Epidemie
Ripassino di biologia evoluzionista per virostar
«Bisogna vaccinarsi per bloccare le varianti«. Quante volte sentiamo dire questa frase per convincerci a vaccinarci tutti?
Questo è uno degli argomenti più comuni usati in TV e nelle interviste sui giornali, dal momento che è veloce ed è facile da recepire per lo spettatore.
Specialmente per lo spettatore che non conosce la teoria dell’evoluzionismo applicata ai microrganismi, questa tesi sembra ragionevole.
Peccato che sia tutto falso. Questa tesi è un errore grossolano, col quale si potrebbe finire bocciati a qualsiasi esame di biologia evoluzionista, un esame che in genere è facoltativo nei corsi di laurea di medicina e biologia.
Noi faremo un ripassino. Certo che, care virostar, farsi fare un ripassino di evoluzionismo elementare da un cattolico, è alquanto imbarazzante.
Affermare che vaccinare le persone impedisca la fissazione di mutazioni del COVID indica soltanto che non si conosce l’ABC della biologia evoluzionista
La teoria evoluzionista è nata come «darwinismo» ed è stata integrata nei decenni con lo sviluppo delle conoscenze in ambito genetico. Oggi è anche nota come «neodarwinismo».
È una teoria elegante e sofisticata, come sono sofisticati altri tentativi di dimostrare che Dio non esiste lungo la storia da parte di personaggi molto intelligenti.
Non è propriamente una disciplina scientifica per il semplice motivo che non si può fondare sul metodo sperimentale: non è possibile corroborare in laboratorio ipotesi bio-chimiche che richiedono miliardi di anni di tempo. Si tratta piuttosto di un meta-modello scientifico, che ha più a che fare con la Filosofia della Scienza e con la Matematica. Di scientifico l’evoluzionismo ha dunque ben poco, se non il fatto che ci sono diversi scienziati che lo usano per non andare a Messa.
Infatti il modello neodarwiniano attualmente è «incompleto», cioè falso: se studiamo i migliori manuali a disposizione troviamo scritto nero su bianco che non esiste un modello in grado di spiegare la formazione della vita biologica a partire dalle leggi della fisica sulla base del caso.
La biologia evoluzionista suggerisce che dovrebbero essere vaccinate esclusivamente le persone che sono a rischio
I neodarwiniani fanno fatica a riconoscerlo, ma nei loro trattati questo modello fisico-matematico non c’è. C’è soltanto la fede che questo modello debba esistere da qualche parte; il che, appunto, rende questa teoria un modello filosofico piuttosto che un modello scientifico. Tecnicamente, si tratta di un paradigma scientifico, non di una teoria scientifica.
Il neodarwinismo serio da ultimo va poco di moda anche perché in un club di atei si rischia di litigare: provate a pensare in ottica neodarwiniana se qualcuno vi chiede se sia meglio che un branco di lupi siano etero o LGBT. Peggio che andar di notte: se il vostro interlocutore accetta le basi del neodarwinismo perché gli sta antipatico San Paolo, la risposta del neodarwinismo non è opinabile.
Ad ogni modo, nonostante la teoria evoluzionista non sia in grado di spiegare la comparsa della vita biologica e la sua evoluzione maggiore sulla base del caso (quella che in ambito dottrinale si chiama «Creazione»), il neodarwinismo è in grado di spiegare alcune cose minori:
1) L’estinzione
2) L’evoluzione di alcuni microorganismi
3) La formazione di alcune specie
Le virostar che vanno in televisione dimostrano di non avere capito la base dell’evoluzionismo
In altre parole, l’evoluzionismo è in grado di spiegare (anche sperimentalmente) soltanto alcuni tipologie di evoluzioni degli organismi, evoluzioni minori. Non le più interessanti, cioè –per intenderci – non quelle narrate dalle cosmogonie come la Genesi.
Ebbene, le virostar che vanno in televisione dimostrano di non avere capito la base dell’evoluzionismo.
Alla base dell’evoluzionismo ci sono 3 concetti:
1) Mutazione genetica
2) Selezione naturale
3) Deriva genetica
Facciamo un ripassino con il classico caso delle farfalle di Manchester, programma delle scuole elementari.
