Connettiti con Renovato 21

Spirito

Notre-Dame dovrebbe riaprire a dicembre 2024

Pubblicato

il

La riapertura ufficiale della cattedrale di Notre-Dame a Parigi è prevista per l’8 dicembre 2024, solennità dell’Immacolata Concezione. Il 15 aprile 2019 la cattedrale, allora in fase di restauro, ha preso fuoco. Crollarono la guglia, l’intero tetto che copriva la navata, il coro e il transetto, suscitando emozione e stupore in tutto il mondo.

 

Oggi, dopo due anni dedicati alla messa in sicurezza dell’edificio, allo studio del progetto, quindi alla preparazione e all’aggiudicazione dei bandi di gara, sono in corso i lavori di pulizia e restauro dell’interno dell’edificio. I lavori di ripristino della guglia e delle strutture mancanti rappresentano la fase più imponente.

 

Fino alla fine del 2023, la guglia della cattedrale potrà salire gradualmente verso il cielo man mano che viene costruita. Infatti, l’installazione della sua parte inferiore, lo sgabello, è stata completata il 15 aprile 2023, quattro anni dopo l’incendio. Questa base è una costruzione lignea mediante la quale la guglia è ancorata nei quattro grandi pilastri angolari dell’incrocio del transetto.

 

Con una dimensione di 15 metri di lunghezza per 13 metri di larghezza per 6 metri di altezza, determina la stabilità della struttura alta 66 metri, che culminerà a 96 metri da terra. La cattedrale potrà dunque ritrovare la sua guglia, ricostruita identica alla precedente: in quercia, pietra e piombo, progettata dall’architetto Eugène Viollet-le-Duc.

 

Con la ripulitura delle pareti, delle decorazioni pittoriche e delle volte, il restauro del recinto del coro, capolavoro scultoreo del Trecento, la pietra riacquista la sua bellezza e le pitture delle cappelle il loro originario splendore.

 

«I due bracci del transetto sono nel loro stato definitivo. Anche le prime due campate della navata», afferma il generale Jean-Louis Georgelin, presidente dell’ente pubblico responsabile del restauro della cattedrale di Notre-Dame a Parigi. Le prime vetrate colorate che erano state rimosse sono state reinstallate, «non perché fossero rotte, ma perché dovevano essere pulite», spiega. Questo non era mai stato fatto dalla loro fondazione.

 

Philippe Villeneuve, capo architetto dei monumenti storici incaricato di Notre-Dame de Paris, precisa che nel 2024, «quando torneremo alla cattedrale, cinque anni dopo l’incendio, non riconosceremo Notre-Dame de Paris. Signora, totalmente abbagliata dalla luminosità delle pietre, dei quadri, delle vetrate, dei lampadari. Notre-Dame sarà irriconoscibile e sarà esattamente come poteva essere quando Viollet-le-Duc completò la sua opera».

 

«Per quanto riguarda l’arredo liturgico e il disegno delle sedie, i vari artisti sono stati preselezionati all’inizio dell’anno», indica mons. Olivier Ribadeau-Dumas, rettore della cattedrale. Gli artisti incaricati dell’arredo liturgico dovranno presentare il loro progetto entro il 23 maggio.

 

«Anche monsignor Laurent Ulrich, arcivescovo di Parigi, ha ricevuto gli artisti per raccontare loro ciò che si aspettava, per richiamare le dimensioni liturgiche e funzionali di ogni oggetto, chiamato peraltro ad essere integrato in una storia iniziata più di 850 anni fa. Il 13 luglio si riunirà la Commissione Nazionale per i Beni e l’Architettura (CNPA) sul progetto proposto dalla diocesi», continua.

 

Nel 2024 inizierà la terza fase dei lavori: l’esterno dei transetti, dell’abside e della torre sud, la ricostruzione del piazzale e la sistemazione dell’intorno. Prima dell’incendio, la cattedrale attirava ogni anno 12 milioni di fedeli e visitatori.

 

Notre-Dame festeggia quest’anno l’860° anniversario della sua costruzione.

 

 

 

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

 

 

 

 

Immagine di DiscoA340 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

 

 

Continua a leggere

Spirito

La Dignitas Infinita di papa Francesco contraddice la dottrina della Chiesa su pena di morte e sulla guerra: parla il vescovo Eleganti

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 riporta questo testo del vescovo svizzero Marian Eleganti apparso su LifeSiteNews.

 

Si intitola Dignitas infinita l’ultimo documento del Dicastero per la dottrina della fede e attribuisce «dignità infinita» all’essere umano. Preferisco il termine «dignità inviolabile». Dovremmo invece riservare a Dio la categoria «infinito», perché si applica realmente solo a Lui. Tutte le creature sono «finite» o «contingenti». La «dignità infinita» per gli esseri umani sembra grandiosa e in qualche modo irrazionale.

