Geopolitica
Putin mostra l’accordo di pace firmato con l’Ucraina del marzo 2022
Mosca e Kiev avevano concordato i termini generali della neutralità e delle garanzie di sicurezza dell’Ucraina durante i negoziati di pace nel marzo 2022, ma Kiev ha poi bruscamente scartato i documenti che la sua delegazione aveva già firmato, ha detto sabato il presidente russo Vladimir Putin.
Durante l’incontro con un gruppo di leader africani a San Pietroburgo, Putin ha mostrato per la prima volta le bozze dei documenti che sono stati discussi dagli emissari russi e ucraini in Turchia più di un anno fa.
Secondo Putin, la delegazione ucraina aveva firmato un documento intitolato «Trattato di neutralità permanente e garanzie di sicurezza per l’Ucraina».
La bozza stabilisce che l’Ucraina deve sancire la «neutralità permanente» nella sua Costituzione. Russia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Cina e Francia sono elencati come garanti.
Un addendum alla bozza, mostrato anche da Putin, delinea sia le proposte russe che quelle ucraine riguardanti le dimensioni dell’esercito permanente ucraino in tempo di pace, così come il suo equipaggiamento. Mosca aveva proposto di limitare il numero del personale militare a 85.000 e il numero dei membri della Guardia Nazionale a 15.000. Kiev, nel frattempo, aveva proposto che le sue forze armate abbiano fino a 250.000 soldati.
Mosca aveva suggerito che l’Ucraina dovrebbe avere 342 carri armati, 1.029 veicoli corazzati, 96 lanciarazzi multipli, 50 aerei da combattimento e 52 aerei «ausiliari». Kiev, nel frattempo, era favorevole ad avere 800 carri armati, 2.400 veicoli corazzati, 600 lanciarazzi multipli, 74 aerei da combattimento e 86 aerei «ausiliari».
Le parti si sono anche scambiate proposte sulla copertura dei mortai, delle armi anticarro e dei sistemi missilistici antiaerei dell’Ucraina, tra le altre attrezzature.
I negoziati si sono effettivamente interrotti nella primavera del 2022, poco dopo che i funzionari ucraini hanno accusato le truppe russe di aver ucciso civili in diverse piccole città intorno a Kiev, come Bucha. Le accuse sono state fatte subito dopo che i soldati russi si erano ritirati dalle aree al di fuori della capitale ucraina in quello che il Cremlino ha descritto all’epoca come «un gesto di buona volontà». Da allora Mosca ha ripetutamente negato di aver commesso atrocità in Ucraina.
Parlando sabato, Putin ha affermato che l’Ucraina è responsabile del sabotaggio dei negoziati. «Dopo che abbiamo ritirato le nostre truppe da Kiev – come avevamo promesso di fare – le autorità di Kiev… hanno gettato [i loro impegni] nella pattumiera della storia», ha detto. «Hanno abbandonato tutto».
«Dove sono le garanzie che non si ritireranno dagli accordi in futuro?» ha detto Putin. «Tuttavia, anche in tali circostanze, non ci siamo mai rifiutati di condurre negoziati».
Come riporta RT, Zelens’kyj, nel frattempo, ha ribadito la posizione di Kiev secondo cui i negoziati potranno iniziare solo dopo che Mosca avrà ceduto la Crimea, che ha votato per aderire alla Russia nel 2014, e altre quattro regioni che hanno fatto lo stesso in seguito ai referendum del settembre 2022.
Putin ha sostenuto sabato che l’acquisizione di territori da parte della Russia era «impeccabile in termini di diritto internazionale e Carta delle Nazioni Unite», aggiungendo che Mosca ha il diritto di intervenire per proteggere il popolo del Donbass, che si è opposto al colpo di stato del 2014 a Kiev.
L’Ucraina ha abbandonato tutte le discussioni su una possibile neutralità lo scorso anno e da allora ha chiesto formalmente di aderire alla NATO.
Molti possono ricordare la colonna di carrarmati russi lunga 65 chilometri che da Nord dirigeva su Kiev, un’immane forza militare che poi, misteriosamente, aveva fatto retromarcia. Ora, finalmente, sappiamo il motivo: dietro c’era un accordo, che è stato tradito dalla parte ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, ad inizio della primavera 2022 Boris Johnson fece una repentina visita a Kiev, che – secondo alcune rivelazioni di funzionari americani – fece saltare la pace già raggiunta.
Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0), immagine tagliata.
Geopolitica
Orban come John Snow
Il principale negoziatore russo Kirill Dmitriev ha paragonato il primo ministro ungherese Vittorio Orban al personaggio di Jon Snow della serie Il Trono di Spade, raffigurandolo come l’unico baluardo a difesa del diritto europeo mentre l’UE procede al congelamento a tempo indeterminato degli asset sovrani russi.
In un post su X pubblicato venerdì, Dmitriev ha lodato lo Orban per aver «difeso il sistema legale e finanziario dell’UE dai folli burocrati guerrafondai dell’Unione», sostenendo che il leader ungherese stia lottando per «ridurre la migrazione, accrescere la competitività e ripristinare buonsenso, valori e pace».
Dmitriev ha allegato una sequenza tratta dalla celeberrima «Battaglia dei Bastardi», una delle scene più memorabili della fortunata serie. Il frammento mostra Jon Snow, isolato sul campo di battaglia, che estrae la spada mentre la cavalleria della Casa Bolton gli si avventa contro. Nella saga, i Boltoni sono noti per la loro crudeltà e spietatezza, mentre Snow è dipinto come un condottiero riluttante che antepone il dovere all’ambizione personale, spesso a caro prezzo.
