Geopolitica
Presidente iraniano: le affermazioni degli USA sul promuovere la democrazia sono false
L’Iran tuona contro l’idea americana di «esportazione della democrazia», tanto cara ai neocon.
Le affermazioni del governo degli Stati Uniti secondo cui persegue la promozione della democrazia all’estero sono semplicemente «false», ha dichiarato martedì il presidente iraniano Ebrahim Raisi.
«Gli Stati Uniti e [alcuni] Paesi occidentali non cercano la democrazia, ma il dominio e il saccheggio della ricchezza di altri Paesi», ha detto Raisi durante una visita ufficiale in Indonesia, secondo i media iraniani.
«Con l’ascesa delle potenze emergenti, l’era del dominio degli Stati Uniti è giunta al termine, ha affermato il capo dell’esecutivo iraniano», hanno riassunto i media che hanno riportato le dichiarazioni del Raisi.
Il presidente iraniano ha sottolineato che se le potenze occidentali vogliono davvero la democrazia e l’autodeterminazione, possono iniziare garantendo ai palestinesi il diritto di scegliere il proprio destino.
«Lasciate che il popolo yemenita e afghano decidano da soli», ha concluso, chiedendo: «Perché interferite nei loro affari?»
Le dichiarazioni, pronunciate durante un discorso che sollecita l’unità tra i musulmani in un centro islamico a Jakarta, sono arrivate mentre Raisi cerca di rafforzare le relazioni bilaterali nel suo primo viaggio ufficiale in Indonesia.
Durante un incontro con il presidente della Camera indonesiana Puan Maharani, Raisi ha affermato che «l’espansione dei legami tra la Repubblica Islamica e l’Indonesia rappresenta una grande promessa per il progresso delle due nazioni, della regione e della più ampia comunità musulmana», hanno riferito i media statali.
«Nonostante le minacce e le sanzioni ingiuste, la Repubblica islamica dell’Iran ha compiuto progressi significativi e ha acquisito capacità che hanno creato buone opportunità per lo sviluppo delle relazioni bilaterali», ha affermato Raisi.
L’Iran sta vivendo un momento di strani fenomeni nella sua società. Il mese scorso un ayatollah è stato assassinato in pubblico, mentre si trovava in banca, mentre ancora sconvolge il fenomeno inquietante delle studentesse avvelenate in massa.
Come riportato da Renovatio 21, Raisi aveva dichiarato che dietro al caso delle scuole femminili intossicate ci sarebbero «forze straniere».
Teheran ha risolto le tensioni con i rivali sauditi, grazie ad un accordo promosso dalla Cina, tuttavia continuano le tensioni con l’Azerbaigian, Paese limitrofo impegnato in un conflitto con gli armeni storici alleati degli iraniani.
Immagine di Hossein Zohrevand via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Geopolitica
Medvedev: l’Occidente complotta per assassinare Zelens’kyj
Le accuse secondo cui un polacco stava complottando con Mosca per assassinare il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj sono un segno che i sostenitori occidentali di Kiev vogliono «liquidare» il leader ucraino, ha affermato l’ex presidente russo Dmitrij Medvedev. Lo riporta il sito governativo russo RT.
Giovedì le autorità polacche hanno riferito dell’arresto di un uomo accusato di aver tentato di fornire informazioni sensibili ai servizi segreti russi. Le informazioni potrebbero essere state utilizzate nel tentativo di uccidere Zelens’kyj, hanno affermato Varsavia e Kiev.
«Un attentato alla vita del capo banderita in Polonia? Questo è veramente grave», ha scritto venerdì sui social media Medvedev, vice capo del Consiglio di sicurezza russo, in risposta alle affermazioni. «Potrebbe essere la prima prova che le persone in Occidente hanno deciso di liquidarlo. Abbi paura, pagliaccio!» esclama l’ex presidente della Federazione Russa.
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Il termine «banderita», o «banderista», si riferisce al movimento nazionalista ucraino di Stepan Bandera, responsabile della pulizia etnica dei polacchi durante la seconda guerra mondiale. Il collaboratore nazista è considerato un eroe nazionale nella moderna Ucraina.
Il cittadino polacco, identificato come Pawel K. dalla Procura nazionale di Varsavia, rischia fino a otto anni di carcere se condannato con l’accusa di aver tentato di collaborare con una potenza straniera contro gli interessi nazionali.
Nello specifico, Pawel K. è accusato di aver tentato di condividere con Mosca informazioni sull’aeroporto di Rzeszow-Jasionka, nel Sud-Est della Polonia. La struttura viene utilizzata per spedire armi e munizioni che i membri della NATO donano all’Ucraina per combattere la Russia.
Funzionari polacchi, tuttavia, hanno affermato che i suoi suggerimenti avrebbero potuto »tra le altre cose» aiutare Mosca a pianificare un attacco a Zelens’kyj durante una visita in Polonia. Il successore di Kiev al KGB, la SBU, ha ribadito le accuse in una propria dichiarazione, scrive RT.