A partire da un determinato organismo con un determinato codice genetico, si possono verificare delle mutazioni genetiche casuali durante la riproduzione, cioè durante il processo di copia del DNA.
Durante la copia del DNA(che avviene durante la riproduzione) accade che emergano dei geni recessivi o che vengano codificati geni nuovi (per errori di copia, dovuti all’ambiente, ad esempio in presenza di radiazioni).
L’organismo neonato sarà diverso dai genitori e manifesterà dei caratteri diversi; ad esempio, la prole delle farfalle bianche nascerà di colore nero, a seguito di una mutazione casuale, cioè accidentale.
A questo punto che cosa succederà alla neonate farfalle nere?
L’evoluzionismo afferma che esistono in natura due fattori: selezione naturale e deriva genetica
L’evoluzionismo afferma che esistono in natura due fattori: selezione naturale e deriva genetica.
Vediamo la deriva genetica. Se prendiamo le farfalle nere e le portiamo su un isola (o se ci arrivano da sole durante una tempesta), dopo 100 anni vedremo che su quell’isola tutte le farfalle saranno nere. Questo accade perché le farfalle nere si sono isolate geograficamente da quelle bianche; e la loro progenie per «deriva» genetica sarà composta da farfalle nere. Si chiama «deriva» perché si tratta di una tendenza genetica che segue una certa direzione per inerzia, come una un iceberg alla deriva. Segue una rotta per inerzia sulla base di fattori generalmente geografici.
Veniamo alla selezione naturale. Le neonate farfalle nere di Manchester hanno un carattere nuovo: il colore nero. Questo carattere – come tutti i caratteri – ha quella che si chiama «fitness darwiniana»; cioè, un certo carattere genetico fa sì che la farfalla abbia una maggiore o minore probabilità di sopravvivenza contro l’ambiente ostile. Quando parliamo di «ambiente ostile», uno dei primi elementi da considerare sono i predatori.
Come ci spiegavano alle elemenari, le farfalle nere a Manchester verso metà del 1800 avevano una fitness darwiniana maggiore rispetto alle farfalle bianche, poiché l’inquinamento aveva eliminato i licheni delle betulle e le farfalle nere si mimetizzavano meglio dagli uccelli predatori, rispetto a quelle bianche.
In origine i tronchi delle betulle erano coperti di licheni chiari, ma la fuliggine industriale lascio i tronchi senza licheni e anneriti. Le farfalle bianche finivano tutte predate dagli ucelli. E chi muore non si riproduce più.
La maggiore fitness darwiniana delle farfalle nere comportò che il tasso di sopravvivenza delle farfalle nere aumentasse e di conseguenza aumentò anche il loro tasso di riproduzione.
I «predatori» dei virus e dei batteri sono rispettivamente farmaci, vaccini e antibiotici
In pochi anni, di fatto, tutte le farfalle a Manchester erano nere. Era avvenuta quella che si chiama «fissazione» dei caratteri genetici per selezione naturale: erano rimaste solo le farfalle nere mentre la popolazione di farfalle bianche si era negli anni ridotta, fino a scomparire. Questo tipo di evoluzioni accade perché esiste una pressione selettiva (selezione naturale) che misura la maggiore o minore fitness di un organismo con determinati caratteri. Senza selezione naturale, non c’è evoluzione né fissazione dei caratteri.
E siamo arrivati a virus e batteri. Nel caso delle farfalle la pressione selettiva era data dai predatori.
Domandiamo, nel caso di virus e batteri quali sono i predatori?
Facile. I «predatori» dei virus e dei batteri sono rispettivamente farmaci, vaccini e antibiotici.
Le mutazioni durante la replica di virus e batteri accadono con molta frequenza perché si moltiplicano a grande velocità, esponenziale.
Per evitare che si fissino varianti del COVID che sfuggono ai vaccini, sarebbero da vietare i vaccini a coloro che non ne hanno astrattamente bisogno: la biologia evoluzionista suggerisce che dovrebbero essere vaccinate esclusivamente le persone che sono a rischio
Tuttavia l’evoluzionismo insegna che le mutazioni si fissano solo se esiste una pressione selettiva. Nel caso delle farfalle la pressione selettiva (selezione naturale) è data dai predatori; mentre nel caso di virus e batteri la pressione selettiva è data da farmaci, vaccini e antibiotici.
