Ambiente

Rodi e Corfù bruciano. Chi ha appiccato il fuoco?

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Le isole greche di Rodi e Corfù sono devastate da incendi immani, con decine di migliaia di evacuati tra residenti e turisti.

 

A Corfù l’incendio sarebbe scoppiato domenica. Le autorità hanno evacuato 17 villaggi. La guardia costiera sarebbe intervenuta per portare in salvo 59 persone che si trovavano sulla spiaggia di Nisaki.

 

2.500 turisti sono stati quindi trasferiti

 

A Rodi il fuoco continua ad avanzare e avrebbe raggiunto anche le abitazioni. «Le case stanno bruciando», ha detto al canale televisivo Ert il consigliere comunale Dimitris Zannetoulis. «Consegneremo ai nostri figli la terra bruciata».

 

 

 

L’incendio nell’isola era divampato ancora giorni fa, favorito da venti che lo hanno portato a raggiungere i 5 metri di altezza

 

 

 

 

Come riportato da Renovatio 21, un fenomeno simile si era visto negli scorsi anni anche in Turchia, con immagini di inferno che arrivarono in rete.

 

La domanda da porsi, ovviamente, è sull’origine degli incendi. Non è detto che arrivi una risposta credibile: come riportato da Renovatio 21, due anni fa gli scienziati riuscirono a trovare una correlazione tra incendi e COVID: tutto pur di non guardare in faccia alla realtà.

 

Il comandante dei pompieri di Rodi Yiannis Artopioos ha dichiarato che i roghi sarebbero tutti di origine umana. Se escludiamo l’ipotesi colposa – cioè incendi nati accidentalmente, magari da un mozzicone di sigaretta, le motivazioni dietro all’incendio doloso si riassumono in tre possibili casi.

 

Nel primo caso, si tratta di piromani, cioè persone con uno squilibrio psichico che li porta ad amare scene con fiamme devastatrici, in pratica sociopatici del fuoco.

 

Nel secondo caso, emerso spesso anche nell’Italia meridionale, sarebbero impiegati pubblici del settore che con un incendio di fatto prolungano il loro posto di lavoro e aumentano le risorse a disposizione dei loro uffici.

 

La terza ipotesi è quella di attivisti climatici che scatenando catastrofi che finiscono sui giornali internazionali mettono nell’opinione pubblica mondiale immagini apocalittiche con didascalia «riscaldamento globale».

 

A giudicare dalla quantità di commenti che stiamo vedendo sui giornali («il global warming non è un complotto!») se gli incendi sono un piano ecofascista per il lavaggio cervello mediatico mondiale, diciamo che sta pure andando bene.

 

A gennaio 2020, poco prima dello scoppio del COVID, incendi di enormi proporzioni distrussero milioni di acri nel Nuovo Galles del Sud, in Australia. Cominciò a circolare la voce insistente di piromani legati a gruppi di attivismo climatico. Se cercate oggi informazioni sulla questione, verrete sommersi da pagine di fact-checking e articoloni dei media mainstream che vi dicono che no, gli ecoattivisti non c’entrano nulla.

 

Del resto, abbiamo imparato che la nuova teppa ecofascista è timida: vandalizza opere d’arte, blocca il traffico, interrompe manifestazioni sportive, sfida apertamente non solo le autorità ma anche la popolazione.

 

Il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung scrisse l’anno scorso che il movimento ecologista internazionale che vediamo formarsi sotto i nostri occhi potrebbe trasformarsi in puro terrorismo. Se leggete gli scritti degli ideologi, deliranti e osceni, vi rendete conto che la prospettiva non è esattamente priva di fondamento.

 

Da decenni, in realtà, sigle ambientaliste radicali operano per fermare il turismo internazionale, reo di inquinare il mondo tra aerei e altri consumi vacanzieri.

 

È una curiosa coincidenza che gli incendi si siano sviluppati proprio su due isole greche note per attrarre turisti da Gran Bretagna, Italia, Germania, da tutta Europa.

 

Quindi, non fate figli e smettete di produrre ricchezza e sviluppo, sennò il mondo brucerà, inclusa quella parte dove una volta l’anno volete andare a rilassarvi.

 

Fate la cosa giusta: fatevi prendere dell’eco-ansia, e chiedete una bella eutanasia canadese. Il vostro suicidio di Stato sicuramente sarà una secchiata d’acqua che aiuterà a spegnere gli incendi.

 

 

 

 

 

Immagine screenshot da Twitter

 

 

 

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