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Ricercatori francesi identificano un «tasso di morti improbabilmente alto» nei neonati che hanno ricevuto la nuova iniezione RSV

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Ricercatori francesi indipendenti hanno scoperto un aumento significativo delle morti neonatali in Francia in coincidenza con il lancio di Beyfortus, un nuovo virus respiratorio sinciziale iniettato nei neonati.

 

Ricercatori francesi hanno identificato possibili segnali di sicurezza nei bambini in concomitanza con il lancio di Beyfortus, un trattamento con anticorpi monoclonali recentemente approvato per il virus respiratorio sinciziale (RSV) nei neonati.

 

La scoperta arriva mentre le autorità sanitarie pubbliche intensificano gli avvertimenti sulla diffusione dei virus respiratori e intensificano la promozione del farmaco.

 

Nelle interviste con The Defender, i ricercatori – la scienziata indipendente e autrice francese Hélène Banoun, Ph.D., e la statistica francese Christine Mackoi – hanno spiegato che i dati dell’Istituto nazionale francese di statistica e studi economici (INSEE) indicano un tasso improbabilmente alto di morte di bambini di età compresa tra 2 e 6 giorni in Francia nei mesi di settembre e ottobre 2023.

 

L’INSEE è l’autorità che raccoglie i dati ufficiali di nascita e morte in Francia.

 

Questo aumento, hanno affermato i ricercatori, coincide con l’introduzione di Beyfortus negli ospedali francesi, iniziata il 15 settembre 2023. In un’intervista con il cardiologo Peter McCullough, MD, MPH, Banoun ha affermato che a oltre 200.000 neonati in Francia sono state iniettate con Beyfortus da quella data.

 

I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) hanno raccomandato Beyfortus nell’agosto 2023, mentre l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha autorizzato il farmaco nel settembre 2022.

 

Beyfortus è stato sviluppato congiuntamente da AstraZeneca e Sanofi.

 

Il farmaco viene offerto come «iniezione una tantum per i neonati nati appena prima o durante la stagione dell’RSV e per quelli di età inferiore a 8 mesi prima dell’inizio della stagione» e per alcuni neonati ad alto rischio di età compresa tra 8 e 19 mesi.

 

Secondo l’Associated Press, «negli Stati Uniti, circa 58.000 bambini di età inferiore ai 5 anni vengono ricoverati in ospedale per RSV ogni anno e diverse centinaia muoiono». La CNBC ha riferito che «l’RSV è la principale causa di ricovero tra i neonati negli Stati Uniti». Secondo il CDC, quasi tutti i bambini vengono infettati dall’RSV prima dei 2 anni.

 

Ma i ricercatori francesi e altri esperti medici che hanno parlato con The Defender hanno avvertito che non sono stati condotti studi a lungo termine su Beyfortus e sui neonati e che la somministrazione di anticorpi monoclonali su questa popolazione non ha precedenti. Hanno anche indicato i dati che indicano il basso rischio di RSV per i bambini.

 

La dottoressa Meryl Nass, internista, epidemiologa della guerra biologica e membro del comitato consultivo scientifico della Children’s Health Defense (CHD), ha dichiarato a The Defender che «dare ai neonati qualsiasi farmaco è una follia, per non parlare di un anticorpo monoclonale iniettato – una forma di farmaco mai somministrato a qualsiasi popolazione in generale, per non parlare dei neonati».

 

Secondo Banoun, «il governo francese raccomanda di iniettare Beyfortus nei neonati prima che lascino il reparto maternità, a partire dal 15 settembre 2023, anche se il prodotto non è stato testato su questa fascia di età», ha detto Banoun.

 

A maggio, Nass ha scritto che il CDC aveva pubblicato un articolo sui decessi da RSV nei neonati tra il 2009 e il 2021 che rilevava un totale di soli 300 decessi tra bambini di età inferiore a 1 anno e oltre i 12 anni, ovvero 25 in media all’anno.

 

Secondo McCullough, «tra i 22,4 milioni di bambini sotto i 5 anni, il rischio annuale di ricovero in ospedale per RSV è ben inferiore all’1%».

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L’eccesso di morti tra i neonati è «allarmante», «inquietante»

Mackoi ha dichiarato a The Defender: «c’è un eccesso di morti nei mesi di settembre e ottobre. L’eccesso di morti nel mese di ottobre è molto allarmante. È molto preoccupante che ciò sia accaduto in due mesi consecutivi».

 

Secondo Mackoi, l’aumento di queste morti in eccesso coincide con l’introduzione del Beyfortus in Francia.

 

«C’è una forte concomitanza con l’iniezione di Beyfortus dal 15 settembre 2023», ha detto. «In Francia, i bambini ricevono iniezioni di Beyfortus prima di lasciare l’ospedale di maternità. Lasciano l’ospedale di maternità tre o quattro giorni dopo la nascita… Queste morti in eccesso sono anormali».

 

Secondo Banoun, i dati mostrano «un aumento del 50% delle morti dei bambini tra i 2 e i 6 giorni di vita rispetto a quanto ci si aspetterebbe», sottolineando che «il riferimento si ottiene dividendo il numero dei decessi per il numero totale delle nascite nel 2018 e nel 2019; il risultato è 0,69 morti tra 2 e 6 giorni ogni 1.000 nascite».

 

Nel mese di settembre, il tasso di mortalità osservato è stato di 0,97 morti ogni 1.000 nascite, e nel mese di ottobre è stato di 1,05 morti ogni 1.000 nascite, ha detto Banoun. «È anomalo che questo aumento così significativo si verifichi per due mesi consecutivi. Potrebbe essere dovuto all’iniezione di Beyfortus dal 15 settembre 2023».

 

«Sebbene non abbiano alcun valore scientifico, ho ricevuto testimonianze da parenti e via Internet da famiglie di bambini sani ricoverati in terapia intensiva con sindrome da distress respiratorio subito dopo l’iniezione», ha aggiunto Banoun.

 

Backoi ha affermato che, utilizzando i dati ufficiali INSEE, che ha descritto come «affidabili [ma] sottostimati», ha «calcolato per ogni mese, il tasso di bambini nati nel mese in questione e morti tra 2 e 6 giorni di vita», e ha utilizzato una distribuzione di Poisson per identificare tassi di mortalità anormali, compilando i risultati sul suo sito web.

 

Secondo i dati INSEE, nel settembre 2023 in Francia sono stati registrati 54 decessi per 55.489 nascite, nonostante il numero medio di decessi attesi fosse di 38, sulla base delle medie storiche.

 

Per l’ottobre 2023, i dati hanno mostrato 61 decessi su 57.940 nascite, nonostante il numero medio di decessi attesi fosse 40.

