Epidemie
Nemmeno il COVID-19 riesce ad uccidere il movimento No-Vax
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense.
Il mese scorso, il BMJ ha pubblicato un articolo intitolato «Nemmeno il Covid-19 può uccidere il movimento No-Vax» in cui l’autrice, Katrina Megget, ha fornito i risultati di uno studio condotto tra il 24 e il 26 aprile su 1.000 newyorkesi in merito alla diffusione di un vaccino contro il Coronavirus quando questo sarebbe stato disponibile.
Il 59% delle persone intervistate ha dichiarato che avrebbe fatto il vaccino e il 53% lo avrebbe permesso ai propri figli
Questi risultati hanno mostrato che il 59% delle persone intervistate ha dichiarato che avrebbe fatto il vaccino e il 53% lo avrebbe permesso ai propri figli. L’articolo continua delineando ciò che l’autrice ritiene essere «disinformazione» sulla vaccinazione e definisce l’imminente vaccino come salvezza dell’umanità.
Come è accaduto di rado, il BMJ ha aggiunto all’articolo il commento integrale dello storico sostenitore della sicurezza dei vaccini Josh Mazer.
Le voci a sinistra e a destra, all’interno e all’esterno della comunità medica, stanno lanciando avvertimenti sul fatto di ignorare i protocolli di sicurezza stabiliti allo scopo di accelerare lo sviluppo di un vaccino contro il COVID-19
Spett.le Redazione,
Ho letto con interesse «Nemmeno il Covid -19 può uccidere il movimento No-Vax».
L’Operazione «Warp Speed» del presidente Trump, il programma per lo sviluppo di un vaccino contro il COVID-19, dovrebbe frenare qualsiasi consumatore medico senziente e pensante.
«Non stiamo saltando alcun passo, ma li stiamo accelerando molto (…) non ne ha mai fatto uno… così in fretta»
Le voci a sinistra e a destra, all’interno e all’esterno della comunità medica, stanno lanciando avvertimenti sul fatto di ignorare i protocolli di sicurezza stabiliti allo scopo di accelerare lo sviluppo di un vaccino contro il COVID-19.
Eppure Trump chiede, e ottiene, scorciatoie.
Vaccino antipolio:«Circa 40.000 si sono ammalati di poliomielite “abortiva”, con febbre, mal di gola, emicrania, vomito e dolori muscolari. Cinquantuno sono rimasti paralizzati e cinque sono morti»
Il 5 maggio, MSN ha riportato: «Il personale medico presso la School of Medicine dell’Università del Maryland lunedì scorso ha somministrato alle prime persone un potenziale vaccino per il Coronavirus come parte di uno sforzo internazionale accelerato».
«Non stiamo saltando alcun passo, ma li stiamo accelerando molto», ha affermato la dottoressa Kirsten Lyke, e aggiunge che «non ne ha mai fatto uno … così in fretta».
«Fu uno dei peggiori disastri biologici nella storia americana: un’epidemia di polio causata dall’uomo»
Cosa potrà mai andare storto? Una breve storia di «vaccini affrettati» del recente passato offre alcune inquietanti intuizioni.
- Il vaccino contro la poliomielite è stato lanciato sul mercato da aziende in competizione non solo per salvare vite umane, ma anche per cogliere l’occasione. Commenta il Dr. Paul Offit citato nel Washington Post: «Circa 40.000 si sono ammalati di poliomielite “abortiva”, con febbre, mal di gola, emicrania, vomito e dolori muscolari. Cinquantuno sono rimasti paralizzati e cinque sono morti». Offit ha scritto nel suo libro del 2005, The Cutter Incident: How America’s First Polio Vaccine Led to the Growing Vaccine Crisis: «Fu uno dei peggiori disastri biologici nella storia americana: un’epidemia di polio causata dall’uomo». Inoltre, circa 10 milioni di americani sono stati infettati dal virus SV40 dai primi vaccini contro la polio.
