Ambiente
Rodi e Corfù bruciano. Chi ha appiccato il fuoco?

Le isole greche di Rodi e Corfù sono devastate da incendi immani, con decine di migliaia di evacuati tra residenti e turisti.
A Corfù l’incendio sarebbe scoppiato domenica. Le autorità hanno evacuato 17 villaggi. La guardia costiera sarebbe intervenuta per portare in salvo 59 persone che si trovavano sulla spiaggia di Nisaki.
2.500 turisti sono stati quindi trasferiti
Thousands of people have been evacuated from homes and hotels on the island of Rhodes, according to Greece's fire service. pic.twitter.com/49m6CbSaTI
— Truthseeker (@Xx17965797N) July 22, 2023
More fires in Greece..Agio central Greece and on the Island of Corfu..The fires are deliberately set, during evening hours (because aircrafts can't fly at night!) pic.twitter.com/EV6XP7ExWd
— Rita Otis (@rita_otis) July 23, 2023
A Rodi il fuoco continua ad avanzare e avrebbe raggiunto anche le abitazioni. «Le case stanno bruciando», ha detto al canale televisivo Ert il consigliere comunale Dimitris Zannetoulis. «Consegneremo ai nostri figli la terra bruciata».
Fires break out across Greece. The fire brigade was able to confirm that several fires were set intentionally. Migrants from Pakistan have reportedly been arrested on Rodos. Other reports point to fire-layers commissioned by the Turkish secret service, which we have not yet been… pic.twitter.com/m4vVYXzimV
— ????【C】 (@AlertChannel) July 23, 2023
Greece's fires ????
These men are heroes ????????
Credit to owner pic.twitter.com/mqzASCwav9— Rita Otis (@rita_otis) July 19, 2023
L’incendio nell’isola era divampato ancora giorni fa, favorito da venti che lo hanno portato a raggiungere i 5 metri di altezza
Another Video-
Wildfires continue to rage on #Greek island of #Rhodes after thousands flee. #Firefighters tackled blazes that erupted in peak tourism season. #Ροδοςπυρκαγιά #Ροδου #rhodesfires #Πυρκαγια #Greecewildfires #Wildfire #Fire #Laerma #Rhodos #Greece pic.twitter.com/7GKVEbZMnM— Chaudhary Parvez (@ChaudharyParvez) July 24, 2023
Stop blaming the climate change!
The wildfires in Rhodes and Corfu are caused by people intentionally or unintentionally. Ask anyone in Greece.
A single cigarette on dry grass and you have fire. Helped by the wind and you have the scenes below. pic.twitter.com/q4Snw1XSXM— Tony (@TonyL_01) July 24, 2023
Come riportato da Renovatio 21, un fenomeno simile si era visto negli scorsi anni anche in Turchia, con immagini di inferno che arrivarono in rete.
La domanda da porsi, ovviamente, è sull’origine degli incendi. Non è detto che arrivi una risposta credibile: come riportato da Renovatio 21, due anni fa gli scienziati riuscirono a trovare una correlazione tra incendi e COVID: tutto pur di non guardare in faccia alla realtà.
Il comandante dei pompieri di Rodi Yiannis Artopioos ha dichiarato che i roghi sarebbero tutti di origine umana. Se escludiamo l’ipotesi colposa – cioè incendi nati accidentalmente, magari da un mozzicone di sigaretta, le motivazioni dietro all’incendio doloso si riassumono in tre possibili casi.
Nel primo caso, si tratta di piromani, cioè persone con uno squilibrio psichico che li porta ad amare scene con fiamme devastatrici, in pratica sociopatici del fuoco.
Nel secondo caso, emerso spesso anche nell’Italia meridionale, sarebbero impiegati pubblici del settore che con un incendio di fatto prolungano il loro posto di lavoro e aumentano le risorse a disposizione dei loro uffici.
La terza ipotesi è quella di attivisti climatici che scatenando catastrofi che finiscono sui giornali internazionali mettono nell’opinione pubblica mondiale immagini apocalittiche con didascalia «riscaldamento globale».