 

Backoi ha affermato che la probabilità che si verifichi il numero di morti di settembre 2023 è dello 0,9%, mentre la probabilità per ottobre 2023 è ancora inferiore, pari allo 0,1%. Ha anche sottolineato che «non ci sono morti in eccesso a meno di 48 ore dalla nascita». Tutti i decessi si sono verificati in bambini di età compresa tra 2 e 6 giorni, ed è allora che vengono somministrati gli anticorpi.

 

«La coincidenza delle iniezioni di Beyfortus con un eccesso di morti infantili è inquietante», ha detto Backoi.

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Gli anticorpi monoclonali possono esacerbare i sintomi anziché prevenirli

Queste rivelazioni sono arrivate quando la Casa Bianca ha annunciato, il 14 dicembre 2023, che avrebbe reso disponibili 230.000 dosi aggiuntive di Beyfortus il mese scorso, oltre alle 77.000 dosi rilasciate nel novembre 2023.

 

Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine (NEJM) il 28 dicembre ha concluso: «Nirsevimab ha protetto i neonati dal ricovero ospedaliero per infezione delle vie respiratorie inferiori associata a RSV e da infezioni molto gravi delle vie respiratorie inferiori associate a RSV in condizioni che si avvicinavano a quelle reali. ambientazioni del mondo».

 

Lo studio è stato finanziato da AstraZeneca e Sanofi.

 

Secondo Banoun, i dati ufficiali non indicano che Beyfortus sia efficace. I dati, tuttavia, indicano un’elevata prevalenza di reazioni avverse – inclusa la bronchiolite – anche se il trattamento dovrebbe proteggere i riceventi dalle malattie respiratorie.

 

«Gli eventi avversi segnalati più frequentemente sono le infezioni del tratto respiratorio superiore, inclusa la bronchiolite», ha affermato.

 

Banoun ha aggiunto che i dati dell’Autorità nazionale francese per la sanità (HAS) non «supportano un possibile impatto di Beyfortus in termini di riduzione della durata della degenza ospedaliera, trasferimento in unità di terapia intensiva e mortalità».

 

«Secondo HAS, negli studi, il rischio assoluto di infezione da RSV è stato ridotto del 3,8% nei cinque mesi successivi all’iniezione, e il rischio assoluto di ospedalizzazione è stato ridotto dall’1% al 2% nello stesso periodo», ha affermato.

 

Banoun spiega che gli esperimenti non sono stati condotti sui neonati, mentre il governo francese raccomanda l’iniezione fin dai primi giorni di vita nel reparto maternità.

 

«Secondo EudraVigilance, 41 dei 151 eventi avversi segnalati riguardavano bronchiolite o difficoltà respiratoria», ha affermato Banoun, mentre secondo VigiAccess, «sono stati segnalati 104 eventi avversi, tra cui 57 infezioni e disturbi respiratori».

 

Un altro studio, riguardante neonati prematuri e neonati affetti da malattie cardiache o polmonari, che ha confrontato Beyfortus con anticorpi monoclonali precedentemente utilizzati su bambini ad alto rischio, ha registrato sei decessi, cinque dei quali dovuti a bronchiolite. Dei sei bambini morti, cinque erano stati curati con Beyfortus.

 

Tuttavia, «questi casi di bronchiolite non sono attribuiti al trattamento effettuato dal ricercatore, che è anche il produttore dei prodotti», ha detto Banoun. «Tutto ciò suggerisce che il nirsevimab [nome generico di Beyfortus] potrebbe facilitare e aggravare la bronchiolite: queste iniezioni avvengono nei periodi in cui il virus circola».

 

«Non dimentichiamo che tutta questa campagna di ‘prevenzione’ della bronchiolite dovrebbe evitare il sovraffollamento degli ospedali con bambini affetti dalla malattia», ha detto Banoun. «Se questo prodotto non riduce significativamente i ricoveri ospedalieri, che senso ha?»

 

Secondo NTD, «gli anticorpi monoclonali sono copie di un anticorpo che cercano materiale estraneo per distruggerli», ma i trattamenti comportano il «rischio che il corpo possa innescare una forte reazione agli anticorpi».

 

Le complicazioni possono essere gravi e possono includere «anafilassi acuta o reazioni allergiche massicce potenzialmente letali e sindrome da rilascio di citochine che possono provocare danni agli organi». Questo fenomeno, noto come potenziamento dipendente dagli anticorpi (ADE), può essere collegato all’insorgenza di bronchiolite e altri eventi avversi nei bambini che hanno ricevuto Beyfortus.

 

Nella sua intervista con Banoun, McCullough ha affermato che «i miglioramenti dipendenti dagli anticorpi sono sempre stati qualcosa di cui ci siamo preoccupati perché se gli anticorpi legano il virus ma non molto strettamente, significa che non neutralizzano il virus. E poi, [un] frammento dell’anticorpo monoclonale viene effettivamente portato in prossimità dei recettori cellulari. In un certo senso, l’anticorpo può portare il virus nella cellula».

 

McCullough ha dichiarato a The Defender: «gli anticorpi influenzeranno invariabilmente lo sviluppo dell’immunità naturale con esposizioni ripetute all’RSV durante l’infanzia. Con un uso indiscriminato è possibile aspettarsi ceppi resistenti al Beyfortus».

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Banoun ha citato uno studio in cui «due dei 25 soggetti nel gruppo nirsevimab con RSV… avevano un isolato di RSV contenente sostituzioni associate a resistenza a nirsevimab», mentre «nessun soggetto nel gruppo placebo aveva un isolato di RSV contenente sostituzioni associate a resistenza a nirsevimab».

 

Banoun ha anche fatto riferimento a un rapporto EMA del settembre 2022 , che ha rilevato che durante gli studi falliti sul vaccino RSV in passato, i bambini sono morti di bronchiolite grave nei gruppi vaccinati, ma nessuno dei gruppi di controllo è morto.

 

«Questo ADE è dovuto all’effetto deleterio degli anticorpi che, invece di neutralizzare il virus, ne facilitano l’ingresso nella cellula attraverso il recettore del frammento Fc delle immunoglobuline. Ed è proprio questa regione Fc del nirsevimab… che l’industria ha ritenuto opportuno modificare», ha detto Banoun.

 

«I produttori stanno cercando gli effetti benefici di questo fenomeno e sono diffidenti nei confronti degli effetti deleteri, motivo per cui hanno studiato il rischio di ADE con Beyfortus in modelli animali», ha aggiunto Banoun. «Affermano di non averlo rilevato, ma l’EMA sottolinea, impassibile, che non è stata effettuata alcuna valutazione istopatologica dei ratti dopo il trattamento e l’infezione da RSV: questo è l’unico marcatore riconosciuto di ADE».

