Geopolitica
Trump afferma di aver parlato con Putin dell’Ucraina
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato di aver discusso del conflitto in Ucraina con la sua controparte russa Vladimir Putin al telefono, secondo il New York Post. Il Cremlino deve ancora commentare l’affermazione.
Il presidente degli Stati Uniti, che ha ripetutamente giurato di porre fine rapidamente al conflitto in Ucraina, ha rilasciato queste dichiarazioni in un’intervista al giornale a bordo dell’Air Force One venerdì, pubblicata solo il giorno dopo. Il New York Post, tuttavia, non ha fornito alcuna citazione dalla presunta telefonata nella sua intervista con Trump.
Quando gli è stato chiesto quante volte fosse stato in contatto con Putin, ha risposto: «Meglio non dirlo». Il presidente degli Stati Uniti ha detto al giornale che credeva che la sua controparte volesse una cessazione delle ostilità. «Vuole vedere la gente smettere di morire», ha detto Trump. «Tutte quelle persone morte. Giovani, giovani, belle persone. Sono come i vostri figli, due milioni di loro, e senza motivo».
Non è chiaro da quali dati abbia ricavato la cifra esatta, né a quale lasso di tempo si riferisse.
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Secondo il giornale neoeboraceno, ha pronunciato le sue osservazioni accompagnato dal Consigliere per la Sicurezza Nazionale Mike Waltz. Rivolgendosi a lui, ha osservato «facciamo partire queste riunioni. Vogliono incontrarsi. Ogni giorno muoiono delle persone», si legge nel rapporto.
Trump ha ripetutamente affermato di voler incontrare Putin per discutere della risoluzione della crisi ucraina. Mosca ha affermato di essere aperta ai colloqui, con il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov che ha confermato mercoledì che Russia e Stati Uniti hanno avuto contatti «tra singoli dipartimenti» e che si sono recentemente «intensificati», senza fornire ulteriori dettagli.
Trump ha aggiunto di aver «sempre avuto un buon rapporto con Putin», affermando che se fosse stato presidente nel 2022, avrebbe impedito del tutto il conflitto in Ucraina e ha incolpato il suo predecessore Joe Biden di aver permesso le ostilità.
Sebbene il presidente degli Stati Uniti non abbia rivelato pubblicamente il suo piano di pace, si dice che esso preveda il congelamento del conflitto lungo l’attuale linea del fronte, l’istituzione di una zona smilitarizzata pattugliata da soldati europei e la sospensione dell’Ucraina dall’adesione alla NATO.
La Russia ha escluso il congelamento del conflitto, sottolineando che qualsiasi potenziale soluzione deve riconoscere «la realtà territoriale sul campo» e vedere Kiev impegnarsi nella neutralità permanente, nella smilitarizzazione e nella denazificazione.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Geopolitica
Netanyahu esclude la creazione di uno Stato palestinese
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Geopolitica
La Danimarca taglia gli aiuti all’Ucraina per la corruzione. Mosca: i crimini di Kiev alla Corte Internazionale
La Danimarca prevede di dimezzare gli aiuti militari all’Ucraina nel 2026, con un taglio ampiamente descritto dai media come massiccio: quasi il 50% rispetto a quanto erogato dal 2022.
Secondo la Danish Broadcasting Corporation, la nazione nordica si è distinta per il suo impegno spropositato nelle fasi iniziali del conflitto, ma ora il governo di Copenaghen intende che altri Stati assumano una quota maggiore del peso finanziario.
Il ministro della Difesa Troels Lund Poulsen ha comunicato al Parlamento che l’esecutivo stanzierà 9,4 miliardi di corone danesi (circa 1,29 miliardi di euro) a sostegno di Kiev nel 2026. Si tratta di una contrazione netta rispetto ai 16,5 miliardi di corone (circa 2,23 miliardi di euro) concessi nel 2025 e ai quasi 19 miliardi di corone del 2024.
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I giornali danesi attribuiscono questa decisione in parte all’esaurimento delle risorse del Fondo per l’Ucraina, creato nel 2023 con ampio consenso bipartisan tra i partner europei. In totale, dal lancio dell’invasione russa nel febbraio 2022, la Danimarca ha riversato su Kiev l’impressionante somma di quasi 9,43 miliardi di euro in assistenza militare. Ha inoltre donato caccia F-16 e accolto corsi di formazione per piloti ucraini.
