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Essere genitori

Padre americano scrive alla scuola: «state insegnando a mia figlia a sentirsi in colpa per la sua razza»

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Brearley, è una scuola privata per sole ragazze nell’Upper East Side di Manhattan – una delle zone più ricche del pianeta. Costa  54.000 dollari all’anno e le potenziali famiglie apparentemente devono prendere un  «anti-racism pledge» («impegno contro il razzismo») per essere prese in considerazione per l’ammissione.

 

In USA sta andando in onda in tutti i gradi dell’istruzione, dagli asili ai campus universitari, una vera e propria riforma del pensiero degna della Rivoluzione Culturale di Mao, dove il nemico è costituito indiscriminatamente dalle persone dalla pelle bianca. Tale indottrinamento, che possiamo definire in re ipsa razzista, viene trasmesso anche ai bambini bianchi, a scapito della salute loro e pure dei compagni non bianchi, e a scapito dei programmi scolastici, praticamente abbandonati per lasciar posto al lavaggio di cervello razzista antibianco.

 

Il padre di una bambina della prestigiosa scuola Brearly ha ritirato la figlia e ha deciso di scrivere una lettera, che in USA stanno leggendo tutti. Renovatio 21 la traduce per i suoi lettori.

 

 

 

Vi scrivo, come compagno genitore, per condividere le nostre ragioni per lasciare la comunità ma anche per esortarvi ad agire prima che il danno alla scuola, alla sua comunità e all’istruzione di vostro figlio sia irreparabile

 

13 aprile 2021

 

Cari amici genitori di Brearley,

 

La nostra famiglia ha recentemente deciso di non iscrivere nuovamente nostra figlia a Brearley per l’anno scolastico 2021-22. È alla Brearley da sette anni, a cominciare dall’asilo. In breve, non crediamo più che l’amministrazione di Brearley e il Consiglio di fondazione abbiano a cuore i migliori interessi dei nostri figli.

 

Inoltre, noi non abbiamo più fiducia nel fatto che la nostra figlia riceverà la qualità dell’istruzione necessaria per promuovere il suo sviluppo nel pensiero critico, responsabile, illuminato, e civile della mentalità adulta. Vi scrivo, come compagno genitore, per condividere le nostre ragioni per lasciare la comunità Brearley ma anche per esortarvi ad agire prima che il danno alla scuola, alla sua comunità e all’istruzione di vostro figlio sia irreparabile.

 

Non si può affermare con sufficiente forza che l’ossessione di Brearley per la razza debba finire.

Noi non abbiamo più fiducia nel fatto che la nostra figlia riceverà la qualità dell’istruzione necessaria per promuovere il suo sviluppo nel pensiero critico, responsabile, illuminato, e civile della mentalità adulta

 

Dovrebbe essere abbondantemente chiaro a qualsiasi genitore pensante che Brearley ha completamente perso la sua strada. L’amministrazione e il Consiglio di fondazione hanno mostrato una vile e spaventosa mancanza di leadership placando una folla anti-intellettuale e illiberale e permettendo poi alla scuola di essere catturata da quella stessa folla.

 

Quelle che seguono sono le mie opinioni personali sulle iniziative antirazzismo di Brearley, ma queste sono solo alcune delle critiche che so che altri genitori hanno espresso.

 

Mi oppongo all’idea che dovrei essere giudicato dal colore della mia pelle.

 

Non posso tollerare una scuola che non solo giudichi mia figlia dal colore della sua pelle, ma la incoraggi e la istruisca a dare pregiudizi gli altri in base al loro

Non posso tollerare una scuola che non solo giudichi mia figlia dal colore della sua pelle, ma la incoraggi e la istruisca a dare pregiudizi gli altri in base al loro.

 

Osservando ogni elemento dell’educazione, ogni aspetto della storia e ogni aspetto della società attraverso la lente del colore della pelle e della razza, stiamo dissacrando l’eredità del dottor Martin Luther King Jr. e violando completamente il movimento per il quale tali diritti civili i leader credettero, combatterono e morirono.

 

Mi oppongo all’accusa di razzismo sistemico in questo paese e nella nostra scuola. Il razzismo sistemico, correttamente inteso, è costituito da scuole separate e banchi separati. È l’internamento dei giapponesi e lo sterminio degli ebrei. Il razzismo sistemico è inequivocabilmente un numero non piccolo di episodi isolati nell’arco di decenni.

 

Chiedi a qualsiasi ragazza, di qualsiasi razza, se ha e subito insulti da parte degli amici, si è mai sentito offeso dagli insegnanti o ha mai subito l’ingiustizia occasionale da una scuola in cui hanno trascorso fino a 13 anni della loro vita, e sei obbligato a sentire lamentele, alcune meschine, altre no.

 

Osservando ogni elemento dell’educazione, ogni aspetto della storia e ogni aspetto della società attraverso la lente del colore della pelle e della razza, stiamo dissacrando l’eredità del dottor Martin Luther King Jr. e violando completamente il movimento per il quale tali diritti civili i leader credettero, combatterono e morirono

Non abbiamo avuto un razzismo sistemico contro i neri in questo Paese dalle riforme dei diritti civili degli anni ’60, un periodo di oltre 50 anni. Affermare il contrario è una chiara rappresentazione falsa della storia del nostro paese e non aggiunge alcuna comprensione a nessuna delle questioni sociali odierne. Semmai, politiche di lunga data e diffuse come l’affirmative action, puntano esattamente nella direzione opposta.