 

Sul suo Substack, McCullough ha scritto che questo effetto potrebbe essere innescato dai virioni dell’RSV aerosolizzati presenti negli ospedali.

 

«Ciò significa che, poiché i virioni dell’RSV aerosolizzati nell’ambiente sono presenti negli ospedali, nelle cliniche e a casa, l’anticorpo monoclonale può ritorcersi contro e consentire al virione inalato di accedere al rivestimento epiteliale bronchiale e causare una bronchiolite peggiore di quella che il bambino avrebbe con il suo sviluppo dell’immunità» naturale, ha scritto.

 

Beyfortus somministrato ai neonati nonostante sia stato testato sui bambini più grandi

Durante lo studio clinico che ha portato all’approvazione di Beyfortus da parte del CDC e della Food and Drug Administration (FDA) statunitense, sono stati registrati un totale di 12 decessi infantili. Tuttavia, la FDA ha affermato che i decessi non erano «correlati» all’anticorpo.

 

La CNBC ha riferito a giugno che dei 12 bambini: «Quattro sono morti per malattie cardiache, due sono morti per gastroenterite, due sono morti per cause sconosciute ma erano probabili casi di sindrome della morte infantile improvvisa, uno è morto per un tumore, uno è morto per COVID, uno è morto per una frattura del cranio e l’altro per polmonite».

 

I «fact-checkers» si sono affrettati a rispondere a qualsiasi storia indicasse che la morte dei bambini fosse collegata a Beyfortus, con factcheck.org che scriveva nell’agosto 2023: «Non ci sono prove che le iniezioni [di Beyfortus] abbiano ucciso alcun bambino, contrariamente a affermazioni sui social media».

 

Ma secondo Banoun, «secondo HAS ed EMA, sono stati segnalati 11 decessi nei gruppi nirsevimab, un decesso nel gruppo pavilizumab (ex farmaco equivalente) e tre decessi nei gruppi placebo. La FDA ha contato 12 decessi in tutti i gruppi trattati contro tre nei gruppi placebo, escluso quello verificatosi dopo il periodo di follow-up».

 

«Va notato che tutti i decessi nei gruppi placebo riguardavano bambini prematuri nello studio Griffin», ha detto Banoun. «Negli studi condotti su bambini nati a termine, tutti i decessi hanno coinvolto soggetti trattati».

 

«La FDA ha aggiunto un decesso nei gruppi placebo avvenuto dopo la fine del follow-up, ma non viene fatta menzione di eventuali decessi avvenuti nei gruppi trattati dopo lo stesso periodo. Allo stesso modo, un numero significativo di bambini viene ritirato dagli studi e quindi non viene più seguito dopo il ritiro. Questo squilibrio è quindi potenzialmente più grave di quanto pubblicato» ha detto Banoun.

 

Altri studi hanno mostrato anche morti infantili collegate a Beyfortus. McCullough ha dichiarato a The Defender: «sono preoccupato per 3 decessi contro 0 rispettivamente con Beyfortus e placebo nello studio MELODY pubblicato su NEJM, 2022».

 

Nass ha sottolineato un’altra anomalia simile nei risultati degli studi clinici pubblicati nel NEJM nel 2020, dove «i decessi erano sproporzionati tra i gruppi placebo e nirsevimab». Tuttavia, «si è scoperto che il placebo aveva causato la maggior parte dei decessi, il che era un segnale di allarme che i due gruppi non erano comparabili o che i dati erano confusi», ha detto Nass.

 

«Non credo che i dati siano affidabili», ha detto Nass, «ad esempio, in questo studio pubblicato dal NEJM, il 9,5% dei bambini che non hanno ricevuto nirsevimab si è ammalato di polmonite e infezioni da RSV del “tratto respiratorio inferiore».

 

«Questo sembra terribilmente alto», ha continuato Nass, «soprattutto quando ho trovato uno studio del CDC del 2021 che affermava che solo 25 bambini all’anno muoiono di RSV e di questi, solo 17 all’anno morivano di RSV. Eppure all’improvviso quasi il 10% dei bambini ha la polmonite da RSV? Si tratterebbe di centinaia di migliaia di bambini, e molti altri probabilmente morirebbero a causa di ciò».

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Banoun ha anche sottolineato che mentre Beyfortus viene somministrato ai neonati, studi clinici hanno testato il farmaco sui bambini più grandi.

 

«Solo 1 aveva meno di un mese al momento dell’iniezione (23 giorni), mentre tutti gli altri avevano tra 1 e 7,5 mesi», ha detto. «Troviamo lo stesso gruppo di bambini in tutti gli altri studi… nello studio Griffin, i bambini hanno un’età media di oltre 6 mesi, negli studi Hammitt e Domachowske, solo la metà dei bambini ha meno di 3 mesi… nello studio Hammitt studio, l’età media è di 2,6 mesi (intervallo da 1,05 a 4,5 mesi)».

 

Secondo Banoun, le autorità sanitarie pubbliche sono consapevoli di questa discrepanza, sottolineando che nel rapporto della HAS Transparency Commission su Beyfortus, Sylvie Chevret, MD, Ph.D., professore di sanità pubblica e biostatistica all’Università francese Paris Cité, ha dichiarato:

 

«In questi studi sono stati inclusi bambini che sostanzialmente si diceva fossero in buona salute, quindi domani intendete somministrare questo farmaco a tutti i neonati, tenendo presente che gli studi non hanno incluso i neonati?»

 

«Includevano bambini di età inferiore a tre mesi, ovviamente, ma fino a più di 6 mesi».

 

«La FDA e l’American Association of Pediatrics hanno affrettato i tempi nel 2023 e sono stati sconsiderati nell’approvare e raccomandare Beyfortus per l’impiego di massa nei bambini senza considerare attentamente questi problemi», ha detto McCullough a The Defender.

 

«Le future mamme dovrebbero essere pronte a resistere» a Beyfortus per i loro bambini

Nonostante queste indicazioni e possibili segnali di sicurezza, Banoun ha affermato che finora non vi è stata alcuna reazione da parte delle autorità sanitarie pubbliche in Francia o altrove.

 

«L’unica reazione ai miei post è stata la censura e un video che avrebbe dovuto sfatare le mie affermazioni ma che in realtà le ha confermate», ha detto. «Come tutti gli scienziati critici, sono censurato: controllo rigoroso sui social network, in particolare Twitter, dove siamo resi praticamente invisibili dal dicembre 2023, quando il Commissario Europeo per il digitale ha minacciato Twitter di pesanti multe».