Il vaccino contro il morbillo ha provocato un ceppo più virulento e infettivo di «morbillo atipico», più letale del morbillo naturale
- Il vaccino contro il morbillo è stato lanciato nel 1963. È stato ritirato dopo meno di un anno. Ha provocato un ceppo più virulento e infettivo di «morbillo atipico», più letale del morbillo naturale.
- Il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (MPR) del ceppo di Urrabe è stato introdotto in Canada nei primi anni ’80 e ritirato immediatamente perché causava meningite asettica. Nonostante l’avvertimento, la Gran Bretagna introdusse il medesimo vaccino e lo ritirò nel 1993 per lo stesso motivo.
Il vaccino MPR introdotto in Canada nei primi anni ’80 e ritirato immediatamente perché causava meningite asettica
- Il vaccino antinfluenzale H1N1 del 1976 fu lanciato sul mercato sotto lo spettro di un’epidemia imminente. Dopo aver ucciso circa 20 persone e paralizzato molte altre, è stato tirato altrettanto in fretta.
- Il vaccino originale a cellule intere contro la pertosse ha causato così tante lesioni e morti che è stato sostituito con una versione più sicura e attenuata.
Dopo aver ucciso circa 20 persone e paralizzato molte altre, Il vaccino antinfluenzale H1N1 del 1976 è stato tirato altrettanto in fretta
- Il vaccino H1N1 del 2009 è stato pubblicizzato dal Dr. Anthony Fauci come «sicuro ed efficace». L’Australia ha smesso di somministrarlo a bambini di età inferiore ai 5 anni perché 1/110 ha sviluppato convulsioni febbrili. Oltre 1500 casi di narcolessia in Europa, secondo il CDC, sono stati causati da questo vaccino accelerato.
Vaccino H1N1 del 2009: l’Australia ha smesso di somministrarlo a bambini di età inferiore ai 5 anni perché 1/110 ha sviluppato convulsioni febbrili. Oltre 1500 casi di narcolessia in Europa
- Ruth Karron della Hopkins ha cercato per oltre un decennio di sviluppare un vaccino contro il virus respiratorio sinciziale. I primi studi sull’uomo hanno ucciso due giovani partecipanti, il che evidenzia la necessità di protocolli di ricerca attenti e organizzati.
- Il vaccino contro la dengue introdotto nelle Filippine nel 2017 da Sanofi è stato ritirato. Secondo NPR: «Il governo delle Filippine ha accusato 14 funzionari governativi per la morte di 10 bambini. Il governo ha affermato che i funzionari avevano agito con “indebita fretta nel lancio della campagna”».
Vaccino contro il virus respiratorio sinciziale: primi studi sull’uomo hanno ucciso due giovani partecipanti
- Il vaccino contro il papillomavirus umano introdotto nel Maryland nel 2007 è stato «accelerato» attraverso il processo normativo. La Royal Society of Medicine ha pubblicato nel 2020 «Una nuova analisi degli studi clinici sui vaccini contro l’HPV per prevenire il cancro cervicale solleva dubbi sull’efficacia dei vaccini». Il vaccino HPV ha causato la morte di Christina Tarsell, residente nella contea di Baltimora. Ci sono altri 720 eventi avversi nel Maryland e oltre 500 decessi in tutto il mondo associati a quel vaccino.
Vaccino contro la dengue nelle Filippine (2017): «Il governo delle Filippine ha accusato 14 funzionari governativi per la morte di 10 bambini
- La scienza ha lavorato sui vaccini per la sindrome respiratoria acuta grave (SARS), la sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e persino il raffreddore comune per decenni. I vaccini sperimentali del gruppo dei Coronavirus, quando testati su modelli animali, inducono la produzione di anticorpi rilevanti per la malattia. In ogni caso, gli animali mostrano sintomi più gravi ai patogeni naturali quando vengono nuovamente esposti. William Haseltine ha scritto a Forbes: «Tutte le scimmie vaccinate trattate con il vaccino di Oxford sono state infettate quando hanno ricevuto il vaccino… Non c’era differenza nella quantità di RNA virale rilevata … nelle scimmie vaccinate rispetto a quelle non vaccinate. Vale a dire, tutti gli animali vaccinati erano infetti… È chiarissimo che il vaccino non ha fornito l’immunità contro il virus, il gold standard per qualsiasi vaccino». Oxford Group sta andando avanti con questo vaccino.