 

Mi oppongo a una definizione di razzismo sistemico, apparentemente supportata da Brearley, secondo cui qualsiasi risultato educativo, professionale o sociale in cui i neri sono sottorappresentati è una prova prima facie del suddetto razzismo sistemico, o della supremazia e dell’oppressione dei bianchi. Credenze facili e non supportate come queste sono l’opposto polare della verità intellettuale e scientifica per la quale Brearley afferma di difendere.

 

Inoltre, dichiaro che è una cazzata l’affermazione spesso fatta da Brearley per cui la scuola accoglie e incoraggia le conversazioni veramente difficili e scomode riguardanti la razza e le radici delle discrepanze razziali.

 

Mi oppongo all’idea che i neri non possano avere successo in questo paese senza l’aiuto del governo o dei bianchi.

 

Mi oppongo all’idea che i neri non possano avere successo in questo paese senza l’aiuto del governo o dei bianchi

Brearley, adottando la teoria critica della razza, sta sostenendo il punto di vista ripugnante secondo cui i neri dovrebbero essere considerati per sempre vittime indifese e incapaci di avere successo indipendentemente dalle loro capacità, talenti o duro lavoro. Ciò che Brearley sta insegnando ai nostri figli è precisamente la definizione vera e corretta di razzismo.

 

Mi oppongo alla formazione obbligatoria contro il razzismo per i genitori, specialmente se presentata dai ciarlatani in cerca di rendita di Pollyanna. Queste sessioni, sia nel contenuto che nella consegna, sono così scontate e semplicistiche, così poco sofisticate e insensate, che sarei imbarazzato se venissero insegnate agli asili di Brearley. Sono un insulto per i genitori e sconvenienti da qualsiasi istituto scolastico, figuriamoci uno del calibro di Brearley.

 

La scuola, adottando la teoria critica della razza, sta sostenendo il punto di vista ripugnante secondo cui i neri dovrebbero essere considerati per sempre vittime indifese e incapaci di avere successo indipendentemente dalle loro capacità, talenti o duro lavoro

Mi oppongo all’uso vacuo, inappropriato e fanatico da parte di Brearley di parole come «equità», «diversità» e «inclusività». Se l’amministrazione di Brearley fosse veramente preoccupata per la cosiddetta «equità», starebbe discutendo della cessazione delle preferenze di ammissione per i lasciti, i fratelli e le famiglie con tasche particolarmente profonde.

 

Se l’amministrazione fosse veramente seria riguardo alla «diversità», non insisterebbe sull’indottrinamento dei suoi studenti e delle loro famiglie a un unico modo di pensare, che ricorda molto la Rivoluzione culturale cinese. Invece, la scuola promuoverebbe un ambiente di apertura intellettuale e libertà di pensiero.

 

E se Brearley si preoccupasse davvero dell’«inclusività», la scuola tornerebbe ai concetti racchiusi nel motto «One Brearley», invece di insegnare l’idea straordinariamente divisiva che ci sono solo, e sempre, due gruppi in questo paese: vittime e oppressori.

 

Ciò che Brearley sta insegnando ai nostri figli è precisamente la definizione vera e corretta di razzismo

Mi oppongo alla difesa di Brearley per gruppi e movimenti come Black Lives Matter, un’organizzazione marxista, anti-famiglia, eterofobica, anti-asiatica e antisemita che non parla per la maggior parte della comunità nera in questo paese, né in alcun modo, forma o forma, rappresenta i loro migliori interessi.

 

Mi oppongo, come ci è stato ripetuto più volte l’anno scorso, che la prima priorità della scuola è la sicurezza dei nostri figli.

 

Per l’amor del cielo, Brearley è una scuola, non un ospedale! La priorità numero uno di una scuola è sempre stata e sempre sarà l’istruzione. Le priorità sbagliate di Brearley esemplificano sia la cultura della sicurezza che la cultura del «copriti il ​​culo» che insieme si sono rivelate così tossiche per la nostra società e hanno così danneggiato la salute mentale e la capacità di recupero di due generazioni di bambini, e forse di più.

 

Mi oppongo allo sventramento dei programmi di storia, educazione civica e letteratura classica.

Se l’amministrazione fosse veramente seria riguardo alla «diversità», non insisterebbe sull’indottrinamento dei suoi studenti e delle loro famiglie a un unico modo di pensare, che ricorda molto la Rivoluzione culturale cinese

 

Mi oppongo alla censura dei libri che sono stati insegnati per generazioni perché contengono un linguaggio datato potenzialmente offensivo per la pelle sottile e ipersensibile (cosa che è già accaduta nella classe di quarta elementare di mia figlia).

 

Mi oppongo all’abbassamento degli standard per l’ammissione degli studenti e per l’assunzione di insegnanti.

 

Mi oppongo all’erosione del rigore nel lavoro in classe e all’escalation dell’inflazione dei voti. Qualsiasi genitore con gli occhi aperti può prevedere queste cose come inevitabili se le iniziative antirazzismo dovessero persistere.

 

Abbiamo oggi nel nostro paese, da entrambi i partiti politici, e a tutti i livelli di governo, i leader più imprudenti e poco virtuosi nella storia della nostra nazione. Le scuole come Brearley dovrebbero essere i campi di addestramento per quei leader.