Quindi affermare che vaccinare le persone impedisca la fissazione di mutazioni del COVID indica soltanto che non si conosce l’ABC della biologia evoluzionista.
Sarebbe vero l’esatto contrario: per evitare che si fissino varianti del COVID che sfuggono ai vaccini, sarebbero da vietare i vaccini a coloro che non ne hanno astrattamente bisogno. Quindi la biologia evoluzionista suggerisce che dovrebbero essere vaccinate esclusivamente le persone che sono a rischio.
Se voglio proteggere mia nonna ottantenne, non devo vaccinarmi anche io. Piuttosto mi assumo il sacrificio di fare qualche giorno di febbre per non rischiare di provocare, vaccinandomi, la fissazione di mutazioni del virus.
Se voglio proteggere mia nonna ottantenne, non devo vaccinarmi anche io. Piuttosto mi assumo il sacrificio di fare qualche giorno di febbre per non rischiare di provocare, vaccinandomi, la fissazione di mutazioni del virus
Questo è vero soprattutto nel caso di un vaccino che non impedisce il contagio, cioè di un vaccino che non ha alcuna possibilità di far diventare chi lo assume un binario morto per la circolazione del virus; cosa che invece accade per il vaccino del vaiolo.
Non stiamo dicendo nulla di strabiliante. È l’ABC della biologia evoluzionista.
Dopotutto qualsiasi medico di famiglia per lo stesso motivo sa che non si danno antibiotici ai pazienti a meno che non sia strettamente necessario: cioè non si danno antibiotici ai pazienti qualora si ritenga che l’infezione batterica possa essere riassorbita dal sistema immunitario del paziente. Perché potrebbe crearsi la sempre più nota e temuta antibiotico-resistenza.
Qualsiasi medico di famiglia per lo stesso motivo sa che non si danno antibiotici ai pazienti a meno che non sia strettamente necessario
Men che meno si possono dare antibiotici in massa ad una popolazione, perché si andrebbe incontro a episodi di farmacoresistenza certi. Gli antibiotici diventerebbero in breve tempo inutilizzabili e totalmente inefficaci e causerebbero la fissazione di batteri resistenti. Un fenomeno questo noto e accertato dall’immunologia oramai da decenni a conferma della biologia evoluzionista di base.
Quindi, emerge una domanda da rivolgere a qualsiasi «scienziato» de noantri. È la stessa che in genere egli getta addosso a qualsiasi interlocutore.
«Lei ha studiato?»
Gian Battista Airaghi
Epidemie
La Russia sottoporrà a test per l’epatite tutti i lavoratori immigrati. E l’Italia?
A partire da marzo 2026, la Russia imporrà ai lavoratori migranti di sottoporsi a test per l’epatite B e C, ampliando le attuali disposizioni di screening medico. Le nuove regole si applicheranno ai cittadini stranieri e agli apolidi che entrano in Russia per lavoro, oltre a coloro che richiedono lo status di rifugiato o asilo temporaneo.
Le visite mediche sono obbligatorie per i migranti: senza di esse, non è possibile ottenere permessi di lavoro, residenza temporanea o permanente. I lavoratori migranti devono completare gli esami entro 30 giorni dall’arrivo, mentre chi non intende lavorare ha 90 giorni di tempo. Attualmente, gli screening includono test per droghe e malattie gravi come HIV, tubercolosi, sifilide e lebbra.
Le modifiche al processo di controllo sanitario per gli stranieri in visita sono state proposte all’inizio dell’anno da un gruppo di lavoro sulle politiche migratorie, guidato dalla vicepresidente della Duma di Stato, Irina Yarovaya. La vicepresidente ha chiarito che l’obiettivo è rafforzare il monitoraggio sanitario degli stranieri in arrivo e prevenire la diffusione di malattie pericolose.
