Terrorismo
Quali sono i gruppi terroristici che ora controllano la Siria?
Dopo oltre 50 anni al potere, il regime di Assad è caduto e l’ex presidente siriano Bashar al-Assad è fuggito a Mosca. La domanda che si pongono tutti è quindi chi comanda davvero ora in Siria. Sappiamo che i gruppi previamente definiti «terroristi» sono al potere, tuttavia non si tratta di un blocco monolitico, ma di diverse formazioni con gradazioni diverse di jihadismo, talvolta pure dissimulate.
Secondo il giornale statunitense Epoch Times, ci sarebbero almeno cinque gruppi diversi che controllano diverse parti della Siria.
Hayat Tahrir al-Sham
Il principale gruppo terroristico, che ha preso il controllo di Aleppo, Hama e Homs in un’offensiva lampo iniziata il 27 novembre e culminata con il crollo del regime di Assad il 7 dicembre, è Hayat Tahrir al-Sham (HTS), che in arabo significa Organizzazione per la liberazione del Levante. HTS è nata come come Fronte al-Nusra, un’entità affiliata direttamente di al-Qaeda, il gruppo terroristico islamista fondato dal defunto Osama bin Laden.
HTS è stato designato come organizzazione terroristica straniera dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti nel 2018. Il suo leader, Ahmed al-Sharaa, che usa il nome di battaglia Abu Mohammed al-Jolani (o Golani), è oggetto di una taglia di 10 milioni di dollari da parte degli Stati Uniti.
Nella sua prima intervista televisiva nel 2014, al-Jolani dichiarò alla rete televisiva qatariota Al Jazeera che il suo obiettivo era quello di vedere la Siria governata dalla legge islamica e che non c’era spazio per le minoranze alawite, sciite, druse o cristiane.
Il gruppo ha commesso violazioni dei diritti umani «tra cui tortura, sparizioni forzate, stupri e altre violenze sessuali e omicidi in detenzione», che le Nazioni Unite hanno documentato fino al 2020, secondo la Commissione USA per la libertà religiosa internazionale.
«Dopo aver preso il controllo delle prigioni governative e averne create altre, HTS ha fatto ricorso alla detenzione per motivi settari e ai relativi rapimenti e richieste di riscatto contro membri di gruppi minoritari», ha affermato la Commissione.
Ora si dice che negli ultimi dieci anni al-Jolani avrebbe cambiato radicalmente idea. Nel 2021 ha dichiarato a un giornalista statunitense della rete PBS che HTS non rappresenta una minaccia per l’Occidente.
«Sì, abbiamo criticato le politiche occidentali», aveva detto al-Jolani, indossando una giacca e i capelli tirati indietro. «Ma scatenare una guerra contro gli Stati Uniti o l’Europa dalla Siria… non è vero (…) Non abbiamo detto che volevamo combattere».
Can the Emperor change his clothes?
Abu Muhammad al-Julani takes off his uniform and changes into a suit…
Ahmed al-Shara, leader of the rebel organization Hayat Tahrir al-Sham, known by the nom de guerre Abu Muhammad al-Julani, wears tailored clothes and addresses the people… pic.twitter.com/89Qd7D0k5J
— AbelDebabel (@AbelDebabel5785) December 13, 2024
Negli ultimi otto anni, HTS è rimasta sulla difensiva, asserragliata nella provincia di Idlib, nell’estremo Nord-Ovest della Siria.
Ma mentre la Russia si allontanava sempre di più dalla Siria a causa della guerra in Ucraina, HTS ha visto l’opportunità di mettere alla prova la determinazione delle truppe del regime di Assad.
Il 27 novembre ha lanciato un attacco a sorpresa su Aleppo e si accorse subito che le truppe di Assad si stavano ritirando, combattendo senza il supporto aereo russo e, hanno detto i media, mostrando meno brutalità rispetto a quella mostrata in precedenza. Al-Jolani vide l’opportunità di dirigersi verso sud, prendendo le città di Hama, Homs e poi Damasco.
Durante l’offensiva, al-Jolani e l’HTS hanno attentamente pianificato la propaganda sui social media per dipingere il gruppo come un’organizzazione nazionalista siriana. Prima della caduta di Damasco, al-Jolani aveva dichiarato alla CNN: «la Siria merita un sistema di governo istituzionale, non uno in cui un singolo sovrano prende decisioni arbitrarie. Non giudicare dalle parole, ma dai fatti».
La Commissione USA per la libertà religiosa internazionale ha affermato in una scheda informativa del 2022 che «nonostante la campagna concertata di pubbliche relazioni di HTS per riabilitare la sua immagine, la sua governance autoritaria e ideologicamente guidata, così come le sue relazioni in continua evoluzione con altri attori statali e non statali che competono per il controllo in alcune parti della Siria, mettono a rischio continuo la popolazione religiosamente diversificata della Siria nord-occidentale».