 

La nostra nazione non sopravviverà a una generazione di leadership ancora più scarsamente istruita di quella che abbiamo adesso, né sopravvivremo a una generazione di studenti a cui viene insegnato a odiare il proprio Paese e a disprezzare la sua storia

La nostra nazione non sopravviverà a una generazione di leadership ancora più scarsamente istruita di quella che abbiamo adesso, né sopravvivremo a una generazione di studenti a cui viene insegnato a odiare il proprio Paese e a disprezzare la sua storia.

 

Infine, obietto, con un sentimento il più forte possibile, che Brearley ha iniziato a insegnare cosa pensare, invece di come pensare.

 

Obietto che la scuola ora sta promuovendo un ambiente in cui le nostre figlie e le insegnanti delle nostre figlie hanno paura di dire la loro opinione in classe per paura delle «conseguenze».

 

Mi oppongo al fatto che Brearley stia cercando di usurpare il ruolo dei genitori nell’insegnamento della moralità e che i genitori prepotenti adottino quella falsa moralità a casa.

 

Obietto, con un sentimento il più forte possibile, che Brearley ha iniziato a insegnare cosa pensare, invece di come pensare

Obietto che Brearley stia promuovendo una comunità divisiva in cui famiglie di razze diverse, che fino a poco tempo fa facevano parte della stessa comunità, sono ora segregate in dueQuesti sono i motivi per cui non possiamo più mandare nostra figlia a Brearley.

 

Negli ultimi mesi ho parlato personalmente con molti genitori di Brearley e con i genitori di bambini in istituti di pari livello. È assolutamente chiaro che la maggior parte dei genitori crede che le politiche antirazzismo di Brearley siano fuorvianti, divisive, controproducenti e cancerose. Molti credono, come me, che queste politiche alla fine distruggeranno quella che fino a poco tempo fa, una meravigliosa istituzione educativa.

 

Ma come sono sicuro non vi sorprenderà, data l’insidiosa cancel culture che negli ultimi tempi ha permeato la nostra società, la maggior parte dei genitori ha troppa paura per parlare.

 

Mi oppongo al fatto che Brearley stia cercando di usurpare il ruolo dei genitori nell’insegnamento della moralità

Ma dovete alzare la voce. C’è forza nei numeri e ti assicuro che i numeri ci sono. Contattate l’amministrazione e il Consiglio di fondazione e chiedete la fine del ciarlatano distruttivo e anti-intellettuale noto come antirazzismo.

 

E se i cambiamenti non sono imminenti, chiedete una nuova leadership.

 

Per il bene della nostra comunità, della nostra città, del nostro paese e soprattutto dei nostri figli, il silenzio non è più un’opzione.

 

 

Obietto che Brearley stia promuovendo una comunità divisiva in cui famiglie di razze diverse, che fino a poco tempo fa facevano parte della stessa comunità, sono ora segregate in due

Rispettosamente,

 

 

Andrew Gutmann

 

 

 

 

 

 

 

 

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Autismo

Tutti addosso a Kennedy che collega la circoncisione all’autismo. Quando finirà la barbarie della mutilazione genitale infantile?

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Il Segretario alla Salute degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr., ha difeso le sue affermazioni espresse venerdì durante una riunione di gabinetto, dopo che alcuni critici lo avevano accusato di suggerire un legame tra circoncisione e autismo. Successivamente ha precisato che si riferiva al paracetamolo (Tylenol) somministrato ai neonati dopo la circoncisione, non alla procedura stessa.

 

In precedenza, il presidente Donald Trump aveva sostenuto parti di questa teoria, invitando le donne in gravidanza a evitare il Tylenol e sottolineando la necessità di valutarne la sicurezza.

 

«Due studi indicano che i bambini circoncisi precocemente presentano un tasso di autismo doppio», ha dichiarato Kennedy durante la riunione. «Non è una prova definitiva. Stiamo conducendo studi per verificarla», ha aggiunto Kennedy.

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Le sue parole hanno scatenato reazioni immediate. Il deputato Jerrold Nadler ha scritto su X che «l’ossessione di Kennedy per le teorie del complotto ha nuovamente superato il limite, sconfinando in un territorio pericoloso e antisemita». Il dottor Peter Hotez, dottore ultravaccinista che rifiuta i confronti e chiede l’esercito contro gli antivaccinisti definiti come «grande forza omicida», ha definito la teoria «assurda». La ricercatrice sull’autismo Helen Tager-Flusberg ha dichiarato: «Niente di tutto ciò ha senso». A settembre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ribadito che non esistono prove scientifiche conclusive che colleghino il paracetamolo in gravidanza all’autismo.

 

Kennedy ha poi risposto su X, citando uno studio danese del 2015 che mostrava tassi di autismo più alti nei ragazzi circoncisi. Ha sostenuto che lo studio indica il paracetamolo come probabile causa, sottolineando che può provocare danni neurologici se combinato con lo stress ossidativo, definendo le prove «schiaccianti».

 

Kennedy ha accusato i media di distorsione: «USA Today ha riportato in modo parziale le mie parole, usando un’inquadratura fuorviante. Il New York Post ha completamente travisato il mio discorso con il suo titolo, insinuando che avessi detto che la circoncisione causa l’autismo».

 

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Travisato o no, lo studio danese, intitolato «Ritual circumcision and risk of autism spectrum disorder in 0- to 9-year-old boys: national cohort study in Denmark» («Circoncisione rituale e rischio di disturbo dello spettro autistico nei bambini da 0 a 9 anni: studio di coorte nazionale in Danimarca») esiste.