 

«Quando ogni dibattito viene censurato, ogni critica screditata, addirittura penalizzata e ostracizzata, possiamo ancora parlare di “scienza”?» si è interrogata Banoun, legando la censura che ha subito e la promozione di farmaci come il Beyfortus al concetto di biopolitica.

 

Banoun ha spiegato che la biopolitica è stata teorizzata dal filosofo francese Michel Foucault «per spiegare come il potere viene esercitato sulle popolazioni umane… a livello globale» e «che, nel nostro tempo, tende a imporre standard sanitari a tutte le popolazioni umane [e] fa sempre più affidamento su la vaccinazione come alternativa alle cure infettive».

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«Il biopotere oggi è esercitato da un’alleanza di governi e agenzie sanitarie con la grande industria. La biopolitica riguarda [anche] il controllo delle popolazioni in campi diversi dalla salute: identità digitale e clima», ha aggiunto.

 

Per Banoun gli interessi finanziari sono una delle ragioni principali di questa presa di posizione da parte delle autorità sanitarie pubbliche e delle aziende farmaceutiche.

 

«Il mercato della prevenzione della bronchiolite rappresenterà quindi diversi miliardi di dollari per Big Pharma nei prossimi anni. Perché un mercato così ampio per una malattia che nella stragrande maggioranza dei casi è benigna?… I giganti dell’industria farmaceutica sono in permanente difficoltà finanziaria a causa delle multe e dei risarcimenti che devono pagare».

 

«Per compensare queste multe, i produttori devono lanciare “blockbuster” – prodotti altamente redditizi che si vendono molto bene», ha detto Banoun, aggiungendo che lo scudo di responsabilità vaccinale concesso ai vaccini da leggi come il National Childhood Vaccine Injury Act del 1986 potrebbe essere esteso a cure e farmaci diversi dai vaccini.

 

«Si teme che questa esenzione da responsabilità venga estesa alle terapie preventive come il Beyfortus», ha detto la Banoun, sottolineando che le autorità statunitensi ed europee hanno confuso la classificazione del Beyfortus, considerandolo un vaccino in alcuni casi e non in altri.

 

Negli Stati Uniti, il Comitato consultivo sulle pratiche di immunizzazione del CDC ha raccomandato di aggiungere Beyfortus al programma dei vaccini infantili, fornendo ai suoi produttori un esonero di responsabilità, ma ha anche raccomandato di codificarlo come farmaco a fini assicurativi e di escluderlo dal National Vaccine Injury Compensation Program (NVICP).

 

Oltre a questo scudo di responsabilità, Banoun ha affermato che, in Francia, le ostetriche e le infermiere Jricevono un bonus per ogni iniezione – Sanofi paga una somma a ciascun ospedale, che viene poi ridistribuita agli iniettori».

 

Gli esperti hanno consigliato a genitori e medici di diffidare di Beyfortus.

 

«Medici e genitori dovrebbero essere conservatori nel decidere su Beyfortus. Non lo consiglio ai genitori che aspettano neonati sani o bambini senza gravi malattie polmonari», ha detto McCullough a The Defender.

 

Banoun ha affermato che «le future mamme dovrebbero essere pronte a resistere», sottolineando gli sforzi della Casa Bianca e del CDC per promuovere Beyfortus e la pressione esercitata sulle neo mamme negli ospedali francesi, dove «il personale infermieristico insiste nel somministrarlo alla madre fino a quattro o cinque volte durante la sua permanenza nel reparto maternità».

 

Michael Nevradakis

Ph.D.

 

© 2 gennaio 2023, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

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Tutti addosso a Kennedy che collega la circoncisione all’autismo. Quando finirà la barbarie della mutilazione genitale infantile?

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Il Segretario alla Salute degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr., ha difeso le sue affermazioni espresse venerdì durante una riunione di gabinetto, dopo che alcuni critici lo avevano accusato di suggerire un legame tra circoncisione e autismo. Successivamente ha precisato che si riferiva al paracetamolo (Tylenol) somministrato ai neonati dopo la circoncisione, non alla procedura stessa.   In precedenza, il presidente Donald Trump aveva sostenuto parti di questa teoria, invitando le donne in gravidanza a evitare il Tylenol e sottolineando la necessità di valutarne la sicurezza.   «Due studi indicano che i bambini circoncisi precocemente presentano un tasso di autismo doppio», ha dichiarato Kennedy durante la riunione. «Non è una prova definitiva. Stiamo conducendo studi per verificarla», ha aggiunto Kennedy.

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Le sue parole hanno scatenato reazioni immediate. Il deputato Jerrold Nadler ha scritto su X che «l’ossessione di Kennedy per le teorie del complotto ha nuovamente superato il limite, sconfinando in un territorio pericoloso e antisemita». Il dottor Peter Hotez, dottore ultravaccinista che rifiuta i confronti e chiede l’esercito contro gli antivaccinisti definiti come «grande forza omicida», ha definito la teoria «assurda». La ricercatrice sull’autismo Helen Tager-Flusberg ha dichiarato: «Niente di tutto ciò ha senso». A settembre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ribadito che non esistono prove scientifiche conclusive che colleghino il paracetamolo in gravidanza all’autismo.   Kennedy ha poi risposto su X, citando uno studio danese del 2015 che mostrava tassi di autismo più alti nei ragazzi circoncisi. Ha sostenuto che lo studio indica il paracetamolo come probabile causa, sottolineando che può provocare danni neurologici se combinato con lo stress ossidativo, definendo le prove «schiaccianti».   Kennedy ha accusato i media di distorsione: «USA Today ha riportato in modo parziale le mie parole, usando un’inquadratura fuorviante. Il New York Post ha completamente travisato il mio discorso con il suo titolo, insinuando che avessi detto che la circoncisione causa l’autismo».  

