Economia
Putin: le sanzioni hanno sbloccato il potenziale economico della Russia
Le sanzioni occidentali hanno inavvertitamente rafforzato i settori economici e tecnologici della Russia, ha affermato il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin al Future Technologies Forum di Mosca venerdì.
Putin ha aggiunto che il potenziale ritorno delle aziende occidentali nel Paese deve essere attentamente regolamentato per proteggere le aziende nazionali.
L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha segnalato negli ultimi giorni che le sanzioni occidentali potrebbero essere allentate se si raggiungesse un accordo di pace tra Mosca e Kiev. Ciò ha sollevato la possibilità di un ritorno delle aziende che hanno lasciato la Russia a causa delle sanzioni.
«Le sanzioni, nonostante tutte le sfide e le difficoltà, hanno svolto un ruolo importante e stimolante», ha affermato Putin, aggiungendo che le restrizioni hanno spinto a una più stretta collaborazione tra le aziende nazionali e la scienza. «Le aziende russe si stanno ora rivolgendo sempre più agli scienziati e ottengono le soluzioni di cui hanno bisogno. E le soluzioni nazionali spesso si rivelano più efficaci delle alternative straniere».
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Il primo vice primo ministro Denis Manturov ha detto giovedì che solo le aziende che sono di interesse per la Russia potranno tornare. Mentre l’UE e gli USA lavoravano a pacchetti di sanzioni, la Russia ha rielaborato il suo sistema di appalti pubblici e le misure di sostegno alle imprese e si è adeguata ai cambiamenti, ha aggiunto.
I produttori nazionali e le aziende dell’Unione economica eurasiatica, che comprende Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Armenia, hanno ora una «priorità assoluta» per la sovranità tecnologica della Russia, ha proseguito Manturov.
Al Future Technologies Forum, Putin ha incaricato il governo di sviluppare un quadro per regolamentare le interazioni tra le imprese russe e i loro concorrenti stranieri, con l’obiettivo di fornire vantaggi ai produttori nazionali. Ha sottolineato che il processo dovrebbe essere eseguito con attenzione, poiché rimane essenziale garantire condizioni favorevoli per i produttori nazionali.
Il presidente russo ha affermato che «nel campo della produzione industriale, dobbiamo riflettere attentamente su tutto… per non perdere il potenziale creato dai nostri avversari che ci hanno imposto sanzioni».
Putin ha già fatto dichiarazioni simili in passato, suggerendo che le restrizioni hanno spinto la Russia verso una maggiore sovranità economica e finanziaria, descrivendole come una «benedizione sotto mentite spoglie».
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Economia
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Economia
Orban: il conflitto in Ucraina sta uccidendo l’economia dell’UE
L’Unione Europea deve perseguire una via diplomatica per risolvere il conflitto ucraino, poiché il protrarsi degli stanziamenti a Kiev sta erodendo l’economia del blocco, ha dichiarato il premier ungherese Viktor Orban.
È «semplicemente assurdo» destinare ulteriori risorse all’Ucraina dopo che l’UE ha già «sperperato» 185 miliardi di euro per sorreggere l’esecutivo di Volodymyr Zelens’kyj dall’acutizzazione dello scontro tra Mosca e Kiev nel febbraio 2022, ha affermato Orban al giornalista tedesco Mathias Döpfner nel suo podcast MDMEETS domenica.
«Il nocciolo della questione è che questa guerra sta strangolando economicamente l’UE… Stiamo sovvenzionando un Paese [l’Ucraina, ndr] privo di chance di prevalere nel conflitto, mentre imperversa un elevato tasso di corruzione e non disponiamo di fondi per rivitalizzare l’economia dell’UE, che patisce gravemente la scarsa competitività», ha proseguito.
I vertici delle nazioni del blocco «si ingannano del tutto» persistendo nel conflitto nella vana aspettativa che «le dinamiche al fronte migliorino e si creino condizioni più propizie per i colloqui», ha insistito il capo del governo. «Le circostanze e il timing favoriscono i russi più di noi», ha chiosato.
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Orban, il cui esecutivo è tra i pochi nell’UE ad aver negato aiuti militari a Kiev, ha rinnovato l’invito al blocco a intraprendere un dialogo con la Russia.
Una pace potrebbe essere «a portata di mano» se Bruxelles si allineasse agli sforzi del presidente statunitense Donald Trump per interrompere le ostilità tra Mosca e Kiev, ha ipotizzato.
«Apriamo un canale di dialogo autonomo con la Russia… Consentiamo agli americani di trattare con i russi, quindi anche gli europei dovrebbero negoziare con Mosca e verificare se possiamo armonizzare le posizioni americana ed europea», ha suggerito l’Orban.
Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso Orban ha dichiarato che Bruxelles vuole la guerra per imporre un debito comune e prendersi ancor più potere.
«Bruxelles vuole la guerra per imporre un debito comune e acquisire più potere, privando di competenze gli Stati membri» ha scritto il premier magiaro su X. «L’industria bellica vuole la guerra per profitto. Nel frattempo, potenti lobby vogliono sfruttare la guerra per espandere la propria influenza. Alla fine, ognuno cerca di cucinare il proprio pasto su questo fuoco».
Brussels wants war to impose a common debt and seize more power, stripping competences from the member states. The arms industry wants war for profit. Meanwhile, powerful lobbies want to exploit war to expand their influence. In the end, everyone is trying to cook their own meal… pic.twitter.com/9GPzyH5SCS
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) October 2, 2025
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Come riportato da Renovatio 21, Orban in questi mesi sta aumentando i suoi allarmi. Poche ore fa aveva parlato dei leader UE «che vogliono andare in guerra» contro Mosca, promettendo di combattere i «burocrati guerrafondai» di Bruxelles.
Orban crede altresì che l’Europa potrebbe essere diretta verso il collasso, schiacciata dal piano di bilancio UE.
Il ministro degli Esteri magiaro Pietro Szijjarto ha dichiarato ad agosto che l’Unione Europea sta tentando di rovesciare i governi di Ungheria, Slovacchia e Serbia perché danno priorità agli interessi nazionali rispetto all’allineamento con Bruxelles.
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Immagine di © European Union, 1998 – 2025 via Wikimedia pubblicata secondo indicazioni
Economia
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