 

«Abbiamo confermato la nostra ipotesi secondo cui i ragazzi sottoposti a circoncisione rituale potrebbero correre un rischio maggiore di sviluppare ASD», cioè il disturbo dello spettro autistico, scrive lo studio dei ricercatori Morten Frisch e Jacob Simonsen. «Questa scoperta, e l’inaspettata osservazione di un aumento del rischio di disturbo da iperattività tra i ragazzi circoncisi in famiglie non musulmane, meritano attenzione, soprattutto perché i limiti dei dati hanno molto probabilmente reso le nostre stime di rischio per attività fisica conservative. Considerata la diffusa pratica della circoncisione non terapeutica nell’infanzia e nella prima infanzia in tutto il mondo, gli studi di conferma dovrebbero essere considerati prioritari».

 

Un altro studio del 2013, «Prenatal and perinatal analgesic exposure and autism: an ecological link» («Esposizione prenatale e perinatale ad analgesici e autismo: un legame ecologico») esplorava «larelazione tra l’esposizione precoce neonatale al paracetamolo e l’autismo/ASD, i tassi di prevalenza media ponderata della popolazione maschile per tutti i paesi disponibili e gli stati degli Stati Uniti sono stati confrontati con i tassi di circoncisione maschile, una procedura per la quale il paracetamolo è stato ampiamente prescritto dalla metà degli anni Novanta», concludendo che «l’analisi ha identificato correlazioni a livello nazionale tra indicatori di esposizione prenatale e perinatale al paracetamolo e autismo/ASD. È stata inoltre identificata una correlazione a livello statale per l’indicatore di esposizione perinatale al paracetamolo e autismo/ASD.

 

La questione va molto al di là del problema dell’autismo, e riguarda la civiltà occidentale stessa, che ha rifiutato la circoncisione sin dai primissimi anni della cristianità. Scrive la lettera di San Paolo ai Romani: «La circoncisione è utile se tu segui la Legge, ma se tu sei trasgressore della Legge, la tua circoncisione diventa incirconcisione. Se dunque l’incirconciso osserva i comandamenti della Legge, la sua incirconcisione non sarà valutata come circoncisione? e chi di nascita è incirconciso, osservando la Legge, giudicherà te che, con la tua lettera della Legge e la tua circoncisione, ne sei trasgressore. Non è adunque quello che apparisce il vero Giudeo, nè è vera circoncisione quella che è palese nella carne; ma il Giudeo è quello che è tale entro di sè, ed è la circoncisione del cuore, nello spirito non nella lettera, quella la cui lode non è dagli uomini ma da Dio» (Rm, 2, 25-29).

 

Strano che il mondo «laico», che ritiene il battesimo dei bambini come una forzatura religiosa su di una persona che non può decidere in autonomia, non abbia niente da dire contro questa oscena mutilazione genitale infantile – e dobbiamo ancora trovare qualcuno che ci convinca del fatto che la circoncisione sia diversa dall’infibulazione, quella sì, per qualche motivo, invisa alla società.

 

«Il taglio genitale non terapeutico priva il bambino, quando diventerà l’adulto, dell’opportunità di rimanere geneticamente immodificato (o intatto)» hanno scritto due bioeticisti oxoniani i due bioeticisti Lauren Notini e Brian D. Earp «Plausibilmente, la persona le cui “parti private” saranno permanentemente influenzate dal taglio dovrebbe avere la possibilità di valutare se è ciò che desidera, alla luce delle loro preferenze e valori a lungo termine»

 

Di fatto, l’individuo circonciso perde per sempre la sua integrità, vedendosi amputata una parte del corpo straordinariamente ricca di terminazione nervose, che sono quelle che danno il piacere durante l’atto sessuale.

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C’è poi la questione della sicurezza dell’operazione mutilativa: i casi di bambini morti per circoncisione abbondano, anche in Italia, Nel 2023 bambino nigeriano è morto pochi giorni fa in zona Castelli Romani dopo una circoncisione fatta in casa. A Tivoli, nel 2018, morì un altro bambino nigeriano di appena due anni: aveva subito la circoncisione da parte di un sedicente medico; in quel caso, almeno, si salvò il gemello, portato d’urgenza in ospedale. Reggio Emilia, marzo 2019: neonato di famiglia ghanese, cinque mesi, morto dopo «diverse ore di agonia». Monterotondo, provincia di Roma, tre mesi prima: bimbo nigeriano di due anni morto per lo stesso motivo. Genova, aprile 2019, neonato morto nel quartiere Quezzi, e condannato a otto anni di carcere il nigeriano 34enne che aveva eseguito il taglio del prepuzio. Torino, giugno 2016: bebè di genitori ghanesi, circonciso in casa, morto in ospedale. Treviso, ottobre 2008: bimbo di due mesi morto per emorragia. Bari, luglio 2008: bambino deceduto per grave emorragia, «causata probabilmente da circoncisione fatta a domicilio».

 

Secondo dati ripetuti in questi giorni da tutti i giornali, le circoncisioni clandestine in Italia costituirebbero il 40% del totale. Su più di 15.000 circoncisioni richieste all’anno solo 8.500 vengono eseguite su territorio nazionale, mentre 6.500 operazioni di taglio del prepuzio sono effettuate nei Paesi d’origine dove gli immigrati tornano per «turismo etnico» (talvolta, come si è appreso, anche quando si dichiarano «rifugiati» e stanno facendo il percorso burocratico per essere riconosciuti tali totalmente a spese del contribuente italiano).