Il vaccino HPV ha causato la morte di Christina Tarsell,. Ci sono altri 720 eventi avversi nel Maryland e oltre 500 decessi in tutto il mondo associati a quel vaccino
L’operazione Warp Speed di Trump potrebbe essere basata più sull’opportunità politica che sulla scienza reale.
Che questo processo possa essere così politicizzato, come è stato per decenni, è preoccupante.
I vaccini sperimentali del gruppo dei Coronavirus, quando testati su modelli animali, inducono la produzione di anticorpi rilevanti per la malattia
Josh A. Mazer
Traduzione di Alessandra Boni
«Tutte le scimmie vaccinate trattate con il vaccino di Oxford sono state infettate quando hanno ricevuto il vaccino… È chiarissimo che il vaccino non ha fornito l’immunità contro il virus, il gold standard per qualsiasi vaccino»
© 9 giugno 2020, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Epidemie
La Russia sottoporrà a test per l’epatite tutti i lavoratori immigrati. E l’Italia?
A partire da marzo 2026, la Russia imporrà ai lavoratori migranti di sottoporsi a test per l’epatite B e C, ampliando le attuali disposizioni di screening medico. Le nuove regole si applicheranno ai cittadini stranieri e agli apolidi che entrano in Russia per lavoro, oltre a coloro che richiedono lo status di rifugiato o asilo temporaneo.
Le visite mediche sono obbligatorie per i migranti: senza di esse, non è possibile ottenere permessi di lavoro, residenza temporanea o permanente. I lavoratori migranti devono completare gli esami entro 30 giorni dall’arrivo, mentre chi non intende lavorare ha 90 giorni di tempo. Attualmente, gli screening includono test per droghe e malattie gravi come HIV, tubercolosi, sifilide e lebbra.
Le modifiche al processo di controllo sanitario per gli stranieri in visita sono state proposte all’inizio dell’anno da un gruppo di lavoro sulle politiche migratorie, guidato dalla vicepresidente della Duma di Stato, Irina Yarovaya. La vicepresidente ha chiarito che l’obiettivo è rafforzare il monitoraggio sanitario degli stranieri in arrivo e prevenire la diffusione di malattie pericolose.
I lavoratori migranti sono fondamentali per l’economia russa, occupando ruoli chiave in settori come edilizia, agricoltura e servizi. Milioni di migranti, soprattutto dall’Asia centrale, sono attratti da salari più alti rispetto ai loro paesi d’origine. Tuttavia, questo afflusso ha sollevato dibattiti su salute pubblica e stabilità sociale. Per questo, le autorità russe hanno introdotto rigidi controlli sanitari e requisiti per i migranti, cercando di bilanciare i benefici economici con la sicurezza sanitaria.
Nell’ultimo anno, la Russia ha anche intensificato la lotta contro l’immigrazione illegale. Il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto che istituisce una nuova agenzia statale all’interno del Ministero dell’Interno, incaricata di migliorare la gestione dei flussi migratori.
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Il Cremlino ha dichiarato che l’iniziativa punta a razionalizzare il processo migratorio, promuovere il rispetto delle leggi russe tra i migranti e ridurre le attività illegali.
In Italia la situazione epidemiologica dell’immigrazione è un grande tabù del discorso pubblico.
