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Omaggio a San Pio X in occasione dell’anniversario della sua canonizzazione

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Il 29 maggio 1954, 70 anni fa, Papa Pio XII canonizzò Papa Pio X davanti a una folla innumerevoli. Questa canonizzazione apparve a tutti straordinaria, poiché bisognava risalire al 1712 – anno in cui Clemente figurava come sovrano pontefice.

 

Attraverso San Pio Nel breve di beatificazione (3 giugno 1951), Pio XII elenca i principali tratti degni di attirare l’attenzione e l’ammirazione delle folle:

 

1° Sollecitudine per la santità del clero, chiave di volta per rinnovare tutte le cose in Cristo, secondo il suo sublime motto (2). Pio X voleva un clero che si distinguesse per la pietà, l’obbedienza e la conoscenza.

 

2° Il rinnovamento degli studi ecclesiastici. Pio X esorta i filosofi cristiani a difendere la verità sotto la bandiera di san Tommaso d’Aquino. Fondò a Roma il Pontificio Istituto Biblico, incoraggiando le scienze teologiche, l’esegesi ispirata e l’attenta predicazione da parte del clero.

 

3° Preoccupazione per la salvezza eterna delle anime. Se Pio X volle un clero santo, fu in vista dell’istruzione dei fedeli ai quali impartì un catechismo, destinato agli adulti e ai bambini. Nei confronti di questi ultimi resterà per sempre il papa dell’Eucaristia, favorendo la comunione anticipata, ma anche – e per tutti – quella frequente e anche quotidiana.

 

4° La difesa dell’integrità e della fede pura. Le false dottrine che rinnovarono tutti gli errori furono smascherate sotto il nome di modernismo, e saggiamente represse (enciclica Pascendi, 8 settembre 1907). In queste circostanze, come nella sua lotta contro le leggi anticlericali e la secolare separazione degli Stati, San Pio è custode della libertà della Chiesa.

 

5° Amore per la liturgia. Iniziatore di un autentico movimento liturgico, Pio ha rinnovato la musica sacra, ma anche il Breviario, il calendario delle feste in modo di orientare «risolutamente la Chiesa verso una strada liturgica tutta impregnata di pietà tradizionale, di grazia sacramentale e di bellezza ispirata» (3).

 

Queste sono le caratteristiche principali della santità di Pio X, Pio XII evoca anche l’opera riformatrice compiuta nella Curia Romana, nelle scuole e nelle parrocchie, l’opera formidabile di riunire in un unico corpo, adeguato alle condizioni della società, le leggi della Chiesa fino ad allora disperse (Codice di diritto canonico, promulgato nel 1917).

 

Senza dimenticare l’attenzione alle missioni evangelizzatrici e anche gli appelli all’unione verso gli «orientali separati».

 

Pio XII ha canonizzato questa santità pontificia per uno scopo ben preciso: «disporre le menti ad affrontare le nostre lotte e assicurare le nostre vittorie e quelle delle generazioni future» (4). Proclamato «santo e guida degli uomini di oggi», «apostolo della vita interiore», San Pio cerca tra sé e sé una soluzione per risanare la sua anima! Consideri dunque come modello la Chiesa raccolta attorno ai suoi altari» (5). Perché questo papa «ha suscitato dovunque un immenso movimento di ritorno agli splendori della liturgia e della musica sacra, e ha bandito la bruttezza dal tempio santo di Dio» (6).

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Una luce per i nostri tempi

Più che mai oggi, come 70 anni fa, la Chiesa trova in san Pio X, vero santo del papato, un modello e una guida. Per il clero, affinché riscopra il senso della sua eminente dignità e della sua vocazione ad essere soprattutto uomini di Dio, dediti al suo culto e alla sua lode. I riti sacrosanti della liturgia costituiscono innanzitutto un culto pubblico offerto alla divina Maestà, l’atto stesso di sacrificio offerto dall’unico Salvatore degli uomini.

