Bizzarria
Parlamentare israeliano difende lo stupro anale dei prigionieri palestinesi

Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno arrestato lunedì otto riservisti nell’ambito di un’indagine sulle presunte torture di un prigioniero palestinese, spingendo i rivoltosi, tra cui diversi legislatori, a fare irruzione in una base militare chiedendone il rilascio.
Uno di essi ha sostenuto che nulla era off-limits quando si trattava di trattare con Hamas.
Dieci soldati sono stati inizialmente coinvolti nelle indagini. Due sono stati rilasciati mercoledì mattina, mentre a otto è stato ordinato di rimanere in custodia fino a domenica. Secondo l’IDF, sono stati accusati di sodomia aggravata, lesioni personali, abusi e condotta indegna di un soldato.
L’arresto dei riservisti, avvenuto lunedì, ha interrotto una riunione della Commissione Finanze della Knesset, mentre un deputato del partito al governo Likud, Hanoch Milwidsky, ha cercato di abbandonare la seduta in segno di protesta.
«Inserire un bastoncino nel retto di una persona è legittimo?», ha chiesto Ahmad Tibi, un parlamentare arabo-israeliano.
«Sì!» ha gridato in riposta il Milwidsky. «Se è un Nukhba, tutto è legittimo da fare! Tutto!»
???????????????? “Yes! If he is a Nukhba everything is legitimate to do him!”
Israeli MP Hanoch Milwidsky from Netanyahu’s Likud party says it is legitimate to sodomize Palestinian detainees in Israeli prisons. https://t.co/KQ0m7Fvb2G pic.twitter.com/qRfujhihoo
— Lord Bebo (@MyLordBebo) July 30, 2024
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Nukhba è un’unità speciale delle Brigate al-Qassam, il braccio armato di Hamas. Israele ha giurato di distruggere il gruppo palestinese dopo il mortale attacco del 7 ottobre dell’anno scorso.
Mentre alcuni legislatori si scambiavano parole accese, altri si unirono a gruppi nazionalisti che assaltarono la base militare e la prigione di Sde Teiman, vicino a Beersheba, dove erano detenuti i dieci sospettati. Sde Teiman è servita come campo per i palestinesi fatti prigionieri a Gaza.
Quando la polizia militare ha cercato di trasferire i sospettati a Beit Lid, una base vicino a Netanya, i rivoltosi li hanno seguiti. «Giù le mani dai riservisti», ha twittato il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir del partito sionista Otzma Yehudit.
Tuttavia, il primo ministro Beniamino Netanyahu ha invitato alla calma e ha condannato i manifestanti che hanno preso d’assalto le basi.
«Entrare in una base militare e disturbare l’ordine è un comportamento grave che non è accettabile in alcun modo», ha affermato il tenente generale Herzi Halevi, capo dello Stato maggiore. «Siamo nel mezzo di una guerra e azioni di questo tipo mettono a repentaglio la sicurezza dello Stato».
Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha avvertito che «la legge si applica a chiunque: nessuno può entrare abusivamente nelle basi delle IDF o violare le leggi dello Stato di Israele».
Le rivolte hanno costretto l’IDF a ridistribuire tre battaglioni «per proteggere la base di Beit Lid non da un nemico ma da cittadini israeliani arrabbiati», ha osservato il Jerusalem Post in un editoriale di mercoledì, sottolineando che queste forze avevano “cose molto più urgenti da fare a Gaza, in Giudea e Samaria e lungo il confine settentrionale contro un vero nemico”.
Israele ha insistito sul fatto che i palestinesi prigionieri vengono trattati in conformità con il diritto internazionale. Tuttavia, le agenzie delle Nazioni Unite e i gruppi per i diritti umani hanno lanciato l’allarme in merito alle segnalazioni di abusi.
Le accuse di gravi abusi a Sde Teiman, tra cui lo stupro anale dei prigionieri, sono emerse per la prima volta in un servizio della CNN a maggio.
Come riportato da Renovatio 21, dopo che erano state annunziate sanzioni nelle settimane precedenti, ad aprile gli Stati Uniti hanno accusato cinque unità dell’esercito israeliano di violazioni dei diritti umani.
Tre mesi fa erano arrivate le condanne di UE e Casa Bianca contro gli «estremisti israeliani» che attaccano i convogli umanitari di aiuti per i palestinesi di Gaza.
Come riportato da Renovatio 21, abusi da parte dei militari israeliani sono diffusi sui social, come ad esempio il canale Telegram «72 vergini – senza censura», dove vengono caricati dagli stessi militari video ed immagini di quella che si può definire «pornografia bellica». Vantando «contenuti esclusivi dalla Striscia di Gaza», il canale 72 Virgins – Uncensored ha più di 5.000 follower e pubblica video e foto che mostrano le uccisioni e le catture di militanti di Hamas, nonché immagini dei morti.
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Immagine di Evgenij Postovinsky via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Bizzarria
Trump contro la trionfale copertina di TIME: «mi hanno fatto sparire i capelli»

