Geopolitica
Sachs: la NATO ha esaurito il suo scopo

Il noto economista americano Jeffrey Sachs, professore alla Columbia University e advisor per tanti governi internazionali negli scorsi decenni, ha dichiarato che la NATO ha esaurito il suo scopo e avrebbe dovuto essere sciolta decenni fa.
In un’intervista con l’agenzia stampa russa RIA Novosti, Sachs ha sostenuto che la NATO era stata inizialmente creata con il solo scopo di contrastare l’URSS e avrebbe dovuto essere sciolta nel 1990, quando il presidente sovietico Mikhail Gorbachev sciolse il Patto di Varsavia, l’alleanza militare guidata dai sovietici che aveva raggruppato gli stati del blocco orientale dal 1955.
«La NATO era un trattato di difesa contro l’Unione Sovietica, che non esiste. Quindi, in questo senso, la NATO ha decisamente esaurito il suo ruolo. È diventata invece un meccanismo di espansione della potenza statunitense, che non è ciò che la NATO dovrebbe essere», ha detto Sachs all’agenzia di stampa moscovita, sostenendo quindi che l’espansione della NATO verso est a partire dal 1990 è stata «totalmente ingiustificata e contraria alle promesse occidentali», riferendosi alle assicurazioni fornite dai funzionari statunitensi dopo lo scioglimento dell’URSS, secondo cui il blocco non si sarebbe avvicinato ai confini della Russia.
Sachs ha sottolineato che l’allargamento dell’organizzazione non ha avuto alcuna legittima motivazione di sicurezza e ha invece aggravato le divisioni nel continente europeo.
La Russia ha ripetutamente condannato l’espansione della NATO e ha descritto il blocco come uno strumento per contrastare Mosca, che destabilizza l’Europa alimentando le tensioni. Mosca ha indicato i tentativi della NATO di includere Kiev nel blocco come una delle cause profonde del conflitto ucraino.
Sachs ha anche osservato che Washington crede ancora di governare il mondo, una visione che ha descritto come obsoleta e pericolosa, affermando che questa illusione è una «fonte di pericolo», poiché il mondo è diventato multipolare e sono emersi nuovi «centri di potere».
I suoi commenti sono stati rilasciati in vista dell’Eastern Economic Forum, che si tiene a Vladivostok dal 3 al 6 settembre. L’economista parteciperà a una sessione dedicata all’agenda di sviluppo delle Nazioni Unite oltre il 2030, insieme a discussioni sulla cooperazione internazionale in un ordine mondiale in evoluzione.
Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso Sachs aveva dichiarato che gli USA stavano trasformando il dollaro in un’arma, una manovra che avrebbe finito per ritorcersi contro Washington.
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Immagine di WTO Switzerland via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Geopolitica
Trump annulla l’incontro a Budapest con Putin

Economia
Il governo olandese sequestra il produttore di chip cinese Nexperia, la Cina risponde con un divieto di esportazione

Il governo dei Paesi Bassi ha preso il controllo di Nexperia, un’azienda di semiconduttori di proprietà cinese con sede in Olanda, in risposta alle pressioni degli Stati Uniti, segnando un’importante escalation nella competizione occidentale con Pechino per il controllo delle catene di approvvigionamento tecnologiche avanzate.
Nexperia, specializzata nella produzione di semiconduttori di vecchia generazione per automobili ed elettronica di consumo, dà lavoro a migliaia di persone in Europa, Stati Uniti e Asia ed è stata acquisita da Wingtech nel 2013. Il 30 settembre, le autorità olandesi hanno comunicato che le decisioni su Nexperia sarebbero passate sotto l’autorità del ministro dell’Economia Vincent Karremans.
Questa mossa è seguita all’inasprimento delle restrizioni commerciali da parte di Washington contro Wingtech, la casa madre di Nexperia, già inclusa nella lista nera commerciale statunitense. Documenti giudiziari hanno rivelato che a giugno funzionari americani avevano ammonito il governo olandese sul rischio di ulteriori sanzioni se Nexperia non avesse sostituito il suo amministratore delegato cinese, Zhang Xuezheng.
In risposta, il ministero del Commercio cinese ha vietato l’esportazione di alcuni prodotti dalle filiali cinesi di Nexperia. Pechino ha condannato l’intervento olandese, attribuendolo alle pressioni USA. Un editoriale del quotidiano il lingua inglese del Partito Comunista Cinese Global Times ha dichiarato: «Questo non è l’agire di una nazione che rispetta lo stato di diritto, ma di un governo che usa la legge come uno strumento da applicare o scartare in base a convenienze politiche».
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«La Cina non chiede ai Paesi Bassi di prendere parte a una competizione geopolitica, ma di rispettare i valori che dichiarano di sostenere: stato di diritto, concorrenza equa e protezione della proprietà legalmente acquisita» ha aggiunto l’house organ anglofono del PCC.
L’anno scorso era emerso che le fabbriche di semiconduttori con tecnologia avanzata olandese presenti a Taiwan potrebbero essere spente da remoto nel caso di invasione dell’isola da parte di Pechino. In particolare si tratterebbe delle fabbriche del colosso Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), che impiega tecnologie ultraviolette di estrema precisione (chiamate in gergo EUV) fornite da un’azienda olandese, la ASML. Tali macchine, grandi come un autobus e dal costo di circa 217 milioni di dollari cadauna. utilizzano onde luminose ad alta frequenza per stampare i chip più avanzati al mondo.
Secondo quando riportato da Bloomberg, in caso di invasione da parte della Repubblica Popolare Cinese, gli EUV di ASML nelle fabbriche TSMC potrebbero essere resi inutilizzabili.
Come riportato da Renovatio 21, un anno fa l’Intelligence olandese accusa la Cina di cyber spionaggio dopo che fu segnalata la compromissione di 20.000 sistemi di sicurezza informatica Fortinet Fortigate in tutto il mondo.
Immagine di Raimond Spekking via Wikimedia pubblicata su licenza CC BY-SA 4.0
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