da parte delle aziende farmaceutiche di vaccini e farmaci in generale. Anche se alcuni membri del Comitato hanno appoggiato la mia richiesta essa non è stata accolta, almeno finora. Pare che tale questione sia divisiva…
«Negli ultimi tempi il sottoscritto ha sollecitato più volte il Comitato a prendere posizione sulla questione dei cosiddetti vaccini prodotti con cellule di feti abortiti. Nello specifico, ho più volte ribadito la necessità che la Marcia condannasse in qualche modo il brutale omicidio dei bambini non nati mirato alla produzione e al commercio da parte delle aziende farmaceutiche di vaccini e farmaci in generale. Anche se alcuni membri del Comitato hanno appoggiato la mia richiesta essa non è stata accolta, almeno finora»
Hai avuto sentore di qualcuno che non accetta la linea per la quale l’aborto non va bene ma se serve per un vaccino supposto necessario si può accettarne i frutti?
Direi proprio di sì.
Come mai la Marcia per la Vita ha lo stesso indirizzo e numero di telefono della Fondazione Lepanto?
Semplicemente perché la Fondazione Lepanto e Famiglia Domani, l’associazione che assieme al MEVD (Movimento Europeo per la Difesa della Vita) diede vita alla Marcia per la Vita, condividono la stessa sede.
Ti dobbiamo chiedere di rispondere alle domande che abbiamo fatto su Renovatio 21, finora senza ricevere risposta: come si concilia l’impegno ipervaccinista di De Mattei con un evento che porta l’insegna «per la vita, senza compromessi», visto che questa storia che riguarda l’intera popolazione mondiale ruota intorno all’utilizzo di aborti per l’industria farmaceutica?
De Mattei non fa parte del Comitato, dunque non c’entra nulla con la Marcia per la Vita. Questo in teoria. Nella pratica, il professore incide molto nelle scelte del Comitato. Inutile negarlo.
Com’è possibile conciliare la posizione di chi crede lecito il sacrificio umano per produrre un vaccino con chi sostiene di essere «per la vita, senza compromessi» (slogan ufficiale della Marcia per la Vita)?
In realtà, ciò non è possibile. La Marcia per la Vita ha finalità e obiettivi chiarissimi. Basta leggere sul sito cos’è la Marcia (sotto la voce «iniziativa») per rendersi conto che non c’è spazio alcuno per compromessi di sorta.
Verrà dato risalto al tema, emerso con potenza per dono del COVID, ma in realtà vecchio di decenni, dell’uso di aborti volontari nell’industria farmaceutica e non solo quella? (l’illazione che si tratti di aborti spontanei, infatti, è davvero una bufala infame)
Mi sto battendo affinché ciò avvenga.
La Marcia si è sempre caratterizzata per lasciare ampia libertà di espressione ai partecipanti. Sarebbe il colmo se il servizio d’ordine bloccasse in qualche modo chi volesse protestare contro l’abominio dei vaccini prodotti con gli aborti
Sarà preso in carico dal servizio d’ordine dei volontari con la pettorina chi eventualmente si presenti per protestare, magari a mezzo striscione, bandiera, cartello, contro i vaccini derivati dagli aborti, quelli in predicato di diventare obbligatori e promossi con tanto zelo dal presidente della Fondazione Lepanto?
Mi auguro proprio di no! La Marcia si è sempre caratterizzata per lasciare ampia libertà di espressione ai partecipanti. Sarebbe il colmo se il servizio d’ordine bloccasse in qualche modo chi volesse protestare contro l’abominio dei vaccini prodotti con gli aborti.
Insomma: esiste o no alla fine, per i sedicenti pro vita italiani, un (enorme) compromesso a cui la battaglia deve oggi piegarsi?
Ripeto, la Marcia per la Vita non ritiene accettabile alcun compromesso fatto sulla pelle degli innocenti. Del resto, essa è nata per strappare il monopolio della difesa della vita proprio a coloroi i quali hanno fatto del compromesso sui temi etici la loro bandiera e la loro linea d’azione.