«In base ai dati epidemiologici in nostro possesso, risulta che in Italia il 34,3% delle persone diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera» diceva in un’intervista a Renovatio 21 il dottor Paolo Gulisano sette anni fa. «Considerato che gli stranieri rappresentano circa il 10% della popolazione italiana, questo dato vuole dire che la diffusione dell’HIV tra gli stranieri è oltre il triplo che negli italiani».
«Un dato che fa pensare. Molti immigrati provengono da Paesi dove la diffusione dell’HIV, così come quella della TBC, è molto più alta che in Europa. Basta far parlare i dati. Il numero dei decessi correlati all’AIDS nel 2016 per grandi aree è il seguente: Africa Sud-Orientale: 420 mila; Africa Centro-Orientale: 310 mila; Nord Africa e Medio Oriente: 11 mila; America Latina: 36 mila, più il dato dei soli Caraibi che è di 9400. Europa dell’Est e Asia centrale: 40 mila; Europa Occidentale e Nord America: 18 mila; Asia e Pacifico: 170 mila. Ora, la lettura di questi numeri ci fornisce delle evidenze molto chiare».
«È quindi chiaro quali siano i rischi di una immigrazione di massa, incontrollata anche dal punto di vista sanitario, e i rischi legati al fatto che un numero impressionante di immigrate africane viene gettato nel calderone infernale della prostituzione, che diventa veicolo di diffusione di malattie veneree».
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Epidemie
Paura e profitto, dall’AIDS al COVID
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Le opinioni dissenzienti sull’AIDS «abilmente represse per decenni»
Shenton era una reporter della BBC, l’emittente pubblica nazionale del Regno Unito, quando sviluppò il lupus indotto da farmaci, dopo essere stata sottoposta a un’eccessiva terapia farmacologica in Spagna negli anni ’70. «Mi hanno dato tutto quello che c’era scritto nel libro», ha detto Shenton. «Certo, sono imploso e mi sono sentito gravemente male. Sono stato al Westminster Hospital per due mesi. Sono quasi morto». L’esperienza ha suscitato in lei l’interesse per le indagini sulle lesioni causate dai trattamenti medici. In seguito è entrata a far parte dell’emittente nazionale britannica Channel 4, producendo una serie di documentari, Kill or Cure. La serie si concentrava sulla riluttanza delle grandi aziende farmaceutiche a ritirare trattamenti pericolosi o inefficaci. «Quello mi ha davvero dato la carica», ha detto Shenton. Nei primi anni ’80, Shenton e il suo produttore vennero a conoscenza della ricerca del dottor Peter Duesberg, un biologo molecolare tedesco che sosteneva che l’HIV non causava l’AIDS. Iniziò a mettere in discussione le narrazioni dominanti. «Abbiamo continuato a realizzare 13 documentari sull’AIDS», ha detto Shenton. Il documentario Positively False si concentra sulla «manipolazione delle aziende farmaceutiche e delle organizzazioni [mediche] interessate in tutto il mondo, che manipolano il terrore della peste», ha affermato Shenton. Il film rivela «la scienza imperfetta che circonda l’AIDS e le conseguenze di seguire ipotesi sbagliate», ha affermato Shenton nell’introduzione. Tra queste, la convinzione che l’AIDS sia infettivo, che sia causato dall’HIV e che l’HIV sia contagioso. «Molti scienziati e ricercatori non sono d’accordo. Queste opinioni sono state abilmente represse per decenni dall’ortodossia scientifica prevalente e dai media mainstream», ha affermato Shenton nel documentario. I ricercatori che mettevano in discussione la narrazione dominante sull’HIV/AIDS sono stati repressi e messi a tacere, così come gli scienziati che mettevano in discussione la narrazione prevalente sul COVID-19, ha affermato Shenton.Sostieni Renovatio 21
Test PCR «completamente inutili» per AIDS e COVID