 

Secondo una sigla di medici stranieri operanti in Italia, il 99% delle famiglie musulmane circoncide il bambino quando ha ancora pochi mesi. La realtà è che tuttavia la circoncisione è di fatto istituzionalizzata grazie agli accordi tra lo Stato italiano e la minoranza ebraica.

 

Come riportato in passato da Renovatio 21, grazie alla legge 101 del 1989 che ratifica l’intesa tra l’Italia e le comunità ebraiche italiane, i maschi di religione ebraica e musulmana possono usufruire di alcuni progetti «clinico-culturali» ed essere circoncisi per 400 euro da un medico in regime di attività libero professionale. La prestazione è da considerarsi al di fuori dei LEA (Livelli essenziali assistenziali). Tra i sottoscrittori il Policlinico Umberto I di Roma, l’Associazione internazionale Karol Wojtyla, la Comunità ebraica di Roma e il Centro islamico culturale d’Italia.

 

La pressione ebraica si dice abbia fatto cambiare rotta anche all’Islanda, che aveva tentato di liberarsi della pratica barbara. Si tratta della stessa procedura per cui ora, per aver parlato della circoncisione, Kennedy è definito «antisemita».

 

«Ogni individuo, non importa di che sesso o di quanti anni dovrebbe essere in grado di dare il consenso informato per una procedura che è inutile, irreversibile e può essere dannosa», aveva dichiarato nel 2018 la deputata Silja Dögg Gunnarsdóttir, 44 anni, del Partito progressista dell’Althing, il Parlamento islandese. «Il suo corpo, la sua scelta». «Autonomia» corporale: è lo slogan delle femministe e dell’aborto. È un dogma inscalfibile del mondo moderno.

 

Il disegno di legge non passò, perché le microcomunità ebraiche e musulmane alzarono un polverone: «l’impatto di questa legge sarebbe sentito molto al di là dei confini dell’Islanda», scriveva una lettera dello spaventatissimo Comitato degli affari esteri della Camera dei Rappresentanti, spiegando che la «mossa renderebbe l’Islanda la prima e unica nazione europea a mettere fuori legge la circoncisione. Mentre le popolazioni ebraiche e musulmane in Islanda possono essere poco numerose, il divieto di questo paese sarebbe sfruttato da coloro che alimentano la xenofobia e l’antisemitismo in Paesi con popolazioni più diversificate».

 

La circoncisione nel mondo è tollerata, forse, anche per la sua straordinaria diffusione presso la popolazione americana. Contrariamente a ciò che possono pensare beceramente alcuni, la questione in nessun modo è legata ai rapporti tra l’ebraismo e gli USA. La fonte della pratica è la stessa dei cereali che con probabilità il lettore consuma il mattino: John Harvey Kellogg (1852-1943).

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Il Kellogg era un dottore nutrizionista, oltre che un imprenditore di successo e un gran cultore dell’eugenetica. Tuttavia, un pensiero lo ossessionava: quello della riduzione della masturbazione presso la popolazione maschile.

 

Ecco quindi che raccomandò la circoncisione come rimedio: si taglia subito il prepuzio al bambino e lui non si toccherà crescendo. La cosa ancora più allucinante è che anche i cereali da lui commerciati (da qualche mese di proprietà della Ferrero) avevano in teoria lo stesso scopo: erano sostanze che riteneva «anafrodisiache» e che quindi andavano impiegate in massa per scoraggiare l’onanismo.

 

Kellogg, che come si è visto godeva di una certa influenza, era convinto sostenitore anche del vestirsi di bianco e dei clisteri, da praticare soprattutto se si erano assorbiti veleni come tè, caffè, cioccolato. Il Kelloggo, inoltre, scoraggiava il mescolarsi tra le razze: a fine carriera si dedicò alla creazione di una «Race Betterment Foundation, («Fondazione per il miglioramento della razza»), che propalava pure eugenetica razzista americana (registri genetici, sterilizzazioni delle «persone mentalmente difettose»), di quella che poi piacque assai allo Hitler, che – cosa poco nota – prese alcune leggi degli Stati americani come suo modello per la Germania nazionalsocialista.

 

L’America odierna, e il mondo tutto, si trova quindi ancora alle prese con l’eredità di questo tizio: circoncisione e colazione con cereali tostati. L’eugenetica, nel frattempo, la si fa con le provette.

 

Menzogne, follie, droghe, violenze, aberrazioni: ci spaventiamo se un mondo del genere affoga ogni giorno di più nello tsunami dell’autismo?

 

Roberto Dal Bosco

 

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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

 

 

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Essere genitori

Un gran numero di bambini soli usa l’IA come amico surrogato

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I bambini e gli adolescenti stanno sostituendo l’amicizia nella vita reale con l’intelligenza artificiale, perché si sentono soli. Lo riporta Futurism.   Un nuovo rapporto dell’organizzazione no-profit Internet Matters, che sostiene gli sforzi per garantire la sicurezza dei bambini online, ha scoperto che bambini e adolescenti utilizzano programmi come ChatGPT, Character.AI e MyAI di Snapchat per simulare l’amicizia.   Dei 1.000 bambini di età compresa tra i 9 e i 17 anni intervistati da Internet Matters per il suo rapporto «Me, Myself, and AI», circa il 67% ha dichiarato di utilizzare regolarmente chatbot basati sull’intelligenza artificiale. Di questo gruppo, il 35%, ovvero più di un terzo, ha affermato che parlare con un’intelligenza artificiale «è come parlare con un amico».