Simon Kollerup, componente del Comitato Difesa danese, ha commentato che «è naturale che stiamo assistendo a una stabilizzazione del livello di sostegno fornito».
«Abbiamo deciso di essere uno dei Paesi che hanno preso l’iniziativa all’inizio della guerra, fornendo un sostegno su larga scala. Ritengo inoltre che sia giusto affermare che questo sostegno supera di gran lunga quanto effettivamente richiesto dalle dimensioni del nostro Paese. Pertanto, trovo del tutto naturale che il sostegno stia diminuendo», ha proseguito Kollerup.
Questo sviluppo coincide con il ridimensionamento del massiccio supporto statunitense all’Ucraina, mentre l’amministrazione Trump privilegia la cessione di armi all’Europa affinché quest’ultima le rivenda o le trasferisca a Kiev.
La decisione danese di tagliare drasticamente gli aiuti giunge in un frangente delicato per il governo di Volodymyr Zelens’kyj, invischiato in uno scandalo di corruzione che lambisce direttamente l’ufficio presidenziale (con i suoi stretti collaboratori rimossi e sottoposti a indagini), spingendo forse alcuni membri dell’UE a svegliarsi e a cessare di agire con accondiscendenza.
Anche il New York Times ha recentemente ammesso in un pezzo che «l’amministrazione del presidente Volodymyr Zelens’kyj ha riempito i consigli di amministrazione di fedelissimi, ha lasciato posti vuoti o ne ha bloccato la costituzione. I leader di Kiev hanno persino riscritto gli statuti aziendali per limitare la supervisione, mantenendo il controllo del governo e consentendo che centinaia di milioni di dollari venissero spesi senza che estranei potessero curiosare».
Nel frattempo pesanti accuse a Kiev arrivano dalla Russia ben oltre la questione della corruzione. Il 5 dicembre il ministero degli Esteri russo ha diffuso un comunicato in cui annuncia che la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ha accolto le contro-domande presentate dalla Russia nei confronti dell’Ucraina, riconoscendo che Kiev viola la Convenzione sul Genocidio del 1948.
«Tutte le obiezioni sollevate da Kiev in merito alla presunta inammissibilità delle contro-richieste della Russia sono state respinte integralmente e le osservazioni della Federazione Russa sono state accolte integralmente dalla Corte», si legge nella nota.
La dichiarazione prosegue ricordando che «La sentenza della Corte Internazionale di Giustizia, emessa il 5 dicembre, segna uno sviluppo logico dopo i vani tentativi dell’Ucraina di ritenere la Russia responsabile dell’avvio dell’operazione militare speciale. Questo contenzioso era stato avviato dal regime di Kiev e dai suoi sponsor occidentali già nel febbraio 2022. All’epoca, Kiev, sostenuta da 33 stati allineati all’Occidente, presentò un ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia sostenendo che la Russia aveva violato la Convenzione del 1948 per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio.»
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Si aggiunge che «Il 18 novembre 2024, la parte russa ha presentato alla Corte un consistente corpus di prove, di oltre 10.000 pagine, che comprova la perpetrazione di un genocidio da parte del criminale regime di Kiev ai danni della popolazione russa e russofona del Donbass. Il materiale probatorio includeva la documentazione di oltre 140 episodi di deliberati attacchi contro civili nel Donbass, corroborati dalle testimonianze di oltre 300 testimoni e vittime, nonché da analisi e indagini di esperti».
Il testo accusa poi Kiev di aver compiuto «omicidi di massa, torture, bombardamenti indiscriminati» e di aver condotto «in tutta l’Ucraina una politica di cancellazione forzata dell’identità etnica russa, vietando la lingua e la cultura russa, perseguitando la Chiesa ortodossa russofona, glorificando al contempo i collaboratori del Terzo Reich e cancellando la memoria della Vittoria sul nazismo».
In conclusione, il ministero russo sottolinea che «affermando oggi l’ammissibilità legale delle rivendicazioni russe, la Corte Internazionale di Giustizia ha segnalato la sua disponibilità a valutare l’intera portata dei crimini commessi dal regime di Kiev e dai suoi complici».
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Immagine di EPP Group via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Geopolitica
Zakharova: l’UE che odia la Russia «è caduta nella follia politica». Il comandante NATO: l’alleanza può «creare dilemmi» a Mosca
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