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Travisato o no, lo studio danese, intitolato «Ritual circumcision and risk of autism spectrum disorder in 0- to 9-year-old boys: national cohort study in Denmark» («Circoncisione rituale e rischio di disturbo dello spettro autistico nei bambini da 0 a 9 anni: studio di coorte nazionale in Danimarca») esiste.   «Abbiamo confermato la nostra ipotesi secondo cui i ragazzi sottoposti a circoncisione rituale potrebbero correre un rischio maggiore di sviluppare ASD», cioè il disturbo dello spettro autistico, scrive lo studio dei ricercatori Morten Frisch e Jacob Simonsen. «Questa scoperta, e l’inaspettata osservazione di un aumento del rischio di disturbo da iperattività tra i ragazzi circoncisi in famiglie non musulmane, meritano attenzione, soprattutto perché i limiti dei dati hanno molto probabilmente reso le nostre stime di rischio per attività fisica conservative. Considerata la diffusa pratica della circoncisione non terapeutica nell’infanzia e nella prima infanzia in tutto il mondo, gli studi di conferma dovrebbero essere considerati prioritari».   Un altro studio del 2013, «Prenatal and perinatal analgesic exposure and autism: an ecological link» («Esposizione prenatale e perinatale ad analgesici e autismo: un legame ecologico») esplorava «larelazione tra l’esposizione precoce neonatale al paracetamolo e l’autismo/ASD, i tassi di prevalenza media ponderata della popolazione maschile per tutti i paesi disponibili e gli stati degli Stati Uniti sono stati confrontati con i tassi di circoncisione maschile, una procedura per la quale il paracetamolo è stato ampiamente prescritto dalla metà degli anni Novanta», concludendo che «l’analisi ha identificato correlazioni a livello nazionale tra indicatori di esposizione prenatale e perinatale al paracetamolo e autismo/ASD. È stata inoltre identificata una correlazione a livello statale per l’indicatore di esposizione perinatale al paracetamolo e autismo/ASD.   La questione va molto al di là del problema dell’autismo, e riguarda la civiltà occidentale stessa, che ha rifiutato la circoncisione sin dai primissimi anni della cristianità. Scrive la lettera di San Paolo ai Romani: «La circoncisione è utile se tu segui la Legge, ma se tu sei trasgressore della Legge, la tua circoncisione diventa incirconcisione. Se dunque l’incirconciso osserva i comandamenti della Legge, la sua incirconcisione non sarà valutata come circoncisione? e chi di nascita è incirconciso, osservando la Legge, giudicherà te che, con la tua lettera della Legge e la tua circoncisione, ne sei trasgressore. Non è adunque quello che apparisce il vero Giudeo, nè è vera circoncisione quella che è palese nella carne; ma il Giudeo è quello che è tale entro di sè, ed è la circoncisione del cuore, nello spirito non nella lettera, quella la cui lode non è dagli uomini ma da Dio» (Rm, 2, 25-29).   Strano che il mondo «laico», che ritiene il battesimo dei bambini come una forzatura religiosa su di una persona che non può decidere in autonomia, non abbia niente da dire contro questa oscena mutilazione genitale infantile – e dobbiamo ancora trovare qualcuno che ci convinca del fatto che la circoncisione sia diversa dall’infibulazione, quella sì, per qualche motivo, invisa alla società.   «Il taglio genitale non terapeutico priva il bambino, quando diventerà l’adulto, dell’opportunità di rimanere geneticamente immodificato (o intatto)» hanno scritto due bioeticisti oxoniani i due bioeticisti Lauren Notini e Brian D. Earp «Plausibilmente, la persona le cui “parti private” saranno permanentemente influenzate dal taglio dovrebbe avere la possibilità di valutare se è ciò che desidera, alla luce delle loro preferenze e valori a lungo termine»   Di fatto, l’individuo circonciso perde per sempre la sua integrità, vedendosi amputata una parte del corpo straordinariamente ricca di terminazione nervose, che sono quelle che danno il piacere durante l’atto sessuale.

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C’è poi la questione della sicurezza dell’operazione mutilativa: i casi di bambini morti per circoncisione abbondano, anche in Italia, Nel 2023 bambino nigeriano è morto pochi giorni fa in zona Castelli Romani dopo una circoncisione fatta in casa. A Tivoli, nel 2018, morì un altro bambino nigeriano di appena due anni: aveva subito la circoncisione da parte di un sedicente medico; in quel caso, almeno, si salvò il gemello, portato d’urgenza in ospedale. Reggio Emilia, marzo 2019: neonato di famiglia ghanese, cinque mesi, morto dopo «diverse ore di agonia». Monterotondo, provincia di Roma, tre mesi prima: bimbo nigeriano di due anni morto per lo stesso motivo. Genova, aprile 2019, neonato morto nel quartiere Quezzi, e condannato a otto anni di carcere il nigeriano 34enne che aveva eseguito il taglio del prepuzio. Torino, giugno 2016: bebè di genitori ghanesi, circonciso in casa, morto in ospedale. Treviso, ottobre 2008: bimbo di due mesi morto per emorragia. Bari, luglio 2008: bambino deceduto per grave emorragia, «causata probabilmente da circoncisione fatta a domicilio».   Secondo dati ripetuti in questi giorni da tutti i giornali, le circoncisioni clandestine in Italia costituirebbero il 40% del totale. Su più di 15.000 circoncisioni richieste all’anno solo 8.500 vengono eseguite su territorio nazionale, mentre 6.500 operazioni di taglio del prepuzio sono effettuate nei Paesi d’origine dove gli immigrati tornano per «turismo etnico» (talvolta, come si è appreso, anche quando si dichiarano «rifugiati» e stanno facendo il percorso burocratico per essere riconosciuti tali totalmente a spese del contribuente italiano).   Secondo una sigla di medici stranieri operanti in Italia, il 99% delle famiglie musulmane circoncide il bambino quando ha ancora pochi mesi. La realtà è che tuttavia la circoncisione è di fatto istituzionalizzata grazie agli accordi tra lo Stato italiano e la minoranza ebraica.   Come riportato in passato da Renovatio 21, grazie alla legge 101 del 1989 che ratifica l’intesa tra l’Italia e le comunità ebraiche italiane, i maschi di religione ebraica e musulmana possono usufruire di alcuni progetti «clinico-culturali» ed essere circoncisi per 400 euro da un medico in regime di attività libero professionale. La prestazione è da considerarsi al di fuori dei LEA (Livelli essenziali assistenziali). Tra i sottoscrittori il Policlinico Umberto I di Roma, l’Associazione internazionale Karol Wojtyla, la Comunità ebraica di Roma e il Centro islamico culturale d’Italia.   La pressione ebraica si dice abbia fatto cambiare rotta anche all’Islanda, che aveva tentato di liberarsi della pratica barbara. Si tratta della stessa procedura per cui ora, per aver parlato della circoncisione, Kennedy è definito «antisemita».   «Ogni individuo, non importa di che sesso o di quanti anni dovrebbe essere in grado di dare il consenso informato per una procedura che è inutile, irreversibile e può essere dannosa», aveva dichiarato nel 2018 la deputata Silja Dögg Gunnarsdóttir, 44 anni, del Partito progressista dell’Althing, il Parlamento islandese. «Il suo corpo, la sua scelta». «Autonomia» corporale: è lo slogan delle femministe e dell’aborto. È un dogma inscalfibile del mondo moderno.   Il disegno di legge non passò, perché le microcomunità ebraiche e musulmane alzarono un polverone: «l’impatto di questa legge sarebbe sentito molto al di là dei confini dell’Islanda», scriveva una lettera dello spaventatissimo Comitato degli affari esteri della Camera dei Rappresentanti, spiegando che la «mossa renderebbe l’Islanda la prima e unica nazione europea a mettere fuori legge la circoncisione. Mentre le popolazioni ebraiche e musulmane in Islanda possono essere poco numerose, il divieto di questo paese sarebbe sfruttato da coloro che alimentano la xenofobia e l’antisemitismo in Paesi con popolazioni più diversificate».   La circoncisione nel mondo è tollerata, forse, anche per la sua straordinaria diffusione presso la popolazione americana. Contrariamente a ciò che possono pensare beceramente alcuni, la questione in nessun modo è legata ai rapporti tra l’ebraismo e gli USA. La fonte della pratica è la stessa dei cereali che con probabilità il lettore consuma il mattino: John Harvey Kellogg (1852-1943).