I lavoratori migranti sono fondamentali per l’economia russa, occupando ruoli chiave in settori come edilizia, agricoltura e servizi. Milioni di migranti, soprattutto dall’Asia centrale, sono attratti da salari più alti rispetto ai loro paesi d’origine. Tuttavia, questo afflusso ha sollevato dibattiti su salute pubblica e stabilità sociale. Per questo, le autorità russe hanno introdotto rigidi controlli sanitari e requisiti per i migranti, cercando di bilanciare i benefici economici con la sicurezza sanitaria.
Nell’ultimo anno, la Russia ha anche intensificato la lotta contro l’immigrazione illegale. Il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto che istituisce una nuova agenzia statale all’interno del Ministero dell’Interno, incaricata di migliorare la gestione dei flussi migratori.
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Il Cremlino ha dichiarato che l’iniziativa punta a razionalizzare il processo migratorio, promuovere il rispetto delle leggi russe tra i migranti e ridurre le attività illegali.
In Italia la situazione epidemiologica dell’immigrazione è un grande tabù del discorso pubblico.
«In base ai dati epidemiologici in nostro possesso, risulta che in Italia il 34,3% delle persone diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera» diceva in un’intervista a Renovatio 21 il dottor Paolo Gulisano sette anni fa. «Considerato che gli stranieri rappresentano circa il 10% della popolazione italiana, questo dato vuole dire che la diffusione dell’HIV tra gli stranieri è oltre il triplo che negli italiani».
«Un dato che fa pensare. Molti immigrati provengono da Paesi dove la diffusione dell’HIV, così come quella della TBC, è molto più alta che in Europa. Basta far parlare i dati. Il numero dei decessi correlati all’AIDS nel 2016 per grandi aree è il seguente: Africa Sud-Orientale: 420 mila; Africa Centro-Orientale: 310 mila; Nord Africa e Medio Oriente: 11 mila; America Latina: 36 mila, più il dato dei soli Caraibi che è di 9400. Europa dell’Est e Asia centrale: 40 mila; Europa Occidentale e Nord America: 18 mila; Asia e Pacifico: 170 mila. Ora, la lettura di questi numeri ci fornisce delle evidenze molto chiare».
«È quindi chiaro quali siano i rischi di una immigrazione di massa, incontrollata anche dal punto di vista sanitario, e i rischi legati al fatto che un numero impressionante di immigrate africane viene gettato nel calderone infernale della prostituzione, che diventa veicolo di diffusione di malattie veneree».
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Epidemie
Paura e profitto, dall’AIDS al COVID
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Le opinioni dissenzienti sull’AIDS «abilmente represse per decenni»
Shenton era una reporter della BBC, l’emittente pubblica nazionale del Regno Unito, quando sviluppò il lupus indotto da farmaci, dopo essere stata sottoposta a un’eccessiva terapia farmacologica in Spagna negli anni ’70. «Mi hanno dato tutto quello che c’era scritto nel libro», ha detto Shenton. «Certo, sono imploso e mi sono sentito gravemente male. Sono stato al Westminster Hospital per due mesi. Sono quasi morto». L’esperienza ha suscitato in lei l’interesse per le indagini sulle lesioni causate dai trattamenti medici. In seguito è entrata a far parte dell’emittente nazionale britannica Channel 4, producendo una serie di documentari, Kill or Cure. La serie si concentrava sulla riluttanza delle grandi aziende farmaceutiche a ritirare trattamenti pericolosi o inefficaci. «Quello mi ha davvero dato la carica», ha detto Shenton. Nei primi anni ’80, Shenton e il suo produttore vennero a conoscenza della ricerca del dottor Peter Duesberg, un biologo molecolare tedesco che sosteneva che l’HIV non causava l’AIDS. Iniziò a mettere in discussione le narrazioni dominanti. «Abbiamo continuato a realizzare 13 documentari sull’AIDS», ha detto Shenton. Il documentario Positively False si concentra sulla «manipolazione delle aziende farmaceutiche e delle organizzazioni [mediche] interessate in tutto il mondo, che manipolano il terrore della peste», ha affermato Shenton. Il film rivela «la scienza imperfetta che circonda l’AIDS e le conseguenze di seguire