 

Nel Libro della Genesi la pena di morte è giustificata dal fatto che l’uomo è fatto a immagine di Dio. Secondo il primo libro delle Sacre Scritture, se qualcuno uccide un altro essere umano, merita di morire. Perché? Perché ha misconosciuto la dignità di essere immagine di Dio nel prossimo e non ha rispettato l’inviolabilità ad essa connessa. Commettendo un omicidio, perde (latae sententiae) il proprio diritto alla vita. Viene punito con la morte.

 

La pena di morte viene così giustificata qui con la dignità dell’uomo come immagine di Dio, mentre nel documento del Dicastero per la Dottrina della Fede viene respinta con la stessa argomentazione. Questa è una contraddizione.

 

Papa Francesco e il suo protetto e ghostwriter, il cardinale Fernandez, con la loro posizione si allontanano dalla tradizione e si confrontano con grandi studiosi cattolici che hanno pensato diversamente al riguardo e hanno giustificato la dottrina tradizionale della guerra giusta e della pena di morte con criteri basati sulla giustizia in modo razionale vincolato dalla teologia della rivelazione.

 

Le loro argomentazioni dovrebbero essere affrontate e se ne dovrebbero fornire di migliori. Ma aspettiamo invano. Allora come può essere giustificata l’autodifesa dell’Ucraina se gli atti di guerra o le guerre non possono essere giustificate in nessun caso – nemmeno nell’autodifesa (cfr. la tradizionale dottrina della guerra giusta)? A questo scopo devono esistere criteri oggettivi e razionali. L’insegnamento tradizionale della Chiesa ce li ha forniti. Oggi riscriviamo semplicemente il catechismo.

 

Non sono un sostenitore della pena di morte, e l’esperienza di come e da chi è stata ed è praticata in tutto il mondo nel passato e nel presente dà motivo di metterla in discussione e rifiutarla in questa forma. Ma chi la mette al bando in ogni caso come ultima ratio, mette in discussione la Parola di Dio e, su questa base, la tradizione pedagogica della Chiesa. Presumono di saperne di più oggi. I dubbi sono appropriati.

 

Si ricorda (CCC [ Il Catechismo della Chiesa Cattolica ] 1997/2003):

 

2267 [sulla pena di morte] L’insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell’identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l’unica via praticabile per difendere efficacemente dall’aggressore ingiusto la vita di esseri umani.

 

Se, invece, i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall’aggressore e per proteggere la sicurezza delle persone, l’autorità si limiterà a questi mezzi, poiché essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana.

 

Oggi, infatti, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere efficacemente il crimine rendendo inoffensivo colui che l’ha commesso, senza togliergli definitivamente la possibilità di redimersi, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo «sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti»( Evangelium Vitae 56).

 

2309 [sulla guerra giusta]: Si devono considerare con rigore le strette condizioni che giustificano una legittima difesa con la forza militare. Tale decisione, per la sua gravità, è sottomessa a rigorose condizioni di legittimità morale. Occorre contemporaneamente:

 

— che il danno causato dall’aggressore alla nazione o alla comunità delle nazioni sia durevole, grave e certo;

 

— che tutti gli altri mezzi per porvi fine si siano rivelati impraticabili o inefficaci;

 

— che ci siano fondate condizioni di successo;

 

— che il ricorso alle armi non provochi mali e disordini più gravi del male da eliminare. Nella valutazione di questa condizione ha un grandissimo peso la potenza dei moderni mezzi di distruzione.

 

Marian Eleganti

Vescovo

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Immagine screenshot da YouTube

Continua a leggere

Spirito

Ateismo fluido e magistero liquido

Pubblicato

il

Da

Nel 1987 è apparso il libro La soft-ideologie, scritto da François-Bernard Huygue e Pierre Barbès.   I due autori hanno presentato il loro lavoro così: «i tempi sono duri, le idee sono morbide… L’ideologia morbida è affari e diritti umani…, il mercato azionario e la tolleranza, l’individualismo e la carità -rock, Tapie e Coluche…»   «Mescolata insieme ai resti intellettuali dei decenni precedenti, l’ideologia soft mescola management conservatore e sogni del Sessantotto, idee confuse e moralismo vago, inni alla modernità e ritorno agli ideali del XVIII secolo. Assicura un consenso apatico sull’essenziale. Promuove la rassegnazione alla forza delle cose ed esalta le piccole gioie».   Esiste una teologia morbida? Lo si potrebbe credere leggendo i documenti episcopali pubblicati alla vigilia delle prossime elezioni europee. Tutto va bene: rispetto e promozione della dignità di ogni persona umana, solidarietà, uguaglianza, famiglia e sacralità della vita, democrazia, libertà, sussidiarietà, salvaguardia della nostra Casa comune…   Troviamo tutti i «sovranisti del clima», come dicono alcuni vaticanisti ironici e disillusi.   Con più serietà, il cardinale Robert Sarah preferisce parlare di «ateismo fluido e pratico». Un ateismo fluido che «scorre nelle vene della cultura contemporanea», che «non pronuncia mai il suo nome ma si infiltra ovunque anche nei discorsi ecclesiali», il cui «primo effetto è una forma di letargo della fede: anestetizza la nostra capacità di reazione, di riconoscere l’errore, il pericolo. Si è diffuso in tutta la Chiesa».   Un ateismo pratico, conclude il cardinale Sarah, che si fonda essenzialmente «sulla paura di essere in contraddizione con il mondo». Sappiamo però che Gesù Cristo è «un segno esposto alla contraddizione» (Lc 2,34).   Inutile dire che, di fronte a questo «ateismo fluido», un «magistero liquido» non solo è impotente ma, peggio ancora, complice.   Tuttavia, a Saint-Pierre a Roma, se guardiamo il fregio della traversa della cupola, possiamo leggere a grandi lettere blu su fondo oro: Tu es Petrus et super hanc petram ædificabo Ecclesiam meam et tibi dabo claves Regni cælorum, «tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e ti darò le chiavi del Regno dei cieli» (Mt 16,18-19).   La Chiesa non è costruita sulla palude della postmodernità, ma sulla pietra. Su Pietro che è il Vicario di Cristo.   Abate Alain Lorans   Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
 