«Ci troviamo di fronte ad una vera e propria industria che utilizza senza alcuna remora morale i bambini non nati ai fini della ricerca e della realizzazione di farmaci e vaccini. Inoltre, la produzione di tali composti non è finalizzata alla cura di malattie mortali bensì ha ben altri obiettivi, tra cui il profitto. Colui che volontariamente si lascia inoculare un vaccino prodotto con feti abortiti, che per di più risulta essere oggettivamente pericoloso per la salute, sostanzialmente inutile e scarsamente efficace, non vedo come possa essere giustificato dal punto di vista morale»
Abbiamo letto di recente che per la Marcia per la Vita il «punto di riferimento resta la Congregazione per la Dottrina della Fede. La Marcia per la Vita, in quanto tale, non si porrà mai in contrasto con le autorità ecclesiastiche». Sei d’accordo?
Quando ho letto tali affermazioni non riuscivo a credere ai miei occhi. In realtà, il punto di riferimento della Marcia non è la Congregazione per la Dottrina della Fede bensì il diritto naturale e divino e tutti coloro che ad esso si conformano. Sarebbe stato corretto ribadire che la Marcia non si porrà mai in contrasto con la Verità anziché con le autorità ecclesiastiche. Del resto, la vera forza della Marcia risiede nell’essere e rimanere indipendente, sia dal controllo della politica che delle gerarchie ecclesiastiche.
Ma se per la Marcia è così importante compiacere le gerarchie cattoliche, perché invece di una Marcia non si fa una processione?
Non mi sembra questo il punto. La Marcia non si è mai preoccupata di compiacere chicchessia, tantomeno le gerarchie ecclesiastiche. Del resto, chi afferma, ad esclusivo titolo personale, che la Marcia non si porrà mai in contrasto con tali autorità fino a poco tempo fa non si faceva particolari problemi a denunciare i tradimenti.
I promotori della Marcia dicono che comunque la produzione dei vaccini contenenti linee cellulari di feti abortiti va condannata e combattuta. L’utilizzo dei vaccini che contengono queste linee cellulari, però, no. Non le pare un controsenso? Produttore e consumatore non fanno parte della stessa filiera, in questo caso una filiera di morte?
Certamente. È questo l’aspetto più eclatante di tutta la questione. Ci troviamo di fronte ad una vera e propria industria che utilizza senza alcuna remora morale i bambini non nati ai fini della ricerca e della realizzazione di farmaci e vaccini. Inoltre, la produzione di tali composti non è finalizzata alla cura di malattie mortali bensì ha ben altri obiettivi, tra cui il profitto. Colui che volontariamente si lascia inoculare un vaccino prodotto con feti abortiti, che per di più risulta essere oggettivamente pericoloso per la salute, sostanzialmente inutile e scarsamente efficace, non vedo come possa essere giustificato dal punto di vista morale.
La Marcia ha proposto qualche azione concreta per contrastare la produzione di questi vaccini?
No, ma alla Marcia compete soprattutto il dovere di denunciare l’intrinseca malvagità di tale orrenda pratica. È totalmente insensato «chiedere alle aziende farmaceutiche e alle agenzie sanitarie governative di produrre, distribuire e offrire vaccini eticamente accettabili che non creino problemi di coscienza, né agli operatori sanitari, né ai vaccinandi stessi» se allo stesso tempo si afferma «che la vaccinazione contro il COVID-19 sia moralmente lecita». Viene da domandarsi, a questo punto, perché perdere tempo a chiedere alle aziende farmaceutiche di produrre vaccini etici quando li si ritiene, nella sostanza, già tali?
«Viene da domandarsi, a questo punto, perché perdere tempo a chiedere alle aziende farmaceutiche di produrre vaccini etici quando li si ritiene, nella sostanza, già tali?»
