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Sicario israeliano catturato in Malesia

La polizia malese ha arrestato un cittadino israeliano pesantemente armato che gli investigatori ritengono possa essere un sicario del Mossad e membro di una rete di spionaggio più ampia.
Il sospettato è recentemente arrivato nel Paese con un passaporto francese e sostiene di essere venuto per uccidere un connazionale israeliano in una disputa familiare, riporta RT.
L’arresto è stato annunciato venerdì dall’ispettore generale della polizia Razarudin Husain durante una conferenza stampa. Il sospettato, 36 anni, è entrato in Malesia il 12 marzo e al momento del suo arresto si trovava in un hotel nella capitale del paese, Kuala Lumpur.
«Durante l’interrogatorio, il sospettato ha mostrato un altro passaporto rilasciato da Israele. Le sei pistole sono state trovate in una borsa nella sua camera d’albergo», ha detto lo Husain.
Secondo quanto riferito, il sospettato ha detto alla polizia di essere venuto nel paese per trovare e uccidere un connazionale israeliano, citando una «questione familiare» come movente. Tuttavia, Husain ha osservato che l’uomo si è rifiutato di divulgare informazioni sul suo lavoro e ha affermato che gli investigatori non potevano escludere che il sospettato fosse collegato al noto servizio segreto israeliano Mossad.
«Non crediamo completamente a ciò che ci dice questo sospettato, forse ha un altro programma perché è qui dal 12 marzo. Abbiamo scoperto che le armi sono state acquistate utilizzando criptovaluta», ha detto il funzionario.
La polizia sta ora indagando su come esattamente l’arsenale, che comprendeva vari tipi di pistole, sia stato introdotto di nascosto nel paese. La polizia ha anche sequestrato circa 200 colpi di munizioni, mentre tre pistole erano cariche, ha osservato il funzionario.
L’indagine ritiene inoltre che il presunto sicario avesse probabilmente dei complici nel paese e presumibilmente fosse membro di un gruppo più ampio. «Non abbiamo identificato gli altri. Controlleremo anche l’autenticità del suo passaporto presso l’ambasciata francese», ha detto l’ispettore generale.
Finora né la Francia né Israele hanno rilasciato commenti pubblici sulla vicenda, riporta il sito russo.
Come riportato da Renovatio 21, lo scorso novembre, Netanyahu ha annunciato di aver incaricato gli agenti dell’Intelligence israeliana di «agire contro i capi di Hamas ovunque si trovino». Lo scorso dicembre, il Wall Street Journal ha riferito che Netanyahu aveva approvato un complotto per prendere di mira i funzionari di Hamas in Libano, Turchia e Qatar.
A inizio anno il vice capo di Hamas Saleh al-Arouri e due leader del suo braccio armato sono stati uccisi in un’esplosione in Libano.
Poco dopo è stato assassinato nel Sud del Libano il comandante de Hezbollah Wissam al-Tawil.
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Immagine di Naz Amir via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.0 Generic
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Il Congresso USA pubblica la prima serie di file su Epstein

There must be maximum transparency about the horrific crimes committed by Epstein and Maxwell. We will continue to follow the facts and seek justice for these survivors. pic.twitter.com/qNYXYMgl3p
— Oversight Committee (@GOPoversight) September 2, 2025
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Il presidente del Portogallo afferma che Trump è un «asset russo»