ipotesi sbagliate», ha affermato Shenton nell’introduzione. Tra queste, la convinzione che l’AIDS sia infettivo, che sia causato dall’HIV e che l’HIV sia contagioso. «Molti scienziati e ricercatori non sono d’accordo. Queste opinioni sono state abilmente represse per decenni dall’ortodossia scientifica prevalente e dai media mainstream», ha affermato Shenton nel documentario. I ricercatori che mettevano in discussione la narrazione dominante sull’HIV/AIDS sono stati repressi e messi a tacere, così come gli scienziati che mettevano in discussione la narrazione prevalente sul COVID-19, ha affermato Shenton.Sostieni Renovatio 21
Test PCR «completamente inutili» per AIDS e COVID
In entrambi i focolai, sono stati utilizzati test PCR per determinare l’infezione, ha affermato. «Il test [PCR] è completamente e totalmente inutile», ha detto Shenton. I test non possono «distinguere tra particelle infettive e non infettive». Shenton ha affermato che i diversi Paesi utilizzano standard diversi per determinare una diagnosi positiva di HIV. «Si potrebbe fare il test per l’HIV, per esempio in Sudafrica, e risultare positivi, e volare in Australia e risultare negativi», ha detto Shenton. All’inizio dell’epidemia di AIDS, molti scienziati ritenevano che fattori legati allo stile di vita, tra cui la dipendenza da droghe ricreative e l’uso di nitriti come i «poppers», fossero la causa dell’AIDS a causa dei danni che provocavano al sistema immunitario. Allo stesso tempo, i funzionari sanitari e i media hanno erroneamente attribuito la diffusione della malattia in Africa all’AIDS, quando in realtà era la mancanza di accesso all’acqua potabile a far ammalare le persone, ha detto Shenton. Queste narrazioni sono cambiate quando le agenzie sanitarie governative hanno iniziato a interessarsi alla ricerca sull’AIDS, ha affermato Shenton. «Quando il CDC [Centers for Disease Control and Prevention] è intervenuto e ha riunito tutti i suoi rappresentanti per esaminare questo gruppo di giovani uomini che erano molto, molto malati… l’intera teoria secondo cui l’AIDS era causato dallo stile di vita o dalla tossicità è scomparsa», ha detto Shenton.Iscriviti al canale Telegram ![]()
Fauci ha promosso trattamenti mortali per AIDS e COVID
Shenton ha affermato che i trattamenti medici dannosi sono stati al centro sia dell’epidemia di AIDS che di quella di COVID-19. Nel 1987, la Food and Drug Administration statunitense approvò l’AZT (azidotimidina) per le persone sieropositive. L’AZT si rivelò pericoloso per molti pazienti affetti da AIDS. Durante la pandemia di COVID-19, i vaccini e il remdesivir hanno danneggiato le persone. E in entrambi i casi – l’epidemia di AIDS e la pandemia di COVID-19 – Fauci ha svolto un ruolo chiave. «Eravamo profondamente, profondamente critici nei confronti di Fauci, per il modo in cui ha gestito gli studi multicentrici di fase due sull’AZT. Voglio dire, erano corrotti, e tutta la prima fase è stata finanziata dall’azienda farmaceutica [Burroughs Wellcome, ora GSK ], e avevano dei rappresentanti, e questo è noto attraverso i documenti sulla libertà di informazione, che sono andati lì e hanno portato a casa i risultati del gruppo trattato con il farmaco e del gruppo placebo, eliminando gli effetti collaterali nel gruppo trattato con il farmaco» ha detto la Shenton. Nel film Positively False, diversi scienziati e ricercatori hanno spiegato come l’AZT impedisca la sintesi del DNA, impedisca la replicazione delle cellule e contribuisca alla generazione di cellule cancerose. Tuttavia, secondo il documentario, i pazienti che mettevano in dubbio la sicurezza e l’efficacia dell’AZT venivano stigmatizzati e la loro sanità mentale veniva messa in discussione. Holland ha fatto riferimento al libro del 2021 del Segretario alla Salute degli Stati Uniti Robert F. Kennedy Jr., The Real Anthony Fauci : Bill Gates, Big Pharma, and the Global War on Democracy and Public Health che contiene una sezione sul lavoro di Fauci durante l’epidemia di AIDS. «Solleva tutti questi interrogativi il fatto che in realtà sembra la stessa truffa e gli stessi giocatori… non è cambiato molto», ha detto Holland.Aiuta Renovatio 21