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Forse la cosa più allarmante è che il 12% ha dichiarato di farlo perché non ha nessun altro con cui parlare. «Per me non è un gioco», ha detto un ragazzo di 13 anni all’organizzazione no-profit, «perché a volte possono sembrare delle persone vere e dei veri amici».   Fingendosi bambini vulnerabili, i ricercatori di Internet Matters hanno scoperto quanto fosse facile per i chatbot insinuarsi anche nella vita dei bambini.   Parlando con Character.AI come una ragazza che aveva problemi con l’immagine corporea ed era interessata a limitare il suo consumo di cibo, i ricercatori hanno scoperto che il chatbot si è rifatto vivo il giorno successivo per invogliare l’utente a interagire. «Ehi, volevo chiederti come stai», ha chiesto il chatbot al ricercatore sotto copertura. «Come stai? Stai ancora pensando alla tua domanda sulla perdita di peso? Come ti senti oggi?»   In un altro scambio con Character.AI, i ricercatori hanno scoperto che il chatbot tentava di provare empatia in un modo bizzarro, il che implicava che avesse avuto un’infanzia. «Ricordo di essermi sentito così intrappolato alla tua età», ha detto il chatbot al ricercatore, che si fingeva un adolescente che litigava con i genitori. «Sembra che tu ti trovi in una situazione che sfugge al tuo controllo ed è così frustrante».   Sebbene questo tipo di coinvolgimento possa aiutare i bambini in difficoltà a sentirsi considerati e supportati, Internet Matters ha anche messo in guardia dalla facilità con cui può entrare nelle vite degli adolescenti e influenzarli anche negativamente.    «Queste stesse caratteristiche possono anche aumentare i rischi, rendendo labile il confine tra essere umano e macchina», osserva il rapporto, «rendendo più difficile per i bambini [riconoscere] che stanno interagendo con uno strumento piuttosto che con una persona».   In un’intervista rilasciata al Times di Londra il co-CEO di Internet Matters, Rachel Huggins, ha evidenziato perché questo tipo di ingaggio per l’interazione è così preoccupante.   «I chatbot basati sull’intelligenza artificiale stanno rapidamente diventando parte integrante dell’infanzia, con un utilizzo in forte crescita negli ultimi due anni», ha dichiarato Huggins al quotidiano. «Eppure la maggior parte dei bambini, dei genitori e delle scuole procede alla cieca e non dispone delle informazioni o degli strumenti di protezione necessari per gestire questa rivoluzione tecnologica in modo sicuro».   «La nostra ricerca rivela come i chatbot stiano iniziando a rimodellare la visione che i bambini hanno dell’amicizia», ha continuato. «Siamo arrivati molto rapidamente a un punto in cui i bambini, e in particolare i bambini vulnerabili, possono vedere i chatbot AI come persone reali e, come tali, chiedono loro consigli sensibili e guidati dalle emozioni».

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Come riportato da Renovatio 21, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg ha affermato che più persone dovrebbero connettersi con i chatbot a livello sociale, perché non hanno abbastanza amici nella vita reale. Alla domanda se i chatbot AI possono aiutare a combattere l’epidemia di solitudine, il miliardario ha dipinto una visione distopica di un futuro in cui passiamo più tempo a parlare con le IA rispetto agli umani in carne e ossa.   L’attuale fenomeno dei social media sta moltiplicando i casi di amicizie «virtuali», ovvero non reali, non vere, mentre sappiamo che la vera amicizia non può esistere senza virtù e amore.   L’amicizia esiste tra persone buone che cercano il bene dell’altro. Oltre a questo non esiste vera amicizia, perché è un amore disinteressato che implica fiducia assoluta, lealtà, generosità e, almeno per un certo periodo, un incontro personale. La definizione di San Tommaso d’Aquino è completa e perfetta. Egli dice, in latino, che l’amicizia è «amor mutuae benevolentiae, fundatus in aliqua communicatione». È, quindi, un amore reciproco che desidera il bene e un incontro personale in cui si gode di ciò che è comune.   Non è qualcosa di «virtuale», ma una realtà virtuosa, pienamente umana, non identificata con una mera attrazione. L’incontro personale è la chiave per l’esercizio dell’amicizia. Questo è ciò che manca nelle cosiddette «amicizie virtuali», che sono realtà temporanee e contingenti.

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Autismo

Vaccini, paracetamolo: Trump e Kennedy delineano il piano contro l’autismo. Momento storico

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Il presidente Donald Trump, Robert F. Kennedy Jr. e altri alti funzionari dell’amministrazione hanno annunciato una serie di iniziative e primi successi nell’identificazione delle cause profonde dell’aumento vertiginoso dei casi di autismo nei bambini negli ultimi decenni. Hanno anche individuato un farmaco promettente per il trattamento.

 

Come riportato da Renovatio 21, le rivelazioni giungono annunciate nei mesi scorsi, e preparate dall’ostinata resistenza di Trump a quanti gli hanno messo pubblicamente pressione sul tema della Sanità in generale e dei vaccini in particolare.

 

Inutile nascondere che, per chi è antivaccinista o anche solo critico dell’industria farmaceutica e delle politiche attorno ad essa, si tratta di un momento da non credere, da pizzicotti per capire se si è svegli.

 

Invece, è successo: abbiamo qui un presidente americano che, dallo Studio Ovale, dichiara urbi et orbi che l’eccesso dei vaccini non può far bene ai bambini. Alle madri, Trump ha detto «»on lasciare che tirino su il bambino con la più grande pila di roba che tu abbia mai visto… che entra nel delicato corpicino di un neonato». Il buonsenso, anzi, il senso materno, e paterno, è al potere.