A giudicare dalla quantità di commenti che stiamo vedendo sui giornali («il global warming non è un complotto!») se gli incendi sono un piano ecofascista per il lavaggio cervello mediatico mondiale, diciamo che sta pure andando bene.
A gennaio 2020, poco prima dello scoppio del COVID, incendi di enormi proporzioni distrussero milioni di acri nel Nuovo Galles del Sud, in Australia. Cominciò a circolare la voce insistente di piromani legati a gruppi di attivismo climatico. Se cercate oggi informazioni sulla questione, verrete sommersi da pagine di fact-checking e articoloni dei media mainstream che vi dicono che no, gli ecoattivisti non c’entrano nulla.
Del resto, abbiamo imparato che la nuova teppa ecofascista è timida: vandalizza opere d’arte, blocca il traffico, interrompe manifestazioni sportive, sfida apertamente non solo le autorità ma anche la popolazione.
Il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung scrisse l’anno scorso che il movimento ecologista internazionale che vediamo formarsi sotto i nostri occhi potrebbe trasformarsi in puro terrorismo. Se leggete gli scritti degli ideologi, deliranti e osceni, vi rendete conto che la prospettiva non è esattamente priva di fondamento.
Da decenni, in realtà, sigle ambientaliste radicali operano per fermare il turismo internazionale, reo di inquinare il mondo tra aerei e altri consumi vacanzieri.
È una curiosa coincidenza che gli incendi si siano sviluppati proprio su due isole greche note per attrarre turisti da Gran Bretagna, Italia, Germania, da tutta Europa.
Quindi, non fate figli e smettete di produrre ricchezza e sviluppo, sennò il mondo brucerà, inclusa quella parte dove una volta l’anno volete andare a rilassarvi.
Fate la cosa giusta: fatevi prendere dell’eco-ansia, e chiedete una bella eutanasia canadese. Il vostro suicidio di Stato sicuramente sarà una secchiata d’acqua che aiuterà a spegnere gli incendi.
Immagine screenshot da Twitter
Ambiente
Il cardinale Turkson rimprovera i vescovi e i sacerdoti che continuano a «negare il cambiamento climatico»

Il cardinale Peter Turkson, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, ha lamentato in un’intervista pubblicata questa settimana che ci sono ancora diversi vescovi e sacerdoti cattolici che «negano il cambiamento climatico» nonostante i presunti progressi compiuti dalla storica enciclica di papa Francesco Laudato Si’ che chiedeva «giustizia climatica ed ecologica».
In un’intervista rilasciata al quotidiano austriaco Der Sonntag, pubblicata il 2 settembre dopo la conferenza della Pontificia Accademia delle Scienze «Dalla crisi climatica alla resilienza climatica in Europa a livello locale e regionale» tenutasi a Vienna, il Turkson ha elogiato l’impegno della Chiesa nella lotta al «cambiamento climatico» nel decennio successivo alla pubblicazione della Laudato Si’. Tuttavia il porporato africano ha anche criticato in modo particolare il clero che continua a negare il «cambiamento climatico» o a liquidarlo come irrilevante per la fede.
«Conosco vescovi e sacerdoti che negano il cambiamento climatico e considerano la questione irrilevante. Ma conosco anche molti giovani che nutrono una forte passione per la protezione del clima», ha affermato il cardinale. «Quindi c’è sia ignoranza che impegno».
«Ma la Chiesa ha creato uno strumento credibile con la Laudato Si’. E molti di noi che la rappresentiamo lo facciamo con grande convinzione», ha esclamato il Turksone.
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Dalla sua pubblicazione nel 2015, la Laudato Si’ è diventata il testo di riferimento per numerose iniziative vaticane e papali incentrate sulla cosiddetta agenda «verde». In essa, il defunto pontefice argentino parlava di un «vero approccio ecologico» che ascolta «sia il grido della terra sia il grido dei poveri», scrive LifeSite.