 

Non si tratta dell’animazione di un’Ultima Cena più o meno protestantizzata, senza grandezza né sacerdozio chiaramente definito. Si tratta di restituire a ciascun sacerdote la propria identità: quella di essere un altro Cristo, mediatore tra Dio e gli uomini, responsabile di rimettere i peccati, di distribuire i beni divini alle anime e di condurle al Cielo. Per i fedeli e per tutto il popolo cristiano, perché comprendano l’ardente bisogno di salvare la propria anima, di santificare la propria casa, il proprio lavoro e la propria città. Sapientemente istruiti nella loro santa religione, sappiano guardarsi dalla corruzione del mondo, specialmente dalla corruzione morale e intellettuale. San Pio volle che il popolo pregasse sulla bellezza, «riconosciuto nell’Eucarestia il potere i alimentare sostanzialmente la sua vita intima» (7).

 

Organizzò solidamente l’Azione Cattolica e promosse in ambito confessionale l’attività sociale e professionale dei cattolici. Per le persone e tutti gli uomini di buona volontà, affinché trovino accesso a Gesù Cristo nella Chiesa. Questa fu la sua prima preoccupazione, spiega Pio XII, perché Dio «è l’origine e il fondamento di ogni ordine, di ogni giustizia, di ogni diritto nel mondo. Dove c’è Dio regnano l’ordine, la giustizia e la legge». Da qui il grande progetto del pontificato di san Pio X di organizzare il diritto della Chiesa. Di qui ancora il primato della fede e della sana dottrina, che era «un servizio di estrema carità, reso da un santo, come capo della Chiesa, a tutta l’umanità» (8).

 

Infine, per i nemici della Chiesa, perché conoscano l’intrepidità e la forza che solo Dio può donare al suo Vicario sulla terra e, attraverso di lui, ai suoi figli sparsi nell’universo. Emblematico fu il coraggio con cui Pio X respinse le leggi che separavano Chiesa e Stato; egli «diede alla Francia, crudelmente perseguitata, nuovi vescovi, e resistette agli attacchi dei malvagi» (9). Sessant’anni fa, questo è tutto ciò che Pio XII ha mostrato come esempio al mondo. La stessa santità papale di un degno e vero successore di Pietro.

 

Aveva accettato l’onore del supremo pontificato «come una croce» – Accepto in crucem. Lo ha fatto come un santo.

 

NOTE

1) Espressione dell’abate V.A. Berto in un articolo apparso in La Pensée Catholique, 1951, n°19, p. 27 e ripreso nella raccolta Pour la sainte Eglise romaine, éditions du Cèdre, 1976, p. 95.

2) «Omnia instaurare in Christo »; frase di San Paolo (Ef 1, 10) ripresa come simbolo del pontificato nella prima enciclica di San Pio X , E supremi apostolatus, 4 ottobre 1903.

3) O. Rousseau, Histoire du mouvement liturgique, Paris, Cerf, 1945, p. 201.

4) Allocuzione del 3 giugno 1951 (beatificazione) in Documentation catholique n°1097, col. 713-720.

5) Allocuzione del 29 maggio1954 (canonizzazione) Documentation catholique n°1175, col. 711-716.

6) Abbé Victor-Alain Berto, «Sainteté de Pie X», in Pour la Sainte Eglise romaine, op. cit., p. 98.

7) Allocuzione del 29 maggio 1954.

8) Ibidem.

9) Ibidem.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

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Spirito

Morte di monsignor Tissier, comunicato della FSSPX

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Renovatio 21 pubblica di seguito il comunicato della Fraternità Sacerdotale San Pio X per la morte del suo vescovo monsignor Bernard Tissier de Mallerais.  