È stato pubblicato su un sito legato alla Fondazione Lepanto e alla Marcia un articolo del filosofo Seifert, che riguardo ai feti uccisi dalla scienza e dall’industria, «nel momento in cui Dio permette che i nascituri assassinati siano uno strumento per un beneficio di grado molto inferiore per l’umanità (rispetto al proprio sacrifici, ndt), essi divengono un pallido riflesso del Suo stesso sacrificio». Personalmente la percepiamo come la peggiore bestemmia mai sentita, e ne siamo totalmente sconvolti: in pratica non solo si giustifica, ma si sacralizza il ritorno al sacrificio umano nel mondo moderno. Tu cosa ne pensi?
La penso esattamente come voi, e anch’io sono rimasto sconvolto da tali dichiarazioni. Tra l’altro, il filosofo Seifert è molto critico (o almeno lo era …) nei confronti della discutibile pratica della donazione di organi vitali. Se egli dovesse applicare lo stesso metro di giudizio che utilizza per giustificare i vaccini dovrebbe concludere che anche le persone sezionate vive per essere depredate dei loro preziosi organi sono da considerare vittime sacrificali da immolare sull’altare della salute e del benessere di altre persone. Si tratta del principio ben espresso dalla seguente locuzione latina: mors tua vita mea.
Secondo te, chi accetta, giustifica, perfino sacralizza il vaccino derivato da aborti, sa cosa sta facendo?
Francamente, non lo so. Quel che è certo è che il soggetto in questione si rende in qualche modo connivente con la Cultura della Morte imperante.
Grazie, Alfredo per la tua disponibilità e la tua sincerità.
Renovatio 21 offre questa intervista per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Bioetica
Il Quebecco si muove per riconoscere il «diritto» all’aborto nella proposta di costituzione

Il Quebecco ha proposto una legge per sancire un apparente «diritto» all’aborto nella bozza di costituzione della provincia canadese.
Il 9 ottobre, l’Assemblea nazionale del Quebecco ha presentato il disegno di legge n. 1, Legge costituzionale del 2025 sul Quebec, che mira a stabilire una costituzione per il Quebec che dia priorità ai valori della provincia, tra cui la cosiddetta «libertà» di aborto.
«Ora dobbiamo andare oltre», ha dichiarato il primo ministro François Legault all’Assemblea Nazionale. «Il Quebecco ha scelto di restare in Canada, ma ha anche scelto di affermare il suo carattere nazionale e distintivo».
«È giunto il momento di affermare, in modo chiaro, l’esistenza costituzionale della nazione del Quebecco», ha proseguito. «La Costituzione riunirà tutte le nostre regole, tutti i nostri valori fondamentali in un’unica legge. Diventerà la legge di tutte le leggi».
La proposta di legge costituzionale comprende diversi emendamenti contrari alla vita, tra cui l’inserimento delle leggi sull’aborto e sull’eutanasia nella costituzione provinciale. La legge è stata approvata con 71 voti favorevoli e 30 contrari. «Lo Stato protegge la libertà delle donne di abortire», promette l’articolo numero 29.
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Il Quebecco ha recentemente confermato il suo sostegno all’aborto quando la Corte superiore provinciale ha stabilito che le “zone bolla” delle strutture per l’aborto sono incostituzionali, ma «giustificate».
Attualmente, la legge del Quebec impedisce l’attività di advocacy pro-life entro un raggio di 50 metri da qualsiasi struttura o sede di un’attività che offre di eseguire il feticidio. Tra le attività vietate rientrano anche scoraggiare una donna dall’aborto od offrire risorse alternative per aiutare la madre a tenere il bambino.
Inoltre, la legge promette di prendere di mira i malati e gli anziani attraverso l’eutanasia. La legge si impegna a garantire che «qualsiasi persona le cui condizioni lo richiedano abbia il diritto di ricevere cure di fine vita», un termine che include il ricorso all’eutanasia. Da notare come l’anno scorso era emerso uno studio sul Quebecco che rivelava che più di uno su dieci bambini abortiti nel secondo trimestre nasce vivo, ma solo il 10% sopravvive più di tre ore.
