Geopolitica
Politico russo accusa: gli USA costruiranno basi per caccia atomici in Groenlandia. Intanto Trump mostra i MAGA artici
Gli Stati Uniti potrebbero usare la Groenlandia per organizzare un attacco alla Russia, ha affermato giovedì il presidente del Comitato di difesa della Duma di Stato, Andrej Kartapolov. L’avvertimento è arrivato dopo che il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha ribadito il suo piano di acquistare l’isola artica autonoma dalla Danimarca.
Trump ha insistito sul fatto che «la proprietà e il controllo della Groenlandia sono una necessità assoluta» per la sicurezza nazionale americana.
Alla domanda di RIA Novosti se l’annessione della Groenlandia da parte degli Stati Uniti rappresenterebbe una «minaccia militare» per la Russia, Kartapolov ha risposto: «Ovviamente».
«La Groenlandia occupa un’area molto ampia nell’Artico e offre un accesso diretto all’Artico, quindi per noi non sarebbe la scelta migliore», ha affermato. Il legislatore ha sostenuto che l’isola potrebbe fungere da «un buon trampolino di lancio per l’America in un futuro ipotetico scontro intercontinentale».
Il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha detto ai giornalisti giovedì che Mosca è «interessata a mantenere un’atmosfera di pace e stabilità» nella regione. L’assistente senior del presidente Vladimir Putin, Nikolay Patrushev, ha avvertito a settembre che «l’attività militare dei membri della NATO nell’Artico aumenta il potenziale di conflitto».
I funzionari danesi hanno respinto la possibilità di vendere l’isola. «La Groenlandia non è in vendita e non lo sarà nemmeno in futuro», ha affermato martedì il primo ministro di Copenhagen Mette Frederiksen.
Nel 2009, alla Groenlandia è stato concesso il diritto di dichiarare l’indipendenza tramite un referendum. Anche il primo ministro indipendentista dell’isola, Mute Bourup Egede, ha respinto la proposta di acquisizione di Trump.
«Riconosciamo pienamente che la Groenlandia ha le sue ambizioni. Se si concretizzeranno, la Groenlandia diventerà indipendente, anche se difficilmente con l’ambizione di diventare uno stato federale negli Stati Uniti», ha affermato il ministro degli Esteri danese Lars Lokke Rasmussen.
La Groenlandia, l’isola più grande del mondo, ha ottenuto l’autonomia dalla Danimarca nel 1979. Il suo territorio è ricco di petrolio e minerali. La Groenlandia ospita anche la base militare statunitense di Pituffik e le infrastrutture della NATO.
Trump, che entrerà in carica il 20 gennaio, ha anche suggerito che gli Stati Uniti assorbano il Canada e ristabiliscano il controllo sul Canale di Panama.
Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha condiviso un video che presumibilmente mostra i residenti della Groenlandia accogliere con favore il suo piano di acquistare l’isola più grande del mondo dalla Danimarca. I media locali hanno messo in dubbio l’autenticità della dimostrazione.
La clip di due minuti pubblicata da Trump sul suo account Truth Social giovedì mostra una folla di persone che indossano gli iconici cappellini rossi «MAGA” e che esprimono il desiderio che la Groenlandia diventi parte degli Stati Uniti.
Lunedì, il presidente eletto ha affermato che «il popolo della Groenlandia è “MAGA”», mentre condivideva un altro video pubblicato da un sostenitore con indosso un berretto della sua offerta di acquisto dell’isola.
Make #Greenland great again!
President Trump just gave the people of Greenland their first-ever MAGA rally. They are ready to be American.#GreenlandIsNotForSale my ass pic.twitter.com/1d0Y0dNdQq
— 🇺🇲Salty Texan (@texan_maga) January 7, 2025
Greenland is MAGA Country. pic.twitter.com/jr74laJW4X
— The Constitutionalist 🇺🇸 (@WeWillBeFree24) January 7, 2025
Greenland is MAGA country pic.twitter.com/EcHGolcuSB
— TaraBull (@TaraBull808) January 7, 2025
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L’emittente pubblica danese DR News ha da allora riferito che il gruppo «MAGA» filmato dal figlio di Trump non era composto da autentici sostenitori di Trump, ma in realtà da persone senza fissa dimora e socialmente vulnerabili. L’emittente danese ha riportato che sarebbe stato offerto loro un pasto gratuito in cambio della partecipazione alla trovata pubblicitaria, ha riferito l’emittente giovedì, citando fonti a Nuuk, la capitale della Groenlandia.
Un groenlandese «MAGA», che il presidente eletto ha mostrato sui social media lunedì, è stato identificato dai media locali come un trafficante di marijuana condannato. Timmy Zeeb, secondo quanto riportato, è stato condannato a quattro anni di carcere per il suo ruolo in una delle più grandi retate di cannabis nella storia dell’isola.
Il governo danese ha respinto il suggerimento di Trump di acquistare la Groenlandia. Il re Federico di Danimarca, sovrano cerimoniale della monarchia democratica europea, ha persino cambiato lo stemma nazionale per evidenziare la rivendicazione di Copenaghen sull’isola.