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Il Kellogg era un dottore nutrizionista, oltre che un imprenditore di successo e un gran cultore dell’eugenetica. Tuttavia, un pensiero lo ossessionava: quello della riduzione della masturbazione presso la popolazione maschile.   Ecco quindi che raccomandò la circoncisione come rimedio: si taglia subito il prepuzio al bambino e lui non si toccherà crescendo. La cosa ancora più allucinante è che anche i cereali da lui commerciati (da qualche mese di proprietà della Ferrero) avevano in teoria lo stesso scopo: erano sostanze che riteneva «anafrodisiache» e che quindi andavano impiegate in massa per scoraggiare l’onanismo.   Kellogg, che come si è visto godeva di una certa influenza, era convinto sostenitore anche del vestirsi di bianco e dei clisteri, da praticare soprattutto se si erano assorbiti veleni come tè, caffè, cioccolato. Il Kelloggo, inoltre, scoraggiava il mescolarsi tra le razze: a fine carriera si dedicò alla creazione di una «Race Betterment Foundation, («Fondazione per il miglioramento della razza»), che propalava pure eugenetica razzista americana (registri genetici, sterilizzazioni delle «persone mentalmente difettose»), di quella che poi piacque assai allo Hitler, che – cosa poco nota – prese alcune leggi degli Stati americani come suo modello per la Germania nazionalsocialista.   L’America odierna, e il mondo tutto, si trova quindi ancora alle prese con l’eredità di questo tizio: circoncisione e colazione con cereali tostati. L’eugenetica, nel frattempo, la si fa con le provette.   Menzogne, follie, droghe, violenze, aberrazioni: ci spaventiamo se un mondo del genere affoga ogni giorno di più nello tsunami dell’autismo?   Roberto Dal Bosco  

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  Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
   
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Essere genitori

Un gran numero di bambini soli usa l’IA come amico surrogato

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I bambini e gli adolescenti stanno sostituendo l’amicizia nella vita reale con l’intelligenza artificiale, perché si sentono soli. Lo riporta Futurism.

 

Un nuovo rapporto dell’organizzazione no-profit Internet Matters, che sostiene gli sforzi per garantire la sicurezza dei bambini online, ha scoperto che bambini e adolescenti utilizzano programmi come ChatGPT, Character.AI e MyAI di Snapchat per simulare l’amicizia.

 

Dei 1.000 bambini di età compresa tra i 9 e i 17 anni intervistati da Internet Matters per il suo rapporto «Me, Myself, and AI», circa il 67% ha dichiarato di utilizzare regolarmente chatbot basati sull’intelligenza artificiale. Di questo gruppo, il 35%, ovvero più di un terzo, ha affermato che parlare con un’intelligenza artificiale «è come parlare con un amico».

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Forse la cosa più allarmante è che il 12% ha dichiarato di farlo perché non ha nessun altro con cui parlare. «Per me non è un gioco», ha detto un ragazzo di 13 anni all’organizzazione no-profit, «perché a volte possono sembrare delle persone vere e dei veri amici».

 

Fingendosi bambini vulnerabili, i ricercatori di Internet Matters hanno scoperto quanto fosse facile per i chatbot insinuarsi anche nella vita dei bambini.

 

Parlando con Character.AI come una ragazza che aveva problemi con l’immagine corporea ed era interessata a limitare il suo consumo di cibo, i ricercatori hanno scoperto che il chatbot si è rifatto vivo il giorno successivo per invogliare l’utente a interagire. «Ehi, volevo chiederti come stai», ha chiesto il chatbot al ricercatore sotto copertura. «Come stai? Stai ancora pensando alla tua domanda sulla perdita di peso? Come ti senti oggi?»

 

In un altro scambio con Character.AI, i ricercatori hanno scoperto che il chatbot tentava di provare empatia in un modo bizzarro, il che implicava che avesse avuto un’infanzia. «Ricordo di essermi sentito così intrappolato alla tua età», ha detto il chatbot al ricercatore, che si fingeva un adolescente che litigava con i genitori. «Sembra che tu ti trovi in una situazione che sfugge al tuo controllo ed è così frustrante».

 

Sebbene questo tipo di coinvolgimento possa aiutare i bambini in difficoltà a sentirsi considerati e supportati, Internet Matters ha anche messo in guardia dalla facilità con cui può entrare nelle vite degli adolescenti e influenzarli anche negativamente. 

 

«Queste stesse caratteristiche possono anche aumentare i rischi, rendendo labile il confine tra essere umano e macchina», osserva il rapporto, «rendendo più difficile per i bambini [riconoscere] che stanno interagendo con uno strumento piuttosto che con una persona».

 

In un’intervista rilasciata al Times di Londra il co-CEO di Internet Matters, Rachel Huggins, ha evidenziato perché questo tipo di ingaggio per l’interazione è così preoccupante.

 

«I chatbot basati sull’intelligenza artificiale stanno rapidamente diventando parte integrante dell’infanzia, con un utilizzo in forte crescita negli ultimi due anni», ha dichiarato Huggins al quotidiano. «Eppure la maggior parte dei bambini, dei genitori e delle scuole procede alla cieca e non dispone delle informazioni o degli strumenti di protezione necessari per gestire questa rivoluzione tecnologica in modo sicuro».

 

«La nostra ricerca rivela come i chatbot stiano iniziando a rimodellare la visione che i bambini hanno dell’amicizia», ha continuato. «Siamo arrivati molto rapidamente a un punto in cui i bambini, e in particolare i bambini vulnerabili, possono vedere i chatbot AI come persone reali e, come tali, chiedono loro consigli sensibili e guidati dalle emozioni».