Allo stesso tempo, il Quebecco, una provincia notoriamente liberale, ha il tasso più alto di suicidio assistito in Canada.
La provincia ha registrato un aumento del 17% dei decessi per eutanasia nel 2023 rispetto al 2022, con il programma che ha causato la morte di 5.686 persone. Questa cifra elevata rappresenta un impressionante 7,3% di tutti i decessi nella provincia, collocando il Québec in cima alla lista a livello mondiale. Di conseguenza, si è avuto anche il rivoltante record per la predazione degli organi, con la triplicazione dei trapianti da vittime di eutanasia.
Come riportato da Renovatio 21, ad agosto l’Ordine dei medici del Quebecco ha dichiarato che l’eutanasia è un «trattamento appropriato» per i bambini nati con gravi problemi di salute. L’eutanasia per i neonati era stata sostenuta dai medici quebecchesi ancora tre anni fa, mentre è discussa apertamente l’eliminazione eutanatica dei malati di demenza.
Gli sforzi quebecchesi si iscrivono in un contesto globale in cui, come per un silenzioso ordine dipanato in tutta la Terra, vari Paesi a trazione progressista sta cercando di costituzionalizzare l’aborto, sulla scorta di quanto fatto da Emanuele Macron in Francia due anni fa.
Come riportato da Renovatio 21, anche il governo spagnuolo sta lavorando per sancire il diritto al feticidio nella Costituzione.
Un anno fa a Brusselle è stato approvato il progetto di inclusione dell’aborto nella Carta Europea. L’anno precedente gli eurodeputati avevano chiesto che il feticidio divenisse «diritto fondamentale».
Altri Paesi non marciano nella stessa direzione, Cinque giorni fa il Parlamento Olandese ha respinto una risoluzione che dichiarava l’aborto come «diritto umano», idea alla base di tanti progetti di enti transnazionali
Due mesi fa la Repubblica Domenicana ha riconfermato il divieto totale di aborto.
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Bioetica
Morte cerebrale, trapianti, predazione degli organi, eutanasia: dai criteri di Harvard alla nostra carta d’identità

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Ambiente
Studi sui metodi per testare le sostanze chimiche della pillola abortiva nelle riserve idriche

I funzionari governativi USA stanno valutando se sia possibile sviluppare metodi per rilevare le sostanze chimiche contenute nella pillola abortiva nelle riserve idriche degli Stati Uniti, in seguito all’iniziativa del gruppo Students for Life. Lo riporta LifeSite.
Quest’estate, i funzionari dell’Agenzia per la Protezione Ambientale americana (EPA) hanno incaricato gli scienziati di determinare se fosse possibile sviluppare metodi per rilevare tracce di pillole abortive nelle acque reflue. Sebbene al momento non esistano metodi approvati dall’EPA, è possibile svilupparne di nuovi, hanno recentemente dichiarato al New York Times due fonti anonime.
La divulgazione fa seguito alla richiesta di 25 membri repubblicani del Congresso USA che hanno chiesto all’EPA di indagare sulla questione.
«Esistono metodi approvati dall’EPA per rilevare il mifepristone e i suoi metaboliti attivi nelle riserve idriche?», chiedevano i deputati in una lettera del 18 giugno. «In caso contrario, quali risorse sono necessarie per sviluppare questi metodi di analisi?»
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I legislatori hanno osservato che il mifepristone è un «potente bloccante del progesterone» che altera l’equilibrio ormonale e potrebbe «potenzialmente interferire con la fertilità di una persona, indipendentemente dal sesso».
Dopo l’annullamento della sentenza Roe v. Wade, Students for Life aveva rilanciato una campagna per indagare sulle tracce di pillole abortive e sui resti fetali nelle acque reflue. Il gruppo ha affermato che il mifepristone e i resti fetali potrebbero potenzialmente danneggiare gli esseri umani, gli animali e l’ambiente.