In entrambi i focolai, sono stati utilizzati test PCR per determinare l’infezione, ha affermato. «Il test [PCR] è completamente e totalmente inutile», ha detto Shenton. I test non possono «distinguere tra particelle infettive e non infettive». Shenton ha affermato che i diversi Paesi utilizzano standard diversi per determinare una diagnosi positiva di HIV. «Si potrebbe fare il test per l’HIV, per esempio in Sudafrica, e risultare positivi, e volare in Australia e risultare negativi», ha detto Shenton. All’inizio dell’epidemia di AIDS, molti scienziati ritenevano che fattori legati allo stile di vita, tra cui la dipendenza da droghe ricreative e l’uso di nitriti come i «poppers», fossero la causa dell’AIDS a causa dei danni che provocavano al sistema immunitario. Allo stesso tempo, i funzionari sanitari e i media hanno erroneamente attribuito la diffusione della malattia in Africa all’AIDS, quando in realtà era la mancanza di accesso all’acqua potabile a far ammalare le persone, ha detto Shenton. Queste narrazioni sono cambiate quando le agenzie sanitarie governative hanno iniziato a interessarsi alla ricerca sull’AIDS, ha affermato Shenton. «Quando il CDC [Centers for Disease Control and Prevention] è intervenuto e ha riunito tutti i suoi rappresentanti per esaminare questo gruppo di giovani uomini che erano molto, molto malati… l’intera teoria secondo cui l’AIDS era causato dallo stile di vita o dalla tossicità è scomparsa», ha detto Shenton.Iscriviti al canale Telegram ![]()
Fauci ha promosso trattamenti mortali per AIDS e COVID
Shenton ha affermato che i trattamenti medici dannosi sono stati al centro sia dell’epidemia di AIDS che di quella di COVID-19. Nel 1987, la Food and Drug Administration statunitense approvò l’AZT (azidotimidina) per le persone sieropositive. L’AZT si rivelò pericoloso per molti pazienti affetti da AIDS. Durante la pandemia di COVID-19, i vaccini e il remdesivir hanno danneggiato le persone. E in entrambi i casi – l’epidemia di AIDS e la pandemia di COVID-19 – Fauci ha svolto un ruolo chiave. «Eravamo profondamente, profondamente critici nei confronti di Fauci, per il modo in cui ha gestito gli studi multicentrici di fase due sull’AZT. Voglio dire, erano corrotti, e tutta la prima fase è stata finanziata dall’azienda farmaceutica [Burroughs Wellcome, ora GSK ], e avevano dei rappresentanti, e questo è noto attraverso i documenti sulla libertà di informazione, che sono andati lì e hanno portato a casa i risultati del gruppo trattato con il farmaco e del gruppo placebo, eliminando gli effetti collaterali nel gruppo trattato con il farmaco» ha detto la Shenton. Nel film Positively False, diversi scienziati e ricercatori hanno spiegato come l’AZT impedisca la sintesi del DNA, impedisca la replicazione delle cellule e contribuisca alla generazione di cellule cancerose. Tuttavia, secondo il documentario, i pazienti che mettevano in dubbio la sicurezza e l’efficacia dell’AZT venivano stigmatizzati e la loro sanità mentale veniva messa in discussione. Holland ha fatto riferimento al libro del 2021 del Segretario alla Salute degli Stati Uniti Robert F. Kennedy Jr., The Real Anthony Fauci : Bill Gates, Big Pharma, and the Global War on Democracy and Public Health che contiene una sezione sul lavoro di Fauci durante l’epidemia di AIDS. «Solleva tutti questi interrogativi il fatto che in realtà sembra la stessa truffa e gli stessi giocatori… non è cambiato molto», ha detto Holland.Aiuta Renovatio 21
Il «terrore della peste» esisteva molto prima dell’AIDS o del COVID
