Economia
Putin legalizza il mining di criptovalute
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato una legge che legalizza il mining di criptovalute nel Paese. Un documento rilevante è stato pubblicato giovedì sul portale ufficiale delle informazioni legali.
La nuova legge ha introdotto diversi concetti chiave, tra cui il mining di valute digitali, i pool di mining e gli operatori di infrastrutture di mining, e ha definito i diritti e le responsabilità dei partecipanti al mercato del mining di criptovalute.
D’ora in poi, il mining di criptovalute sarà riconosciuto come parte del fatturato e non più come emissione di valuta digitale.
La nuova legislazione specifica che solo le entità legali russe e gli imprenditori individuali registrati presso il governo potranno dedicarsi al mining di criptovalute. Tuttavia, i singoli miner possono partecipare senza registrazione, a condizione che il loro consumo energetico rimanga entro i limiti stabiliti dal governo.
Inoltre, la legge consente la negoziazione di asset finanziari digitali esteri su piattaforme blockchain russe. Tuttavia, la Banca di Russia conserva l’autorità di vietare il collocamento di determinati asset se sono considerati una minaccia per la stabilità finanziaria del paese.
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La legislazione include anche il divieto di pubblicizzare criptovalute e di offrirle a un numero illimitato di persone. Inoltre, la legge prevede la possibilità di vietare il mining in determinati territori o in determinate regioni. Un divieto inizialmente pianificato sull’organizzazione della circolazione di valuta digitale in Russia non è stato incluso nella legge.
La legge entrerà in vigore dieci giorni dopo la data della sua pubblicazione ufficiale, salvo disposizioni specifiche che potrebbero avere date di attuazione diverse.
Putin ha sollevato la questione della regolamentazione delle criptovalute e degli asset digitali in una riunione del governo sulle questioni economiche del 17 luglio, sottolineando che si tratta di un’area economica promettente, affermando che è importante per la Russia «cogliere l’attimo» per creare tempestivamente il quadro giuridico e la regolamentazione, sviluppare infrastrutture e creare le condizioni per la circolazione degli asset digitali, sia all’interno del paese che nelle relazioni con i partner stranieri.
Il presidente ha anche firmato giovedì una legge che consente accordi sperimentali di commercio estero in criptovaluta.
Il capo della Banca di Russia, Elvira Nabiullina, ha affermato in precedenza che il regolatore avrebbe condotto i primi pagamenti transfrontalieri in criptovaluta entro la fine dell’anno in corso.
Come riportato da Renovatio 21, la Russia in passato ha avuto un atteggiamento ambivalente riguardo al Bitcoin.
Dopo anni di preparazione, nelle scorse settimane Putin ha annunciato l’imminente lancio di una moneta digitale di Stato (CBDC), il «rublo digitale».
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Economia
Fico: le politiche dell’UE costringeranno gli slovacchi a «riscaldarsi a legna»
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Economia
Gli Stati UE potrebbero prendere in prestito denaro per l’Ucraina
Agli Stati membri dell’UE potrebbe essere richiesto di emettere decine di miliardi di dollari in debito congiunto per finanziare l’Ucraina, qualora fallisse il piano di utilizzare i beni russi congelati per un «prestito di riparazione». Lo riporta Politico, che cita fonti diplomatiche.
Il reportage del sito indica che diversi leader hanno esaminato questa alternativa durante il vertice UE della settimana scorsa, dopo che il Belgio ha respinto un prestito di 140 miliardi di euro all’Ucraina garantito dai beni russi immobilizzati.
Sebbene i dettagli del nuovo piano non siano ancora definiti, il debito congiunto si riferisce generalmente a prestiti condivisi attraverso obbligazioni emesse collettivamente da più Paesi, con responsabilità di rimborso distribuita tra tutti i partecipanti.
Alcune fonti rivelano che la Commissione Europea presenterà il piano di prestito in un documento imminente, insieme a una versione rivista del «prestito di riparazione», e includerà una terza opzione: interrompere i finanziamenti all’Ucraina. Hanno ipotizzato che l’idea del debito congiunto possa servire da «spauracchio» per convincere le nazioni UE, già oberate dal debito, ad approvare l’uso dei beni russi.
Nel 2022, i Paesi occidentali hanno congelato 300 miliardi di dollari in asset sovrani russi e hanno cercato di destinare gli interessi generati per sostenere lo sforzo bellico di Kiev.
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In precedenza, il G7 aveva appoggiato l’impiego dei fondi immobilizzati per garantire prestiti da 50 miliardi di dollari, ma la settimana scorsa i leader UE non sono riusciti a raggiungere un accordo su un «prestito di riparazione» analogo, principalmente a causa dell’opposizione belga.
Il primo ministro Bart De Wever ha messo in guardia sul rischio che il Belgio, che detiene la maggior parte dei beni congelati, subisca ritorsioni sproporzionate dalla Russia, e ha richiesto una solida base giuridica per la misura e una responsabilità condivisa.
Fonti hanno riferito a Politico che, nonostante le preoccupazioni legali, Bruxelles considera l’utilizzo dei beni russi congelati l’opzione «più preferibile» per continuare a finanziare Kiev. Una decisione definitiva è attesa per il vertice della Commissione Europea di dicembre.
Mosca ha condannato il congelamento dei beni e i tentativi di deviare i fondi russi come «furti», promettendo contromisure e avvertendo che tali azioni mineranno la fiducia nel sistema finanziario occidentale. Il Cremlino ha inoltre sostenuto che gli aiuti occidentali a Kiev servono solo a prolungare il conflitto senza alterarne l’esito.
Come riportato da Renovatio 21, il Fondo Monetario Internazionale il mese scorso ha parlato di grave deficiti nelle finanze dell’Ucraina, che nel frattempo ha perso il 60% della produzione di gas.
L’UE solo pochi mesi fa parlava di un’altra fornitura di 100 miliardi di euro a Kiev, mentre il vicepresidente USA JD Vance annunciava che gli USA hanno finito di finanziare l’Ucraina.
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Immagine di Tony Webster via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Economia
La povertà energetica si aggrava in Francia
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