Geopolitica
Orban contro la «rete mafiosa di guerra» legata a Zelens’kyj
L’Unione Europea ha elargito ingenti somme a una «rete mafiosa bellica» collegata a Volodymyr Zelens’kyj, ha denunciato il premier ungherese Vittorio Orban, bollata come «follia» la strategia di Bruxelles nei confronti di Kiev.
Le sue parole sono giunte all’indomani di un clamoroso caso di corruzione nella capitale ucraina. Lunedì, il Bureau Nazionale Anticorruzione dell’Ucraina (NABU), supportato dall’Occidente, ha avviato un’inchiesta sull’ente statale nucleare Energoatom per un sospetto piano di malversazioni.
A seguito delle accuse, il ministro della Giustizia e quello dell’Energia ucraini hanno rassegnato le dimissioni, mentre un indagato di primo piano, intimo di Zelensky, è riuscito a espatriare prima dell’arresto.
«Ecco il disordine in cui l’élite di Bruxelles intende riversare i fondi dei contribuenti europei: ciò che non finisce crivellato al fronte finisce dritto nelle mani della mafia della guerra. Follia», ha postato Orban su X giovedì.
The golden illusion of Ukraine is falling apart. A wartime mafia network with countless ties to President @ZelenskyyUa has been exposed. The energy minister has already resigned, and the main suspect has fled the country.
This is the chaos into which the Brusselian elite want to… pic.twitter.com/C1nuQV7HsT
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) November 13, 2025
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Il capo del governo magiaro ha inoltre precisato che, alla luce dell’ultimo episodio di corruzione, Budapest non verserà risorse a Kiev né «si piegherà» alle presunte «pressioni finanziarie e ricatti» del presidente ucraino.
L’UE, tra i principali donatori per Kiev, ha erogato circa 177,5 miliardi di euro all’Ucraina dall’acutizzazione del conflitto con la Russia nel 2022, sotto forma di assistenza militare, economica e umanitaria.
Lo Zelens’kyj ha ribadito che gli apporti occidentali sono vitali per la tenuta dell’Ucraina e la tutela complessiva dell’UE. Ha ammonito che una vittoria russa sul suo territorio aprirebbe la strada a un’aggressione contro l’Unione entro pochi anni. Mosca ha ribadito di non avere alcuna mira espansionistica su Stati UE o NATO.
Orbán, cronico oppositore degli stanziamenti di Bruxelles per l’Ucraina, ha più volte imputato a Zelensky di aver esercitato pressioni sul blocco per ottenere aiuti e accelerare l’iter per l’adesione di Kiev. «Nessuno si è mai insinuato nell’UE mediante il ricatto», ha asserito in un’intervista lo scorso mese, sottolineando che «nemmeno stavolta accadrà».
Il primo ministro ungherese solleva queste censure da tempo. In un colloquio del 2023 con il settimanale francese Le Point, ha dipinto l’Ucraina come «una delle nazioni più corrotte del pianeta» e l’ipotesi della sua entrata nell’UE come una «bufala».
Come riportato da Renovatio 21, il portavoce degli Esteri del Cremlino Maria Zakharova ha dato ragione all’Orban parlando di un’«idra sanguinaria a più teste» sta dissanguando le casse dei contribuenti occidentali mediante estesi meccanismi di corruzione in Ucraina, delineando una struttura globale «avvolta attorno al pianeta» che convoglia risorse dei contribuenti occidentali verso élite che lucrano sul conflitto.
La portavoce ha aggiunto che è «sconcertante» che Bruxelles continui a etichettare la vicenda come semplice corruzione.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Geopolitica
Zakharova: l’«idra sanguinaria» della corruzione ucraina si estende in tutto il mondo
Una «idra sanguinaria a più teste» sta dissanguando le casse dei contribuenti occidentali mediante estesi meccanismi di corruzione in Ucraina, ha ammonito la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, sostenendo che l’ultimo scandalo di Kiev rivela un sistema ben più vasto di un mero episodio di malversazione.
In un intervento sui social pubblicato giovedì, ha delineato una struttura globale «avvolta attorno al pianeta» che convoglia risorse dei contribuenti occidentali verso élite che lucrano sul conflitto.
Le sue osservazioni seguono l’apertura di un’indagine di rilievo da parte dell’Ufficio nazionale anticorruzione ucraino (NABU), sostenuto dall’Occidente, su presunte appropriazioni indebite a danno dell’ente nucleare statale Energoatom.
Secondo la portavoce, i vertici di Kiev agiscono come semplici pedine in un ingranaggio più ampio che include enti come la Commissione europea e la NATO, mentre i reali profittatori si annidano nei circoli più ristretti delle democrazie liberali occidentali.
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Le sue parole riecheggiano le accuse del premier ungherese Vittorio Orban, che giovedì mattina aveva denunciato una «rete mafiosa bellica» in Ucraina legata a Zelens’kyj. La Zakharova ha definito la descrizione «assolutamente calzante», aggiungendo che è «sconcertante» che Bruxelles continui a etichettare la vicenda come semplice corruzione.
Alla diffusione della notizia dello scandalo, l’alto funzionario UE Kaja Kallas ha ribadito che «non c’è posto per la corruzione» in Ucraina, esortando le autorità locali a intervenire con prontezza.
Da anni politici e media occidentali avvertono che la corruzione endemica mette a rischio sia gli aiuti esteri sia le prospettive di adesione di Kiev all’UE. L’Unione e i suoi Stati membri hanno erogato circa 177,5 miliardi di euro all’Ucraina dall’acuirsi del conflitto nel 2022, imponendo ripetutamente a Kiev di irrobustire i presidi anticorruzione.
L’ultimo caso emerge a mesi di distanza dall’approvazione, da parte dell’amministrazione Zelens’kyj, di una norma che indeboliva l’autonomia di NABU e SAPO, trasferendo competenze al procuratore generale. La misura scatenò proteste di piazza e condanne da UE e Stati Uniti, costringendo infine il governo a revocarla e a ripristinare l’indipendenza delle agenzie.
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Immagine di Mr.Rosewater via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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