Menzingen, 8 ottobre 2024

 

Don Davide Pagliarani, Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X, Mons. Alfonso de Galarreta e don Christian Bouchacourt, Assistenti generali, Mons. Bernard Fellay e don Franz Schmidberger, Consiglieri generali, annunciano con dolore il decesso di

Sua Eccellenza Monsignor Bernard Tissier de Mallerais, Vescovo ausiliare della Fraternità Sacerdotale San Pio X, martedì 8 ottobre 2024 alle ore 22.08, munito dei conforti religiosi di Santa Madre Chiesa.

Aveva 79 anni, 49 anni di sacerdozio e 36 di episcopato. Nato il 14 settembre 1945 a Sallanches, in Savoia, di nazionalità francese, è stato uno dei primi seminaristi accolti a Friburgo da Mons. Marcel Lefebvre nel 1969.

Ordinato sacerdote il 29 giugno 1975 a Écòne, è stato direttore del seminario dal 1978 al 1983.

È stato Segretario generale della Fraternità dal 1974 al 1979, e ha ricoperto nuovamente questo incarico tra il 1984 e il 1996. Fu consacrato Vescovo da Mons. Marcel Lefebvre il 30 giugno 1988, e ha svolto umilmente fino alla fine, con zelo e fedeltà, il suo compito di Vescovo ausiliare della Fraternità Sacerdotale San Pio X.

I funerali saranno celebrati presso il seminario Saint-Pie X di Éc6ne, in Svizzera, venerdì 18 ottobre alle ore 9:30; a seguire, l’inumazione nel cimitero del seminario.

R.I.P.

     

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È morto monsignor Tissier de Mallerais, vescovo della FSSPX

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La Fraternità Sacerdotale San Pio X annuncia la morte a 79 anni di monsignor Bernard Tissier de Mallerais. Monsignor Tissier era caduto giorni fa, e non aveva ripreso conoscenza. In questi giorni la FSSPX aveva diramato diverse richieste di preghiera, che Renovatio 21 ha rilanciato.

 

Secondo quanto riportato, scivolando dalle scale, il vescovo aveva subito una frattura al cranio con emorragia interna. Era stato quindi messo in coma farmacologico.

 

Monsignor Tissier era uno dei quattro vescovi ordinati da monsignor Marcel Lefebvre nel 1988.

 

Nato a Sallanche, in Alta Savoia, nel 1945, si era diplomato in biologia prima di entrare al Seminario Internazionale San Pio X a Friburgo nel 1969, per essere poi ordinato sacerdote da monsignor Lefebvre nel 1975. È divenuto quindi rettore del seminario di Écône.

 

Da vescovo, girava il mondo per amministrare i sacramenti ai fedeli, in particolare per le cresime. Per anni era stato a Chicago al priorato di Nostra Signora Immacolata.

 

Tissier era considerato il teologo della Fraternità. Tra i suoi saggi L’Étrange Théologie de Benoît XVI («La strana teologia di Benedetto XVI»), un’opera pubblicata nel 2010 in cui criticava posizioni e dichiarazioni «sorprendenti» di Benedetto XVI riguardo alla fede cattolica.

 

«Noi non cambiamo le nostre posizioni ma abbiamo intenzione di convertire Roma, cioè di portare il Vaticano verso le nostre posizioni» aveva dichiarato in una intervista ad Alaian Elkann apparsa su La Stampa intitolata «Saremo noi a convertire il Vaticano».

 

Requiescat in pace.

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Il curriculum pro-LGBT del nuovo cardinale di Bergoglio cancellato da Wikipedia

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Negli ultimi due anni, la voce di Wikipedia relativa al neo-nominato cardinale di Bergoglio, Timothy Radcliffe, è stata modificata per rimuovere i riferimenti alla sua promozione delle tematiche LGBT. Lo riporta LifeSiteNews.   In un annuncio non programmato dopo l’Angelus del 6 ottobre, Bergoglio ha rivelato i nomi dei 21 nuovi cardinali che creerà l’8 dicembre. Tra i più noti della lista, uno dei 20 aventi diritto di voto per il prossimo papa, c’è padre Timothy Radcliffe OP, un controverso domenicano che ha raggiunto una rinnovata importanza sotto Francesco.   Per i cattolici sorpresi dall’inclusione del domenicano inglese nel Collegio dei cardinali e desiderosi di saperne di più su di lui, la voce Wikipedia dedicata al sacerdote si rivelerà insufficiente, a causa della giudiziosa potatura effettuata negli ultimi due anni.