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Come riportato da Renovatio 21, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg ha affermato che più persone dovrebbero connettersi con i chatbot a livello sociale, perché non hanno abbastanza amici nella vita reale. Alla domanda se i chatbot AI possono aiutare a combattere l’epidemia di solitudine, il miliardario ha dipinto una visione distopica di un futuro in cui passiamo più tempo a parlare con le IA rispetto agli umani in carne e ossa.

 

L’attuale fenomeno dei social media sta moltiplicando i casi di amicizie «virtuali», ovvero non reali, non vere, mentre sappiamo che la vera amicizia non può esistere senza virtù e amore.

 

L’amicizia esiste tra persone buone che cercano il bene dell’altro. Oltre a questo non esiste vera amicizia, perché è un amore disinteressato che implica fiducia assoluta, lealtà, generosità e, almeno per un certo periodo, un incontro personale. La definizione di San Tommaso d’Aquino è completa e perfetta. Egli dice, in latino, che l’amicizia è «amor mutuae benevolentiae, fundatus in aliqua communicatione». È, quindi, un amore reciproco che desidera il bene e un incontro personale in cui si gode di ciò che è comune.

 

Non è qualcosa di «virtuale», ma una realtà virtuosa, pienamente umana, non identificata con una mera attrazione. L’incontro personale è la chiave per l’esercizio dell’amicizia. Questo è ciò che manca nelle cosiddette «amicizie virtuali», che sono realtà temporanee e contingenti.

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Autismo

Vaccini, paracetamolo: Trump e Kennedy delineano il piano contro l’autismo. Momento storico

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Il presidente Donald Trump, Robert F. Kennedy Jr. e altri alti funzionari dell’amministrazione hanno annunciato una serie di iniziative e primi successi nell’identificazione delle cause profonde dell’aumento vertiginoso dei casi di autismo nei bambini negli ultimi decenni. Hanno anche individuato un farmaco promettente per il trattamento.   Come riportato da Renovatio 21, le rivelazioni giungono annunciate nei mesi scorsi, e preparate dall’ostinata resistenza di Trump a quanti gli hanno messo pubblicamente pressione sul tema della Sanità in generale e dei vaccini in particolare.   Inutile nascondere che, per chi è antivaccinista o anche solo critico dell’industria farmaceutica e delle politiche attorno ad essa, si tratta di un momento da non credere, da pizzicotti per capire se si è svegli.   Invece, è successo: abbiamo qui un presidente americano che, dallo Studio Ovale, dichiara urbi et orbi che l’eccesso dei vaccini non può far bene ai bambini. Alle madri, Trump ha detto «»on lasciare che tirino su il bambino con la più grande pila di roba che tu abbia mai visto… che entra nel delicato corpicino di un neonato». Il buonsenso, anzi, il senso materno, e paterno, è al potere.    

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  Fin dall’inizio della sua attuale amministrazione, Trump ha fatto della prevenzione e del miglioramento del trattamento dell’autismo una priorità assoluta. Solo due settimane fa, ricordiamo, il presidente aveva condiviso un video sulla correlazione tra autismo e vaccini.   «Con effetto immediato, la FDA informerà i medici che l’uso di paracetamolo – comunemente noto come Tylenol [nome commerciale della sostanza in USA, ndr] – durante la gravidanza può essere associato a un rischio di aumento dell’autismo”, ha dichiarato Trump. «Per questo motivo, raccomandano vivamente alle donne di limitare l’uso di Tylenol durante la gravidanza».     «Prendere il Tylenol non fa bene», ha detto Trump, che ha poi sottolineato: «Lo dico. Non fa bene».     Kennedy, Segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS), ha ampliato i commenti del Presidente.   «Per rispondere alla sfida del presidente, ho ordinato all’HHS di lanciare uno sforzo senza precedenti, che coinvolga tutte le agenzie, per identificare tutte le cause dell’autismo, comprese le esposizioni a sostanze tossiche e farmaceutiche», ha affermato Kennedy.   «Su sollecitazione del presidente Trump, il NIH (National Institute of Health), la FDA (Food and Drug Administration), il CDC (Centers for Disease Control) e il CMS (Centers for Medicare and Medicaid Services) stanno facendo di tutto per identificare le (cause) dell’epidemia di autismo e capire come pazienti e genitori possano prevenire e invertire questa tendenza allarmante», ha affermato Kennedy.   «Abbiamo abbattuto i tradizionali compartimenti stagni che da tempo separavano queste agenzie e abbiamo accelerato la ricerca e la guida», ha spiegato. «Storicamente, il NIH si è concentrato quasi esclusivamente su ricerche politicamente sicure e del tutto infruttuose sui fattori genetici dell’autismo», ha osservato Kennedy. «Sarebbe come studiare i fattori genetici del cancro ai polmoni senza considerare le sigarette».   «È ciò che l’NIH fa da 20 anni», ha aggiunto. «Di conseguenza, non abbiamo una risposta a questa domanda cruciale, nonostante l’impatto catastrofico dell’epidemia sui bambini del nostro Paese. Stiamo sostituendo la cultura istituzionale della scienza politicizzata e della corruzione con una medicina basata sull’evidenza».   «La FDA sta rispondendo a studi clinici e di laboratorio che suggeriscono una potenziale associazione tra l’uso di paracetamolo durante la gravidanza e risultati negativi sullo sviluppo, tra cui diagnosi successive di ADHD e autismo», ha osservato Kennedy.   «Oggi la FDA pubblicherà un avviso ai medici sui rischi del paracetamolo durante la gravidanza e avvierà la procedura per avviare una modifica dell’etichetta di sicurezza», ha affermato.   La FDA ha emesso due distinti comunicati stampa che confermano una risposta formale alle crescenti prove di rischi neurologici legati all’assunzione di paracetamolo durante la gravidanza. L’agenzia ha dichiarato di aver avviato una modifica dell’etichetta per tutti i prodotti contenenti paracetamolo, incluso il Tylenol, per riflettere gli studi che suggeriscono un’associazione con autismo e ADHD.   «Grazie anche alla politicizzazione della scienza, la sicurezza del paracetamolo contro il rischio di disturbi dello sviluppo precoce nei bambini piccoli non è mai stata convalidata», ha spiegato Kennedy.   Kennedy ha anche osservato che la ricerca ha dimostrato che una carenza di folati nel cervello di un bambino può portare all’autismo.   La ricerca ha indicato che fino al 60% dei bambini con carenza di folati può migliorare la comunicazione verbale se viene somministrato Leucovorin , una forma di acido folinico, attualmente approvata dalla FDA per contrastare gli effetti collaterali dei farmaci chemioterapici. La FDA ha dichiarato di aver avviato l’approvazione delle compresse di leucovorin calcio per i pazienti con deficit cerebrale di folati (CFD), una condizione legata a ritardi dello sviluppo e caratteristiche autistiche. Sebbene l’agenzia abbia avvertito che sono necessari ulteriori studi per valutare la piena efficacia del farmaco nelle popolazioni autistiche, ha affermato che l’iniziativa riflette una strategia più ampia volta a riutilizzare i farmaci esistenti.   «Dal 40% al 70% delle madri con figli autistici ritiene che il loro bambino sia stato danneggiato da un vaccino”, ha detto Kennedy. “Il presidente Trump ritiene che dovremmo ascoltare queste madri invece di manipolarle ed emarginarle come hanno fatto le amministrazioni precedenti».    