Hungary PM Orbán as Jon Snow from Game of Thrones in defending the EU’s legal&financial system from crazy EU bureaucratic warmongers—fighting them to reduce migration, increase competitiveness, and restore sanity, values and peace. 🕊️
Help is coming as Russian CB sues Euroclear pic.twitter.com/jHyav6mk0f
— Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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Venerdì, Orban – che in numerose occasioni ha criticato duramente le politiche conflittuali dell’UE nei confronti della Russia – ha accusato Bruxelles di «violentare il diritto europeo», riferendosi alla decisione che ha permesso all’Unione di bypassare il requisito dell’unanimità per prorogare le sanzioni sugli asset sovrani russi, valutati in circa 210 miliardi di euro. Mosca ha bollato il congelamento come «furto», minacciando azioni legali in caso di confisca da parte dell’UE.
In un altro post, Dmitriev ha attaccato il segretario generale della NATO Mark Rutte, paragonandolo al Re della Notte, il principale antagonista di Game of Thrones, che guida un esercito di non-morti ed è completamente privo di empatia.
Unmasked NATO’s Mark Rutte.
He does not have family or children. He wants war.
But peace will prevail. 🕊️ https://t.co/lDPBucIAkA pic.twitter.com/JjqVogOSWM
— Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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Il paragone è arrivato in risposta alle dichiarazioni di Rutte, che ha accusato la Russia di «riportare la guerra in Europa» e ha invitato i membri della NATO a prepararsi a un conflitto su scala paragonabile a quelli affrontati dalle generazioni passate. Il Dmitriev ha quindi affermato che Rutte «non ha famiglia né figli» e «desidera la guerra», aggiungendo però che «alla fine prevarrà la pace».
Dmitriev, figura chiave negli sforzi per risolvere il conflitto in Ucraina, ha fatto eco alle critiche del ministro degli Esteri ungherese Pietro Szijjarto, che aveva accusato Rutte di «alimentare le tensioni belliche».
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Immagine screenshot da YouTube
Geopolitica
Orban: i funzionari dell’UE «violano la legge»
Today, the Brusselians are crossing the Rubicon. At noon, a written vote will take place that will cause irreparable damage to the Union.
The subject of the vote is the frozen Russian assets, on which the EU member states have so far voted every 6 months and adopted a unanimous… — Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) December 12, 2025
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Geopolitica
Trump fa pressione su Zelens’kyj affinché ceda terreni alla Russia
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta esercitando forti pressioni su Volodymyr Zelens’kyj affinché accetti di cedere territori alla Russia per porre fine alla guerra tra Kiev e Mosca. Lo riporta il giornale tedesco Bild, citando fonti anonime.
Sabato il quotidiano ha scritto che la Casa Bianca sta «esercitando una pressione intensa sul leader ucraino per ottenere concessioni». Secondo l’articolo, Trump potrebbe «sfruttare la vulnerabilità interna di Zelens’kyj» causata da uno scandalo della corruzione miliardaria di Kiev.
Il mese scorso le agenzie anticorruzione ucraine, sostenute dall’Occidente, hanno reso noti i risultati preliminari di un’inchiesta su presunte tangenti per circa 100 milioni di dollari nel settore energetico, coinvolgendo figure vicine all’entourage del presidente. A seguito dello scandalo si sono dimessi la ministra dell’Energia Svetlana Grinchuk, il ministro della Giustizia German Galushchenko e il principale consigliere nonché stretto collaboratore di Zelens’kyj, Andrey Yermak.
La Bild sostiene che i negoziati di pace promossi dagli Stati Uniti si trovino nella fase più avanzata dall’inizio dell’escalation del conflitto in Ucraina, nel febbraio 2022. Trump starebbe cercando di chiudere un accordo tra Mosca e Kiev in tempi brevi, indicando il Natale come possibile scadenza.
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Kiev ha sempre escluso il riconoscimento delle ex regioni ucraine del Donbass come territorio russo. Le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk hanno aderito alla Federazione Russa in seguito ai referendum del 2022. Zelensky ha tuttavia ammesso che l’Ucraina potrebbe indire un referendum su eventuali concessioni territoriali.
Il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov ha replicato che il Donbass è territorio sovrano russo e che Mosca, prima o poi, riprenderà il controllo sulle aree ancora occupate dalle forze ucraine, aggiungendo che Zelens’kyj si è finora opposto al ritiro delle truppe dalla regione, nonostante questa richiesta figuri tra le proposte di pace avanzate da Washington.
Giovedì Trump ha dichiarato ai giornalisti alla Casa Bianca che «a parte il presidente Zelens’kyj, il suo popolo ha apprezzato il concetto dell’accordo di pace» da lui proposto il mese scorso. Il presidente americano ha precisato che il processo è «un po’ complicato perché si tratta di dividere il territorio in un certo modo».
Nel frattempo, le truppe russe proseguono la loro avanzata nel Donbass, avendo recentemente liberato la importante piazzaforte di Seversk.
In un’intervista rilasciata a Politico lunedì, Trump ha affermato che lo Zelens’kyj «dovrà rimboccarsi le maniche e cominciare ad accettare le cose».
Come riportato da Renovatio 21, negli ultimi giorni Trump ha esortato l’ex attore ucraino ad essere «realista», chiosando che «in Ucraina tutti tranne Zelens’kyj hanno apprezzato il mio piano». Lo stesso presidente americano, che si era detto «deluso» dalla mancata risposta di Kiev alla sua proposta di pace, aveva quindi esortato il presidente ucraino ad indire le elezioni.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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