Continua a leggere

Spirito

Stati Uniti, un disegno di legge dichiara antisemita il Nuovo Testamento

Pubblicato

il

Da

La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato un disegno di legge volto ad adottare una definizione di antisemitismo che include l’affermazione secondo cui gli ebrei sarebbero stati coinvolti nell’esecuzione di Gesù Cristo. Pertanto, il Nuovo Testamento diventerebbe legalmente un testo antisemita.

 

La guerra di Gaza e la posizione degli Stati Uniti rischiano di avere un impatto formidabile sul Nuovo Testamento. Il disegno di legge arriva in un momento in cui le università americane sono state teatro di manifestazioni filo-palestinesi che, secondo i loro detrattori, sono talvolta sfociate nell’antisemitismo. Per molti politici, criticare l’invasione equivale ad antisemitismo.

 

Il Congresso ha approvato questo disegno di legge il 1° maggio 2024, che imporrebbe al Dipartimento dell’Istruzione di utilizzare la definizione di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) nell’applicazione delle leggi antidiscriminazione. Molti membri del Congresso, sia democratici che repubblicani, che affermano di essere cristiani hanno votato a favore.

 

«L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei, che può essere espressa attraverso l’odio verso gli ebrei. Le manifestazioni retoriche e fisiche dell’antisemitismo sono dirette contro individui ebrei e non ebrei e/o le loro proprietà, contro le istituzioni della comunità ebraica e le strutture religiose», si legge in questa definizione.

Sostieni Renovatio 21

Il disegno di legge ha ricevuto il sostegno di 320 membri del Congresso, mentre 91 hanno votato contro. Va notato che la definizione implica che l’antisemitismo si esprime attraverso l’uso di simboli e immagini associati all’antisemitismo classico – ad esempio, l’affermazione che gli ebrei hanno ucciso Gesù o l’accusa di omicidio rituale per caratterizzare Israele o gli israeliani.

 

Il testo del disegno di legge afferma che richiederà al Dipartimento dell’Istruzione di “considerare la definizione di antisemitismo come parte della valutazione del Dipartimento per stabilire se la pratica sia motivata da intenti antisemiti” quando indaga sulla presunta discriminazione antisemita negli istituti scolastici superiori.

 

Gli oppositori della misura hanno messo in guardia. La rappresentante Marjorie Taylor Greene ha scritto: «L’antisemitismo è un male, ma oggi non voterò per l’Anti-Semitism Awareness Act del 2023 (HR 6090) che potrebbe condannare i cristiani di antisemitismo per aver creduto al Vangelo che dice che Gesù fu consegnato a Erode perché fosse crocifisso dai Giudei».

 

«Se sostenete questo disegno di legge sull’incitamento all’antisemitismo, non solo state sputando sul Primo Emendamento, ma state anche palesemente negando la Bibbia», ha scritto la conduttrice televisiva Blaze Lauren Chen.

 

Oltre alla questione biblica, i critici sostengono che il disegno di legge minacci la libertà di parola e potrebbe portare a restrizioni ingiustificate sull’espressione politica. La fattibilità del disegno di legge nel Senato controllato dai democratici è incerta e la sua interpretazione è oggetto di un acceso dibattito, che riflette profonde divisioni nella politica degli Stati Uniti nei confronti di Israele.

 

La proposta ha anche diviso la comunità ebraica, con alcuni gruppi ebraici liberali che si oppongono alla misura in quanto troppo ampia.

 

Sembra che i repubblicani stiano cercando di sfruttare le divisioni interne su come gestire altre politiche di sicurezza nazionale, come la guerra in Ucraina. Questa legge e le misure di sorveglianza universitaria consentono ai conservatori di mostrare una posizione chiara a favore di Israele, evidenziando al contempo le divisioni tra i democratici.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

Continua a leggere

Più popolari