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Questa modifica ha avuto luogo in particolare quando Radcliffe stava riacquistando una rinnovata importanza nella Chiesa, grazie alla nomina da parte di Bergoglio come membro e predicatore del ritiro del Sinodo sulla sinodalità.   Padre Radcliffe è stato Maestro dell’Ordine Domenicano dal 1992 al 2001, per poi mantenere un profilo più discreto fino al suo coinvolgimento nel Sinodo.   Tuttavia, il suo background è più noto per le sue posizioni sulle tematiche LGBT e per l’apertura verso i comportamenti omosessuali. Questo aspetto della vita di Radcliffe non si trova più su Wikipedia, come dimostra uno sguardo alla voce attuale relativa al cardinale eletto.   L’articolo è stato modificato un numero significativo di volte da agosto 2022, quando è stata pubblicata l’ultima voce che documentava la promozione di questioni LGBT da parte di padre Radcliffe. La voce web ora visibile in archivio nota che Radcliffe era un celebrante alle famigerate messe LGBT a Soho, Londra; questo è assente nell’elenco attuale.   Tuttavia, padre Radcliffe stesso ha confermato di aver celebrato messe per il gruppo LGBT a Soho. Proprio all’inizio di quest’anno aveva ricordato di avere «ricordi così felici del periodo in cui ero in servizio per celebrare la messa per i nostri fratelli e sorelle LGBT+ a Soho prima che la messa venisse trasferita alle cure dei gesuiti in Farm Street».   La voce Wiki ora archiviata ha anche documentato secondo cui l’emittente cattolica statunitense EWTN aveva annullato i piani per coprire la «Divine Mercy Conference» irlandese nel 2014 a causa della partecipazione di padre Radcliffe all’evento. «Molti cattolici in Irlanda sono preoccupati” per la presenza di Radcliffe alla conferenza, aveva affermato la conduttrice di EWTN ed ex parlamentare europea Kathy Sinnott, a causa delle sue “dichiarate opinioni sulla sessualità umana e in particolare sull’omosessualità». Questa informazione è assente anche nell’attuale voce di Wikipedia.   La voce di agosto 2022 includeva una citazione di Radcliffe, ora cancellata, in cui paragonava l’attività sessuale omosessuale al dono di sé di Cristo nell’Eucaristia. Affermava, mentre contribuiva al rapporto anglicano del 2013 sull’etica sessuale umana, che «non tutti i matrimoni sono fertili» e che «sicuramente è nelle parole gentili e curative che ci offriamo a vicenda che tutti condividiamo la fertilità di quel momento più intimo».   «Come tutto questo ha a che fare con la questione della sessualità gay? Non possiamo iniziare con la domanda se sia permessa o proibita! Dobbiamo chiederci cosa significhi e fino a che punto sia eucaristica. Certamente può essere generosa, vulnerabile, tenera, reciproca e non violenta. Quindi, in molti modi, penserei che possa essere espressione del dono di sé di Cristo. Possiamo anche vedere come possa essere espressione di fedeltà reciproca, una relazione di alleanza in cui due persone si legano l’una all’altra per sempre».   Al contrario, l’attuale voce su padre Radcliffe presenta – sul tema dell’omosessualità – una citazione isolata da un articolo del 2012 in cui affermava che la Chiesa cattolica «non si oppone al matrimonio gay. Lo considera impossibile». Mentre questa linea sembra difendere l’insegnamento cattolico, padre Radcliffe sosteneva nello stesso articolo che «questo non significa denigrare l’amore impegnato per le persone dello stesso sesso. Anche questo dovrebbe essere amato e sostenuto, ed è per questo che i leader della chiesa stanno lentamente arrivando a sostenere le unioni civili tra persone dello stesso sesso. Il Dio dell’amore può essere presente in ogni vero amore».