Varsavia ha affermato che Pawel K. era in contatto con cittadini russi «direttamente coinvolti» nel conflitto in Ucraina. Le autorità polacche sono state informate della presunta minaccia da parte dei servizi di sicurezza ucraini.
Zelens’kyj ha detto ai media occidentali che la Russia ha cercato di ucciderlo per anni, con molteplici tentativi sventati dalle sue forze di sicurezza.
Tuttavia, l’ex primo ministro israeliano Naftali Bennett ha affermato che il presidente russo Vladimir Putin gli aveva personalmente assicurato nel marzo 2022 che Mosca non avrebbe ucciso lo Zelens’kyj.
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Immagine del 2013 di Utenriksdepartementet UD via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
Geopolitica
La Casa Bianca si oppone allo Stato palestinese: documenti trapelati
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Geopolitica
Israele attacca l’Iran
Israele ha effettuato attacchi in Iran nelle prime ore di venerdì, hanno riferito diversi organi di stampa, citando alti funzionari statunitensi. La notizia arriva meno di una settimana dopo che la Repubblica Islamica ha lanciato una raffica di droni e missili contro Israele.
L’agenzia di stampa iraniana Mehr ha riferito che diverse esplosioni sono state udite intorno alle 4 del mattino, ora locale, nei cieli sopra la città centrale di Isfahan.
L’emittente IRNA ha affermato che le difese aeree sono state attivate in alcune parti dell’Iran. Ha aggiunto che Israele ha colpito obiettivi anche in Siria e Iraq, colpendo aeroporti militari e un sito radar.
Hossein Dalirian, portavoce del programma spaziale civile iraniano, ha scritto su X che diversi droni sono stati abbattuti. Ha aggiunto che non vi è alcuna conferma di un attacco missilistico su Isfahan.
Secondo Al Jazeera, l’Iran ha sospeso i voli in diversi aeroporti, compresi quelli che servono Teheran e Isfahan.
La CNN ha citato un anonimo funzionario americano che ha affermato che i siti nucleari non sono stati presi di mira.
Altre fonti in rete parlano di sette città colpite, comprese fabbriche di armamenti.
Video non verificati caricati su internet dai pasdaran mostrerebbero la contraerea iraniana intercettare i missili israeliani.
BREAKING: 🚨🇮🇷🇮🇱 The IRANIAN Revolutionary Guard Corps uploaded this video intercepting ISRAELI missiles above Iran. pic.twitter.com/wrQA3NGmWd
— Vladimir Putin (parody) (@Brics_Dollar) April 19, 2024
Un altro video circolante in rete mostrerebbe una base militare a Isfahan in situazione di calma e normalità.
BREAKING: Footage near military base in Isfahan, Iran, suggests that the purported Israeli air strikes may be a “wag the dog” scenario. pic.twitter.com/aJqaa70EDq
— The General (@GeneralMCNews) April 19, 2024
L’esercito israeliano ha detto all’AFP che «non abbiamo commenti in questo momento» quando gli è stato chiesto delle notizie di esplosioni e attacchi in Iran e Siria. L’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha rifiutato di confermare al Times of Israel che Israele è responsabile delle esplosioni udite a Isfahan.
L’attacco è avvenuto, coincidenza, nel giorno dell’85° compleanno dell’ayatollah Khamenei.
Secondo il Jerusalem Post, vi sarebbero stati attacchi anche in Siria – dove sarebbero stati colpiti siti dell’esercito siriano nei governatorati di Suwayda e Daraa – ed in Iraq, dove sarebbero state colpite le aree di Baghdad ed il governatorato di Babil.
Il 1° aprile, Israele ha colpito un edificio del consolato iraniano a Damasco, in Siria, uccidendo sette alti ufficiali della Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC). L’Iran ha risposto lanciando droni e missili kamikaze contro Israele il 13 aprile. Le forze di difesa israeliane (IDF) hanno affermato che la maggior parte dei colpi è stata intercettata con successo e ha riportato solo lievi danni a terra. Il costo della difesa per Israele ammonterebbe a circa un miliardo di dollari.
Come riportato da Renovatio 21, è emerso che alcuni droni iraniani sono stati intercettati dalla contraerea saudita.
Gli attacchi all’Iran, che mirano con evidenza ad un’escalation – visto che Teheran aveva specificato in varie sedi che dopo la sua rappresaglia considerava il caso chiuso – potrebbero avere per il gruppo al comando in Israele anche un preciso fine di politica interna.
Secondo il politologo John Mearsheimer «gli israeliani vorrebbero portarci in una guerra con l’Iran… con Hezbollah… Penso che il punto di vista israeliano, nel profondo, sia che quanto più grande è la guerra, tanto maggiore è la possibilità di una pulizia etnica».
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Immagine di Clemens Vasters via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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