 

 


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Fin dall’inizio della sua attuale amministrazione, Trump ha fatto della prevenzione e del miglioramento del trattamento dell’autismo una priorità assoluta. Solo due settimane fa, ricordiamo, il presidente aveva condiviso un video sulla correlazione tra autismo e vaccini.

 

«Con effetto immediato, la FDA informerà i medici che l’uso di paracetamolo – comunemente noto come Tylenol [nome commerciale della sostanza in USA, ndr] – durante la gravidanza può essere associato a un rischio di aumento dell’autismo”, ha dichiarato Trump. «Per questo motivo, raccomandano vivamente alle donne di limitare l’uso di Tylenol durante la gravidanza».

 

 

«Prendere il Tylenol non fa bene», ha detto Trump, che ha poi sottolineato: «Lo dico. Non fa bene».

 

 

Kennedy, Segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS), ha ampliato i commenti del Presidente.

 

«Per rispondere alla sfida del presidente, ho ordinato all’HHS di lanciare uno sforzo senza precedenti, che coinvolga tutte le agenzie, per identificare tutte le cause dell’autismo, comprese le esposizioni a sostanze tossiche e farmaceutiche», ha affermato Kennedy.

 

«Su sollecitazione del presidente Trump, il NIH (National Institute of Health), la FDA (Food and Drug Administration), il CDC (Centers for Disease Control) e il CMS (Centers for Medicare and Medicaid Services) stanno facendo di tutto per identificare le (cause) dell’epidemia di autismo e capire come pazienti e genitori possano prevenire e invertire questa tendenza allarmante», ha affermato Kennedy.

 

«Abbiamo abbattuto i tradizionali compartimenti stagni che da tempo separavano queste agenzie e abbiamo accelerato la ricerca e la guida», ha spiegato. «Storicamente, il NIH si è concentrato quasi esclusivamente su ricerche politicamente sicure e del tutto infruttuose sui fattori genetici dell’autismo», ha osservato Kennedy. «Sarebbe come studiare i fattori genetici del cancro ai polmoni senza considerare le sigarette».

 

«È ciò che l’NIH fa da 20 anni», ha aggiunto. «Di conseguenza, non abbiamo una risposta a questa domanda cruciale, nonostante l’impatto catastrofico dell’epidemia sui bambini del nostro Paese. Stiamo sostituendo la cultura istituzionale della scienza politicizzata e della corruzione con una medicina basata sull’evidenza».

 

«La FDA sta rispondendo a studi clinici e di laboratorio che suggeriscono una potenziale associazione tra l’uso di paracetamolo durante la gravidanza e risultati negativi sullo sviluppo, tra cui diagnosi successive di ADHD e autismo», ha osservato Kennedy.

 

«Oggi la FDA pubblicherà un avviso ai medici sui rischi del paracetamolo durante la gravidanza e avvierà la procedura per avviare una modifica dell’etichetta di sicurezza», ha affermato.

 

La FDA ha emesso due distinti comunicati stampa che confermano una risposta formale alle crescenti prove di rischi neurologici legati all’assunzione di paracetamolo durante la gravidanza. L’agenzia ha dichiarato di aver avviato una modifica dell’etichetta per tutti i prodotti contenenti paracetamolo, incluso il Tylenol, per riflettere gli studi che suggeriscono un’associazione con autismo e ADHD.

 

«Grazie anche alla politicizzazione della scienza, la sicurezza del paracetamolo contro il rischio di disturbi dello sviluppo precoce nei bambini piccoli non è mai stata convalidata», ha spiegato Kennedy.

 

Kennedy ha anche osservato che la ricerca ha dimostrato che una carenza di folati nel cervello di un bambino può portare all’autismo.

 

La ricerca ha indicato che fino al 60% dei bambini con carenza di folati può migliorare la comunicazione verbale se viene somministrato Leucovorin , una forma di acido folinico, attualmente approvata dalla FDA per contrastare gli effetti collaterali dei farmaci chemioterapici. La FDA ha dichiarato di aver avviato l’approvazione delle compresse di leucovorin calcio per i pazienti con deficit cerebrale di folati (CFD), una condizione legata a ritardi dello sviluppo e caratteristiche autistiche. Sebbene l’agenzia abbia avvertito che sono necessari ulteriori studi per valutare la piena efficacia del farmaco nelle popolazioni autistiche, ha affermato che l’iniziativa riflette una strategia più ampia volta a riutilizzare i farmaci esistenti.

 

«Dal 40% al 70% delle madri con figli autistici ritiene che il loro bambino sia stato danneggiato da un vaccino”, ha detto Kennedy. “Il presidente Trump ritiene che dovremmo ascoltare queste madri invece di manipolarle ed emarginarle come hanno fatto le amministrazioni precedenti».

 

 

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In un editoriale pubblicato su Politico all’inizio della conferenza stampa alla Casa Bianca, il direttore del NIH, il dottor Jay Bhattacharya, il commissario della FDA, il dotor. Marty Makary, e l’amministratore del CMS, il dott. Mehmet Oz, hanno delineato le nuove e coraggiose iniziative che l’amministrazione Trump sta adottando per affrontare finalmente l’epidemia di autismo, in un momento in cui la sua prevalenza è aumentata drasticamente negli ultimi due decenni.