Esercito nazionale siriano
L’Esercito Nazionale Siriano (SNA), a differenza dell’Esercito arabo siriano di Assad (SAA), è stato formato da soldati che avevano disertato dall’esercito di Assad nel 2011.
L’SNA, originariamente noto come Free Syrian Army («Esercito Siriano Libero»), sostenuto dall’esercito turco, era stato inviato per respingere sia il gruppo terroristico ISIS sia le forze curde dal confine con la Turchia.
🇸🇾⚡ — Ibrahim al-Banawi, commander of Liwa Jund al-Haramain, defects to Joint Forces (SNA-backed).#Syria #SNA #Defection #LiwaJundalHaramain #IbrahimalBanawi pic.twitter.com/CfOoMQsJAh
— The Popsicle Protector (@PopsicleProtect) December 13, 2024
L’SNA controlla ora una vasta fascia di territorio nel nord della Siria, parallela al confine con la Turchia. Quando il 27 novembre l’HTS diede inizio all’offensiva contro il regime di Assad, anche l’SNA si unì a loro e prese parte ai combattimenti ad Aleppo.
Quando l’HTS si è diretto a sud verso Hama e Damasco, l’SNA si è diretto verso est, sottraendo territorio al regime di Assad ma scontrandosi poi con le forze guidate dai curdi nei pressi di Manbij.
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Forze democratiche siriane
La Siria, come i vicini Turchia e Iran, ospita una consistente minoranza curda e, quando è scoppiata la guerra civile siriana nel 2011, le Forze Democratiche Siriane (SDF) si si sono organizzate nelle Unità di protezione popolare (YPG), che presero il controllo di vaste zone della Siria nordorientale nel 2012, mentre il regime di Assad ritirava le truppe per combattere i nemici altrove.
La Turchia considerava l’YPG inscindibile dal Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), un gruppo terroristico che ha combattuto per uno stato curdo indipendente nel Sud-Est della Turchia.
US-backed SDF accused of killing a civilian in Meskene, east of Aleppo. SDF-linked HAT vehicles reportedly spotted in the area. #Syria #Aleppo #SDFpic.twitter.com/H8Sf2Ow1xJ
— Mebus (@turkselbakis) December 13, 2024
A ottobre, i terroristi del PKK hanno ucciso cinque persone durante un attacco a una fabbrica aerospaziale turca ad Ankara, in Turchia. Ma in Siria, lo YPG è stato uno dei pochi eserciti in grado di resistere all’ISIS e, dopo il 2014, ha ricevuto il sostegno degli Stati Uniti.
Successivamente, le YPG costituirono la spina dorsale delle Forze Democratiche Siriane (SDF), un’alleanza di milizie curde e arabe.
Le SDF ora controllano gran parte della Siria, a est del fiume Eufrate, compresa l’ex capitale dell’ISIS, Raqqa, nota collettivamente come Amministrazione autonoma della Siria settentrionale e orientale.
Il 6 dicembre, le SDF hanno catturato Deir el-Zor, un’altra importante città nella Siria orientale. L’8 e il 9 dicembre, le forze delle SDF si sono scontrate con il rivale SNA per il controllo della città di Manbij.
Secondo voci non confermate l’SNA avrebbe cacciato le SDF da Manbij.
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Sala operativa del Sud
Nelle ultime due settimane, un nuovo gruppo ribelle è comparso nell’estremo sud della Siria, prendendo il controllo della città di Daraa, luogo d’origine della rivolta contro il regime di Assad nell’aprile 2011.
Southern Operations Room of the Syrian opposition forces: “Our destination is Damascus and the meeting place is Umayyad Square.” pic.twitter.com/1sNybVLF2Z
— Çağatay Cebe (@Mucagcebe) December 7, 2024
È nota come Southern Operations Room (in inglese «Sala operativa del Sud») e comprende combattenti della minoranza drusa, che vive anche nel Libano meridionale e sulle alture del Golan in Israele.
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ISIS
Esistono ancora resti del gruppo jihadista estremista ISIS, a volte indicato come Daesh, nella Siria orientale, ma sembra essere ben lontano dalla minaccia che rappresentava tra il 2014 e il 2018.
Il 2 dicembre, il portavoce del Pentagono, il maggiore generale Pat Ryder, ha detto ai giornalisti che le forze statunitensi dispiegate in Siria erano «unicamente concentrate sulla sconfitta duratura dell’ISIS e (…) rimangono essenziali per garantire che l’ISIS non possa mai più risorgere in Siria».
Attualmente circa 900 soldati statunitensi sono dispiegati in Siria, dove controllano i giacimenti petroliferi situati nei pressi della riva orientale del fiume Eufrate.
L’ISIS ha acquisito importanza nel 2013 e ha rapidamente conquistato territori nella Siria orientale e nell’Iraq settentrionale, governandoli insieme come un autoproclamato califfato.
Daesh ha dimostrato una brutalità sorprendente, arrivando persino a decapitare ostaggi occidentali e soldati catturati, ma alla fine fu sconfitto militarmente da una coalizione di forze statunitensi, irachene, siriane e curde.