The living Israeli hostages held in Gaza have been freed under the first phase of Donald Trump’s peace plan, alongside a Palestinian prisoner release. The deal may become a signature achievement of Trump’s second term, and it could mark a strategic turning point for the Middle… pic.twitter.com/0bZDABIDGj
— TIME (@TIME) October 13, 2025
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Il figlio primogenito Don jr. ha raccontato durante un incontro pubblico con Charlie Kirk che, raggiunto al telefono dai figli dopo l’attentato subito a Butler in Virginia durante la campagna elettorale, Trump ha chiesto loro come in TV, in quel momento, fossero i suoi capelli. «I capelli vanno bene… c’è molto sangue, ma vanno bene» ha risposto il figlio. È lecito pensare che vi sia nel presidente statunitense una cifra sansonica, per cui il suo potere – a questo punto indiscutibile – è tratto proprio dalle sue bionde, inconfondibili, escrescenze tricologiche – che sono, lo sanno gli esperti, uno strumento di branding perfino superiore al baffetto dello Hitler, al baffone dello Stalin, alla pelata mussoliniana.Mika Brzezinski from MSNBC’s “Morning Joe” was once visibly fond of Donald Trump, even playfully running her fingers through his hair. Later on she compared him to Hitler. And now, after seven years of estrangement, apparently he’s no longer Hitler… pic.twitter.com/b9tepBUuSy
— MAGA Resource (@MAGAResource) November 18, 2024
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Bizzarria
Ai nordcoreani è stato ordinato di identificare le donne con tette «antisocialiste»

La Corea del Nord ha lanciato una severa campagna contro le donne sospettate di aver utilizzato protesi mammarie considerate «capitaliste», classificando tali interventi estetici come «antisocialisti» e «borghesi». Lo riporta il giornale britannico Telegraph.
Le forze di sicurezza del regime starebbero effettuando ispezioni invasive, con i responsabili dei comitati di quartiere incaricati di individuare donne che mostrano evidenti modifiche fisiche e di segnalarle per ulteriori accertamenti.
Nel regime guidato da Kim Jong-un, interventi come l’aumento del seno e la chirurgia delle palpebre sono ritenuti «atti non socialisti» e sono vietati. Chi viola queste norme rischia gravi conseguenze.
La notizia è emersa in concomitanza con un processo pubblico tenutosi nella sala culturale di Sariwon, dove un medico e due giovani donne sono stati processati per aver praticato e subito interventi al seno non autorizzati. Il medico, con scarsa esperienza, aveva abbandonato gli studi di medicina prima di completare la formazione chirurgica.
«A metà settembre, un processo pubblico si è svolto in un centro culturale nel cuore di Sariwon contro un medico che ha eseguito un’operazione illegale di mastoplastica additiva e due donne che si sono sottoposte all’intervento», ha riferito una fonte della provincia di North Hwanghae al quotidiano sudcoreano Daily NK.
I pubblici ministeri hanno accusato le donne di essere state «contaminate dalle usanze borghesi» e di aver adottato un «comportamento capitalista corrotto». Le imputate hanno dichiarato di voler «migliorare il loro aspetto», ma sono state definite una minaccia per il sistema socialista.
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Il giudice ha promesso «punizioni severe», mostrando come prove strumenti medici, silicone di contrabbando e denaro contante. Secondo quanto riferito, il giudice ha dichiarato che una delle imputate «non aveva alcuna intenzione di essere leale all’organizzazione e al collettivo, ma era ossessionata dalla vanità, diventando un’erba velenosa che minava il sistema socialista».
Una fonte ha inoltre riferito al Daily NK «che tra i residenti presenti al processo, si sono sentite critiche come “i medici fanno di tutto per denaro”, ma anche commenti di solidarietà, come “Non lo fa forse perché non ha altri mezzi per vivere?”»
Molte donne di Sariwon vivono nel timore di essere sottoposte a controlli se sospettate di aver effettuato interventi di chirurgia estetica.
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