Nel novembre 2022, i dipendenti di Students for Life si sono lamentati del fatto che le agenzie governative non controllassero le acque reflue per individuare eventuali sostanze chimiche contenute nelle pillole abortive e hanno deciso di assumere i propri «studenti investigatori» per analizzare l’acqua.
La campagna era fallita sotto l’amministrazione Biden. Nella primavera del 2024, undici membri del Congresso, tra cui il senatore Marco Rubio della Florida, attuale Segretario di Stato, scrissero all’EPA chiedendo in che modo il crescente uso di pillole abortive potesse influire sull’approvvigionamento idrico.
Secondo due funzionari, l’EPA ha scoperto di non aver condotto alcuna ricerca precedente sull’argomento, ma non ha avviato alcuna nuova indagine correlata.
Kristan Hawkins, presidente di Students for Life, ha annunciato venerdì: «tre presidenti democratici hanno promosso in modo sconsiderato l’uso della pillola abortiva chimica. Ora l’EPA sta finalmente indagando sull’inquinamento causato dalla pillola abortiva».
«Ogni anno oltre 50 tonnellate di sangue e tessuti contaminati chimicamente finiscono nei nostri corsi d’acqua», ha continuato su X. «Spetta al presidente Trump e al suo team ripulire questo disastro».
A giugno un rapporto pubblicato da Liberty Counsel Action indicava che più di 40 tonnellate di resti di feti abortiti e sottoprodotti della pillola abortiva sono infiltrati nelle riserve idriche americane.
«Come altri farmaci noti per causare effetti avversi sul nostro ecosistema, il mifepristone forma metaboliti attivi», spiega il rapporto di 86 pagine. «Questi metaboliti possono mantenere gli effetti terapeutici del mifepristone anche dopo essere stati escreti dagli esseri umani e contaminati dagli impianti di trattamento delle acque reflue (WWTP), la maggior parte dei quali non è progettata per rimuoverli».
Non si tratta della prima volta che vengono lanciati gli allarmi sull’inquinamento dei fiumi da parte della pillola abortiva RU486, detta anche «pesticida umano».
Come riportato da Renovatio 21, le acque di tutto il mondo sono inquinate da fortemente dalla pillola anticoncenzionale, un potente steroide usato dalle donne per rendersi sterili, che viene escreto con l’orina con effetto devastante sui fiumi e sulla fauna ittica. In particolare, vi è l’idea che la pillola starebbe facendo diventare i pesci transessuali.
Danni non dissimili sono stati rilevati per gli psicofarmaci, con studi sui pesci di fiume resi «codardi e nervosi».
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Nonostante i ripetuti allarmi sul danno ambientale dalla pillola, le amministrazioni di tutto il mondo – votate, in teoria, all’ecologia e alla Dea Gaia – continuano con programmi devastatori, come quello approvato lo scorso anno a Nuova York di distribuire ai topi della metropoli sostanze anticoncezionali. A ben guardare, non si trova un solo ambientalista a parlare di questa sconvolgente forma di inquinamento, ben più tremenda di quello delle auto a combustibile fossile.
Ad ogni modo, come Renovatio 21 ripeterà sempre, l’inquinamento più spiritualmente e materialmente distruttore è quello dei feti che con l’aborto chimico vengono espulsi nel water e spediti via sciacquone direttamente nelle fogne, dove verranno divorati da topi, pesci, insetti, anfibi e altri animali del sottosuolo.
Su questo non solo non si trovano ambientalisti a protestare: mancano, completamente, anche i cattolici.
Come riportato da Renovatio 21, l’OMS poche settimane fa ha aggiunto la pillola figlicida alla lista dei «medicinali essenziali». Il segretario della Salute USA Robert Kennedy jr. aveva promesso una «revisione completa» del farmaco di morte (gli sarebbe stato chiesto dallo stesso Trump) ma negli scorsi giorni esso è stato approvato dall’ente regolatore FDA.
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