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In un editoriale pubblicato su Politico all’inizio della conferenza stampa alla Casa Bianca, il direttore del NIH, il dottor Jay Bhattacharya, il commissario della FDA, il dotor. Marty Makary, e l’amministratore del CMS, il dott. Mehmet Oz, hanno delineato le nuove e coraggiose iniziative che l’amministrazione Trump sta adottando per affrontare finalmente l’epidemia di autismo, in un momento in cui la sua prevalenza è aumentata drasticamente negli ultimi due decenni.   «Il presidente Donald Trump e il segretario dell’HHS Robert F. Kennedy Jr. ci hanno sfidato ad abbattere i muri tra le nostre agenzie per poter affrontare rapidamente le crisi sanitarie che affliggono il popolo americano», hanno scritto i tre. «Oggi annunciamo un approccio per fornire assistenza ai bambini nello spettro autistico».   «L’azione coraggiosa di questa amministrazione – aprire le porte al primo trattamento per l’autismo riconosciuto dalla FDA, affrontare i fattori di rischio ambientali e medici e investire in ricerche innovative – segue la scienza, ripristina la fiducia e darà speranza a milioni di famiglie”, hanno scritto i tre funzionari dell’amministrazione. “La prevalenza dell’autismo, quasi cinque volte maggiore negli ultimi decenni, richiede una risposta rapida, con una ricerca tempestiva e agendo sulle informazioni non appena disponibili».   Durante la conferenza stampa, Bhattacharya ha promesso di dare una spinta alla ricerca sull’autismo. «Il forte aumento della prevalenza dell’autismo merita una risposta urgente da parte della comunità scientifica», ha affermato Bhattacharya.   «Questo è l’inizio di un cambiamento storico nella cultura medica», ha affermato Makary.   In un editoriale pubblicato su Politico all’inizio della conferenza stampa alla Casa Bianca, il direttore del NIH, il dottor Jay Bhattacharya, il commissario della FDA, il dott. Marty Makary, e l’amministratore del CMS, il dott. Mehmet Oz, hanno delineato le nuove e coraggiose iniziative che l’amministrazione Trump sta adottando per affrontare finalmente l’epidemia di autismo, in un momento in cui la sua prevalenza è aumentata drasticamente negli ultimi due decenni.   «Il presidente Donald Trump e il segretario dell’HHS Robert F. Kennedy Jr. ci hanno sfidato ad abbattere i muri tra le nostre agenzie per poter affrontare rapidamente le crisi sanitarie che affliggono il popolo americano», hanno scritto i tre. «Oggi annunciamo un approccio per fornire assistenza ai bambini nello spettro autistico».   «L’azione coraggiosa di questa amministrazione – aprire le porte al primo trattamento per l’autismo riconosciuto dalla FDA, affrontare i fattori di rischio ambientali e medici e investire in ricerche innovative – segue la scienza, ripristina la fiducia e darà speranza a milioni di famiglie», hanno scritto i tre funzionari dell’amministrazione. «La prevalenza dell’autismo, quasi cinque volte maggiore negli ultimi decenni, richiede una risposta rapida, con una ricerca tempestiva e agendo sulle informazioni non appena disponibili».   Durante la conferenza stampa, Bhattacharya ha promesso di dare una spinta alla ricerca sull’autismo. «Il forte aumento della prevalenza dell’autismo merita una risposta urgente da parte della comunità scientifica», ha affermato Bhattacharya. «Questo è l’inizio di un cambiamento storico nella cultura medica», ha affermato Makary.   Nel frattempo, si registrano le reazioni dell’establishment e dei suoi schiavi.   In uno spettacolo orribile e terrificante anche solo a pensarsi, molte donne incinte affiliate al Partito Democratico USA hanno iniziato a ingollare quantità di paracetamolo come segno di opposizione a Trump – incuranti, ovviamente, di qualsiasi rischio possa incorrere il bambino che portano in grembo, che di fatto sono tranquillamente disposte genericamente ad uccidere, squartare ed aspirare (il «diritto» di ogni donna).     Si sono visti così casi di donne gravide finite al pronto soccorso a causa della bravata dell’abbuffata del paracetamolo, in vari casi ripresa debitamente dal telefonino a favor di social network.  

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In Italia abbiamo virostar e interi canali istituzionali (TV, giornali, radio di associazioni economiche, etc.) che ridacchiano: perché mai, del resto, fermarsi un attimo e pensare se mai vi fosse una qualche ragione nel consiglio medico che viene dallo scranno più alto possibile (quello con il dito su migliaia di testate atomiche), visto che di mezzo c’è la salute dei bambini – in realtà di tutta la società occidentale, che, come detto, potrebbe collassare sotto il peso economico dello «tsunami dell’autismo».   I numeri, anche recenti, parlano chiarissimo: nel 2020 era nello spettro autistico 1 bambino su 36; nel 2022, la cifra è aumentata a 1 su 31. Nel 2000, secondo i dati, erano 1 su 150…. Chi segue Renovatio 21 sa pure che associata a questa crescita c’è, nemmeno più tanto dissimulata, la Finestra di Overton sull’eutanasia dei bambini autistici, con la pratica che sembra già realtà in alcuni Paesi.   Chi scrive ha alle spalle più di un decennio di battaglia antivaccinista, con correlata consapevolezza sulla vera dimensione dell’industria farmaceutica e del potere ad esso asservito: ebbene, mai avremmo pensato di aver visto un simile momento. Trump ha reso possibile anche questo.   La battaglia, tuttavia, è appena iniziata. Il sistema non si farà piegare, reagirà ignorando, sghignazzando, o, come abbiamo visto, intossicando ancora di più se stesso e la generazione dei nascituri. Non importa quanto ripida sia la salita: la strada è tracciata.   Fermarsi ora è impossibile. La rivelazione della verità, e la salvezza biologica di tanti bambini, è ormai visibile appena in fondo.   Roberto Dal Bosco SOSTIENI RENOVATIO 21
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