Il presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa ha accusato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump di fingere di agire come mediatore imparziale nel conflitto ucraino, mentre in realtà serve gli interessi di Mosca e funge da «asset russo».
Nel gergo dei servizi segreti, un asset, o «risorsa», è una persona, un’organizzazione, una risorsa o un’informazione che viene utilizzata o reclutata da un’agenzia di intelligence per supportare le sue operazioni. In pratica il presidente americano viene accusato ancora una volta di essere un pupazzo di Mosca e delle sue agenzie di spionaggio. Le due presidenze Trump sarebbero quindi delle operazioni clandestine dei servizi russi.
La gravità delle parole del presidente lusitano è sconcertante, così come la sua poca originalità.
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Intervenendo mercoledì all’Università estiva del Partito Socialdemocratico a Castelo de Vide, Rebelo de Sousa ha criticato Trump per essersi allontanato dalla politica del suo predecessore di sostegno incondizionato a Kiev.
«Il leader della più grande superpotenza mondiale è, oggettivamente, una risorsa sovietica o russa. Funziona come una risorsa», ha affermato Rebelo de Sousa, citato dalla CNN Portogallo.
Il presidente portoghese ha inoltre affermato che Trump è più un «arbitro che negozia solo con una delle due squadre che un vero mediatore», sostenendo che Kiev e i suoi sostenitori dell’UE hanno dovuto «farsi strada» per prendere parte ai recenti colloqui a Washington.
Le dichiarazioni riecheggiavano la bufala del Russiagate lanciata per la prima volta contro Trump nel 2016, quando i suoi oppositori sostenevano che la sua campagna elettorale avesse colluso con il Cremlino. Questa narrazione ha dominato il suo primo mandato, nonostante l’inchiesta Mueller del 2019 non avesse trovato prove di collusione e il Rapporto Durham del 2023 avesse concluso che la vicenda era stata in gran parte orchestrata da operatori politici.
Trump ha definito il Russiagate «il più grande scandalo nella storia americana», sostenendo che fosse stato concepito per sabotare la sua presidenza e giustificare politiche ostili nei confronti di Mosca.
Da quando è tornato in carica a gennaio, Trump ha cercato di presentarsi come un mediatore neutrale nel conflitto ucraino, alternando accuse alla Russia e all’Ucraina per la mancanza di progressi, comunicando regolarmente sia con il presidente russo Vladimir Putin che con il leader ucraino Volodymyro Zelens’kyj. A volte ha minacciato Mosca di «sanzioni massicce», mentre in altre occasioni ha accusato Kiev di «mancanza di flessibilità» e di non essere «pronta» per la pace.
All’inizio di questo mese, Trump ha avvertito di essere «molto, molto insoddisfatto» di Putin e ha minacciato di imporre dazi secondari ai partner commerciali della Russia, minaccia che incombe ancora dopo lo storico vertice in Alaska. Il leader portoghese, tuttavia, ha affermato che, a differenza dell’UE, che ha proceduto con le sanzioni, «Washington ha solo lanciato minacce vuote, dando alla Russia il tempo di avanzare sul terreno».
Trump ha sostenuto che «tutti sono da biasimare» per il conflitto, che egli insiste non essere «la sua guerra», e ha promesso di prendere una «decisione molto importante» sul futuro della politica statunitense entro poche settimane, a seconda che Mosca e Kiev si impegnino o meno in colloqui di pace.
Come testimonia la foto a corredo di questo articolo, il De Sousa e Trump si erano incontrati nello Studio Ovale della Casa Bianca di Washington il 27 giugno 2018, durante la prima presidenza dell’attuale comandante in capo USA.
Today, it was my great honor to welcome President Marcelo Rebelo de Sousa of Portugal to the @WhiteHouse!🇺🇸🇵🇹 pic.twitter.com/yd37K4Ei8R
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) June 27, 2018
Ci chiediamo ora come saranno i prossimi incontri, che, da qui alla scadenza del secondo mandato del presidente portoghese (2026) potrebbero essere inevitabili.
Questo è lo stato in cui versano i vertici europei. Russofobia furiosa, forsennata al punto da compromettere i rapporti non solo con Mosca, ma con gli stessi USA.
Ciò risulta incredibile solo per chi non ha capito il disegno in atto, e la mediocrità assoluta, malvagia della classe politica continentale.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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L’FBI fa irruzione nella casa di Bolton. È iniziata la purga dello Stato profondo?

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Non si tratta solo del presidente. Robert F. Kennedy jr., il suo segretario alla Salute, è un anti-neocon sfrenato – nonostante l’essersi trovato con un figlio turlupinato ad andare a combattere in Ucraina in una guerra che Kennedy ritiene fomentata dagli stessi USA. Quando raccontò del suo ingresso nel team Trump – il momento che ha messo fine alla sua campagna presidenziale, lanciandolo come stella del MAGA-MAHA –RFK rivelò pure di essere rimasto colpito dai primi colloqui con Don junior, il primogenito Trump. Il quale, racconta Kennedy, era apertis verbis in opposizione ai neocon, con nomi e cognomi. Di recente Kennedy ha fatto di sfuggita un’ulteriore rivelazione sul gabinetto Trump: dice che va d’accordo con gli altri segretari, in particolare la Bondi, che è diventata amica sua e di sua moglie, ma quello più simpatico, che fa ridere tutti, dice, è Marco Rubio: qui Kennedy dice che dapprima provava freddezza nei suoi confronti, in quanto riconosciuto come neocon estremista, ma ha avuto una «conversione», mollando completamente il campo dei falchi antirussi.Donald Trump’s comments about “nation builders, neocons, and Western interventionists” in Saudi Arabia:
“Before our eyes, a new generation of leaders is transcending the ancient conflicts of tired divisions of the past and forging a future where the Middle East is defined by… pic.twitter.com/jDEKlNMFk4 — Liam McCollum (@MLiamMcCollum) May 13, 2025
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