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Terrorismo
Jihadisti francesi attaccano le forze governative siriane
⚡️🇸🇾🇫🇷 | Les combattants de la Sécurité générale sont clairement visibles à proximité du camp des Français.
Les djihadistes français ont affirmé leur intention de se défendre, déclarant que le public sera témoin de “la trahison d’al-Jolani” envers ses propres combattants. Il… https://t.co/Va8CVwUEPz pic.twitter.com/TeMioj0Ar3 — Syria News (@SyriaNewsFr) October 21, 2025
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Terrorismo
Episodio di terrorismo a Belgrado
Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha descritto la sparatoria di mercoledì vicino all’Assemblea nazionale di Belgrado come un «terribile attacco terroristico». Un uomo di 70 anni avrebbe aperto il fuoco nella capitale serba e dato fuoco a una tenda.
L’autore, identificato come Vladan Andelkovic, è stato arrestato. Secondo i resoconti, ha ferito un uomo di 57 anni, Milan Bogdanovic, sparandogli e ha poi incendiato una tenda dei sostenitori del presidente Vucić davanti all’Assemblea nazionale. Kurir ha riportato che il sospettato ha anche gettato munizioni tra le fiamme.
La vittima, colpita alla coscia, non ha subito ferite gravi. I vigili del fuoco hanno domato l’incendio, mentre la polizia ha isolato l’area e avviato un’indagine.
🚨New footage of the fire in front of the Serbian Parliament building in Belgrade. pic.twitter.com/LVZLtPxn9Q
— Mario ZNA (@MarioBojic) October 22, 2025
💥 Shooting at the Serbian Parliament building in Belgrade!
A 70-year-old man opened fire, injuring a random passerby in the thigh. Afterwards, he set fire to a tent of supporters of President Aleksandar Vučić and threw a handful of bullets into the flames.
The injured… pic.twitter.com/FIilYQEMeb
— NEXTA (@nexta_tv) October 22, 2025
#BREAKING #Serbia A fire broke out in the tent camp near the Serbian Parliament in Belgrade.
One person has been hospitalized. Shortly before the fire, sounds resembling gunshots were heard, Serbian state media reports.
Video footage shows an individual being apprehended. pic.twitter.com/LQu6QzZzD3
— The National Independent (@NationalIndNews) October 22, 2025
🇷🇸 Serbian police have arrested the terrorist who carried out the shooting near the parliament building in Belgrade.
The attacker claimed he carried out the assault because he was “annoyed by the tents.” He reportedly expected to be killed by the police. pic.twitter.com/DBqJDAY8pn
— Visegrád 24 (@visegrad24) October 22, 2025
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In un discorso televisivo, Vucic ha condannato l’episodio come un «attacco terroristico contro persone e proprietà», dichiarando che il sospettato aveva acquistato benzina per appiccare intenzionalmente il fuoco alla tenda, con l’obiettivo di seminare paura. Vučić ha mostrato un video in cui Andelkovic afferma di aver agito con intenti suicidi: «L’occupazione del centro città mi infastidisce. Ho dato fuoco alla tenda con la benzina», si sente nella registrazione.
«Volevo che mi uccideste perché non posso più vivere», ha aggiunto l’uomo.
Tuttavia, Vucic ha suggerito che l’uomo potrebbe aver «finto di essere pazzo», sottolineando che il suo passato nelle forze di sicurezza indica una piena consapevolezza delle sue azioni. «Questa persona e i suoi eventuali complici saranno puniti severamente», ha promesso.
Il presidente ha poi invitato a evitare reazioni impulsive: «Ho visto la rabbia causata da questo episodio, alcuni oppositori dei bloccanti vogliono radunarsi, ma chiedo loro di non farlo. La vendetta non porta a nulla di buono. Non deve esserci vendetta, e metto in guardia tutti dal cercarla».
Immagine screenshot da Twitter
Terrorismo
Preparavano un altro attentato a Trump?
USSS spotted a suspicious stand near the AF1 zone in Palm Beach. The FBI is investigating. pic.twitter.com/nMCoVP9mKB
— FBI Director Kash Patel (@FBIDirectorKash) October 19, 2025
Tuttavia, il capo delle comunicazioni dell’USSS, Anthony Guglielmi, ha precisato che gli agenti hanno scoperto la postazione giovedì 16 ottobre durante i «preparativi di sicurezza avanzati» per l’arrivo di Trump a Palm Beach. «Non ci sono state ripercussioni sui movimenti e nessuna persona era presente o coinvolta nel luogo», ha dichiarato Guglielmi a Fox News. «Sebbene non possiamo fornire dettagli sugli oggetti specifici o sul loro scopo, questo incidente evidenzia l’importanza delle nostre misure di sicurezza a più livelli», ha aggiunto. SOSTIENI RENOVATIO 21The hunting stand had a direct line of sight to AF1. The FBI took down the stand, which has been taken to an FBI lab. pic.twitter.com/dpXINTTKpK
— X22 Report (@X22Report) October 20, 2025
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