Il documento ha dato origine al Movimento Laudato Si’, che mira a «trasformare l’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco in azione per la giustizia climatica ed ecologica», poiché il disinvestimento di massa dai «combustibili fossili» è ispirato dagli scritti ambientalisti del pontefice.
Più avanti nell’intervista, il cardinale Turkson ha sottolineato che è una contraddizione per i cattolici ignorare le preoccupazioni ambientali.
«Chi crede in Dio crede nel Creatore. E chi adora Dio come Creatore non può allo stesso tempo ignorare o distruggere la sua creazione», ha affermato il religioso ghanese. «Questo sarebbe in contraddizione con la propria fede. In secondo luogo, nel Salmo 19 si legge: ‘I cieli narrano la gloria di Dio’. La creazione stessa è quindi una lode a Dio».
«Un cristiano che non rispetta o addirittura non sfrutta il creato non vive in armonia con la sua fede», ha tuonato il già presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace (2009-2016), prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale (2016-2021), cancelliere della Pontificia accademia delle scienze (2022-2025), cancelliere della Pontificia accademia delle scienze sociali (2022-2025).
Sebbene Turkson abbia ragione nel dire che i fedeli hanno il compito di essere custodi dell’ambiente, non sono obbligati a credere nel «cambiamento climatico», né la questione ambientale è la più urgente per i cattolici, come sembra indicare il cardinale.
Il cardinale di Cape Coast è diventato famoso per la sua promozione dell’ambientalismo e del controllo demografico. Nel 2015, il cardinale ghanese ha dovuto giustificarsi dopo una controversa intervista alla BBC in cui affermava che Papa Francesco aveva chiesto «un certo controllo delle nascite» per affrontare la mancanza di cibo e altre preoccupazioni ambientali, dando così credito alla teoria secondo cui il pianeta sarebbe sovrappopolato.
Il Turkson è stato anche il principale collegamento del Vaticano con il World Economic Forum di Davos. Il cardinale ha pronunciato discorsi in diversi summit annuali del WEF durante il pontificato di papa Francesco e ha ospitato la «tavola rotonda» del WEF del Vaticano nel 2020.
Nel 2021, Turkson ha anche sostenuto l’idea che l’allora presidente pro-aborto Joe Biden dovesse continuare a ricevere la Santa Comunione. Il cardinale ghanese ha affermato che il democratico «cattolico» dissidente e promotore dell’aborto non si trova in «stato di peccato» e che «l’Eucaristia non dovrebbe in alcun modo diventare un’arma».
Come riportato da Renovatio 21, in risposta alle critiche del Turkson, i vescovi del suo Paese, il Ghana, difesero con fermezza le leggi anti-sodomia implementate dai parlamentari ghanesi.
La tematica ambientale di Bergoglio toccò livelli di parossismo imbarazzanti, come quando prese a citare nell’esortazione apostolica Laudate Deum (2023) la teorica gender eco-ciberfemminista Donna Haraway, nota per la sua teoria dello Chtulucene, ossia il superamento del cosiddetto antropocene, cioè l’avvio di un’era in cui l’essere umano non è più centrale. Come noto, Chtulhu è una divinità terrifica dal volto polipesco che nella fantasia letteraria dello scrittore H.P.Lovecraft tornerà sulla Terra per sterminare gli umani o renderli suoi schiavi.
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«Cosa succede quando il genere umano, dopo aver irrimediabilmente alterato gli equilibri del pianeta Terra, smette di essere il centro del mondo? E nel pieno della crisi ecologica, che relazioni è possibile recuperare non solo tra individui umani, ma tra tutte le specie che il pianeta lo abitano?» si chiede il libro Cthulucene. La risposta, dice la Haraway, è attuare in questo pianeta infetto un pensiero «tentacolare», un cambio di paradigma dove, come spiegato sopra, invece di generare figli si creano «parentele» con «decisioni intime e personali per creare vite fiorenti e generose senza mettere al mondo bambini».
Non vi sono segni che Leone voglia invertire la tendenza antiumana dell’ambientalismo vaticano.
Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa papa Prevost ha tenuto una nuova «messa per la cura del creato» nella quale ha avvertito che il «mondo sta bruciando» a causa del «riscaldamento globale». Significativa anche la location di tale nuova «messa», che si è svolta nei giardini papali adibiti al centro «Borgo Laudato Si’» a Castel Gandolfo, un luogo nato dall’enciclica ecomaoista bergogliana.
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Immagine di Richter Frank-Jurgen via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Ambiente
La Marina britannica sversa acque radioattive in un lago scozzese

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Ambiente
La Santa Sede costruirà una centrale solare

La Sala Stampa della Santa Sede ha annunciato il 31 luglio 2025 la firma di un accordo tra il Vaticano e la Repubblica Italiana per consentire l’installazione di un impianto fotovoltaico a Santa Maria di Galeria, a nord di Roma. Questo progetto è destinato a fornire energia rinnovabile alla Città del Vaticano, in conformità con l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.
Il principio di questa centrale elettrica si basa sull’installazione di pannelli solari nelle aziende agricole. L’obiettivo è garantire il completo approvvigionamento energetico dello Stato della Città del Vaticano, ma anche simboleggiare la consapevolezza della salvaguardia del Creato.
L’accordo riguarda un impianto agrovoltaico a Santa Maria di Galeria. Si tratta di un’area extraterritoriale dell’Agro Romano, il cui status risale agli accordi del 1951 con il Governo italiano, e dove dal 1957 ha sede la struttura di Radio Vaticana oggi utilizzata per le trasmissioni in onde corte.
Nel maggio 2024, sulla base del motu proprio Fratello Sole, Papa Francesco ha deciso di costruire su questo terreno un impianto solare. Si tratterebbe di un «impianto agrivoltaico», ovvero un campo di pannelli solari sotto il quale viene mantenuta l’attività agricola. Un progetto che mira a fornire energia elettrica non solo alla stazione radio, ma anche all’intera Città del Vaticano.
Oggi, a Palazzo Borromeo, è stato firmato l’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana per un impianto agrivoltaico a Santa Maria di Galeria. Per la Santa Sede ha firmato S.E. Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni… pic.twitter.com/16mtumYtAF
— Segreteria di Stato della Santa Sede (@TerzaLoggia) July 31, 2025
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Papa Leone XIV visitò il sito il 19 giugno per visitare il Centro di Trasmissione e il sito di 424 ettari attualmente utilizzato per l’agricoltura.
Il 19 giugno, Papa Leone XIV ha visitato l’enclave vaticana di Santa Maria di Galeria, a nord della capitale, che beneficia dell’extraterritorialità. Questo appezzamento di terreno di 424 ettari è attualmente utilizzato per l’agricoltura ed è anche occupato dal centro di trasmissione della Radio Vaticana.
Poiché il sito di Santa Maria di Galeria si trova a 18 km dal Vaticano, il progetto prevede la collaborazione con il Governo italiano per consentire la trasmissione e la distribuzione dell’energia elettrica prodotta dall’impianto. A tal fine, è stato firmato un accordo tra l’Arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati, e l’Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Francesco Di Nitto.
Nel giugno dello scorso anno, l’APSA (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica) e il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano hanno ricevuto un mandato speciale per realizzare un impianto fotovoltaico nell’area di Santa Maria di Galeria di proprietà della Santa Sede.
La stessa APSA, nel suo bilancio 2024 recentemente pubblicato, in cui vengono delineati i progetti avviati e proseguiti dall’anno scorso e le idee e le proposte per il futuro, menziona l’iniziativa come un mezzo «per realizzare esempi di transizione energetica attraverso il sostegno alle energie rinnovabili».
L’arcivescovo Gallagher ha espresso la sua gratitudine per il sostegno che l’iniziativa ha ricevuto dalle autorità italiane, un sostegno che «offre un’ulteriore prova dello spirito di reciproca cooperazione che ha sempre contraddistinto le nostre relazioni bilaterali fin dalla firma dei Patti Lateranensi».
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Immagine della Segreteria di Stato della Santa Sede via Twitter
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