L’ex presidente russo Demetrio Medvedev ha sostenuto giovedì che la raffica di rivendicazioni territoriali avanzate da Trump che coinvolgono altre nazioni, così come i gesti provocatori dei suoi stretti collaboratori, sono una cortina fumogena. Stabilisce un «programma di portata cosmica e… stupidità cosmica», ha detto, parafrasando una famosa citazione letteraria russa. La conseguenza pratica delle rivendicazioni è quella di tenere nell’ombra il presidente uscente Joe Biden, ritiene Medvedev.
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Per gli USA ora la normalizzazione delle relazioni con la Russia è un «interesse fondamentale»
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Israele potrebbe iniziare a deportare gli ucraini
Decine di migliaia di rifugiati ucraini in Israele rischiano la deportazione entro la fine del prossimo mese, a causa del protrarsi del ritardo governativo nel rinnovare il loro status legale. Lo riporta il quotidiano dello Stato Giudaico Haaretz.
La tutela collettiva offerta a circa 25.000 ucraini in seguito all’aggravarsi del conflitto in Ucraina nel 2022 necessita di un’estensione annuale, ma gli attuali permessi di soggiorno scadono a dicembre.
Tuttavia, Israele non si è dimostrato particolarmente ospitale verso molti di questi migranti, in particolare quelli non eleggibili alla «Legge del Ritorno», una legge fondamentale dello Stato di Israele implementata dal 1950che garantisce a ogni ebreo del mondo il diritto di immigrare in Israele e ottenere la cittadinanza, basandosi sul legame storico e religioso del popolo ebraico con la Terra Promessa. Secondo i resoconti dei media locali, gli ucraini non ebrei ottengono spesso solo una protezione provvisoria, devono fare i conti con norme d’ingresso stringenti e sono esclusi dalla residenza permanente o dagli aiuti sociali, finendo intrappolati in un limbo legale ed economico.
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In carenza di un ministro dell’Interno ad interim, la competenza su tale dossier è passata al premier Benjamino Netanyahu, ma una pronuncia non è ancora arrivata, ha precisato Haaretz.
L’Autorità israeliana per la Popolazione e l’Immigrazione ha indicato che la pratica è in esame e che una determinazione verrà comunicata a giorni, ha aggiunto il giornale.
Anche nell’Unione Europea, l’assistenza ai profughi ucraini è messa alla prova, con vari esecutivi che stanno tagliando i piani di supporto per via di vincoli di bilancio. Dati Eurostat mostrano un recente incremento degli arrivi di maschi ucraini in età da leva nell’UE, in scia alla scelta del presidente Volodymyr Zelens’kyj di allentare i divieti di espatrio per la fascia 18-22 anni. Tale emigrazione continua di uomini abili al reclutamento sta acutizzando le già critiche carenze di forza lavoro in Ucraina.
Germania e Polonia, i due Stati membri che accolgono il maggior numero di ucraini, hanno di recente varato restrizioni sui sussidi, malgrado un calo del consenso popolare.
Il presidente polacco Karol Nawrocki ha annunciato il mese scorso che non rinnoverà gli aiuti sociali per i rifugiati ucraini oltre il 2026. A quanto pare, l’opinione pubblica polacca sui profughi ucraini si è inasprita dal 2022, per via di frizioni sociali e del diffondersi dell’idea che rappresentino un peso o una minaccia criminale.
Quest’anno, i giovani ucraini hanno provocato quasi 1.000 interventi delle forze dell’ordine per scontri, intossicazione alcolica e possesso di armi non letali in un parco del centro di Varsavia, ha rivelato all’inizio della settimana Gazeta Wyborcza.
Una sorta di cecità selettiva, o di compiacenza, di Tel Aviv nei confronti del neonazismo ucraino pare emergere anche da dichiarazioni dell’ambasciatore dello Stato Ebraico a Kiev, che ha detto di non essere d’accordo con il fatto che Kiev onori autori dell’Olocausto della Seconda Guerra Mondiale come eroi nazionali, tuttavia rassicurando sul fatto che tale disputa non dovrebbe rappresentare una minaccia per il sostegno israeliano al governo ucraino.
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Secondo un articolo del Washington Post, circa la metà dei 300.000 ebrei ucraini sarebbero fuggiti dal Paese dall’inizio del conflitto con la Russia.
Come riportato da Renovatio 21, le pressioni dell’amministrazione Biden su Tel Aviv per la fornitura di armi a Kiev risale ad inizio conflitto.
Tre anni fa l’ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitrij Medvedev aveva messo in guardia Israele dal fornire armi all’Ucraina in risposta alle affermazioni secondo cui l’Iran sta vendendo missili balistici e droni da combattimento alla Russia.
Israele a inizio 2022 aveva rifiutato la vendita di armi cibernetiche all’Ucraina o a Stati, come l’Estonia, che potrebbero poi rivenderle al regime Zelens’kyj.
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Immagine di Spokesperson unit of the President of Israel via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Arte
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