Secondo Shenton, le epidemie di AIDS e COVID-19 sono esempi di «terrore della peste», che è esistito nel corso della storia. All’inizio del XX secolo, negli Appalachi, fu diagnosticata un’epidemia di pellagra. La malattia, che causava una mortalità diffusa e si diceva fosse infettiva, si rivelò essere una carenza nutrizionale. «Negli Appalachi, la popolazione molto povera viveva con una dieta completamente priva di nutrienti», ha detto Sheton. «Si trattava di una varietà di mais, ma lo cucinavano eliminandone tutti i nutrienti e dipendevano solo da quello». La gente aveva così tanta paura di contrarre la pellagra che coloro che si pensava fossero infetti venivano ricoverati in istituti o «gettati fuori dalle navi», ha affermato. Un infettivologo di New York, il dottor Joseph Goldberger, stabilì che la pellagra non era contagiosa, ma era causata da malnutrizione e carenza di niacina (vitamina B), ha detto Shenton. Fu emarginato per le sue scoperte. «È stato ridotto allo stato laicale, privato dei fondi, ridicolizzato. È morto. E cinque anni dopo la sua morte, hanno detto che aveva assolutamente ragione: non era contagioso, era tossico», ha detto. Secondo Shenton, in Giappone dagli anni ’50 agli anni ’70 la mielo-ottico-neuropatia subacuta (SMON) era comune. «Centinaia di migliaia di giapponesi sono rimasti paralizzati dalla vita in giù e ciechi, e nessuno riusciva a capire il perché. E ovviamente pensavano: “Oh, è un virus”», ha detto. Un neurologo giapponese, il dottor Tadao Tsubaki, ha studiato i pazienti affetti da SMON e ha stabilito che la condizione non era infettiva, ma era causata da un farmaco antidiarroico ampiamente somministrato, il cliochinolo. «Ci sono voluti 30 anni e squadre di avvocati per respingere in tribunale l’idea che la causa della SMON fosse un virus», ha affermato Shenton. Michael Nevradakis Ph.D. © 7 ottobre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD. Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Epidemie
Le restrizioni COVID in Spagna dichiarate incostituzionali, annullate oltre 90.000 multe
Oltre 90.000 multe per violazioni delle norme anti-COVID sono state annullate dopo che la Corte costituzionale spagnola ha dichiarato incostituzionali le severe misure adottate nel 2020.
Secondo il quotidiano spagnuolo The Objective, al 3 settembre 2025 sono state revocate 92.278 sanzioni, in seguito alla sentenza che ha giudicato incostituzionali alcune disposizioni del decreto sullo stato di emergenza del 2020, in vigore durante il primo lockdown per il COVID-19.
Queste sanzioni rappresentano solo la prima tranche di multe destinate all’annullamento, con altre che probabilmente seguiranno. Durante il rigido lockdown del 2020, imposto con lo stato di allarme, sono state emesse oltre 1 milione di sanzioni a livello nazionale, con circa 1,3 milioni di persone multate per aver violato le restrizioni.
La Corte Costituzionale ha stabilito che alcune parti dell’articolo 7 del Regio Decreto 463/2020, relative al divieto generale di circolazione, comportavano una sospensione ingiustificata del diritto fondamentale alla libertà di movimento, andando oltre una semplice limitazione. Tale misura superava i limiti dello stato di allarme, secondo la Corte, che ha precisato che una restrizione così drastica sarebbe stata giustificabile solo con uno stato di emergenza più severo, soggetto a un iter parlamentare più rigoroso.
La sentenza si applica retroattivamente a tutte le multe emesse durante il lockdown del 2020, creando un notevole onere per l’amministrazione statale. The Objective riferisce che «l’applicazione è stata lenta e disuniforme a seconda delle regioni», suggerendo che i rimborsi potrebbero richiedere mesi o anni.
Il quotidiano sottolinea che i 92.278 casi annullati finora rappresentano «solo la punta dell’iceberg di una crisi normativa» derivante dalle severe politiche di lockdown imposte dal governo spagnolo nel 2020.
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Immagine di Javier Perez Montes via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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