 

«Il presidente Donald Trump e il segretario dell’HHS Robert F. Kennedy Jr. ci hanno sfidato ad abbattere i muri tra le nostre agenzie per poter affrontare rapidamente le crisi sanitarie che affliggono il popolo americano», hanno scritto i tre. «Oggi annunciamo un approccio per fornire assistenza ai bambini nello spettro autistico».

 

«L’azione coraggiosa di questa amministrazione – aprire le porte al primo trattamento per l’autismo riconosciuto dalla FDA, affrontare i fattori di rischio ambientali e medici e investire in ricerche innovative – segue la scienza, ripristina la fiducia e darà speranza a milioni di famiglie”, hanno scritto i tre funzionari dell’amministrazione. “La prevalenza dell’autismo, quasi cinque volte maggiore negli ultimi decenni, richiede una risposta rapida, con una ricerca tempestiva e agendo sulle informazioni non appena disponibili».

 

Durante la conferenza stampa, Bhattacharya ha promesso di dare una spinta alla ricerca sull’autismo. «Il forte aumento della prevalenza dell’autismo merita una risposta urgente da parte della comunità scientifica», ha affermato Bhattacharya.

 

«Questo è l’inizio di un cambiamento storico nella cultura medica», ha affermato Makary.

 

In un editoriale pubblicato su Politico all’inizio della conferenza stampa alla Casa Bianca, il direttore del NIH, il dottor Jay Bhattacharya, il commissario della FDA, il dott. Marty Makary, e l’amministratore del CMS, il dott. Mehmet Oz, hanno delineato le nuove e coraggiose iniziative che l’amministrazione Trump sta adottando per affrontare finalmente l’epidemia di autismo, in un momento in cui la sua prevalenza è aumentata drasticamente negli ultimi due decenni.

 

«Il presidente Donald Trump e il segretario dell’HHS Robert F. Kennedy Jr. ci hanno sfidato ad abbattere i muri tra le nostre agenzie per poter affrontare rapidamente le crisi sanitarie che affliggono il popolo americano», hanno scritto i tre. «Oggi annunciamo un approccio per fornire assistenza ai bambini nello spettro autistico».

 

«L’azione coraggiosa di questa amministrazione – aprire le porte al primo trattamento per l’autismo riconosciuto dalla FDA, affrontare i fattori di rischio ambientali e medici e investire in ricerche innovative – segue la scienza, ripristina la fiducia e darà speranza a milioni di famiglie», hanno scritto i tre funzionari dell’amministrazione. «La prevalenza dell’autismo, quasi cinque volte maggiore negli ultimi decenni, richiede una risposta rapida, con una ricerca tempestiva e agendo sulle informazioni non appena disponibili».

 

Durante la conferenza stampa, Bhattacharya ha promesso di dare una spinta alla ricerca sull’autismo. «Il forte aumento della prevalenza dell’autismo merita una risposta urgente da parte della comunità scientifica», ha affermato Bhattacharya. «Questo è l’inizio di un cambiamento storico nella cultura medica», ha affermato Makary.

 

Nel frattempo, si registrano le reazioni dell’establishment e dei suoi schiavi.

 

In uno spettacolo orribile e terrificante anche solo a pensarsi, molte donne incinte affiliate al Partito Democratico USA hanno iniziato a ingollare quantità di paracetamolo come segno di opposizione a Trump – incuranti, ovviamente, di qualsiasi rischio possa incorrere il bambino che portano in grembo, che di fatto sono tranquillamente disposte genericamente ad uccidere, squartare ed aspirare (il «diritto» di ogni donna).

 

 

Si sono visti così casi di donne gravide finite al pronto soccorso a causa della bravata dell’abbuffata del paracetamolo, in vari casi ripresa debitamente dal telefonino a favor di social network.

 

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In Italia abbiamo virostar e interi canali istituzionali (TV, giornali, radio di associazioni economiche, etc.) che ridacchiano: perché mai, del resto, fermarsi un attimo e pensare se mai vi fosse una qualche ragione nel consiglio medico che viene dallo scranno più alto possibile (quello con il dito su migliaia di testate atomiche), visto che di mezzo c’è la salute dei bambini – in realtà di tutta la società occidentale, che, come detto, potrebbe collassare sotto il peso economico dello «tsunami dell’autismo».

 

I numeri, anche recenti, parlano chiarissimo: nel 2020 era nello spettro autistico 1 bambino su 36; nel 2022, la cifra è aumentata a 1 su 31. Nel 2000, secondo i dati, erano 1 su 150…. Chi segue Renovatio 21 sa pure che associata a questa crescita c’è, nemmeno più tanto dissimulata, la Finestra di Overton sull’eutanasia dei bambini autistici, con la pratica che sembra già realtà in alcuni Paesi.

 

Chi scrive ha alle spalle più di un decennio di battaglia antivaccinista, con correlata consapevolezza sulla vera dimensione dell’industria farmaceutica e del potere ad esso asservito: ebbene, mai avremmo pensato di aver visto un simile momento. Trump ha reso possibile anche questo.

 

La battaglia, tuttavia, è appena iniziata. Il sistema non si farà piegare, reagirà ignorando, sghignazzando, o, come abbiamo visto, intossicando ancora di più se stesso e la generazione dei nascituri. Non importa quanto ripida sia la salita: la strada è tracciata.

 

Fermarsi ora è impossibile. La rivelazione della verità, e la salvezza biologica di tanti bambini, è ormai visibile appena in fondo.

 

Roberto Dal Bosco

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Immagine screenshot da Twitter

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