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Il curriculum teologico del cardinale entrante sull’omosessualità è in gran parte in contrasto e contraddice l’insegnamento cattolico sull’argomento.   Poco prima che il Vaticano pubblicasse il suo documento del 2005 che riaffermava il divieto di ammettere uomini con «tendenze omosessuali» nei seminari, padre Radcliffe si era opposto pubblicamente alla misura. Scrivendo al London Times, padre Radcliffe ha sostenuto che «qualsiasi pregiudizio radicato contro gli altri, come l’omofobia o la misoginia, sarebbe motivo di rifiuto di un candidato al sacerdozio, ma non il suo orientamento sessuale».   Il Radcliffo aveva anche scritto un articolo per The Tablet, dove scrive «non ho dubbi che Dio chiami gli omosessuali al sacerdozio, e sono tra i sacerdoti più dedicati e impressionanti che abbia mai incontrato».   «Possiamo presumere che Dio continuerà a chiamare al sacerdozio sia gli omosessuali che gli eterosessuali, perché la Chiesa ha bisogno del dono di entrambi», avrebbe detto durante un ritiro in Canada nei primi anni del 2000.   Rispondendo a LifeSiteNews durante il Sinodo del 2023, «Radcliffe sembrava suggerire che gli omosessuali potrebbero essere felici di essere sacerdoti, a patto che non facciano della loro sessualità “la parte più importante della loro identità”».   Nel 2012, il domenicano inglese scrisse sul quotidiano goscista Guardian che «è incoraggiante vedere l’ondata di sostegno ai matrimoni gay. Mostra una società che aspira a una tolleranza aperta verso tutti i tipi di persone, un desiderio di vivere insieme in reciproca accettazione». Ciò è avvenuto nel contesto del dibattito pubblico sulla legalizzazione del «matrimonio» tra persone dello stesso sesso nel Regno Unito, che alla fine si è avuta nel 2013.   Lo stile particolare di padre Radcliffe nella scrittura e nell’oratoria spesso comporta la messa in discussione dell’insegnamento cattolico e la presentazione di dottrine consolidate come qualcosa che può essere discusso in vista di un potenziale cambiamento.   Egli sostiene anche che i divorziati e i «risposati» ricevano la Santa Comunione, in particolare alla luce della controversa esortazione apostolica di papa Francesco Amoris Laetitia. Prima della pubblicazione dell’esortazione, il Radcliffe scrisse nel 2013 sul giornale dei gesuiti America di avere «due profonde speranze»:   «Che si trovi un modo per accogliere di nuovo nella comunione i divorziati risposati. E, cosa più importante, che alle donne venga data vera autorità e voce nella chiesa. Il papa esprime il suo desiderio che ciò possa accadere, ma quale forma concreta può assumere? Crede che l’ordinazione delle donne al sacerdozio ministeriale non sia possibile, ma il processo decisionale nella chiesa è diventato sempre più strettamente legato all’ordinazione negli ultimi anni. Questo legame può essere allentato? Speriamo che le donne possano essere ordinate al diaconato e quindi avere un posto nella predicazione dell’Eucaristia. In quali altri modi può essere condivisa l’autorità?»   Grazie ai ritiri tenuti al Sinodo sulla sinodalità nel 2023 e nel 2024, padre Radcliffe ha ottenuto una rinnovata attenzione internazionale e ha preparato il terreno per gli incontri con i quasi 400 partecipanti al Sinodo.   Sebbene Radcliffe sarà cardinale elettore solo fino al prossimo agosto, quando compirà 80 anni, la sua nomina testimonia la volontà personale del Bergoglio e la sua approvazione per l’affermazione di Radcliffe come promotore di ideali così vicini al cuore dell’uomo di Santa Marta.

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