Il «terrore della peste» esisteva molto prima dell’AIDS o del COVID
Secondo Shenton, le epidemie di AIDS e COVID-19 sono esempi di «terrore della peste», che è esistito nel corso della storia. All’inizio del XX secolo, negli Appalachi, fu diagnosticata un’epidemia di pellagra. La malattia, che causava una mortalità diffusa e si diceva fosse infettiva, si rivelò essere una carenza nutrizionale. «Negli Appalachi, la popolazione molto povera viveva con una dieta completamente priva di nutrienti», ha detto Sheton. «Si trattava di una varietà di mais, ma lo cucinavano eliminandone tutti i nutrienti e dipendevano solo da quello». La gente aveva così tanta paura di contrarre la pellagra che coloro che si pensava fossero infetti venivano ricoverati in istituti o «gettati fuori dalle navi», ha affermato. Un infettivologo di New York, il dottor Joseph Goldberger, stabilì che la pellagra non era contagiosa, ma era causata da malnutrizione e carenza di niacina (vitamina B), ha detto Shenton. Fu emarginato per le sue scoperte. «È stato ridotto allo stato laicale, privato dei fondi, ridicolizzato. È morto. E cinque anni dopo la sua morte, hanno detto che aveva assolutamente ragione: non era contagioso, era tossico», ha detto. Secondo Shenton, in Giappone dagli anni ’50 agli anni ’70 la mielo-ottico-neuropatia subacuta (SMON) era comune. «Centinaia di migliaia di giapponesi sono rimasti paralizzati dalla vita in giù e ciechi, e nessuno riusciva a capire il perché. E ovviamente pensavano: “Oh, è un virus”», ha detto. Un neurologo giapponese, il dottor Tadao Tsubaki, ha studiato i pazienti affetti da SMON e ha stabilito che la condizione non era infettiva, ma era causata da un farmaco antidiarroico ampiamente somministrato, il cliochinolo. «Ci sono voluti 30 anni e squadre di avvocati per respingere in tribunale l’idea che la causa della SMON fosse un virus», ha affermato Shenton. Michael Nevradakis Ph.D. © 7 ottobre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD. Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Epidemie
Le restrizioni COVID in Spagna dichiarate incostituzionali, annullate oltre 90.000 multe
Oltre 90.000 multe per violazioni delle norme anti-COVID sono state annullate dopo che la Corte costituzionale spagnola ha dichiarato incostituzionali le severe misure adottate nel 2020.
Secondo il quotidiano spagnuolo The Objective, al 3 settembre 2025 sono state revocate 92.278 sanzioni, in seguito alla sentenza che ha giudicato incostituzionali alcune disposizioni del decreto sullo stato di emergenza del 2020, in vigore durante il primo lockdown per il COVID-19.
Queste sanzioni rappresentano solo la prima tranche di multe destinate all’annullamento, con altre che probabilmente seguiranno. Durante il rigido lockdown del 2020, imposto con lo stato di allarme, sono state emesse oltre 1 milione di sanzioni a livello nazionale, con circa 1,3 milioni di persone multate per aver violato le restrizioni.
La Corte Costituzionale ha stabilito che alcune parti dell’articolo 7 del Regio Decreto 463/2020, relative al divieto generale di circolazione, comportavano una sospensione ingiustificata del diritto fondamentale alla libertà di movimento, andando oltre una semplice limitazione. Tale misura superava i limiti dello stato di allarme, secondo la Corte, che ha precisato che una restrizione così drastica sarebbe stata giustificabile solo con uno stato di emergenza più severo, soggetto a un iter parlamentare più rigoroso.
La sentenza si applica retroattivamente a tutte le multe emesse durante il lockdown del 2020, creando un notevole onere per l’amministrazione statale. The Objective riferisce che «l’applicazione è stata lenta e disuniforme a seconda delle regioni», suggerendo che i rimborsi potrebbero richiedere mesi o anni.
Il quotidiano sottolinea che i 92.278 casi annullati finora rappresentano «solo la punta dell’iceberg di una crisi normativa» derivante dalle severe politiche di lockdown imposte dal governo spagnolo nel 2020.
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Immagine di Javier Perez Montes via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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