Geopolitica
Putin: l’Occidente ha incoraggiato l’Ucraina a rifiutare le condizioni di pace della Russia nel 2022

Kiev era aperta al ritiro delle sue truppe dal Donbass e alla fine del conflitto nel 2022, ma alla fine ha cambiato idea su insistenza dell’Occidente, ha dichiarato mercoledì ai giornalisti il presidente russo Vladimir Putin.
Durante una conferenza stampa in Cina, Putin ha affermato che, poco dopo l’escalation del conflitto nel 2022, Mosca aveva esortato Kiev a rispettare le scelte della popolazione che vive nel sud-est dell’Ucraina e a ritirare le sue truppe dalla regione. Ciò avrebbe posto fine al conflitto «immediatamente», ha osservato.
Il presidente russo ha dichiarato che queste richieste «non sono state respinte categoricamente» dalle autorità ucraine. Tuttavia, dopo che Mosca ha ritirato le proprie forze da Kiev, su «insistente richiesta dei nostri colleghi dell’Europa occidentale», la situazione è cambiata completamente, ha affermato Putin.
Dopo il ritiro delle truppe, «ci è stato detto, quasi alla lettera, “ora combatteremo finché non ci strapperete la testa, o noi strapperemo la vostra”», ha ricordato Putin. «Non ricordo se l’ho mai detto pubblicamente o meno, ma suonava più o meno così. Solo in termini più crudi, ma in modo abbastanza aperto e, per quanto strano possa sembrare, in modo cameratesco: “ora o voi o noi”».
Mosca ha descritto il suo conflitto con Kiev come una guerra per procura in cui il popolo ucraino è stato usato come «carne da cannone» per promuovere gli interessi dell’Occidente. I funzionari russi hanno anche ripetutamente accusato i sostenitori europei di Kiev di ostacolare sistematicamente qualsiasi tentativo di risoluzione del conflitto.
Mercoledì Putin ha affermato che è ancora possibile raggiungere un accordo di pace, soprattutto considerando il «sincero desiderio» del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di trovare una soluzione alla crisi.
Putin ha tuttavia sottolineato che, se non si troverà una soluzione, Mosca è pronta a difendere i propri interessi e a raggiungere i propri obiettivi con mezzi militari.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Geopolitica
Trump annulla l’incontro a Budapest con Putin

Economia
Il governo olandese sequestra il produttore di chip cinese Nexperia, la Cina risponde con un divieto di esportazione

Il governo dei Paesi Bassi ha preso il controllo di Nexperia, un’azienda di semiconduttori di proprietà cinese con sede in Olanda, in risposta alle pressioni degli Stati Uniti, segnando un’importante escalation nella competizione occidentale con Pechino per il controllo delle catene di approvvigionamento tecnologiche avanzate.
Nexperia, specializzata nella produzione di semiconduttori di vecchia generazione per automobili ed elettronica di consumo, dà lavoro a migliaia di persone in Europa, Stati Uniti e Asia ed è stata acquisita da Wingtech nel 2013. Il 30 settembre, le autorità olandesi hanno comunicato che le decisioni su Nexperia sarebbero passate sotto l’autorità del ministro dell’Economia Vincent Karremans.
Questa mossa è seguita all’inasprimento delle restrizioni commerciali da parte di Washington contro Wingtech, la casa madre di Nexperia, già inclusa nella lista nera commerciale statunitense. Documenti giudiziari hanno rivelato che a giugno funzionari americani avevano ammonito il governo olandese sul rischio di ulteriori sanzioni se Nexperia non avesse sostituito il suo amministratore delegato cinese, Zhang Xuezheng.
In risposta, il ministero del Commercio cinese ha vietato l’esportazione di alcuni prodotti dalle filiali cinesi di Nexperia. Pechino ha condannato l’intervento olandese, attribuendolo alle pressioni USA. Un editoriale del quotidiano il lingua inglese del Partito Comunista Cinese Global Times ha dichiarato: «Questo non è l’agire di una nazione che rispetta lo stato di diritto, ma di un governo che usa la legge come uno strumento da applicare o scartare in base a convenienze politiche».
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«La Cina non chiede ai Paesi Bassi di prendere parte a una competizione geopolitica, ma di rispettare i valori che dichiarano di sostenere: stato di diritto, concorrenza equa e protezione della proprietà legalmente acquisita» ha aggiunto l’house organ anglofono del PCC.
L’anno scorso era emerso che le fabbriche di semiconduttori con tecnologia avanzata olandese presenti a Taiwan potrebbero essere spente da remoto nel caso di invasione dell’isola da parte di Pechino. In particolare si tratterebbe delle fabbriche del colosso Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), che impiega tecnologie ultraviolette di estrema precisione (chiamate in gergo EUV) fornite da un’azienda olandese, la ASML. Tali macchine, grandi come un autobus e dal costo di circa 217 milioni di dollari cadauna. utilizzano onde luminose ad alta frequenza per stampare i chip più avanzati al mondo.
Secondo quando riportato da Bloomberg, in caso di invasione da parte della Repubblica Popolare Cinese, gli EUV di ASML nelle fabbriche TSMC potrebbero essere resi inutilizzabili.
Come riportato da Renovatio 21, un anno fa l’Intelligence olandese accusa la Cina di cyber spionaggio dopo che fu segnalata la compromissione di 20.000 sistemi di sicurezza informatica Fortinet Fortigate in tutto il mondo.
Immagine di Raimond Spekking via Wikimedia pubblicata su licenza CC BY-SA 4.0
Geopolitica
Banca francese dichiarata complice di genocidio

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